la barzelletta continua......................

La crisi fa sentire gli effetti su Bmw

Per la prima volta Bmw comincia a sentire i segnali di rallentamento In Europa e gli investitori si spaventano.
Nonostante i risultati trimestrali superiori alle attese il titolo del costruttore automobilistico tedesco è in calo a Francoforte dove ha chiuso in ribasso a fronte di un indice Dax in aumento.
E dire che il numero uno mondiale nelle vetture alte di gamma ha registrato un utile netto e un giro d’affari record nel terzo trimestre. Un risultato dovuto in gran parte all’esplosione delle vendite in Cina dove sono aumentate del 40%.

Ma gli investitori hanno rilevato che il margine operativo è in calo su base annua piu’ del previsto.
La reddittività del costruttore è stata diminuita dai costi di sviluppo in Brasile e dagli sconti concessi ai clienti in Europa dove realizza la metà delle vendite.

La concorrenza è infatti molto dura sul mercato automobilistico europeo dove le vendite di auto nuove dovrebbero subire un calo dell’8-10% a fine 2012: è il peggior risultato da 20 anni.

Una situazione difficile, Bmw ne è cosciente, ma il gruppo tedesco mantiene gli obiettivi annuali da primato. Nonostante il calo di martedi, il titolo ha guadagnato circa il 25% quest’anno.
 
Gruppo VW: via libera ad investimenti da 50 miliardi


Berlino, 23 - Sebbene meno esposto alla grave crisi europea rispetto a rivali quali Peugeot, Citroën, Opel e Fiat, anche il Gruppo Volkswagen è costretto a monitorare con grande attenzione la situazione nel Vecchio Continente. Ma il segreto di Wolfburg è la possibilità di accedere ad una straordinaria liquidità che gli permetterà di varare massicci investimenti per soddisfare l’obiettivo di diventare il principale produttore mondiale entro il 2018 (probabilmente anche prima). I 20 membri del Consiglio di Sorveglianza, guidato dal patron Ferdinand Piech, hanno stamane dato il via libera ad un nuovo programma di investimenti triennale (fino al 2015) da ben 50,2 miliardi di Euro nella divisione automotive per lo sviluppo di nuovi modelli e per la realizzazione di nuove fabbriche produttive. Si tratta di un piano che coinvolgerà tutti i 12 marchi del Gruppo (per la prima volta anche Man e Porsche) e va precisato che il programma non coinvolge le joint venture cinesi dove le spese a parte saranno di circa 10 miliardi di Euro. “Le difficoltà economiche dei mercati non ci impediscono di varare uno dei nostri più ingenti piani di investimento, ha spiegato il Presidente, Martin Winterkorn. Il Gruppo tedesco conta di espandersi soprattutto al di fuori dell’Europa e sta programmando la costruzione di nuovi stabilimenti in Cina, Messico e Russia. D’altronde, la grande battaglia per la leadership mondiale con i Gruppi Toyota e General Motors si giocherà anche, se non principalmente, nei mercati emergenti. Sarà in ogni caso importante tenere botta in Europa in questa difficile congiuntura economica. In seno al Consiglio di Sorveglianza ci sono invece forti resistenze sullo sviluppo dei nuovi SUV Bentley e Lamborghini. I costi potrebbero superare le aspettative e in ogni caso, anche se arrivasse l’ok, se ne riparlerà a partire dal 2017. Autolink
 
OGGI ha scambiato ben....385 PEZZI !!!!!:bow:

...mi sa che e' un record !
 
Ultima modifica:
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 29 nov - Il gruppo
Bollore' vuole quotare in Borsa almeno il 10% delle
attivita' di veicoli elettrici, nell'ottobre del 2013. Lo ha
annunciato il ceo del gruppo, Vincent Bollore'. Sara' "nel
mese di ottobre del prossimo anno", ha detto ad Afp "e sara'
inferiore al 10%". In occasione del primo anniversario del
servizio Autolib, lanciato il 5 dicembre 2011, Bollore' ha
detto che nel 2013 prevede di fermare un secondo contratto
con una citta' europea. "Oggi celebriamo questo anniversario
- ha dichiarato - ma abbiamo piu' richieste e sigleremo
almeno un altro contratto nel 2013 in Europa".
Chi
 
