quando vi svegliate domani mattina avete cosa leggere
questo ragazzo se fa la raccolta dei suoi post nei ultimi 2 anni potrebbe scrivere un enciclopedia
condivido sula fiducia e leggo domani .
...sempre by
Paolo Merli
Stop Loss
Il due di coppe del trading quando a briscola comanda bastoni.
Non c'è libro di trading che abbia letto che non tratti fra i suoi argomenti lo Stop Loss e non c'è libro di trading che abbia letto che non riservi a questo argomento lo spazio più piccolo rispetto a tutti gli altri.
Il record credo che tocchi a Williams e Ross con una paginetta o poco più.
Da diverso tempo ho in mente di scrivere qualcosa sullo Stop Loss e tentando di farlo ho capito perché questo argomento è così poco trattato e approfondito: è davvero difficile!
Lo Stop Loss è un argomento trasversale con implicazioni di varia natura e non solo tecnica.
Inoltre sullo Stop Loss le opinioni si dividono, si creano veri e propri fronti che si contrappongono ideologicamente: quelli dello stop stretto, quelli dello stop largo, quelli del "No Stop" e quelli dello stop hedgiato, ed ognuno può spesso dimostrare di avere ragione, basta attendere abbastanza tempo affinché il prezzo torni da dove era venuto, oppure che la situazione presa ad esempio risulti quella favorevole.
Pochi accettano il fatto che non esiste lo Stop Loss migliore se non in relazione non solo agli aspetti tecnici operativi, ma anche, come vedremo, a quelli emotivi del trader.
Così finisce che nella testa del povero trader le idee si confondono perché tutti a volte hanno ragione, ma lui sul mercato vive sia le fasi in cui ha ragione una fazione, sia quelle in cui ha ragione l'altra e di solito lo rileva (chi ha ragione) solo a posteriori.
Senza la pretesa di scrivere un trattato, provo ad addentrarmi nell'argomento.
Gli Stop Loss classici, quelli che ritroviamo in ogni libro di trading, sono fondamentalmente sei:
1 - Stop Loss in percentuale;
2 - Stop Loss ad importo fisso;
3 - Stop Loss grafico;
4 - Stop Loss di volatilità;
5 - Stop Loss di tempo;
6 - Stop Loss su pattern.
Lo Stop Loss in percentuale prevede la chiusura dell'operazione quando la perdita accumulata arriva alla percentuale stabilita come perdita massima sul proprio capitale di trading. Fa spesso parte di un più ampio piano di Money Management, di solito il Fixed Fractional, e non tiene conto delle condizioni di mercato, una volta aperta la posizione la si lascia aperta fino al raggiungimento del target oppure all'attivazione dello Stop Loss.
Lo Stop Loss ad importo fisso scatta quando la perdita raggiunge l'importo massimo che il trader ha deciso di perdere in ogni operazione. Spesso l'importo fisso anziché essere denominato in euro, dollari, sterline ecc... è determinato in ticks o pips, specialmente da chi fa scalping. Non è detto che l'importo fisso non debba avere una relazione con l'entità del capitale di trading, cosi come nel caso precedente (Stop Loss in percentuale), ma in questo caso, ovvero messo in relazione con l'entità del capitale, è più adatto in caso di bassa capitalizzazione o di operatività sui Futures, dove il frazionamento della posizione è vincolato dall'importo fisso dei contratti. Molto usato anche nel trading automatico.
Lo Stop Loss grafico viene posizionato di solito sotto un supporto o sopra una resistenza, siano esse fisse o mobili, all'estremità di un movimento impulsivo, oppure di un livello che invalida uno specifico pattern. Questo metodo per stabilire la posizione dello Stop Loss si porta dietro la conseguenza che l'entità monetaria dello stop può essere determinata a priori ma può non avere relazione con la capitalizzazione, fatto ovviabile adeguando la dimensione della posizione e, quindi, poco adatta ai Futures in caso di limitata capitalizzazione. Molto adatto invece a trader ben capitalizzati che in questo modo possono lasciare al trade uno spazio di movimento ampio senza che l'eventuale movimento avverso inattivi l'operazione quando e se questa è ancora graficamente e/o tecnicamente sostenibile.
