MM-LEVA-PSICOLOGIA-STOP del forex

ce l'hai con me perche' ti ho bannato l'123:(:(

:D:D;);)OK!

tranquillo, non sono permaloso, accetto critiche costruttive! OK!

comunque l'123 è ancora in gioco :rolleyes: ...... anche se cercando di stare con il main trend non li trado quasi mai, era solo per dire che il sell non lo farei se non alla rottura del punto 2 (che era il problema minore :D)
 
Molte delle massime sul trading riportate in questo thread sono delle assolute ovvietà, il resto servono ai day-traders per avere l'illusione che in fondo esiste una strada per essere diversi da quei poveri sfigati in abiti logori nelle sale scommesse.
 
quando vi svegliate domani mattina avete cosa leggere :D:p
questo ragazzo se fa la raccolta dei suoi post nei ultimi 2 anni potrebbe scrivere un enciclopedia
condivido sula fiducia e leggo domani .

...sempre by Paolo Merli


Stop Loss
Il due di coppe del trading quando a briscola comanda bastoni.
Non c'è libro di trading che abbia letto che non tratti fra i suoi argomenti lo Stop Loss e non c'è libro di trading che abbia letto che non riservi a questo argomento lo spazio più piccolo rispetto a tutti gli altri.
Il record credo che tocchi a Williams e Ross con una paginetta o poco più.
Da diverso tempo ho in mente di scrivere qualcosa sullo Stop Loss e tentando di farlo ho capito perché questo argomento è così poco trattato e approfondito: è davvero difficile!
Lo Stop Loss è un argomento trasversale con implicazioni di varia natura e non solo tecnica.
Inoltre sullo Stop Loss le opinioni si dividono, si creano veri e propri fronti che si contrappongono ideologicamente: quelli dello stop stretto, quelli dello stop largo, quelli del "No Stop" e quelli dello stop hedgiato, ed ognuno può spesso dimostrare di avere ragione, basta attendere abbastanza tempo affinché il prezzo torni da dove era venuto, oppure che la situazione presa ad esempio risulti quella favorevole.
Pochi accettano il fatto che non esiste lo Stop Loss migliore se non in relazione non solo agli aspetti tecnici operativi, ma anche, come vedremo, a quelli emotivi del trader.
Così finisce che nella testa del povero trader le idee si confondono perché tutti a volte hanno ragione, ma lui sul mercato vive sia le fasi in cui ha ragione una fazione, sia quelle in cui ha ragione l'altra e di solito lo rileva (chi ha ragione) solo a posteriori.
Senza la pretesa di scrivere un trattato, provo ad addentrarmi nell'argomento.
Gli Stop Loss classici, quelli che ritroviamo in ogni libro di trading, sono fondamentalmente sei:
1 - Stop Loss in percentuale;
2 - Stop Loss ad importo fisso;
3 - Stop Loss grafico;
4 - Stop Loss di volatilità;
5 - Stop Loss di tempo;
6 - Stop Loss su pattern.
Lo Stop Loss in percentuale prevede la chiusura dell'operazione quando la perdita accumulata arriva alla percentuale stabilita come perdita massima sul proprio capitale di trading. Fa spesso parte di un più ampio piano di Money Management, di solito il Fixed Fractional, e non tiene conto delle condizioni di mercato, una volta aperta la posizione la si lascia aperta fino al raggiungimento del target oppure all'attivazione dello Stop Loss.
Lo Stop Loss ad importo fisso scatta quando la perdita raggiunge l'importo massimo che il trader ha deciso di perdere in ogni operazione. Spesso l'importo fisso anziché essere denominato in euro, dollari, sterline ecc... è determinato in ticks o pips, specialmente da chi fa scalping. Non è detto che l'importo fisso non debba avere una relazione con l'entità del capitale di trading, cosi come nel caso precedente (Stop Loss in percentuale), ma in questo caso, ovvero messo in relazione con l'entità del capitale, è più adatto in caso di bassa capitalizzazione o di operatività sui Futures, dove il frazionamento della posizione è vincolato dall'importo fisso dei contratti. Molto usato anche nel trading automatico.
