Mirella Bentivoglio

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Mirella Bentivoglio è stata una figura illuminata ed artista meritevole che dovrebbe meritare considerazione.
Ha avuto un importante apporto culturale nella nascita Poesia Concreta (parola come immagine) e della Poesia Visiva (parola e immagine).
Mi ha molto colpito vedere e leggere della sua collezione personale donata al Mart 300 opere.


"Il mio lavoro è una celebrazione della cultura, in senso antropologico; il tentativo, sempre più desoggettivizzato, di una consacrazione trasgressiva dei segni della comunicazione"

Qualcuno la colleziona o segue?

Ha tenuto circa sessanta mostre personali, prevalentemente in sedi pubbliche, in Italia, Germania, Spagna, Inghilterra, Olanda, Stati Uniti e Brasile.
Ha partecipato a oltre ottocento mostre collettive in Musei, Università, Gallerie, Centri culturali, in Europa, America del Nord e del Sud, Medio ed Estremo Oriente, Australia. Presente alla Biennale di Venezia (1969, 1972, 1978, 1980, 1986, 1995), alla Biennale di San Paolo (1973, 1981, 1994), a Documenta di Kassel (1982), al Centre Pompidou, Parigi (1978, 1981, 1982), alla XI Quadriennale Nazionale di Roma (1986) nella sezione Emergenze Storiche, al Guggenheim Museum di Venezia (1994).
 

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Chissà se la conosco...
:bow::) Ciao!!

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punto ambiguo libro scultura
 

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Musinf, inaugurazione della mostra dedicata alla raccolta Bentivoglio-Miccini
alla Rocca Roveresca

Rocca Roveresca come sede prestigiosa di mostre d’arte contemporanea, secondo la proposta di Mario Giacomelli, che vi aveva allestito una storica mostra sulla pop art. L’invito all’attuale mostra di Poesia Visiva e Librismo, allestita alla Rocca Roveresca è firmato dal sindaco Mangialardi, da PeterAufraiter, dall’assessore alla cultura Simonetta Bucari e dal prof. Bugatti, direttore del Musinf.

“L’evento” scrive l’assessore Bucari ” è dedicato all’Archivio Bentivoglio-Miccini e costituisce l’occasione per valorizzare il nostro patrimonio artistico di settore, conservato al Musinf. Si tratta di una documentazione artistica che non ha pari in Italia se non nella raccolta del Museo di Rovereto. Dunque l’itinerario espositivo proposto offrirà a tutti l’ opportunità di conoscere e confrontarsi con il grande valore poetico ed estetico di una pagina importante e finora poco conosciuta della storia dell’arte contemporanea. E’ con questa convinzione che il sindaco Maurizio Mangialardi ,non appena ha saputo che Chiara Diamantini, coordinatrice dell’Archivio ed il prof. Bugatti, direttore del Musinf avevano completato il loro pluriennale lavoro di catalogazione delle centinaia di opere dell’Archivio Bentivoglio-Miccini, conservata dal Musinf, mi ha chiesto di accompagnarlo ad Urbino per incontrare Peter Aufraiter e chiedere la calendarizzazione della mostra alla Rocca Roveresca. Richiesta “continua l’assessore Bucari ” che è stata accolta da Aufraiter, trattandosi, come ha sottolinato, di un evento espositivo che documenta, attraverso le opere di grandi artisti, il rapporto tra l’immagine e la parola, tra segno e codice, tra discipline e linguaggi. Basterà citare i nomi di Elisabetta Gut, Fernando Aguiar, Irma Blank, Jean-François Bory, Anna Boschi, Sara Campesan, Ugo Carrega, Magdalo Mussio, Luciano Caruso, Gianni Broi, Antonio Bueno, Giuseppe Chiari, Cesi Amoretti, Lamberto Pignotti, Fernando Andolcetti, Carla Bertola, Tomaso Binga, Julien Blaine, Vincezo Accame, Gisella Meo, Adriano Spatola, Chima Sunada, Shohachiro Takahashi, Guido Tatafiore, Franco Vaccari, Jiří Valoch, Nanni Varale, Franco,Verdi, Emilio Villa, Pat Grimshaw, Maria Lai, Sveva Lanza, Ketty La Rocca”.