Lo Stop Loss di volatilità è uno stop piuttosto intelligente nelle sue premesse e molto adatto per trade dai target ambiziosi. Si calcola la volatilità del prezzo misurandola con strumenti tipo l'ATR, si lascia al prezzo lo spazio di muoversi entro un valore di solito compreso tra 1,5 e 2 volte il valore della volatilità e si chiude in stop solo se viene violato questo valore. Altri strumenti per applicare uno Stop Loss di volatilità sono il Supertrend, che spesso viene utilizzato anche da chi inizialmente aveva optato per un diverso Stop Loss per lasciare spazio e seguire una posizione che ha già accumulato un buon guadagno, diventando in questo modo uno Stop Profit. Qualcuno usa anche il Parabolic SAR, ma questo è più che altro un vero e proprio strumento di trading Stop and Reverse. Anche lo Stop Loss di volatilità è molto utilizzato nel trading automatico.
Lo Stop Loss di tempo non è un vero Stop Loss, nel senso che non può essere impiegato da solo. Lo Stop Loss di tempo prevede l'uscita dal trade in corso senza stabilirne un livello di prezzo o di perdita massima, quando dopo un certo arco temporale, di solito misurato in numero di barre o candele del time frame operativo di riferimento, il trade non comincia a muoversi nella direzione auspicata. Dicevamo che questo tipo di stop non può essere impiegato da solo per questa ragione: supponiamo di decidere che il nostro stop a tempo debba scattare dopo il completamento della quinta barra a 5 minuti successivamente al nostro ingresso, se il prezzo entra in congestione va tutto bene (insomma...) e lo stop scattando ci fa uscire dopo la formazione della quinta barra. Ma nel caso il prezzo non entri in congestione e inizi a muoverci contro, se accelera in cinque barre da 5 minuti può fare parecchia strada, quindi uno Stop Loss percentuale, monetario oppure grafico è comunque auspicabile se non necessario. Pertanto potremmo definire lo Stop Loss a tempo uno stop ausiliare a tutti gli altri.
Lo Stop Loss a pattern è uno stop molto particolare, l'uscita dal trade avviene contestualmente alla conferma della formazione sul grafico di un pattern che dia un segnale valido per l'apertura di una posizione in direzione avversa a quella che noi abbiamo in quel momento sul mercato. Anche questo andrebbe considerato uno stop ausiliario ad uno dei precedenti, in quanto non sappiamo dove potrebbe formarsi questo pattern e, quindi, non siamo in grado di conoscere la perdita massima a cui andremmo incontro. Di fatto andrebbe utilizzato solo quando il pattern si forma prima che scatti uno degli altri Stop Loss che precauzionalmente avremo deciso di adottare.
Ognuno di questi Stop Loss, esclusi ovviamente quello a tempo e quello a pattern, che però abbiamo definito Stop Loss ausiliari, può essere inserito in macchina oppure essere uno stop mentale, ovvero che per essere attivato necessita di una azione del trader quando la condizione di attivazione si verifica. Inutile dire che metterlo in macchina è meglio, ovvero è meglio se abbiamo deciso che quello è il livello a cui vogliamo inderogabilmente attenerci. Quindi se abbiamo deciso che su quel livello cascasse il mondo chiudiamo l'operazione ma non mettiamo lo stop in macchina beh... facciamoci venire qualche dubbio sulla nostra incrollabile determinazione e disciplina.
Se invece lo Stop Loss lo vogliamo determinare discrezionalmente in funzione delle condizioni di mercato che variano, in questo caso faremo bene ad essere molto saldi sul nostro ponte di comando perche, come vedremo, le tipologie di Stop Loss non sono esaurite e potremmo facilmente decidere in corsa di passare ad uno degli Stop Loss Estemporanei che andremo ad elencare.
Questo è tutto quello che possiamo sperare di trovare nei testi di trading riguardo allo Stop Loss, in sostanza rappresentano le Colonne D'Ercole della materia.
