Linee guida per la riapertura lunedi...

La verità è che è tutto un grande azzardo. Vi immaginate, solo per dirne una, le distanze che potranno tenere i dipendenti nelle minuscole cucine delle migliaia di piccoli ristoranti che ci sono in Italia? C'è solo da sperare che il virus abbia una coscienza. Del resto, non ci sono alternative.

Senza contare che se qualcuno in quella cucina è infetto ti serve il virus nel piatto... perchè prima o poi si tocca la bocca o un occhio col guanto...
 
si è già parlato di circolare con un hula hoop da 3 metri di diametro per assicurarsi di mantenere le distanze? :mmmm:

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dal 25 parlano di riaprire palestre e centri fitness, mi pare un po' presto :o:eek:
 
Io comunque finché ci saranno queste regole non spenderò un centesimo, tolto il cibo.

Mi spiace per i commercianti, ma non voglio fare arrivare neanche 1 cent di iva e tasse a chi partorisce queste regole dementi.
 
fotocopia fronte retro

carta identità in corso di validità
e codice fiscale

ma non doveva esserci l'app per il tracciamento? adesso si inventano pure di fornire i dati al ristoratore.. :asd:

già a mangiare fuori ci andavo ad ogni morte di papa.. adesso non andrò neppure al bar.
 
la ristorazione è finita, inutile girarci attorno, le regole servono, derogarle per ridurre le distanze equivale a dare il contentino al ristoratore, ma il cliente col cervello non si siede a un metro da un potenziale infetto senza mascherina.

io sono certa che non appena riaprono i BAR saranno pieni d gente.
 
io sono certa che non appena riaprono i BAR saranno pieni d gente.

Io sarò uno dei primi, già da lunedì..
Ma visto che sono in smart working, sarà il bar sotto casa :o

Il virus se me lo dovevo prendere, doveva essere a dicembre o gennaio, chiudersi in casa adesso non ha senso :o
 
Fase due, gli esperti avvertono':' "Un metro non e sufficiente al chiuso e nelle regioni con piu contagi" - la Repubblica

Fase due, gli esperti avvertono: "Un metro non è sufficiente al chiuso e nelle regioni con più contagi"

Il parere sulle nuove regole di tre esperti di igiene, virologia ed epidemiologia. Rischi bassi per le attività all'aria aperta. Ma attenzione a luoghi affollati e incontri ravvicinati fra bambini. L'insidia nascosta: le cene a casa con gli amici asintomatici

A tavola a un metro di distanza. Al bar, al mare o a casa di amici. Possiamo sentirci sicuri? Tre esperti di virologia, epidemiologia e igiene rispondono alle domande sull'allentamento delle regole del 18 maggio. Ricordando che la situazione è disomogenea fra le regioni, che la differenza di rischio è molto grande fra luoghi chiusi e luoghi aperti e che anche nelle situazioni che non possono essere sottoposte a controlli - soprattutto in casa con gli amici - vale il principio di non fidarsi di un virus che sa essere assai subdolo.

Al ristorante

La distanza di un metro tra le persone è considerata il minimo sindacale per frenare la trasmissione. "È questione di capire il rischio che vogliamo prenderci" spiega Carlo Signorelli, professore di igiene al San Raffaele di Milano. "La precipitazione delle goccioline respiratorie è molto alta entro un metro di distanza dalla persona infetta. È più bassa, ma esiste ancora, tra uno e due metri. È trascurabile oltre i due metri". Questo avviene se la persona contagiata tossisce o starnutisce, ma anche se parla o semplicemente respira. Carlo Federico Perno, virologo dell'università di Milano, invita a valutare anche la situazione dei contagi nella propria Regione: "In Lombardia, al chiuso, la distanza di un metro fra i tavolini non è sufficiente per stare tranquilli. Due metri servono tutti. All'aria aperta invece il rischio di trasmissione è molto più basso. Lì un metro è più che ragionevole". Anche Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'università di Pisa e consulente della Regione Puglia, al ristorante probabilmente riprenderà ad andare, in una Bari dove la situazione dei contagi è sotto controllo. "Ma solo all'aperto, con una o due persone al massimo, magari colleghi, alla fine di una giornata di lavoro".

Al mare

È la situazione considerata a minor rischio, grazie al sole e al vento. "Il virus non si trasmette con la sabbia, né con l'acqua, né sui sentieri di montagna. A meno che, ancora una volta, non si stia molto vicini" spiega Perno. "Dai dati che abbiamo - aggiunge Signorelli - vediamo che la stragrande maggioranza dei contagi è avvenuta nei luoghi chiusi, soprattutto strutture sanitarie e case. Il vento della spiaggia, in particolare, ha un grande effetto nel disperdere il virus". Il cloro delle piscine è sufficiente a inattivare i microrganismi. E al sole la sopravvivenza del coronavirus è assai ridotta. "L'epidemia mostra chiaramente un andamento stagionale" per Signorelli. "L'estate aiuta. Lo stiamo vedendo con la diminuzione dei casi da noi e l'aumento in Sudamerica".

A cena a casa di amici

È una delle situazioni più rilassanti. Ma anche più insidiose, per il rischio di contagio. "Non possiamo certo prevedere controlli anche lì - spiega Lopalco - e non ci aspettiamo che le persone indossino le mascherine in casa, anche se sarebbe opportuno, durante gli incontri con gli amici". Signorelli ricorda che "durante il lockdown, il 30% dei contagi è probabilmente avvenuto in ambiente domestico". E in situazioni distese, insieme a persone con cui ci sentiamo a nostro agio, tendiamo a ridurre le precauzioni. "Siamo di fronte a un amico - immagina Perno - che non ha alcun sintomo, e noi ci fidiamo di lui. Ma lui stesso potrebbe essere stato contagiato a sua insaputa. Purtroppo il concetto "mi fido di te" non esiste, con questo virus. Anche il più caro degli amici potrebbe rivelarsi un nemico, dal punto di vista della malattia".

In palestra

"È l'ultimo luogo che riaprirei" esordisce Perno. "Sotto sforzo l'aria viene emessa dai polmoni a distanza maggiore e in quantità anche tripla rispetto al normale". Non sempre le palestre hanno un buon ricambio d'aria. L'umidità potrebbe essere alta. E i luoghi condivisi, come gli spogliatoi, sono indicati come uno dei punti a più alto rischio di contagio. In questo le piscine sono assimilabili alle palestre.
 
Io comunque finché ci saranno queste regole non spenderò un centesimo, tolto il cibo.

Mi spiace per i commercianti, ma non voglio fare arrivare neanche 1 cent di iva e tasse a chi partorisce queste regole dementi.

Idem,, il minimo indispensabile,,,
 
i 4 non sono a norma.
 
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