Nella storia della nostra cultura, forse per comodità interpretativa, immagine e parola sono divenute complementari, ma, a volte anche contrapposte. Il prof Stefano Schiavoni, che, come direttore della Biblioteca di arti visive del Musinf, ha lavorato fianco a fianco con Chiara Diamantini e Alfonso Napolitano per la preparazione di una prima redazione del catalogo generale dell’Archivio Bentivoglio-Miccini ha scritto di “aver avuto la fortuna di condividere negli anni i momenti fondanti delle varie ed importanti raccolte di opere e materiali documentativi del nostro Museo d’Arte Moderna.


Aggiungendo poi che la disponibilità e la generosità di artisti e ricercatori, aggiunte all’infaticabile lavoro del direttore del Musinf, il prof. Carlo Emanuele Bugatti, hanno permesso a Senigallia di acquisire un importante patrimonio, utile a far comprendere e a comunicare l’evoluzione del linguaggio nelle opere degli artisti del ‘900″. L’originale nome del nostro Museo “dell’Informazione” non consente dubbi interpretativi. La mission del Musinf era e resta quella di studiare e documentare laboratorialmente il rapporto tra l’immagine e la parola. Vorrei aggiungere che il progetto museale del Musinf è stato sviluppato con grande successo su buone prassi sinergiche negli oltre trenta anni di attività di studio, ricerca, raccolta.

L’archivio della Poesia Visiva e Librismo nasce grazie alla diretta collaborazione di Eugenio Miccini e Mirella Bentivoglio, ma, soprattutto, si realizza grazie all’essenziale lavoro di Chiara Diamantini, importante artista senigalliese, che per la sua attività di notevole spessore ha avuto ampio riconoscimento internazionale. Oggi L’archivio Bentivoglio-Miccini raccoglie un vastissimo patrimonio di opere e di edizioni, che sono tramite essenziale per ricostruire la storia, il lavoro e le numerose esperienze innovative di una fondamentale stagione artistica. Nel settore la nostra Città ha potuto ospitare iniziative di grande qualità, promuovendo anche l’edizione di video d’artista come: “I colori della musica”, prodotto negli spazi del Palazzetto Baviera da Eugenio Miccini e presentato durante la mostra United For Peace alla Galleria Diocesana di Senigallia nell’estate del 1989.

Di seguito è memorabile la realizzazione della mostra “Volùmina” alla Rocca Roveresca nel 1990, storico appuntamento sulla ricerca del libro-oggetto d’artista al femminile, curata da Mirella Bentivoglio nell’ambito di Quando la Stato à donna”.

Negli anni successivi, ci sono state tante le iniziative organizzate e ben documentate dall’Archivio. reso ora maggiormente fruibile, attraverso la redazione del catalogo generale. per la cui cura redazione dobbiamo ringraziare Chiara Diamantini- Per la realizzazione grafica del catalogo/inventario il merito va ad Alfonso Napolitano. Il fondamentale lavoro complessivo di coordinamrnto del direttore prof. Bugatti, ha condotto ad una catalogazione tanto dettagliata e completa da rappresentare un indispensabile strumento di consultazione e studio. Nel rigoroso allestimento della mostra alla Rocca Roveresca Chiara Diamantini è stata affiancata da Roberta Gamba.
 
Poesia visiva battuta a macchina...
:):p Ciao!! a entrambi.

Ps, la macchina è un opera della Bentivoglio. ;)

Mirella Bentivoglio
credevo ad un abbaglio
e invece ci sei tu
Ci sei tu in riva al mare
solo tu amore amore
e mi corri incontro
ti scusi del ritardo
ma non importa piu'
Mirella ha ritrovato il sole
non ha piu' freddo al cuore
perche' tu sei con me...

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vernissage: mirella bentivoglio. creazione e fine
 Eventi a Milano
„al 28 marzo al 5 maggio
Vernissage: giovedì 28 marzo ore 18

Galleria Conceptual presenta una mostra dedicata alla grande artista Mirella Bentivoglio, esponente della poesia visiva e protagonista delle ricerche verbo-visuali.
La pratica artistica di Mirella Bentivoglio si fonda sull’analisi del rapporto tra parola e immagine e sulle possibili variazioni di significato del linguaggio, spaziando dalla fotografia alla poesia visiva e concreta, dalla comunicazione visuale alla poesia-oggetto.