Lo Stop Loss grafico viene posizionato di solito sotto un supporto o sopra una resistenza, siano esse fisse o mobili, all'estremità di un movimento impulsivo, oppure di un livello che invalida uno specifico pattern. Questo metodo per stabilire la posizione dello Stop Loss si porta dietro la conseguenza che l'entità monetaria dello stop può essere determinata a priori ma può non avere relazione con la capitalizzazione, fatto ovviabile adeguando la dimensione della posizione e, quindi, poco adatta ai Futures in caso di limitata capitalizzazione. Molto adatto invece a trader ben capitalizzati che in questo modo possono lasciare al trade uno spazio di movimento ampio senza che l'eventuale movimento avverso inattivi l'operazione quando e se questa è ancora graficamente e/o tecnicamente sostenibile.
Lo Stop Loss di volatilità è uno stop piuttosto intelligente nelle sue premesse e molto adatto per trade dai target ambiziosi. Si calcola la volatilità del prezzo misurandola con strumenti tipo l'ATR, si lascia al prezzo lo spazio di muoversi entro un valore di solito compreso tra 1,5 e 2 volte il valore della volatilità e si chiude in stop solo se viene violato questo valore. Altri strumenti per applicare uno Stop Loss di volatilità sono il Supertrend, che spesso viene utilizzato anche da chi inizialmente aveva optato per un diverso Stop Loss per lasciare spazio e seguire una posizione che ha già accumulato un buon guadagno, diventando in questo modo uno Stop Profit. Qualcuno usa anche il Parabolic SAR, ma questo è più che altro un vero e proprio strumento di trading Stop and Reverse. Anche lo Stop Loss di volatilità è molto utilizzato nel trading automatico.
Lo Stop Loss di tempo non è un vero Stop Loss, nel senso che non può essere impiegato da solo. Lo Stop Loss di tempo prevede l'uscita dal trade in corso senza stabilirne un livello di prezzo o di perdita massima, quando dopo un certo arco temporale, di solito misurato in numero di barre o candele del time frame operativo di riferimento, il trade non comincia a muoversi nella direzione auspicata. Dicevamo che questo tipo di stop non può essere impiegato da solo per questa ragione: supponiamo di decidere che il nostro stop a tempo debba scattare dopo il completamento della quinta barra a 5 minuti successivamente al nostro ingresso, se il prezzo entra in congestione va tutto bene (insomma...) e lo stop scattando ci fa uscire dopo la formazione della quinta barra. Ma nel caso il prezzo non entri in congestione e inizi a muoverci contro, se accelera in cinque barre da 5 minuti può fare parecchia strada, quindi uno Stop Loss percentuale, monetario oppure grafico è comunque auspicabile se non necessario. Pertanto potremmo definire lo Stop Loss a tempo uno stop ausiliare a tutti gli altri.
Lo Stop Loss a pattern è uno stop molto particolare, l'uscita dal trade avviene contestualmente alla conferma della formazione sul grafico di un pattern che dia un segnale valido per l'apertura di una posizione in direzione avversa a quella che noi abbiamo in quel momento sul mercato. Anche questo andrebbe considerato uno stop ausiliario ad uno dei precedenti, in quanto non sappiamo dove potrebbe formarsi questo pattern e, quindi, non siamo in grado di conoscere la perdita massima a cui andremmo incontro. Di fatto andrebbe utilizzato solo quando il pattern si forma prima che scatti uno degli altri Stop Loss che precauzionalmente avremo deciso di adottare.
