Gigirock1
Mercoledì Addams
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Allora:
1) si starebbe si meglio in 40 milioni in italia (e meglio distribuiti fra nord e sud), certo: il problema è come ci torni da 60 a 40 milioni. Se la riduzione è troppo veloce ti ritrovi per 30-40 anni con una società fortemente squilibrata, piena di anziani e con pochi giovani e con una serie di problemi non da poco (pensioni, sanità, welfare). Ah e in Giappone lo sanno bene e stanno affrontando il problema spingendo a 1000 con la robotica;
2) si punta sempre il dito al discorso economico, che sicuramente incide in parte, ma non così tanto come pensa: nel 1946 il tasso di fecondità (numero di figli per donna in età 15-49) era di 3 e son nati oltre 1 milione di neonati...e nel 1946 l'italia era in gran parte distrutta e con miseria e fame, quella vera, ovunque; da allora il tasso è sempre sceso lentamente fino a 2,3, salvo riprendersi negli anni '60 per una decina di anni (tornando a 2,7); dal 1970 è tornato a scendere lentamente, e si è scesi sotto al fatidico 2,1 (tasso di sostituzione naturale) nel 1977. Da allora non si è mai neanche lontanamente tornati vicini a quota 2 figli per donna, anzi il tasso di fecondità è crollato sempre più velocemente negli anni 80, toccando il minimo storico negli anni '90, quando l'Italia stava decisamente meglio di oggi economicamente parlando (1,18 nel 1995, cioè meno di oggi).
3) quello che sta succedendo oggi è che a fronte di un tasso di fecondità basso, ma non al minimo storico, c'è un tasso di natalità (numero nati ogni 1000 abitanti) bassissimo, ai minimi storici: questo perché la ruota gira e le poche donne nate negli anni 80 e 90 oggi sono in età fertile (e in tante emigrano all'estero), mentre le tante donne nate negli anni 50-60 e 70 sono ormai uscite quasi tutte dall'età fertile (49 anni, e ne emigrano poche), indi per cui crolla il numero di nuovi nati in Italia, mentre l'età media si è alzata ai massimi storici (e quindi il denominatore del tasso di natalità è più alto di 30 anni fa).
4) la conseguenza del punto 4 sarà drammatica fra 20-30 anni, quando le pochissime donne nate negli ultimi anni saranno in età fertile...
il discorso economico va inquadrato come aspettative non come attuale, allora c'era povertà ma davanti una nazione da ricostruire completamente e che poteva solo crescere, oggi è il contrario una nazione benestante con una buona qualità di vita che sta perdendo pezzi, logico quindi che chi ha il lavoro rendendosi conto che è probabilmente instabile difficilmente mette un fattore economico peggiorativo in ballo, preferisce restare così in attesa di tempi migliori.