"Mr. Delanoë ha anche elogiato il fatto che questa esperienza a beneficio dell'industria francese Bolloré in quanto dispone di una fabbrica di batterie vicino a Quimper e un altro in Canada. I veicoli sono assemblati in Italia, in una fabbrica di proprietà Bolloré altrettanto con la casa automobilistica italiana Pininfarina prima di riprendere il controllo completo".

cosa vorrà dire?

cerchiamo meglio...


comunque nel 2013 verra' fatta un'altra autolib....

e persino seouè interessata
 
Bollore': punta a quotare il 10% delle attivita' nelle auto elettriche -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 29 nov - Il servizio di Autlib "costa zero al contribuente parigino", si e' rallegrato nel corso dell'incontro con la stampa il sindaco di Parigi Bertrand Delanoe, che punta a un ulteriore ampliamento del car sharing nei comuni attorno alla capitale. Vincent Bollore' durante l'estate aveva preannunciato la possibilita' di un altro accordo con un'altra citta' europea, che dovrebbe dunque concretizzarsi non quest'anno, ma il prossimo. "Bisognava prima avere successo a Parigi e dobbiamo continuare su questo, visto che siamo solo al primo anno. Un'esperienza industriale si misura su quattro-cinque o sei anni", ha spiegato l'industriale e finanziere francese, che ha investito un totale di 1,7 miliardi di euro nello sviluppo delle batterie e dell'auto elettrica. Il responsabile del comune di Parigi per il traffico e il trasporto, Julien Bargeton, ha peraltro indicato che tra gli interessati all'esperienza francese c'e' anche il sindaco di Seul. "Sono fiero di avere contribuito a che l'industria di Torino e il design di Pininfarina siano dei veri protagonisti nel successo di questa prima mondiale", ha anche detto Bollore', sottolineando la partnership di "lungo termine" con Pininfarina e l'auspicio di costruire una seconda auto con la societa' italiana. Le auto elettriche Bluecar lanciate a Parigi da Bollore' sono disegnate e progettate da Pininfarina, il cui marchio e' riprodotto sulla vettura. La Cecomp, altra societa' torinese, costruisce chassis e scocca che poi vengono assemblate nell'impianto di Bairo. In totale vengono prodotte ogni mese 100-150 auto che utilizzano le batterie al litio prodotte dal gruppo francese. Il servizio di car sharing e' operativo nel Comune di Parigi e in 47 Comuni della cintura parigina

Attualmente sono 1.750 le Bluecar in circolazione, hanno 250 chilometri di autonomia e dispongono di 720 stazioni di sosta. Gli abbonati sono 47.500 abbonati, con un totale di 800.000 locazioni all'anno. L'obiettivo per il 2013 e' di arrivare a 1.100 stazioni, 3.000 veicoli, 5.000 postazioni di ricarica e 1.200 abbonati supplementari alla settimana.

Red
 
Pininfarina e' un partner industriale ''di lungo termine'' per il gruppo Bollore' e la sua attivita' sull'auto elettrica, e ''faremo di sicuro una seconda vettura con loro'' oltre alla Bluecar. Lo ha dichiarato all'Ansa il patron del gruppo francese, Vincent Bollore' ''Siamo molto contenti. Lo sapete, l'Italia e' un Paese che amiamo molto, e Pininfarina e' il piu' grande designer al mondo'' ha spiegato, sottolineando come la Bluecar sia una vettura ''bella e popolare, e riconoscibile''.
 
The Show Must Go On
E' ripreso il festival per spingere nuovi polli a buttarsi sul titolo. Tra poco uscirà 'la grande notizia'. venghino signori, venghino. 12 euro nel 2013.
 
la borsa ha i suoi tempi...


torneranno quelli buoni ...

e' da capire quando ...


ma mai vendere in perdita ... per seguire altre sirene ...

altrimenti le perdite si decuplicano


oggi pininfarina non e' piu' a rischio continuita' aziendale ...

e gia' questo e' moltissimo ...



se poi riesce a trovare un business buono ....
 
se poi consideriamo che continuano ad uscire notizie piu' che positive....


prima o poi...
 