Ognuno di questi Stop Loss, esclusi ovviamente quello a tempo e quello a pattern, che però abbiamo definito Stop Loss ausiliari, può essere inserito in macchina oppure essere uno stop mentale, ovvero che per essere attivato necessita di una azione del trader quando la condizione di attivazione si verifica. Inutile dire che metterlo in macchina è meglio, ovvero è meglio se abbiamo deciso che quello è il livello a cui vogliamo inderogabilmente attenerci. Quindi se abbiamo deciso che su quel livello cascasse il mondo chiudiamo l'operazione ma non mettiamo lo stop in macchina beh... facciamoci venire qualche dubbio sulla nostra incrollabile determinazione e disciplina.
Se invece lo Stop Loss lo vogliamo determinare discrezionalmente in funzione delle condizioni di mercato che variano, in questo caso faremo bene ad essere molto saldi sul nostro ponte di comando perche, come vedremo, le tipologie di Stop Loss non sono esaurite e potremmo facilmente decidere in corsa di passare ad uno degli Stop Loss Estemporanei che andremo ad elencare.
Questo è tutto quello che possiamo sperare di trovare nei testi di trading riguardo allo Stop Loss, in sostanza rappresentano le Colonne D'Ercole della materia.
Forse è anche corretto così, in fondo quali altri modi conosciamo per determinare il livello di uno Stop Loss?
Come abbiamo accennato esistono altri Stop Loss che non vengono determinati a priori ma altrettanto sono modalità attraverso cui il trader decide di chiudere una posizione, volontariamente? Involontriamente? Indotti? Cosapevolmente o inconsapevolmente?
Ho definito questa categoria di Stop Loss "Stop Loss Estemporanei"
Procediamo con la nostra disamina e vediamoli.
7 - Stop Loss ad *******m;
Questo tipo di stop l'ho studiato a fondo è può essere annoverato anche lui tra gli Stop Loss ausiliari in quanto può essere utilizzato sia singolarmente che unitamente a qualsiasi altro stop. Di fatto è uno stop di tipo mentale che viene attivato a seguito della formazione di una candela avversa, indipendentemente dal fatto che si sia o no stabilito prima un livello di stop con uno degli altri metodi. Ad *******m perché non è assolutamente codificabile, misurabile e contestualizzabile. Di norma nemmeno il trader che ne fa uso sa spiegarne la tecnica in modo comprensibile. Il più della volte alla domanda: "In base a quale criterio hai applicato questo stop?", la risposta è: "Credevo che...", oppure "Sembrava che..." (potete sostituire ai puntini una frase qualsiasi a piacere).
8 - Stop Loss di capienza:
Questo tipo di stop si attiva quando la capienza del proprio conto di trading si esaurisce. Solitamente viene utilizzato da traders scarsamente capitalizzati a cui non è ancora entrato bene in testa il metodo di calcolo di uno dei metodi di stop alternativi precedenti. Ma non è detto che non venga adottato anche da traders maggiormente capitalizzati, in questo caso alcuni traders hanno coniato per questo tipo di stop un grazioso vezzeggiativo: "Stop Loss tombale", in quanto rappresenta la pietra tombale sulle aspirazioni e le illusioni del trader. A onor del vero a questo tipo di stop non viene reputato il giusto apprezzamento, lo Stop Loss di capienza ha il non disprezzabile pregio di segnalare al trader che in lui o nel suo metodo di trading qualcosa non funziona molto bene e quindi è un buon metodo di valutazione dei propri progressi in questo campo. L'unico aspetto che potrebbe essere migliorato è che, come avviene con le medie mobili, il segnale arriva in ritardo e questo ritardo a volte è fatale. Inutile dire che questo tipo di stop funziona molto bene con tecniche che fanno uso della tecnica della martingala.
