Brutte notizie per gli ucraini.
Nel settore a ovest di Avdiivka l’avanzata russa ha già determinato lo sfondamento delle linee ucraine. Kiev ha fatto trapelare che si è trattato di un disguido durante l’avvicendamento dei reparti in prima linea: quelli presenti si sarebbero ritirati prima dell’arrivo dei rimpiazzi, ma chi ha esperienza di zone di guerra sa che questo non accade mai, anzi, chi è sul campo passa le consegne ai nuovi arrivati prima di ritirarsi.
Se gli ucraini hanno abbandonato le loro postazioni non è per un fraintendimento ma perché alcuni reparti sono sbandati.
Solo nelle ultime 48 ore i russi hanno sfondato le linee nemiche nella regione di Donetsk prendendo Ocheretyne e Berdychi e avanzano verso il fiume Vovca dove gli ucraini hanno costituito una linea di difesa. A ovest di Bakhmut i russi hanno raggiunto i sobborghi di Chasov Yar dove gli ucraini difendono con poche truppe e munizioni posizioni sempre più esposte al devastante fuoco aereo e d’artiglieria nemico. La caduta della cittadina, dove restano secondo fonti ucraine meno di 700 dei 12 mila abitanti, aprirebbe ai russi la strada verso Kramatorsk e la conquista completa della regione di Donetsk.
A Chasov Yar sarebbero stati inviati reparti speciali dei servizi di sicurezza interna, non è chiaro se per rafforzare le difese o impedire diserzioni o la resa dei battaglioni ucraini dopo che da più parti è circolata la voce che la 3a Brigata d’assalto (la Brigata Azov) si sia rifiutata di attestarsi a Chasov Yar, ennesimo “calderone” tritacarne per le truppe di Kiev.
Più a sud i russi hanno conquistato Paraskovievka nell’area di Ugledar e hanno ripreso il controllo di Robotino al centro degli sconti nella regione di Zaporizhia fin dall’inizio della fallita controffensiva ucraina nel giugno 2023 mentre a nord, nella regione di Karkhiv, i russi sono entrati a Kislovka continuando le operazioni per circondare la roccaforte di Kupyansk.
Una recente analisi del Wall Street Journal evidenzia il rischio di collasso del fronte ucraino se dovesse continuare l’attuale pressione delle forze russe. Inoltre, le retrovie ucraine vengono bersagliate costantemente dai russi che negli ultimi giorni hanno distrutto ampi depositi di armi e munizioni appena arrivate da occidente presso tre aeroporti e i depositi postali di Odessa mentre il governo di Kiev ha ammesso che circa la metà delle infrastrutture elettriche sono fuori uso il che significa anche la paralisi molte attività industriali legate allo sforzo bellico.
Tali attacchi in profondità con droni, bombe d’aereo e missili da crociera e balistici, sembrano risultare sostenibili per tempi prolungati dai russi se rispondono al vero le valutazioni della Direzione Principale dell’Intelligence del Ministero della Difesa dell’Ucraina.
econdo il GUR solo per l’impiego navale e costiero i russi dispongono di 40 missili ipersonici Zircon e ne producono ogni mese 10, 400 missili da crociera Oniks/Oniks-M producendone 10 al mese e di 270 missili da crociera Kalibr con una produzione di 30/40 al mese.
Per impiego da aerei sono disponibili 45 nuovi missili da crociera Kh-69 prodotti in 3 esemplari al mese più ampi arsenali dei più vecchi Kh-101. In totale l’intelligence ucraino ritiene che in aprile la Russia disponesse di circa 950 missili con una gittata di oltre 350 chilometri. Inoltre, secondo fonti turche, la Russia produce 8mila bombe al mese con peso compreso da 250 a 1500 kg, molte delle quali ricevono poi il modulo UPMC che le trasformano in bombe plananti guidate.
Secondo il direttore del think-tank polacco Rochan, Konrad Muzyka il punto più critico delle forze armate ucraine è la mancanza di uomini e anche con lo sblocco degli aiuti americani la situazione per le forze di Kiev continuerà a peggiorare almeno per i prossimi 3 mesi.
l canale Telegram Ucraino Resident (che con altri social è finito nel mirino della Presidenza ucraina che vorrebbe limitarne l’acceso), che è sempre ben informato sulle attività dello stato maggiore di Kiev, ha reso noto che una simulazione ha evidenziato che per tenere il fronte occorrerebbe arruolare un milione di reclute entro il 2026 che andrebbero poi addestrati ed equipaggiati. Secondo alcuni alti ufficiali il minimo di personale da mobilitare è di 350 mila uomini: 100mila per colmare le perdite, altrettante per creare riserve ed infine 150 mila per consentire il congedo definitivo a chi serve ininterrottamente dall’inizio della guerra.
La nuova legge sulla mobilitazione che anticipa l’arruolamento a 25 anni sta aumentando diserzioni e le fughe di cittadini in età di arruolamento oltre confine al punto che unità dell’’Esercito Territoriale sono state schierate alle frontiere con Polonia, Ungheria e Slovacchia per presidiarle.
Il direttore dell’Istituto demografico di stato ucraino, Alexander Gladun, ha lanciato l’allarme sul fatto che l’abbassamento dell’età di arruolamento da 27 a 25 anni coinvolgerà una fascia già ristretta nell’albero demografico, cioè la generazione che dovrebbe a sua volta avere figli. Gladun valuta che si sia già superato il punto di non ritorno del declino demografico irreversibile.
Sempre più evidente anche il malumore dei veterani poiché la nuova legge sull’a mobilitazione vieta il congedo di 70 mila veterani in servizio da oltre tre anni.
Secondo la stessa fonte molte brigate sono già sotto dimensionate del 40/50 per cento e in alcuni settori vengono continuamente bruciate le riserve, rimpiazzando più volte le perdite subite in postazioni troppo esposte al fuoco dell’artiglieria e dell’aeronautica russa. A questo si aggiungono le indiscrezioni circa gli ordini impartiti dal presidente Volodymyr Zelensky di impedire ad ogni costo la caduta di Chasov Yar prima del 9 maggio, giorno in cui si tiene la Parata della Vittoria sulla Piazza Rossa a Mosca che consentirebbe a Vladimir Putin di utilizzare la presa della roccaforte ucraina come un trofeo.
Cresce anche il malcontento nei confronti del capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Aleksandr Syrsky , con notizie sulla rimozione dai comandi di molti ufficiali fedeli al suo predecessore, Valery Zaluzhny.
Per chi come Macron o il segretario generale della NATO, Jens Stoltemberg, l’Ucraina “non deve perdere” la guerra e la Russia “non deve vincerla”, il momento delle chiacchiere sembra essere agli sgoccioli. Certo non mancano cartucce da sparare (in senso metaforico) pur di evitare di mandare in trincea battaglioni europei peraltro poco addestrati alla guerra convenzionale e con poche munizioni a disposizione. (continua....)
Provaci ancora, Emmanuel – Analisi Difesa