x peterpan e pace:
Non sono contrario alle esperienze internazionali,sono il primo ad avere "il piede in due scarpe" tra Austria e Italia (per motivi familiari, non certo per lavoro...), però vi faccio un esempio piuttosto "triste":
Alcuni miei amici laureati in economia anni fa erano partiti entusiasti per Londra, dopo durissime selezioni (test numerico, assesment center, ecc...) erano entrati nelle ambitissime banche d'investimento americane.
Il loro obiettivo primario, almeno per i discorsi che facevano prima di partire, erano i soldi, non certo "le belle esperienze". Ed in effetti le loro retribuzioni da semplici neolaureati a Londra erano analoghe a quelle dei dirigenti in Italia.
Certo però che oltre al doversi trasferire, pagavano un prezzo un po' caro, visto che stavano in ufficio fino alle 2 di notte (dicono mezzanotte se proprio non c'era niente da fare...), in termini di paga oraria alla fine non prendevano poi tantissimo. Uno di loro ha avuto un principio d'infarto a 27 anni...
Poi un bel giorno arrivò la crisi, e questi ragazzi di belle speranze furono silurati...immaginate il primo licenziamento a 26-28 anni, che bella esperienza...
Una volta tornati in Italia, gli tocca cercare
stages
Ora
stranamente nel descrivere la loro esperienza mettono più l'accento proprio sull'idea di stare all'estero, del "conoscere altra gente", "altre culture" ecc...visto che i soldi non sono arrivati per niente.
Un mio amico austriaco che conosco da molti anni, è invece diventato medico anestesista. Pensate che "provinciale"...rimarrà a Vienna per tutta la vita... a 32 anni guadagna sui
200K annui, con prospettive di ulteriori e cospicui aumenti, visto che lavora con medici piuttosto noti in Austria.
Lavora 8 ore al giorno, spesso fa il weekend lungo, e l'anno scorso ha fatto
1 mese di vacanza negli USA, altro che 1-2 settimane.
Si sposerà a breve e lo aspetta una vita decisamente agiata, per se e per la sua famiglia, che non dovrà vivere con le valige pronte in cerca di lavoro, semmai al massimo per fare vacanze.
Adesso ditemi chi - tra gli aspiranti investment bankers (a cui personalmente non dò dei "co.glioni" solo perchè rimangono miei amici) e l'anestesista - si è dimostrato più intelligente.