9 - Stop Loss diamagnetico;
Lo Stop Loss diamagnetico, il diamagnetismo è la proprietà di alcuni materiali di respingersi se sottoposti ad un campo magnetico, è uno stop che si sposta continuamente all'avvicinarsi del campo magnetico del prezzo. Il trader che utilizza lo stop diamagnetico è solito usare anche take profit magnetici, ovvero invece di aspettare che il prezzo colpisca il suo take profit, percepisce la forza di attrazione, appunto magnetica, del prezzo e gli va incontro con il take profit. Come chi ha studiato la materia sa bene, la forza magnetica è notevolmente maggiore della forza diamagnetica, con le ovvie conseguenze. L'aspetto curioso e interessante dello stop diamagnetico e che questo tipo di stop non scatta mai, cioè il suo uso ha il solo scopo di far dire al trader: "Io lo stop l'ho messo" all'apertura dell'operazione, dopodiché se l'operazione va in profitto lui avvicinerà il suo take profit al prezzo a causa della sua magneticità e tutti saranno felici e contenti. Se invece il prezzo gli muove contro, il nostro fortunato trader che utilizza lo Stop Loss diamagnetico potrà sempre contare sullo Stop Loss di capienza di cui al precedente punto 8, oppure sullo Stop Loss della sofferenza e del dolore di cui al successivo punto 10.
10 - Stop Loss della sofferenza e del dolore;
Anche lo stop della sofferenza e del dolore può essere usato sia singolarmente o come stop ausiliare in particolare agli stop di capienza e diamagnetici. Il metodo prevede di mantenere la posizione senza stop, come nel caso dello stop di capienza, oppure spostandolo continuamente come nel caso dello stop diamagnetico e chiudere l'operazione quando il livello della sofferenza raggiunge una intensità di dolore per cui la situazione diventa psichicamente insostenibile. Quello che mi piace molto di questo tipo di stop è la sua totale flessibilità ed adattabilità ad ogni tipologia di metodo e di trader, infatti a qualsiasi livello di intensità si ponga l'individuale soglia del dolore, oppure il livello del precedente stop disatteso, lo Stop Loss della sofferenza e del dolore non delude mai: quando arriva quel livello puntualmente si attiva, ne un istante prima, ne un istante dopo. Un must! L'unica delusione si può manifestare quando scatta per primo lo stop di capienza ma, nell'eventualità, il trader esperto sa che avere due conti presso lo stesso broker consente giroconti in real time e questa eventualità, cioè che l'attivarsi dello stop di capienza pregiudichi la funzionalità dello stop della sofferenza e del dolore, può sempre essere scongiurata. In ogni caso le maggiori soddisfazioni si ottengono quando si dispone di un'elevata soglia del dolore, perché in questo modo si possono soddisfare anche le esigenze di chi predilige stop larghi. Anche questo è uno stop che si adatta perfettamente all'uso di tecniche che fanno uso della martingala.
11 - Stop Loss della bandiera;
Lo Stop Loss della bandiera è un stop che per essere capito necessità di qualche rudimento di psicologia. Il nome deriva dal mondo calcistico dove per gol della bandiera si intende quel gol che una squadra che sta perdendo 7 a 0 cerca di fare per poter dire a se stessi: "Vabbè, è andata male ma almeno uno glielo abbiamo rifilato". Si tratta della soddisfazione del fallito e nel trading come nel calcio non serve praticamente ad una cippa se non a lenire in minima parte un dolore troppo grande e a poter creare un ponte di speranza verso il futuro. In sostanza senza nemmeno quel gol della bandiera il risultato decreterebbe il totale e inappellabile fallimento (come se il gol della bandiera cambiasse qualcosa...) e questa è sempre una verità dura da accettare. Ma veniamo alla tecnica vera è propria, dunque lo stop della bandiera di solito è meglio utilizzarlo per le grosse perdite e consiste nel non chiudere una operazione in forte perdita finché non avviene un piccolo rimbalzo che ci consente di chiudere ma non proprio sul minimo e sul livello di massima perdita. Non ha nessuna importanza se questo comporta una perdita maggiore, finanche doppia, il punto qui non è l'entità