Titolo: MARKET TALK: Pininfarina, accelera su parole Bollore'
Ora: 30/11/2012 09:32
Testo:
MILANO (MF-DJ)--Quotazioni in forte rialzo in avvio di seduta per
Pininfarina. A spingere il titolo, secondo quanto segnalano dalle sale
operative, le parole dell'imprenditore Vincent Bollore' che ha definito
l'azienda italiana un partner industriale di lungo termine sottolineando
anche che verra' sicuramente fatta una seconda vettura con il gruppo
italiano. Le azioni Pininfarina salgono dell'8,56% a 3,246 euro.

(fine)

MF-DJ NEWS
3009:32 nov 2012
 
sarà come sempre il solito fuoco di paglia...

serve un'inversione di tendenza...

il titolo dovrebbe cominciare a salire costantemente e dovrebbe riattirare l'attenzione del mercato
 
non è possibile che l'unico modo di rianimare il titolo siano le parole di Bollorè. Non oso pensare cosa potrebbe succedere se un giorno dovesse cambiare opinione in merito a Pininfarina.
 
non è possibile che l'unico modo di rianimare il titolo siano le parole di Bollorè. Non oso pensare cosa potrebbe succedere se un giorno dovesse cambiare opinione in merito a Pininfarina.

Chissà se ha ancora intenzione di entrare nel capitale Pininfarina e chissà perché non glie l'hanno mai permesso. E, aggiungo con molta fantasia, chissà che un domani la Joint Venture non venga ripristinata. Per questo occorrerebbe che il business dell'auto elettrica avesse finalmente a decollare, Pininfarina non poteva sostenere i costi di un progetto che era in fase di stasi ma se ripartisse alla grande forse se ne potrebbe riparlare. E, aggiungo ancora sempre con molta fantasia, potrebbe anche ripartire la produzione direttamente da parte di Pininfarina senza ricorrere alla Cecomp.
 
non è possibile che l'unico modo di rianimare il titolo siano le parole di Bollorè. Non oso pensare cosa potrebbe succedere se un giorno dovesse cambiare opinione in merito a Pininfarina.

AL contrario ...Pensa se volesse.......ehm,,,DICESSE ,,, di volerla comperare.:asd:

...:sborone:

...intanto si e' passati in due giorni da 380 pezzi a 130MILA.... per cosa?
per ritornare a 3 euro?

ok .... allora....


Perché i carabinieri hanno i baffi? Perché sulla lametta c'è scritto "da barba".


Perché il taschino della giacca è un luogo pericolosissimo? Perché molti ci lasciano le penne

Sapete perché Dio ci ha creato con un solo mento? Perché non poteva fare altrimenti!

:D
 
Cars 2020: varato il piano dell’Europa per rilanciare il settore auto
È stato approvato oggi dalla Commissione europea il piano Cars 2020 che dovrebbe mettere a disposizione delle Case automobilistiche 2 miliardi di euro per sviluppare modelli a basso impatto ambientale

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commissione europea
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* Mercato europeo dell'auto: -11% a settembre

Si attendeva da tempo un intervento dell’Unione europea per ridare competitività e slancio al settore dell’auto, che sta attraversando un momento particolarmente difficile a causa della crisi economica, con le vendite che continuano a far registrare risultati negativi a doppia cifra.

Oggi finalmente la Commissione europea ha approvato il piano Cars 2020 a sostegno del settore auto, su proposta del Vicepresidente Antonio Tajani.

La notizia farà sicuramente tirare un sospiro di sollievo alle Case automobilistiche che operano sul territorio del Vecchio Continente e alle decine di migliaia di lavoratori che trovano impiego nel settore automotive.

Cars 2020 infatti dovrebbe mettere a disposizione oltre 2 miliardi di euro di finanziamenti europei a fondo perduto da utilizzare tra il 2014 e il 2020 per iniziative di Ricerca&Sviluppo, finalizzate alla realizzazione di mezzi più eco-compatibili, a partire dall’auto elettrica.



Parte dei finanziamenti europei dovranno essere utilizzati inoltre per le necessarie ristrutturazioni aziendali che le diverse Case devono necessariamente operare per poter portare avanti nuovi investimenti e per risolvere il problema della sovraccapacità.

Fonte: Ansa
 
Per ora è sfumata la presenza delle Bmw ma ci sarebbe ancora un interessamento di un altro investitore.