Forse è anche corretto così, in fondo quali altri modi conosciamo per determinare il livello di uno Stop Loss?
Come abbiamo accennato esistono altri Stop Loss che non vengono determinati a priori ma altrettanto sono modalità attraverso cui il trader decide di chiudere una posizione, volontariamente? Involontriamente? Indotti? Cosapevolmente o inconsapevolmente?
Ho definito questa categoria di Stop Loss "Stop Loss Estemporanei"
Procediamo con la nostra disamina e vediamoli.
7 - Stop Loss ad *******m;
Questo tipo di stop l'ho studiato a fondo è può essere annoverato anche lui tra gli Stop Loss ausiliari in quanto può essere utilizzato sia singolarmente che unitamente a qualsiasi altro stop. Di fatto è uno stop di tipo mentale che viene attivato a seguito della formazione di una candela avversa, indipendentemente dal fatto che si sia o no stabilito prima un livello di stop con uno degli altri metodi. Ad *******m perché non è assolutamente codificabile, misurabile e contestualizzabile. Di norma nemmeno il trader che ne fa uso sa spiegarne la tecnica in modo comprensibile. Il più della volte alla domanda: "In base a quale criterio hai applicato questo stop?", la risposta è: "Credevo che...", oppure "Sembrava che..." (potete sostituire ai puntini una frase qualsiasi a piacere).
8 - Stop Loss di capienza:
Questo tipo di stop si attiva quando la capienza del proprio conto di trading si esaurisce. Solitamente viene utilizzato da traders scarsamente capitalizzati a cui non è ancora entrato bene in testa il metodo di calcolo di uno dei metodi di stop alternativi precedenti. Ma non è detto che non venga adottato anche da traders maggiormente capitalizzati, in questo caso alcuni traders hanno coniato per questo tipo di stop un grazioso vezzeggiativo: "Stop Loss tombale", in quanto rappresenta la pietra tombale sulle aspirazioni e le illusioni del trader. A onor del vero a questo tipo di stop non viene reputato il giusto apprezzamento, lo Stop Loss di capienza ha il non disprezzabile pregio di segnalare al trader che in lui o nel suo metodo di trading qualcosa non funziona molto bene e quindi è un buon metodo di valutazione dei propri progressi in questo campo. L'unico aspetto che potrebbe essere migliorato è che, come avviene con le medie mobili, il segnale arriva in ritardo e questo ritardo a volte è fatale. Inutile dire che questo tipo di stop funziona molto bene con tecniche che fanno uso della tecnica della martingala.
9 - Stop Loss diamagnetico;
Lo Stop Loss diamagnetico, il diamagnetismo è la proprietà di alcuni materiali di respingersi se sottoposti ad un campo magnetico, è uno stop che si sposta continuamente all'avvicinarsi del campo magnetico del prezzo. Il trader che utilizza lo stop diamagnetico è solito usare anche take profit magnetici, ovvero invece di aspettare che il prezzo colpisca il suo take profit, percepisce la forza di attrazione, appunto magnetica, del prezzo e gli va incontro con il take profit. Come chi ha studiato la materia sa bene, la forza magnetica è notevolmente maggiore della forza diamagnetica, con le ovvie conseguenze. L'aspetto curioso e interessante dello stop diamagnetico e che questo tipo di stop non scatta mai, cioè il suo uso ha il solo scopo di far dire al trader: "Io lo stop l'ho messo" all'apertura dell'operazione, dopodiché se l'operazione va in profitto lui avvicinerà il suo take profit al prezzo a causa della sua magneticità e tutti saranno felici e contenti. Se invece il prezzo gli muove contro, il nostro fortunato trader che utilizza lo Stop Loss diamagnetico potrà sempre contare sullo Stop Loss di capienza di cui al precedente punto 8, oppure sullo Stop Loss della sofferenza e del dolore di cui al successivo punto 10.