della perdita, ormai conclamata, ma il salvataggio in extremis di una minima parte del capitale psicologico residuo ancora eventualmente rimasto al trader, e dal non farlo considerare se stesso un fesso dalle proporzioni galattiche. Lo scopo in sostanza è quello di non chiudere sul minimo, questo è l'imperativo, che la chiusura avvenga con una perdita enorme, oppure mostruosa, il trader non deve chiudere sul minimo. La posta in gioco, l'ultimo barlume di capitale psicologico, è troppo alta. Se non si guarda troppo al valore nominale della perdita, come una squadra di calcio nel tentativo di fare il gol della bandiera si sbilancia in avanti e, di solito, gli avversari in contropiede gli rifilano altre quattro pizze, il trader allo stesso modo se vuole ottenere l'apprezzabile risultato di non chiudere sul minimo deve lasciare scendere il prezzo senza intervenire fino a quando il rimbalzino non si verifica. Il rischio implicito nella tecnica, e che nel calcio non c'è perché dopo 90 minuti si va tutti a casa, è che il trader scambi il rimbalzino per una inversione e invece di approfittarne per chiudere la posizione inizi a sperare in un vero e proprio recupero, attivandosi anche in una serie di suppliche alla Martire della Purezza, tale Santa Maria Goretti, perdendo in questo modo l'occasione tanto attesa e mettendosi alla ricerca di un nuovo rimbalzino, di solito parecchio più sotto.
12 - Stop Loss di correlazione;
Questo tipologia di stop è una new entry, la tecnica è molto semplice e, questa volta, non si tratta di uno stop ausiliare, può essere usato da solo, salvo che intervenga prima il solito stop di capienza. Bisogna prestare molta attenzione ai vari passaggi, questo non è uno stop per neofiti. Dunque dicevamo la tecnica è la seguente: lo scenario di riferimento prevede che il trader trada lo strumento A), lo strumento A) è correlato positivamente allo strumento B), lo strumento A) gli muove contro, mentre lo strumento B) si trova in una congestione oppure muove con scarsa volatilità in direzione contraria allo strumento A) ed in linea con la posizione che sullo strumento A) si trova ad avere il trader. Dunque, in questo caso lo Stop Loss di correlazione scatta e fa chiudere l'operazione solo se e quando lo strumento B) si allinea con il suo movimento a quello dello strumento A) che si è già mosso in direzione contraria alla posizione assunta dal trader. Fino a quando lo strumento B) non raggiunge l'abituale livello di correlazione con lo strumento A), il trader deve attendersi che sia lo strumento A) a recuperare lo spread tra i due strumenti muovendosi a suo favore. Se lo strumento B) si muove verso A) che continua a muovere contro la posizione del trader, lo stesso è legittimato a tenere la posizione aperta fino alla chiusura dello spread. La logica di questo stop è che presto o tardi l'abituale livello di spread deve essere recuperato ed essendo lo strumento A) sceso più dello strumento B), bisogna attendere che questa differenza venga recuperata. In qualche misura questo tipo di stop riunisce le caratteristiche anche dello stop diamagnetico e dello stop della bandiera, sempre che non intervenga prima lo stop della sofferenza e del dolore o quello della capienza.
Bene, ce ne sarebbe ancora qualcun'altro ma non ho ancora avuto modo di studiarli e verificarne la possibilità di classificazione.
Avrete notato che non ho inserito lo Stop Loss hedgiato, non l'ho inserito perché non è uno Stop Loss in quanto non chiude la posizione, a mio parere attiene più al Trade Management che alla categoria degli Stop Loss.
Per la stessa ragione non ho inserito la tecnica invero molto usata di aumentere considerevolmente una posizione in sofferenza al primo ritracciamento a favore per ridurre il loss, a volte anche strappando un piccolo guadagno.
Considerazioni.
Come abbiamo visto ci sono almeno 12 modi diversi per chiudere una posizione in sofferenza, alcuni possono essere determinati prima o dopo l'apertura di una posizione e sono volontari, altri subentrano successivamente all'entrata in sofferenza della posizione e sono indotti.
