roverone
ilREèNUDO
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e' l'acuto egoismo che appare marcato
come in qualsiasi altra attività individuale
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e' l'acuto egoismo che appare marcato
e i mediatori pure
come in qualsiasi altra attività individuale
.........le persone più squallide, tossiche e insicure che ho conosciuto in vita mia sono state proprio i trader, a cui guardo ancora come a tristi, patetiche figure.........
e gli avvocati e i giornalisti e i medici e gli ingegneri e i chimici
che limitatezza giudicare le persone per categorie
e gli avvocati e i giornalisti e i medici e gli ingegneri e i chimici
che limitatezza giudicare le persone per categorie
nelle attivitita' non esiste il sapientone !
guai!
ho visto aziende craccare dove il sapere non e' stato diffuso
cioè un'azienda quando affina una produzione o giunge a una novità, va dalla concorrenza a regalargliela ?
beh però alla fine con il Trading..che mazza si produce? il 12,5 allo Stato?
io farei il 20
tanto non paghi niente :d
non si puo' paragonare un'azienda ad un trader
roba da far impallidire Fedro! (quello della volpe e l'uva)
di quanto sei sotto?
sento spesso parlare di razionalità dei mercati, di gestione del rischio, di strategie. parole roboanti, che incutono un certo rispetto. la sensazione che il trading sia operazione dotata di costanti affidabili.
una sala da trading te la immagini asettica e ben sterilizzata, operatori in giacca e cravatta a gestire flussi di dati freddamente interpretabili. invece l'immagine di scimmie ubriache sedute alla consolle è forse quella che meglio si avvicina alla realtà.
il trading è come scommettere su una partita incrociando una mole di dati che, alla fine, non significano nulla. la sola cosa che conta è la partita, il nudo e crudo svolgersi dei fatti. e, anche in questo caso, la variabile aleatoria se ne sta lì a fissarti come un koala, imbalsamata nella sua totale indifferenza.
il solo vantaggio del trading è il controllo del rischio, che tende però a produrre letture confuse dell'evento. l'oscillazione del book, infatti, è talmente contradditoria da risultare spesso illeggibile. talora appare chiara, ma la volta successiva la chiarezza se ne va. subentra a questo punto l'atteggiamento compulsivo, che tende alla lettura immediata del segnale.
lettura fatalmente errata [sbilanciata statisticamente verso l'errore], dominata com'è da frame interpretativi troppo brevi per sostenere letture probanti.
a questo proposito, la cosa che più mi sorprendeva nella sala da trading era la presenza del sesso [come icona e come ossessiva proiezione della libido]. ho capito abbastanza presto che il sesso era una metafora potente, nel senso che l'atteggiamento compulsivo tendeva ad associarsi a quello masturbatorio, esattamente come nell'onanismo la ricerca del piacere passa per la via della ripetizione. il problema era il piacere, a cui il trading spesso si negava. subentravano allora sostegni artificiali, che tendevano ad offrire al trader maggiori poteri di controllo. ecco perchè parlavo di ubriachezza.
naturalmente, l'illusione durava pochissimo, dal momento che la realtà della perdita [e il senso di colpa che ne derivava] prendeva presto il sopravvento.
le persone più squallide, tossiche e insicure che ho conosciuto in vita mia sono state proprio i trader, a cui guardo ancora come a tristi, patetiche figure che hanno attraversato il mio orizzonte. me la rido davvero quando sento quei discorsi, che il trading è felicità e controllo del rischio e sentimento di onnipotenza.
può esserlo talora, indubbiamente, come una buona scommessa andata in porto per fortunate, meravigliose coincidenze. pensare che questo piacere possa rinnovarsi ad ogni istante, sa di compulsione, di desiderio infantile francamente represso [o mai represso]. nessuna persona matura farà mai trading con l'idea di farsene un mestiere.
ci vuole ben altro, credetemi, per abbagliare la disillusa vita dei mortali.
Con tutto il rispetto, ma a far impallidire sono risposte così e la puntuale insinuazione che quasi "per principio", dietro ogni osservazione critica, ci sia l'invidia.
D'accordo che la favola di Fedro è universale, ma altrettanto universale e millenaria è la "critica": e non credo che nella storia del mondo ognuna dei miliardi di critiche che sono state mosse a qualcuno da qualche altro (in tutti i campi) siano state motivate da invidia e, oltretutto, fossero infondate: per piacere....
sei tu che l'hai fatto
hai scritto : "ho visto aziende craccare dove il sapere non e' stato diffuso"
io ti ho solo fatto notare che il sapere viene diffuso all'interno dell'azienda - che a questo punto corrisponde a un individuo trader - e che nessuno si sogna di correre a erudire la concorrenza