10 - Stop Loss della sofferenza e del dolore;
Anche lo stop della sofferenza e del dolore può essere usato sia singolarmente o come stop ausiliare in particolare agli stop di capienza e diamagnetici. Il metodo prevede di mantenere la posizione senza stop, come nel caso dello stop di capienza, oppure spostandolo continuamente come nel caso dello stop diamagnetico e chiudere l'operazione quando il livello della sofferenza raggiunge una intensità di dolore per cui la situazione diventa psichicamente insostenibile. Quello che mi piace molto di questo tipo di stop è la sua totale flessibilità ed adattabilità ad ogni tipologia di metodo e di trader, infatti a qualsiasi livello di intensità si ponga l'individuale soglia del dolore, oppure il livello del precedente stop disatteso, lo Stop Loss della sofferenza e del dolore non delude mai: quando arriva quel livello puntualmente si attiva, ne un istante prima, ne un istante dopo. Un must! L'unica delusione si può manifestare quando scatta per primo lo stop di capienza ma, nell'eventualità, il trader esperto sa che avere due conti presso lo stesso broker consente giroconti in real time e questa eventualità, cioè che l'attivarsi dello stop di capienza pregiudichi la funzionalità dello stop della sofferenza e del dolore, può sempre essere scongiurata. In ogni caso le maggiori soddisfazioni si ottengono quando si dispone di un'elevata soglia del dolore, perché in questo modo si possono soddisfare anche le esigenze di chi predilige stop larghi. Anche questo è uno stop che si adatta perfettamente all'uso di tecniche che fanno uso della martingala.
11 - Stop Loss della bandiera;
Lo Stop Loss della bandiera è un stop che per essere capito necessità di qualche rudimento di psicologia. Il nome deriva dal mondo calcistico dove per gol della bandiera si intende quel gol che una squadra che sta perdendo 7 a 0 cerca di fare per poter dire a se stessi: "Vabbè, è andata male ma almeno uno glielo abbiamo rifilato". Si tratta della soddisfazione del fallito e nel trading come nel calcio non serve praticamente ad una cippa se non a lenire in minima parte un dolore troppo grande e a poter creare un ponte di speranza verso il futuro. In sostanza senza nemmeno quel gol della bandiera il risultato decreterebbe il totale e inappellabile fallimento (come se il gol della bandiera cambiasse qualcosa...) e questa è sempre una verità dura da accettare. Ma veniamo alla tecnica vera è propria, dunque lo stop della bandiera di solito è meglio utilizzarlo per le grosse perdite e consiste nel non chiudere una operazione in forte perdita finché non avviene un piccolo rimbalzo che ci consente di chiudere ma non proprio sul minimo e sul livello di massima perdita. Non ha nessuna importanza se questo comporta una perdita maggiore, finanche doppia, il punto qui non è l'entità della perdita, ormai conclamata, ma il salvataggio in extremis di una minima parte del capitale psicologico residuo ancora eventualmente rimasto al trader, e dal non farlo considerare se stesso un fesso dalle proporzioni galattiche. Lo scopo in sostanza è quello di non chiudere sul minimo, questo è l'imperativo, che la chiusura avvenga con una perdita enorme, oppure mostruosa, il trader non deve chiudere sul minimo. La posta in gioco, l'ultimo barlume di capitale psicologico, è troppo alta. Se non si guarda troppo al valore nominale della perdita, come una squadra di calcio nel tentativo di fare il gol della bandiera si sbilancia in avanti e, di solito, gli avversari in contropiede gli rifilano altre quattro pizze, il trader allo stesso modo se vuole ottenere l'apprezzabile risultato di non chiudere sul minimo deve lasciare scendere il prezzo senza intervenire fino a quando il rimbalzino non si verifica. Il rischio implicito nella tecnica, e che nel calcio non c'è perché dopo 90 minuti si va tutti a casa, è che il trader scambi il rimbalzino per una inversione e invece di approfittarne per chiudere la posizione inizi a sperare in un vero e proprio recupero, attivandosi anche in una serie di suppliche alla Martire della Purezza, tale Santa Maria Goretti, perdendo in questo modo l'occasione tanto attesa e mettendosi alla ricerca di un nuovo rimbalzino, di solito parecchio più sotto.
