Reta
Nuovo Utente
- Registrato
- 27/9/11
- Messaggi
- 1.525
- Punti reazioni
- 157
Basta.
E' proprio tempi di crisi, e badate bene che "crisi" significa sostanzialmente "momento di cambiamento", che le persone dovrebbero cercare di sforzarsi a pensare e rivedere gli schemi e le idee date per scontato per tanto tempo. Una crisi, di qualunque genere e in qualunque ambito, dovrebbe essere un'occasione per riflettere sulla propria vita e su ciò che andrebbe migliorato per renderla migliore.
Riguardo la crisi economica storica che stiamo vivendo oggi giorno, molto si è detto e poco si è fatto per cercare di migliorare le cose. Molte cose sarebbero e potrebbero essere fatte, eppure, per ragioni molto complesse, il mondo continua a mantenere certi schemi e certi meccanismi perversi. In questo momento non sono interessato a discutere su cause e rimedi, ma ciò che trovo semplicemente scandaloso è che praticamente nessuno riesca, ogni tanto, a vedere le cose in maniera un po' diversa.
Sono stanco di vedere persone che parlano soltanto di PIL e numerini vari, ignorando complentamente il fatto che l'economia dovrebbe essere uno strumento e non un fine. Trovo assurdo che nessuno si soffermi mai a riflettere che forse i numeri non sono poi tutto nella vita e che per migliorare le cose bisognerebbe concentrarsi un attimo di più sulla psicologia e sul benessere umano e lasciare perdere per un momento i grafici.
Non parlo di un mondo "hippie", e non lo auspico nemmeno, ma trovo scandaloso che nessun economista, dall'alto della loro "esperienza accademica", non riesca mai a porsi qualche dubbio e chiedersi se magari più PIL non è sempre un bene, o se non sia il caso di analizzare i risultati economici anche in risultati concreti, quali il miglioramento del benessere concreto di una data popolazione. L'economia poi, dal canto suo, viene insegnata proprio in questi termini: formule matematiche, esercizi contabili e stop. Non si pone mai la questione sul "come l'economia può massimizzare il benessere umano", ma più spesso "come massimizzare il PIL e il profitto, ad ogni costo".
E' logico che in un mondo dalle risorse finite e con così tante contraddizioni, forse sarebbe il caso di iniziare a pensare alle cose sotto un altra prospettiva.
Se ogni tanto si tenesse conto anche dei costi in termini di perdita di benessere o aumento dell'inquinamento, forse le prospettive muterebbero radicalmente, e probabilmente molte idee su come impostare la nostra società cambierebbero.
La finanza dovrebbe essere uno strumento al servizio dell'economia, e l'economia a sua volta un mezzo per raggiungere il più velocemente possibile un benessere diffuso. Invece oggi viviamo in un mondo completamente al contrario, dove l'economia è schiava dei numerini della finanza e l'uomo è uno schiavo dell'economia. Non mi scandalizzo molto per il fatto che l'uomo diventi schiavo dei soldi, poiché ciò non è altro che un ennesimo atto di sottomissione di un gruppo di uomini (poveri) a un gruppo di uomini con maggiore potere (ricchi), come è sempre stato dall'alba dei tempi. Ci sarà sempre chi rimarrà indietro e chi se ne approfitterà, è fisiologico.
Quello che mi manda in bestia è che proprio non si riesca nemmeno ad immaginare, per un momento, di dire: "ok, fermiamoci un attimo, ne vale davvero la pena? non potremmo concentrarci per un secondo sulle necessità reali delle persone?".
Oggi potremmo avere gli strumenti per ridurre le ore di lavoro a tutti, sostituire molti lavori odiosi con macchine, aumentare la speranza di vita di tutti, aumentare il tempo dedicato alla famiglia e ad attività più importanti, eppure, non si sente altro che "aumentare i posti di lavoro", come se l'uomo fosse obbligato da qualche legge di natura a lavorare tutta una vita anche se, in teoria, potrebbe farne a meno. Tutto questo perché? Perché l'economia, gli economisti, non hanno la minima idea di come pensare un mondo un po' diverso da quello visto nel 900'.
Questo è uno sfogo ma anche una provocazione, voi del forum che discutete di economia cercate almeno voi di vedere le cose sotto un punto di vista più "umanamente pragmatico", e smettetela di pensare solo a PIL e produzione. Il mondo potrebbe essere un mondo migliore, e lo si può migliorare passo dopo passo, ma è necessario non cadere nel tranello e concentrarsi su ciò che è importante davvero: il benessere dell'uomo. Il resto deve ruotare attorno a questo E NON IL CONTRARIO.