Mirella Bentivoglio inizia la carriera nel giornalismo dimostrando presto uno spiccato talento per la scrittura e la comunicazione. In breve tempo sente la necessità di superare il limiti del linguaggio per esplorarne gli aspetti visuali. Uno sposalizio tra parola e immagine, come spiegherà lei stessa, riguardo al suo interesse precoce per l’universo pitto-verbale: «..probabilmente un’emersione dall’inconscio: l’archetipo linguistico è pittografico».


L’artista produce i primi testi-immagine negli anni ’60, dedicandosi sia come artista che critica alla Poesia Visiva, ovvero la libera associazione di parola e immagine, e alla Poesia Concreta, che valorizza gli aspetti visuali della scrittura, organizzando diverse mostre collettive, fino a sconfinare nell’analisi del simbolo prelinguistico e nella poesia-oggetto, che interviene linguisticamente su oggetti e ambienti. Una ricerca fondata sul gioco di parole, sullo spostamento e straniamento di senso tramite la scomposizione e la frammentazione delle parti del discorso, che attinge alle ricerche del futurismo e del Bauhaus. A partire dagli anni ’80 realizza invece opere tridimensionali, sculture e installazioni, alternando la parola come immagine all’analisi del simbolo.

La mostra raccoglie un corpus di 15 opere degli anni ’70 e ’80, abbracciando due decenni fondamentali della sua carriera. Il focus è sulla produzione scultorea: in mostra diversi lavori in pietra, legno, marmo e travertino, tra cui Variazioni sulla E, Mutilazione per accentuazione, le note lapidi, Creazione e fine, Il seme del tempo, alcuni caratterizzati dai ricorrenti simboli del libro e dell’uovo, centrali nella poetica dell’artista. Saranno esposte anche litografie e pezzi unici incentrati su giochi di parole e sull’uso delle lettere come immagine, arricchiti da progetti e documentazioni fotografiche dei suoi lavori.

«Uso la parola come immagine. E mai più di una parola per volta. Ma oggi uso quasi esclusivamente la pietra. Sono considerata, erroneamente, uno scultore, sia pure atipico; in realtà il mio lavoro si svolge, oggi come ieri, in un ambito totalmente "poetico": tra linguaggio e immagine, tra linguaggio e materia, tra linguaggio e oggetto, tra linguaggio e ambiente. Ho dilatato l'uso della parola all'uso del simbolo: scelgo simboli universali, prelinguistici; matrici dei significanti, o, meglio ancora, matrici dei significati plurimi, dei significati aperti. [..] Utilizzo la forma dell'uovo come mio segno costante, emblema della vita, simbolo cosmico della perpetuità e dell'origine».
 Mirella Bentivoglio“
 

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Alcune immagini dalla succitata esibizione!
 

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Andrea De Pasquale, direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma, invita alla presentazione dei nuovi spazi espositivi dedicati a Mirella Bentivoglio e Beppe Salvia e alla raccolta di ritratti di poeti di Loretta Surico.

Il museo letterario Spazi900 della Biblioteca nazionale centrale di Roma, ideato e progettato dal direttore Andrea De Pasquale e curato da Eleonora Cardinale, si amplia grazie a recenti acquisizioni. A conclusione del museo, dopo la seconda Galleria degli scrittori, nuovi spazi vengono dedicati a esperienze significative del contemporaneo che si muovono l’una verso la sperimentazione, l’altra verso la tradizione ‘apparente’, combinando inediti giochi di parole. Da una parte l’esperienza della poesia concreta e visiva attraverso l’opera di Mirella Bentivoglio, dall’altra gli anni Ottanta in versi attraverso l’opera di Beppe Salvia.

Grazie alla recente donazione da parte delle figlie Marina, Leonetta e Ilaria è stato possibile realizzare uno spazio dedicato all’artista con sue opere e libri-oggetto: Mirella Bentivoglio: giochi di parole-immagini. Il fondo di Mirella Bentivoglio è costituito da carte autografe, un ricco epistolario, opere, libri e riviste, che ne testimoniano la lunga attività nell’ambito della poesia concreta e visiva e i rapporti con il mondo culturale del tempo.