12 - Stop Loss di correlazione;
Questo tipologia di stop è una new entry, la tecnica è molto semplice e, questa volta, non si tratta di uno stop ausiliare, può essere usato da solo, salvo che intervenga prima il solito stop di capienza. Bisogna prestare molta attenzione ai vari passaggi, questo non è uno stop per neofiti. Dunque dicevamo la tecnica è la seguente: lo scenario di riferimento prevede che il trader trada lo strumento A), lo strumento A) è correlato positivamente allo strumento B), lo strumento A) gli muove contro, mentre lo strumento B) si trova in una congestione oppure muove con scarsa volatilità in direzione contraria allo strumento A) ed in linea con la posizione che sullo strumento A) si trova ad avere il trader. Dunque, in questo caso lo Stop Loss di correlazione scatta e fa chiudere l'operazione solo se e quando lo strumento B) si allinea con il suo movimento a quello dello strumento A) che si è già mosso in direzione contraria alla posizione assunta dal trader. Fino a quando lo strumento B) non raggiunge l'abituale livello di correlazione con lo strumento A), il trader deve attendersi che sia lo strumento A) a recuperare lo spread tra i due strumenti muovendosi a suo favore. Se lo strumento B) si muove verso A) che continua a muovere contro la posizione del trader, lo stesso è legittimato a tenere la posizione aperta fino alla chiusura dello spread. La logica di questo stop è che presto o tardi l'abituale livello di spread deve essere recuperato ed essendo lo strumento A) sceso più dello strumento B), bisogna attendere che questa differenza venga recuperata. In qualche misura questo tipo di stop riunisce le caratteristiche anche dello stop diamagnetico e dello stop della bandiera, sempre che non intervenga prima lo stop della sofferenza e del dolore o quello della capienza.
Bene, ce ne sarebbe ancora qualcun'altro ma non ho ancora avuto modo di studiarli e verificarne la possibilità di classificazione.
Avrete notato che non ho inserito lo Stop Loss hedgiato, non l'ho inserito perché non è uno Stop Loss in quanto non chiude la posizione, a mio parere attiene più al Trade Management che alla categoria degli Stop Loss.
Per la stessa ragione non ho inserito la tecnica invero molto usata di aumentere considerevolmente una posizione in sofferenza al primo ritracciamento a favore per ridurre il loss, a volte anche strappando un piccolo guadagno.
Considerazioni.
Come abbiamo visto ci sono almeno 12 modi diversi per chiudere una posizione in sofferenza, alcuni possono essere determinati prima o dopo l'apertura di una posizione e sono volontari, altri subentrano successivamente all'entrata in sofferenza della posizione e sono indotti.
Indotti da cosa? Indotti dalla pressione emotiva che una perdita ci procura e dalla irrefrenabile necessità del trader di contenere, evitare o porre fine alla sofferenza che una perdita procura.
In ogni caso, neppure con gli Stop Loss in percentuale o ad importo fisso, si fa mai riferimento alla dimensione dello Stop Loss. O meglio, si sancisce il principio di doverla definire, ma non ci si esprime sul fatto che questa dimensione debba essere ampia oppure contenuta. Si accenna sempre al solito 2% di perdita massima sul capitale per ogni operazione che, per me, sinceramente non significa proprio niente. Oppure si parla della necessità che uno stop tenga conto della volatilità presente in quel momento sul mercato, ma c'è chi lavora all'interno dell'ampiezza di quella volatilità. Poi c'è l'ampiezza del target che può giustificare o meno l'ampiezza dello Stop Loss, oppure pattern come i False Breakout dove la violazione di uno stop per quanto stretto possa essere, in genere è sufficiente a sancire il fallimento del trade. Insomma ci sono millemila differenti situazioni sul mercato, ognuna con le proprie specifiche caratteristiche e ognuna che necessiterebbe di uno specifico Stop Loss.
Questo è un problema principalmente del trader discrezionale, i trader che operano con sistemi automatici debbono necessariamente trovare il miglior compromesso e poi attenersi sistematicamente a questo. Ma il trader discrezionale ha molte difficoltà sia a definire che ad attenersi ad uno specifico sistema di Stop Loss. Difficoltà che deriva dal verificare tutte le volte che la soluzione adottata non si è rilevata la migliore. E non solo per una questione prettamente economica.