E' proprio tempi di crisi, e badate bene che "crisi" significa sostanzialmente "momento di cambiamento", che le persone dovrebbero cercare di sforzarsi a pensare e rivedere gli schemi e le idee date per scontato per tanto tempo. Una crisi, di qualunque genere e in qualunque ambito, dovrebbe essere un'occasione per riflettere sulla propria vita e su ciò che andrebbe migliorato per renderla migliore.
Riguardo la crisi economica storica che stiamo vivendo oggi giorno, molto si è detto e poco si è fatto per cercare di migliorare le cose. Molte cose sarebbero e potrebbero essere fatte, eppure, per ragioni molto complesse, il mondo continua a mantenere certi schemi e certi meccanismi perversi. In questo momento non sono interessato a discutere su cause e rimedi, ma ciò che trovo semplicemente scandaloso è che praticamente nessuno riesca, ogni tanto, a vedere le cose in maniera un po' diversa.
Sono stanco di vedere persone che parlano soltanto di PIL e numerini vari, ignorando complentamente il fatto che l'economia dovrebbe essere uno strumento e non un fine. Trovo assurdo che nessuno si soffermi mai a riflettere che forse i numeri non sono poi tutto nella vita e che per migliorare le cose bisognerebbe concentrarsi un attimo di più sulla psicologia e sul benessere umano e lasciare perdere per un momento i grafici.
Non parlo di un mondo "hippie", e non lo auspico nemmeno, ma trovo scandaloso che nessun economista, dall'alto della loro "esperienza accademica", non riesca mai a porsi qualche dubbio e chiedersi se magari più PIL non è sempre un bene, o se non sia il caso di analizzare i risultati economici anche in risultati concreti, quali il miglioramento del benessere concreto di una data popolazione. L'economia poi, dal canto suo, viene insegnata proprio in questi termini: formule matematiche, esercizi contabili e stop. Non si pone mai la questione sul "come l'economia può massimizzare il benessere umano", ma più spesso "come massimizzare il PIL e il profitto, ad ogni costo".
E' logico che in un mondo dalle risorse finite e con così tante contraddizioni, forse sarebbe il caso di iniziare a pensare alle cose sotto un altra prospettiva.
Se ogni tanto si tenesse conto anche dei costi in termini di perdita di benessere o aumento dell'inquinamento, forse le prospettive muterebbero radicalmente, e probabilmente molte idee su come impostare la nostra società cambierebbero.
La finanza dovrebbe essere uno strumento al servizio dell'economia, e l'economia a sua volta un mezzo per raggiungere il più velocemente possibile un benessere diffuso. Invece oggi viviamo in un mondo completamente al contrario, dove l'economia è schiava dei numerini della finanza e l'uomo è uno schiavo dell'economia. Non mi scandalizzo molto per il fatto che l'uomo diventi schiavo dei soldi, poiché ciò non è altro che un ennesimo atto di sottomissione di un gruppo di uomini (poveri) a un gruppo di uomini con maggiore potere (ricchi), come è sempre stato dall'alba dei tempi. Ci sarà sempre chi rimarrà indietro e chi se ne approfitterà, è fisiologico.
Quello che mi manda in bestia è che proprio non si riesca nemmeno ad immaginare, per un momento, di dire: "ok, fermiamoci un attimo, ne vale davvero la pena? non potremmo concentrarci per un secondo sulle necessità reali delle persone?".
Oggi potremmo avere gli strumenti per ridurre le ore di lavoro a tutti, sostituire molti lavori odiosi con macchine, aumentare la speranza di vita di tutti, aumentare il tempo dedicato alla famiglia e ad attività più importanti, eppure, non si sente altro che "aumentare i posti di lavoro", come se l'uomo fosse obbligato da qualche legge di natura a lavorare tutta una vita anche se, in teoria, potrebbe farne a meno. Tutto questo perché? Perché l'economia, gli economisti, non hanno la minima idea di come pensare un mondo un po' diverso da quello visto nel 900'.
Questo è uno sfogo ma anche una provocazione, voi del forum che discutete di economia cercate almeno voi di vedere le cose sotto un punto di vista più "umanamente pragmatico", e smettetela di pensare solo a PIL e produzione. Il mondo potrebbe essere un mondo migliore, e lo si può migliorare passo dopo passo, ma è necessario non cadere nel tranello e concentrarsi su ciò che è importante davvero: il benessere dell'uomo. Il resto deve ruotare attorno a questo E NON IL CONTRARIO.