La sfera del poetico incontra quella del visuale: la parola si stacca dalla frase, diviene immagine, si isolano sillabe e lettere e si ricombinano in accostamenti mentali inediti e slittamenti di senso. Dall’esordio poetico del 1943 con la raccolta di versi Giardino, Bentivoglio approda negli anni Sessanta alla scoperta dei valori visivi del segno linguistico, lavora sul linguaggio-immagine elaborando strutture simboliche di origine alfabetica, fino a giungere a una «libertà totale di mosse». Ne Il cuore della consumatrice ubbidiente gioca con le due “C” della Coca Cola, disposte specularmente a formare un cuore, scompone la parola e isola ‘oca’. L’uovo, il seme, il libro, l’albero sono destinati negli anni a divenire i suoi oggetti simbolici. La forma uovo può evocare il potere creativo dell’inconscio in Uovo e portauovo, genesi e cultura, o con ironia la condizione umana nella società dei consumi ne Il consumatore consumato uomo à la coque. La forma uovo viene assunta anche come seme – la vita che rinasce –, come ne La scrittura di Mirella Bentivoglio, uno dei suoi libri-oggetto, che dalla pietra arriveranno alla terra con il Libro Campo.

Davanti allo spazio Bentivoglio, una sezione del museo è ora dedicata a Beppe Salvia: giochi di parole antiche in lingua nuova. La Biblioteca infatti ha acquisito dal fratello Rocco le carte di Beppe Salvia relative alle sue poesie e ai suoi racconti e i suoi disegni. Al vivace clima di rinnovamento della poesia a Roma negli anni Ottanta contribuisce in diverso modo una nuova generazione di poeti e artisti al loro esordio, tra questi Beppe Salvia. Poeta di cose, di luoghi, di gesti: «Noi proviamo in questa notte a scrivere della vita e della morte». Di fronte a una nuova visione del reale, Salvia crea immagini di estrema chiarezza espressiva e al tempo stesso recupera le forme della tradizione con precise scelte lessicali e metriche, tra parole desuete e ritmo cantabile. Partecipe delle due riviste romane «Braci» e «Prato pagano», allestisce il suo primo volume di poesie, Estate di Elisa Sansovino, che uscirà postumo nel 1985 nei «Quaderni di Prato pagano», del quale è esposto il dattiloscritto con correzioni autografe, insieme a suoi disegni e testi autografi.

Di Salvia è esposto anche un ritratto realizzato da Loretta Surico. In linea con l’attenzione rivolta alla poesia contemporanea, la Biblioteca ha acquisito per donazione i ritratti e le litografie che l’artista ha dedicato ai poeti contemporanei realizzati per la rassegna “Psicoanalisi asciutta – a tavola con il poeta” del 1981, ai quali se ne aggiungono altri nella ristampa dal titolo “la Congiura dei Poeti” del 2005 ed altri di anni precedenti e successivi al 1980. A partire dalla Sala dedicata a Pier Paolo Pasolini, i ritratti di Loretta Surico accompagnano il percorso museale lungo tutta la seconda Galleria degli scrittori.
 

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Mirella Bentivoglio Lapide a Hravat (1995-’98)

3 settembre -13 ottobre 2019

Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale

Via Francesco Crispi, 24 Roma

Orari: martedi-domenica 10/18.30

Lapide a Hravat gioca sull’ambiguità di significato e lo slittamento di senso: allude all’etimologia della parola croata hravat, che significa “strozzare”, e all’uso che i soldati croati facevano di un fazzoletto portato al collo come strumento di morte. La cravatta rimanda inoltre in modo sinistro al linguaggio mafioso e gergale, in cui “mettere la cravatta” e “fare la cravatta” si riferiscono alla pratica dell’usura. Parallelamente, però, la cravatta è anche simbolo di rispettabilità ed eleganza nell’abbigliamento contemporaneo dell’uomo occidentale.

Particolarmente accattivante risulta la scelta dei materiali: Bentivoglio ha selezionato marmi di diversa trama e colore, provenienti dall’Europa e da altri continenti, ora lisci ora grumosi, ora omogenei ora striati. Il sapiente utilizzo delle pietre naturali e del plexiglas, unito all’ingegnosa rifrazione dei significati, rende Lapide a Hravat un dispositivo semantico complesso, una sofisticata metafora dove morte e sopraffazione si combinano in modo suggestivo e straniante con il ruolo vitale e costruttivo della cultura.
 