Indotti da cosa? Indotti dalla pressione emotiva che una perdita ci procura e dalla irrefrenabile necessità del trader di contenere, evitare o porre fine alla sofferenza che una perdita procura.
In ogni caso, neppure con gli Stop Loss in percentuale o ad importo fisso, si fa mai riferimento alla dimensione dello Stop Loss. O meglio, si sancisce il principio di doverla definire, ma non ci si esprime sul fatto che questa dimensione debba essere ampia oppure contenuta. Si accenna sempre al solito 2% di perdita massima sul capitale per ogni operazione che, per me, sinceramente non significa proprio niente. Oppure si parla della necessità che uno stop tenga conto della volatilità presente in quel momento sul mercato, ma c'è chi lavora all'interno dell'ampiezza di quella volatilità. Poi c'è l'ampiezza del target che può giustificare o meno l'ampiezza dello Stop Loss, oppure pattern come i False Breakout dove la violazione di uno stop per quanto stretto possa essere, in genere è sufficiente a sancire il fallimento del trade. Insomma ci sono millemila differenti situazioni sul mercato, ognuna con le proprie specifiche caratteristiche e ognuna che necessiterebbe di uno specifico Stop Loss.
Questo è un problema principalmente del trader discrezionale, i trader che operano con sistemi automatici debbono necessariamente trovare il miglior compromesso e poi attenersi sistematicamente a questo. Ma il trader discrezionale ha molte difficoltà sia a definire che ad attenersi ad uno specifico sistema di Stop Loss. Difficoltà che deriva dal verificare tutte le volte che la soluzione adottata non si è rilevata la migliore. E non solo per una questione prettamente economica.
A volte uno stop largo preclude la possibilità di prendere in tempo una posizione contraria che poi si rivelerà profittevole, in questo caso uno stop stretto sarebbe andato meglio.
Altre volte invece uno stop stretto ti fa uscire dal mercato troppo presto precludendoti di partecipare al successivo recupero delle quotazioni ed al raggiungimento del target originariamente identificato.
E quindi cosa dobbiamo fare, a quale stop attenerci, utilizzarlo ampio o stretto?
Domande difficili a cui rispondere.
Un trader che opera discrezionalmente, bravo, capace e con una enorme esperienza, può avere l'elasticità mentale e la ferma determinazione per applicare ogni volta lo stop che meglio si addice al contesto che riscontra sul mercato. Sarebbe la soluzione migliore, ma credo si tratti di una capacità su cui pochi possono fare affidamento.
E tutti gli altri?
Tutti gli altri dovrebbero, secondo me, adottare il 13° metodo di Stop Loss.
13 - Stop Loss di opportunità.
Questo tipo di stop si basa su considerazioni di opportunità più che di massima convenienza, e di preservare il capitale emotivo oltre che monetario.
A monte di questo tecnica di stop prevalgono inoltre considerazioni di tipo logico più che tecnico. Potrebbe sembrare che ci sia una contraddizione ma, come spero di dimostrare, non ne troveremo.
Ogni metodo di Stop Loss è conseguente a logiche che si rifanno al conseguimento di due obiettivi principali:
1) limitare la perdita economica;
2) dare al trade tutte le possibilità di raggiungere il target.
Ognuno di questi due metodi sacrifica un aspetto a favore dell'altro. Nel caso si tenti di salvaguardare il capitale da una perdita eccessiva, potremmo restringere lo spettro di oscillazione dei prezzi e sabotare un trade potenzialmente profittevole, nel caso invece volessimo lasciare la trade tutto lo spazio che riteniamo sia necessario, in caso di fallimento potremmo perdere un importo maggiore di quello che dovremmo perdere in base alle regole di Money Management che ci siamo dati.
Naturalmente esiste sempre la possibilità di lasciare ampio spazio al trade e di rientrare nell'ambito della massima perdita ammessa dal nostro Money Management riducendo l'ampiezza della posizione, cosa facilmente ottenibile con azioni o CFD, più difficilmente se operiamo su Futures e non siamo ben capitalizzati.