Notare quel "per ora" ... e sappiamo che si intende l'interessamento di Bmw per De Tomaso che in effetti non c'è mai stato. L'interesse di Bmw è per la produzione in Italia e con Pininfarina. Il sito interessato è San Giorgio Canavese e non Grugliasco, Pininfarina assorbirebbe manodopera ex De Tomaso e Pininfarina per circa 400 persone. Il progetto, a detta dei responsabili della Regione Piemonte, sembrava già fatto a luglio ma è stato sospeso dalla stessa Bmw che ha ritirato l'offerta per problemi di mercato. Sospeso per 6/8 mesi ... se ne riparlerà quindi più avanti. Va chiarito quindi che Bmw si è defilata per l'area di Grugliasco per la quale non ha alcun interesse ma ha sospeso la decisione per un'eventuale commessa a Pininfarina per la produzione di 15.000 auto all'anno per 10 anni per aver modo di monitorare la crisi e valutare le condizioni del mercato dell'auto nei prossimi mesi.
 
La Vw a Moncalieri l’automotive piemontese da oggi parla tedesco
IL GRUPPO DI WOLFSBURG HA SPOSTATO QUI DA VERONA IL SUO UFFICIO ACQUISTI PER STRINGERE RAPPORTI PIÙ RAVVICINATI CON IL DISTRETTO. PER LA FILIERA DEI FORNITORI CHE HANNO SEMPRE AVUTO IN FIAT IL VERO PUNTO DI RIFERIMENTO È UN CAMBIO DI SCENARIO DEL TUTTO INEDITO
Salvatore Tropea

