L'anno scorso ho stipulato una polizza RCA per la mia Vespa 124 con una nota compagnia assicurativa online. Espletata la parte burocratica, dopo pochi giorni mi è giunta la polizza con il tagliando.
Passati sei mesi dalla data della stipula, mi è arrivata una comunicazione della compagnia per posta ordinaria, nella quale io vengo accusato di averli fornito delle “dichiarazioni inesatte" che avrebbero agevolato la mia posizione assicurativa. In altre parole, mi accusano di avere dichiarato il falso e mi chiedono di inviarli tramite bonifico una "integrazione" alla somma già pagata pari a 311€. Un particolare importante: non mi specificano di quale "falso" si tratta, di quali "dichiarazioni inesatte" si parla. Io non ho dichiarato altro che il mio motoveicolo non ha circolato né subìto incidenti dal 2005 al 2010, il che è vero al 100%.
Ho scritto immediatamente una lettera di rimando, chiedendo chiarimenti in merito. Parallelamente, ho cercato di contattarli tramite telefono, senza alcun risultato. Sentivo sempre la stessa risposta in automatico che "i tempi di attesa saranno alquanto lunghi". Dopo alcuni tentativi ho capito che è una perdita di tempo.
Pochi giorni fa, a distanza di 2 mesi dalla mia lettera, ricevo dalla compagnia una raccomandata che, ignorando completamente le mie richieste di chiarimenti, con i toni più perentori mi sollecita a provvedere al pagamento di "integrazione", questa volta non più per “dichiarazioni inesatte”, ma per una fantomatica “appendice di polizza” non pagata. La lettera si conclude con la minaccia di intraprendere un'azione legale contro di me. Oltre ad essere furibondo con quella invisibile compagniuccia online che si nasconde dai clienti, continuo a non capire per quale motivo li devo ancora del denaro.
Mi è venuta persino l'idea di sporgere la denuncia contro la compagnia ai sensi del Art. 629 del c.p. per l’estorsione.
Saluti a tutti
Wolf