In ogni caso queste sono le due logiche che sottendono a praticamente tutti i metodi di Stop Loss tradizionali.
Ma ci sono altre esigenze o prerogative che vorremmo salvaguardare attraverso l'uso dello Stop Loss?
A mio parere si:
A) - contenere il rischio;
B) - riservarsi ogni possibilità operativa;
C) - mantenere basso il livello di stress;
D) - mantenere la massima lucidità ed obiettività operativa;
E) - evitare la chiusura in negativo di una giornata operativa (operatività intraday);
F) - massimizzare i profitti;
G) - rientrare nella stessa direzione ad un livello migliore;
H) - facilitare il recupero della perdita.
Non so se anche voi siete d'accordo con me che questi sono aspetti degni di considerazione e bisognosi di essere preservati e tutelati al pari degli altri due sopra citati e che ricordo essere:
1) limitare la perdita economica;
2) dare al trade tutte le possibilità di raggiungere il target.
In ogni caso lo strumento per raggiungere questi obiettivi è sempre lo stesso, lo Stop Loss e ormai l'avrete capito: lo Stop Loss Stretto!
Stretto si, ma stretto quanto basta secondo i casi.
Come dite: quant'è quanto basta?
Beh, qui si entra a Fantasilandia, nel senso che l'unico limite ai casi che potremmo analizzare è dato proprio dalla fantasia.
Posso fare qualche esempio, tipo mettere al Breakout di un Trading Range lo stop alla base della candela di breakout e non in mezzo al Trading Range, quando non addirittura al lato opposta della figura come viene spesso suggerito nei testi di Analisi Tecnica. Ma ripeto, esempi ce ne sono a milioni, ognuno potrà trovarne quanti ne vuole, a me interessa di più il principio che sta alla base di questa scelta, molto più degli esempi che, comunque, si possono sempre fare.
Quindi, posto che uno stop contenuto aiuta a preservare i punti da A) ad H) sopra elencati, vediamo perché e a quale logica fanno riferimento.
Faccio solo una premessa: i punti sopra esposti possono portare anche a conclusioni diverse, finanche opposte alle mie che, lo dico per chi non mi conosce, opero solo intraday sui Futures, e che le prerogative che intendo tutelare sono quelle importanti per me e che mi aiutano ad operare meglio. Ognuno avrà esigenze diverse dalle mie e potrà adottare a riguardo modalità operative differenti dalle mie. Quello che a mio avviso è importante è non seguire tout court certe "verità" quando queste non producono i risultati attesi. Bisogna trovare un modo per rendere efficienti gli strumenti e le tecniche di trading, e lo Stop Loss è uno di questi, nell'interazione che noi abbiamo con questi strumenti e tecniche, ciascuno di noi secondo la propria sensibilità, la propria capacità, gli stimoli a cui reagisce meglio e quelli a cui è insensibile.
Nel mio caso gli elementi che rendono conveniente l'uso di uno Stop Loss quanto più possibile contenuto sono tutte derivanti dalla mia modalità operativa.
Intanto opero intraday su uno strumento, il Future del FTSE MIB, il cui range giornaliero medio, ultimamente anche piuttosto ridotto, consente operazioni che vanno da pochi punti a 100/150, a volte ma raramente 200 punti, ma la media dei punti per singolo trade è molto inferiore. Questo significa anche che durante una giornata operativa la frequenza dei segnali è piuttosto alta. Si va dalla ventina di segnali per operazioni di scalping a due/quattro per operazioni di più ampio respiro.
Il tutto secondo il mio metro di valutazione di una operazione di scalping o di lungo respiro.
Questo mi porta a fare alcune considerazioni:
Per quale ragione mantengo in essere una operazione in perdita quando chiudendola potrò a breve sfruttare un nuovo segnale operativo?
