Dici che chiedere se poteva andare comporta una diffida ?
In effetti in un regime sovietico potrebbe essere ...
Vorrei pubblicare un estratto della auto biografia sottolineando il passaggio che rende ai miei occhi il signor Santori degno di stima : quello in cui a 14 anni decide di far di testa sua e sceglie che scuola fare
Un altro Churchill italiano dopo il signor Conte
Chi è Mattia Santori, portavoce nazionale delle sardine?
Per mesi lo hanno insultato, deriso, odiato, amato. Alcuni gli hanno augurato la morte, altri lo hanno snobbato, altri lo hanno minacciato, altri ancora, invece, sono scesi con lui in Piazza per inseguire un grande sogno.
Nato il 10 Luglio 1987, a Bologna, ha da sempre vissuto nel quartiere Saragozza, a due passi dallo Stadio. A 14 anni decide di "fare di testa sua" e, contro i consigli delle insegnanti che lo volevano al liceo scientifico, sceglie l’istituto alberghiero di Castel San Pietro. Passati cinque anni si rende conto che manca la passione per la cucina, ma, nel frattempo, si è accesa quella per lo studio. Prima una Laurea triennale in Scienze Politiche, poi una magistrale in “Economia e Diritto” conclusa ottenendo il massimo dei voti e con una tesi sulla Tav. Ed ora un lavoro da ricercatore energetico che si aggiunge alle sue due vere passioni, i bambini e lo sport.
Spento il computer, infatti, si infila una tuta e vola in palestra per dedicarsi al gioco, valorizzandolo come strumento educativo: insegnante di atletica, frisbee, basket. Il rapporto speciale che lo lega ai bambini ha radici lontane, nasce dai tempi della parrocchia che è stata la sua seconda casa fino alla partenza per l'Erasmus.
Una vita vagabonda la sua, caratterizzata non solo da lunghi viaggi in bici con gli amici (in cui conosce Andrea e Roberto), ma anche da vere e proprie “emigrazioni” in altri paesi. Sette mesi in Francia per studio, altrettanti in Grecia per amore, poi Venezuela, Colombia e Ecuador. Luoghi e mondi che lo forgiano alla diversità e che lasciano segni: il welfare francese, la solidarietà greca negli anni della crisi, il lato oscuro del regime venezuelano di Chávez. Tornato nella sua Bologna, continua a viaggiare, questa volta con la mente. Perché, in fondo, Mattia Santori è questo. Un sognatore, un vulcano di idee ed emozioni, di visioni, di prospettive. Una persona estremamente sensibile e coriacea al tempo stesso, che empatizza le sofferenze altrui ma che si batte fino allo stremo per una giusta causa. Un trascinatore che ama coinvolgere ed essere coinvolto, un eterno ragazzo che crede di poter cambiare il mondo partendo da un cambiamento interiore.
Da mesi vive il peso di una responsabilità enorme. Tante persone credono in lui e nelle Sardine. Tante persone si aspettano tanto da lui e la sensazione di non fare mai abbastanza lo divora.
Mattia si è messo in gioco, ci ha messo la faccia e la reputazione. Sa che il prezzo dei suoi errori è nettamente più alto del dovuto ma ci spiega che “il diritto all'errore del principiante è la chiave per lo svecchiamento della società”. La sua presenza in televisione, il suo tenere testa a vecchi lupi della politica sono stati d'esempio per tantissimi di noi.
Se gli chiedi quanto gli pesi la sua nuova vita ti risponde sorridente che "le sardine sono nate dicendo che il terreno fertile al populismo è la passività delle persone, se ci fossimo nascosti non saremmo stati coerenti". Alla fine è tutto qua: se vuoi che la politica non sia ridotta ad una giungla di volpi, lupi e sciacalli, armati di coraggio, mettici il cuore, lavora per la collettività, rivendicando una visione alta e un senso di appartenenza ad una dimensione sardinica.
Nonostante i suoi occhi stanchi, capisci al volo che Mattia è profondamente innamorato di quello che sono le Sardine e di quello che potrebbero diventare.
Qual è, dunque, il futuro delle Sardine, che cosa ci aspetta?
"Il bello dei pesci è che sono sempre in movimento, possono cambiare habitat ma senza perdere la capacità di leggere le mareggiate. Noi siamo portatori di un sentimento alternativo che non si è affatto esaurito, che crede nella prossimità della politica, ma che può vivere solo se portato avanti da una collettività. Le Sardine sono state un grande esame di coscienza collettivo, ora bisogna metterci la faccia. Noi ce l'abbiamo già messa, vediamo se al prossimo invito qualcuno ci farà compagnia."