Torino V ittorio Valletta avrebbe fatto alzare le barricate, Gianni Agnelli e Cesare Romiti avrebbero organizzato una convincente dissuasione. Sergio Marchionne e John Elkann fingono di non vedere e di pensare ad altro. L'idea di avere i tedeschi in casa, sotto le mura di questa Mirafiori che da qualche anno sembra avere smarrito la sua missione industriale e storica, non procura loro l'orticaria come accadeva ai predecessori. E forse è un bene per tutti. Perché lo sbarco della Volkswagen a Moncalieri, col trasferimento del suo ufficio acquisti da Verona al quartier generale dell'Italdesign di Giorgetto Giugiaro, società di cui controlla da due anni oltre il 90,1 per cento, segnala un cambiamento di pelle da parte di quell'industria torinese che prova a scrivere il futuro senza rinnegare il passato. Fine della Fiatdipendenza e punto e a capo. E' così? Ci sono segnali che lo confermano e questo di Vw, ultimo in ordine di tempo, è molto impoortante «Perché vuol dire che la professionalità c'è e sopravvive al ridimensionamento della presenza Fiat», osserva il sociologo Luciano Gallino. L'annunciò ufficiale verrà dato il 21 dicembre ma gli uomini della Vw sono impegnati da mesi in un'operazione di scouting al termine della quale niente sarà più come prima nella galassia della componentistica dell'auto che qui a Torino ha quasi un secolo di vita. Come la Fiat attorno alla quale si è sviluppata e dalla quale oggi tende a staccarsi, per andare avanti con i piedi
propri, riuscendo a mettersi in presa diretta, come farà col colosso di Wolfsburg. Questo vuol dire molto in termini quantitativi e anche di immagine. E' un passo importante per il distretto torinese dell'auto, che qui chiamano filiera allargata al Piemonte, e nel quale si conta più di un terzo di tutte le aziende italiane di fornitura dell'industria di autoveicoli. Più esattamente erano 898 su 2.489 a fine 2011, con 99 mila dipendenti su 187 mila e un fatturato di 18 su 41 miliardi. Gli ultimi sondaggi dicono che l'anno che sta per finire si chiuderà nel segno di un ulteriore flessione rispetto al 2011 che già aveva risentito della crisi. Ma è una flessione che riguarda il numero degli addetti ed è limitata all'area torinese, mentre i fatturati continuano a crescere. La mossa dei tedeschi aiuta e non è isolata. Tutto è cominciato a maggio con il 'Technology day' organizzato dall'Italdesign a Moncalieri. E' qui che il responsabile acquisti del gruppo di Wolfsburg, Francisco Garcia Sanz, ha incontrato un gruppo selezionato di fornitori torinesi dell'auto, aziende che storicamente hanno avuto un rapporto quasi esclusivo con Fiat, e che da qualche anno sono alla ricerca di sbocchi, vie di fuga, che in parte hanno trovato, da una dipendenza che potrebbe diventare per loro pericolosa. E che, tutto sommato, non conviene più neppure alla stessa Fiat, anche se avere sulla soglia di casa quelli che una volta teneva a distanza qualche pensiero deve crearglielo. Perché i tedeschi della Volkswagen non saranno un caso isolato. Nell'hinterland torinese ci sono già altre presenze, a cominciare dalla quella autorevole di Gm. A Caprie, in Valle di Susa, la Bmw sta studiando se affidare la progettazione utilizzando gli impianti ex De Tomaso, a La Loggia, appena fuori Torino, c'è la Cecomp dove si lavora all'auto elettrica di Vincent Bolloré, i cinesi della Baic e della Jac sono a Torino, e a Rivoli sono arrivati quelli della Changan, tredicesimo produttore mondiale di auto. I tedeschi si sono affacciati col Technology day' e sono rimasti ben impressionati, tant'è che adesso sono pronti a insediarsi. «Lo hanno fatto perché in quest'area hanno individuato e sperimentato la presenza di fornitori di prima qualità, dunque un terreno utile», osserva Enzo Pacella, chief executive officer di Italdesign. L'acquisto della società di Moncalieri ha facilitato questa scelta e in qualche misura è la dimostrazione che il passaggio in mani tedesche non vuol dire per forza dover rinunciare a una presenza industriale. Lo si temeva con la cessione, oggi lo si teme un po' meno. Gli uffici acquisti della Vw potevano restare al gran completo a Verona, città di snodo dei collegamenti con la Germania. Se hanno scelto di venire a Torino una ragione ci deve essere. Qualcuno insinua maliziosamente che non si fermeranno a questa operazione e che dietro questa mossa logistica ce ne potrebbe anche una strategica strategica. Il professor Gallino fa notare che «da Torino i tedeschi possono guardare più lontano e, nel tempo, diventare registi di un sistema più vasto e complesso non limitato solo agli acquisti». Giorgio Airaudo, dirigente nazionale della Fiom, sostiene che in questa scelta di Vw per Torino «non si può non vedere un interesse per un'area dove ci sono indubbiamente delle competenze. E poi, è chiaro - aggiunge - che se la Fiat si allontana lascia spazi che altri leader tenderanno a occupare». E' noto che i tedeschi non hanno perduto mai di vista il gruppo del Lingotto. Il numero uno di Vw, Martin Winterkorn, ha fatto sapere qualche giorno fa che il gruppo punta al primato mondiale e che per raggiungerlo ha messo in programma per i prossimi tre anni investimenti per un ammontare di 50,2 miliardi di euro, più altri 10 miliardi destinati alla sola Cina. E si sa che Vw ha in cantiere alcune decine di nuovi modelli progettati da un team agguerrito e, guarda caso, guidato da Walter De Silva, già capo della progettazione Fiat, poi emigrato come altri manager del Lingotto in Germania. La presenza di un attore come la Volkswagen a Torino cambia lo scenario. Magari non immediatamente ma lo farà per la sua potenza di fuoco e per l'effetto trainante che può avere una scelta del genere. Questo vuol dire che l'area torinese non ha perduto l'appeal come area di eccellenza per il «sapere dell'auto». «In un business globale di cui l'auto è parte importante tutti sono, e devono essere, dappertutto», osserva Alberto Pejrani, presidente della Olsa gruppo attivo nella componentistica, in Italia e nel mondo e già presidente dell'Amma di Torino: «Questo vale molto per chi fa acquisti e dunque deve essere attento a come e dove farli. Il caso Vw lo conferma e rientra a pieno titolo nella riscoperta del nostro tessuto cresciuto attorno all'auto e che non ha mai perduto la sua capacità creativa, innovativa, tecnologica ». Due anni fa l’acquisizione da parte di Volkswagen della Italdesign di Giugiaro Oggi il quartier generale della società a Moncalieri è diventato l’epicentro della presenza tedesca in Piemonte Dove si stanno muovendo non solo Vw ma anche Bmw, Gm e perfino i cinesi della Baic, della Jac e della Changan
 
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