A volte uno stop largo preclude la possibilità di prendere in tempo una posizione contraria che poi si rivelerà profittevole, in questo caso uno stop stretto sarebbe andato meglio.
Altre volte invece uno stop stretto ti fa uscire dal mercato troppo presto precludendoti di partecipare al successivo recupero delle quotazioni ed al raggiungimento del target originariamente identificato.
E quindi cosa dobbiamo fare, a quale stop attenerci, utilizzarlo ampio o stretto?
Domande difficili a cui rispondere.
Un trader che opera discrezionalmente, bravo, capace e con una enorme esperienza, può avere l'elasticità mentale e la ferma determinazione per applicare ogni volta lo stop che meglio si addice al contesto che riscontra sul mercato. Sarebbe la soluzione migliore, ma credo si tratti di una capacità su cui pochi possono fare affidamento.
E tutti gli altri?
Tutti gli altri dovrebbero, secondo me, adottare il 13° metodo di Stop Loss.
13 - Stop Loss di opportunità.
Questo tipo di stop si basa su considerazioni di opportunità più che di massima convenienza, e di preservare il capitale emotivo oltre che monetario.
A monte di questo tecnica di stop prevalgono inoltre considerazioni di tipo logico più che tecnico. Potrebbe sembrare che ci sia una contraddizione ma, come spero di dimostrare, non ne troveremo.
Ogni metodo di Stop Loss è conseguente a logiche che si rifanno al conseguimento di due obiettivi principali:
1) limitare la perdita economica;
2) dare al trade tutte le possibilità di raggiungere il target.
Ognuno di questi due metodi sacrifica un aspetto a favore dell'altro. Nel caso si tenti di salvaguardare il capitale da una perdita eccessiva, potremmo restringere lo spettro di oscillazione dei prezzi e sabotare un trade potenzialmente profittevole, nel caso invece volessimo lasciare la trade tutto lo spazio che riteniamo sia necessario, in caso di fallimento potremmo perdere un importo maggiore di quello che dovremmo perdere in base alle regole di Money Management che ci siamo dati.
Naturalmente esiste sempre la possibilità di lasciare ampio spazio al trade e di rientrare nell'ambito della massima perdita ammessa dal nostro Money Management riducendo l'ampiezza della posizione, cosa facilmente ottenibile con azioni o CFD, più difficilmente se operiamo su Futures e non siamo ben capitalizzati.
In ogni caso queste sono le due logiche che sottendono a praticamente tutti i metodi di Stop Loss tradizionali.
Ma ci sono altre esigenze o prerogative che vorremmo salvaguardare attraverso l'uso dello Stop Loss?
A mio parere si:
A) - contenere il rischio;
B) - riservarsi ogni possibilità operativa;
C) - mantenere basso il livello di stress;
D) - mantenere la massima lucidità ed obiettività operativa;
E) - evitare la chiusura in negativo di una giornata operativa (operatività intraday);
F) - massimizzare i profitti;
G) - rientrare nella stessa direzione ad un livello migliore;
H) - facilitare il recupero della perdita.
Non so se anche voi siete d'accordo con me che questi sono aspetti degni di considerazione e bisognosi di essere preservati e tutelati al pari degli altri due sopra citati e che ricordo essere:
1) limitare la perdita economica;
2) dare al trade tutte le possibilità di raggiungere il target.
In ogni caso lo strumento per raggiungere questi obiettivi è sempre lo stesso, lo Stop Loss e ormai l'avrete capito: lo Stop Loss Stretto!
Stretto si, ma stretto quanto basta secondo i casi.
Come dite: quant'è quanto basta?
Beh, qui si entra a Fantasilandia, nel senso che l'unico limite ai casi che potremmo analizzare è dato proprio dalla fantasia.