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Oltre la parola, Mirella Bentivoglio dalla Collezione Garrera - Repubblica.it
Oltre la parola, Mirella Bentivoglio dalla Collezione Garrera

Dal 7 al 31 ottobre 2019 presso il MLAC, Piazzale Aldo Moro 5, a Roma, lìesposizione curata da Ada De Pirro e Angelandreina Rorro: prima mostra monografica nella città dove l'artista ha vissuto gran parte della sua vita
A distanza di poco più di due anni dalla scomparsa, il Museo Laboratorio della Sapienza dedica a Mirella Bentivoglio la prima mostra monografica nella città dove ha vissuto gran parte della sua vita. Saranno esposte circa 50 opere, tutte provenienti dalle collezioni di Gianni e Giuseppe Garrera tra le quali alcune inedite. La scelta operata vuole essere un contributo alla conoscenza di questa grande figura di intellettuale e artista anche attraverso esempi di gestazione di sue opere con l’esposizione di materiali minuti che testimoniano il percorso creativo di alcuni importanti lavori. Attraverso il confronto di opere realizzate con diverse tecniche sarà inoltre possibile verificare la qualità costante e la coerenza della sua attività artistica.

L’esposizione si concentra sull’attività verbovisiva dell’artista, trascurando volutamente l’attività teorica, che rimane comunque un imprescindibile riferimento per chi si avvicini allo studio delle varie declinazioni sperimentali della visual poetry e dell’arte al femminile.
Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1920-Roma 2017) ha iniziato molto giovane a comporre poesie per poi avvicinarsi con naturalezza alle ricerche sperimentali di quelle neoavanguardie degli anni sessanta e settanta che erano nutrite dall’interesse per la linguistica e l’universo della
comunicazione - soprattutto la Poesia Concreta e la Poesia Visiva -, ma rimanendo sempre libera da vincoli troppo circoscritti aiutata dalla sua formazione culturale aperta alla conoscenza di più lingue e ambiti disciplinari.

La sua attività artistica si concentra quindi sul recupero del valore iconico della parola e su ogni possibile variazione del linguaggio, sulle combinazioni e gli straniamenti di senso ottenibili attraverso frammentazioni e spostamenti con risultati di sottile e a volte dolorosa ironia.
L’artista gioca tutto sull’ambiguità semantica ma carica sempre il nonsenso di qualche concetto simbolico, che in maniera quasi didascalica ci mette in guardia circa le insidie del linguaggio.

Andare Oltre la parola vuol dire andare oltre la nostra assuefazione al significato corrente degli elementi linguistici: rompere il giocattolo per vederne il meccanismo interno aiuta a prendere coscienza della precarietà delle nostre certezze.L’esposizione, in occasione della quale sarà pubblicato un quaderno di mostra, sarà aperta dal 7 al 31 ottobre 2019, dal lunedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00
 

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più che un forum una prova allo specchio.
Me ne ha parlato un gallerista alla fiera di Bergamo...
 
più che un forum una prova allo specchio.
Me ne ha parlato un gallerista alla fiera di Bergamo...

Ciao mmt,
tanti 3D partono così poi si vedrà :-)

C'era un altro post sulla Bentivoglio che aveva iniziato l'utente Carpaccio, avevo chiesto di unificarli ma nulla...

Mirella Bentivoglio

Dell'artista si parla anche nei 3D di poesia visiva e donne e arte.

In questi giorni il forum langue un pochino, anche colpa mia che ho sonnecchiato un po'.... ora mi rilancio!

Saluti

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Mirella Bentivoglio parte dal significante subconscio, ne effettua la scissione in sub e conscio, lasciando che il primo richiami tutte le nozioni mentre la visualizzazione renderà credibile e dilettosa l'arguzia.

Anche un letterato potrebbe valersi dello stesso gioco verbale ma quello della Bentivoglio si appoggia su un'analogia visiva.

$oul 1970.

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Nel proporre la parola Soul, in luogo della S usa $.
È un tipico motto di spirito, come è stato studiato da Freud: una nozione alta (anima) entra in cortocircuito con una bassa (i soldi).

Sfruttando una vicinanza nei rispettivi significanti, nei corpi che li ospitano, ma si tratta solo di una vicinanza visiva, cui non si potrebbe giungere con i mezzi specifici della letteratura che sono quelli della performance orale.
Renato Barilli.

Freud. 1973.

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