Posso fare qualche esempio, tipo mettere al Breakout di un Trading Range lo stop alla base della candela di breakout e non in mezzo al Trading Range, quando non addirittura al lato opposta della figura come viene spesso suggerito nei testi di Analisi Tecnica. Ma ripeto, esempi ce ne sono a milioni, ognuno potrà trovarne quanti ne vuole, a me interessa di più il principio che sta alla base di questa scelta, molto più degli esempi che, comunque, si possono sempre fare.
Quindi, posto che uno stop contenuto aiuta a preservare i punti da A) ad H) sopra elencati, vediamo perché e a quale logica fanno riferimento.
Faccio solo una premessa: i punti sopra esposti possono portare anche a conclusioni diverse, finanche opposte alle mie che, lo dico per chi non mi conosce, opero solo intraday sui Futures, e che le prerogative che intendo tutelare sono quelle importanti per me e che mi aiutano ad operare meglio. Ognuno avrà esigenze diverse dalle mie e potrà adottare a riguardo modalità operative differenti dalle mie. Quello che a mio avviso è importante è non seguire tout court certe "verità" quando queste non producono i risultati attesi. Bisogna trovare un modo per rendere efficienti gli strumenti e le tecniche di trading, e lo Stop Loss è uno di questi, nell'interazione che noi abbiamo con questi strumenti e tecniche, ciascuno di noi secondo la propria sensibilità, la propria capacità, gli stimoli a cui reagisce meglio e quelli a cui è insensibile.
Nel mio caso gli elementi che rendono conveniente l'uso di uno Stop Loss quanto più possibile contenuto sono tutte derivanti dalla mia modalità operativa.
Intanto opero intraday su uno strumento, il Future del FTSE MIB, il cui range giornaliero medio, ultimamente anche piuttosto ridotto, consente operazioni che vanno da pochi punti a 100/150, a volte ma raramente 200 punti, ma la media dei punti per singolo trade è molto inferiore. Questo significa anche che durante una giornata operativa la frequenza dei segnali è piuttosto alta. Si va dalla ventina di segnali per operazioni di scalping a due/quattro per operazioni di più ampio respiro.
Il tutto secondo il mio metro di valutazione di una operazione di scalping o di lungo respiro.
Questo mi porta a fare alcune considerazioni:
Per quale ragione mantengo in essere una operazione in perdita quando chiudendola potrò a breve sfruttare un nuovo segnale operativo?
E poi perché vincolarmi a guadagnare solo in caso il prezzo si muova nella mia direzione quando mettendomi flat posso sfruttare opportunità in entrambe le direzioni?
E' evidente che queste considerazioni valgono non solo perché opero intraday, ma anche a seguito del metodo di trading utilizzato.
Un'altro aspetto è che ho messo a punto un piano di trading che prevede un obiettivo giornaliero per nulla elevato, questo implica che una perdita della stessa entità, quindi poco elevata, comporta lo "spreco" di una giornata operativa: dovrà impiegare la giornata di domani per riportarmi al livello in cui mi trovavo ieri sera. Due giorni persi.
Il più delle volte se la posizione va in perdita è possibile rilevare un segnale operativo che avrebbe attivato un trigger per una posizione di segno opposto, ma io sono in posizione e quindi non l'ho sfruttato.
Va da se che non possiamo inseguire il prezzo nei suoi movimenti di breve, saremmo sempre in ritardo e questo sarebbe causa di piccole ma frequenti perdite, quindi la soluzione che consente l'uso di Stop Loss contenuti è anche quella di discriminare molto le operazioni.
Se l'operazione è ben selezionata, se non va come deve andare la si può chiudere prima di una posizione aperta in condizioni non proprio chiare e definite.
Un'altro aspetto mi induce all'uso di stop molto stretti, quanto meno stretti nel limite in cui questi non diventano un ping pong dentro e fuori dal mercato è il confronto tra il costo delle commissioni per uscire e rientrare in un trade rispetto a quello che costerebbe accollarsi uno stop più largo, spesso non ce n'è la convenienza economica.
Ribadisco che non intendo giocare a ping pong con il mercato, non intendo svenarmi in commissioni e non voglio rischiare di abortire trade profittevoli, faccio solo un mero calcolo di opportunità facendo scelte tra le diverse opzioni.
Meglio accollarmi nuovamente il costo delle commissioni oppure rischiare un loss ampio?
Meglio perdere una parte di un potenziale maggiore guadagno oppure correre il rischio di una perdita maggiore?
Meglio mantenere in essere la posizione ed attendere un movimento favorevole solo per tornare in pari oppure prendermi la mia piccola perdita e con un movimento della stessa ampiezza oltre che recuperare la perdita acquisire anche un piccolo guadagno?
Meglio rischiare la chiusura in perdita della giornata e spendere quella di domani per riportarmi al livello pre perdita, oppure perdere meno e domani coprire e guadagnare anche?
Si tratta solo di opportunità, da coi il nome dello Stop Loss di opportunità, Stop Loss appunto che non si basa, o non si basa solo, su livelli tecnici e valori economici, ma include anche aspetti specifici della persona del trader, della sua visione, della sua logica, delle sue esigenze.
In questo modo si opera meno e si opera meglio.
Che vantaggio trarreste da una operatività in cui riuscite a ridurre lo stress in modo sostanziale?
Ogni volta che mi infilo in una perdita consistente il più delle volte comprometto l'operatività dell'intera giornata, se non anche quella della giornata successiva e le mie migliori operazioni nascono dall'essere stato flat in attesa di un segnale valido, pronto a stopparlo se non va dove deve andare.
Si perdono alcune occasioni profittevoli? Ci potete scommettere!
Ma per questa ragione questo è possibile solo all'interno di una piano di trading che lo consenta, che realizzi i suoi obiettivi attraverso la metodicità e la costanza e non attraverso i "colpi" memorabili.
In passato ho operato in modo molto differente, non chiudevo una operazione in perdita nemmeno con una pistola puntata alla tempia, lasciavo andare il trade in sofferenza pronto ad incrementare la posizione al primo ritracciamento. Ricordo che in un lungo periodo di Trading Range a media volatilità ho fatto una fortuna, il prezzo tornava sempre da dove era partito. Mi ero sin anche abituato, non avevo più l'emotività a mille, aspettavo e incrementavo, fino a quando il mercato non mi ha tolto questa abitudine: si è ripreso tutto con gli interessi.
Ma non è questa la ragione per cui oggi opero in modo diverso, fatico ad operare così, non è frutto della mia indole: tutt'altro.
Mi impongo di operare in questo modo, per la ragioni sopra descritte, ragioni di opportunità e di convenienza.
Conclusioni.
Pensate al trading, pensate a cosa, a come e perché:
Pensate a come interagite con il mercato e se le tecniche che utilizzate siano quelle giuste, giuste per voi.
Sia le tecniche per aprire che quelle per chiudere una posizione.
Pensate se nel fare quello che fate, nel modo in cui lo fate siete efficienti e, ancora di più, state bene nel farlo.
Se qualcosa non va leggete ed istruitevi certamente, ma riflettete, riflettete a lungo sul trading e su di voi: dovete trovare il modo di stare bene quando fate trading, cercare la soluzione migliore sulla carta non vi sarà di nessuna utilità se non riuscirete ad adattarvi a queste soluzioni.
Molte regole del trading sono veri e propri dogmi, mettetele tranquillamente in discussione e vedete l'effetto che fa, se migliora o peggiora la vostra operatività e la vostra profittabilità.
Cosa vi importa di un sistema che vi faceva fare un euro in più o prendere uno stop in meno se quel sistema non riuscite a farlo vostro?
Lo so, l'avete letta almeno una decina di volte, ma questa c'ho:
"Gli investitori, per avere successo, debbono imparare a pensare autonomamente e questo perché si tratta di individui con obiettivi e criteri di valutazione dei rischi e dei rendimenti diversi gli uni dagli altri.
Gli investitori debbono approntare un programma di investimento che non solo risulti profittevole, ma che riescano anche a mettere in pratica: nessun sistema, per quanto redditizio, produrrà mai risultati se non è applicato.
L'idea che solamente un approccio personalizzato abbia una reale possibilità di successo è quanto più possibile vicina ad essere una verità universale circa gli investimenti."
John Bollinger