E poi perché vincolarmi a guadagnare solo in caso il prezzo si muova nella mia direzione quando mettendomi flat posso sfruttare opportunità in entrambe le direzioni?
E' evidente che queste considerazioni valgono non solo perché opero intraday, ma anche a seguito del metodo di trading utilizzato.
Un'altro aspetto è che ho messo a punto un piano di trading che prevede un obiettivo giornaliero per nulla elevato, questo implica che una perdita della stessa entità, quindi poco elevata, comporta lo "spreco" di una giornata operativa: dovrà impiegare la giornata di domani per riportarmi al livello in cui mi trovavo ieri sera. Due giorni persi.
Il più delle volte se la posizione va in perdita è possibile rilevare un segnale operativo che avrebbe attivato un trigger per una posizione di segno opposto, ma io sono in posizione e quindi non l'ho sfruttato.
Va da se che non possiamo inseguire il prezzo nei suoi movimenti di breve, saremmo sempre in ritardo e questo sarebbe causa di piccole ma frequenti perdite, quindi la soluzione che consente l'uso di Stop Loss contenuti è anche quella di discriminare molto le operazioni.
Se l'operazione è ben selezionata, se non va come deve andare la si può chiudere prima di una posizione aperta in condizioni non proprio chiare e definite.
Un'altro aspetto mi induce all'uso di stop molto stretti, quanto meno stretti nel limite in cui questi non diventano un ping pong dentro e fuori dal mercato è il confronto tra il costo delle commissioni per uscire e rientrare in un trade rispetto a quello che costerebbe accollarsi uno stop più largo, spesso non ce n'è la convenienza economica.
Ribadisco che non intendo giocare a ping pong con il mercato, non intendo svenarmi in commissioni e non voglio rischiare di abortire trade profittevoli, faccio solo un mero calcolo di opportunità facendo scelte tra le diverse opzioni.
Meglio accollarmi nuovamente il costo delle commissioni oppure rischiare un loss ampio?
Meglio perdere una parte di un potenziale maggiore guadagno oppure correre il rischio di una perdita maggiore?
Meglio mantenere in essere la posizione ed attendere un movimento favorevole solo per tornare in pari oppure prendermi la mia piccola perdita e con un movimento della stessa ampiezza oltre che recuperare la perdita acquisire anche un piccolo guadagno?
Meglio rischiare la chiusura in perdita della giornata e spendere quella di domani per riportarmi al livello pre perdita, oppure perdere meno e domani coprire e guadagnare anche?
Si tratta solo di opportunità, da coi il nome dello Stop Loss di opportunità, Stop Loss appunto che non si basa, o non si basa solo, su livelli tecnici e valori economici, ma include anche aspetti specifici della persona del trader, della sua visione, della sua logica, delle sue esigenze.
In questo modo si opera meno e si opera meglio.
Che vantaggio trarreste da una operatività in cui riuscite a ridurre lo stress in modo sostanziale?
Ogni volta che mi infilo in una perdita consistente il più delle volte comprometto l'operatività dell'intera giornata, se non anche quella della giornata successiva e le mie migliori operazioni nascono dall'essere stato flat in attesa di un segnale valido, pronto a stopparlo se non va dove deve andare.
Si perdono alcune occasioni profittevoli? Ci potete scommettere!
Ma per questa ragione questo è possibile solo all'interno di una piano di trading che lo consenta, che realizzi i suoi obiettivi attraverso la metodicità e la costanza e non attraverso i "colpi" memorabili.
In passato ho operato in modo molto differente, non chiudevo una operazione in perdita nemmeno con una pistola puntata alla tempia, lasciavo andare il trade in sofferenza pronto ad incrementare la posizione al primo ritracciamento. Ricordo che in un lungo periodo di Trading Range a media volatilità ho fatto una fortuna, il prezzo tornava sempre da dove era partito. Mi ero sin anche abituato, non avevo più l'emotività a mille, aspettavo e incrementavo, fino a quando il mercato non mi ha tolto questa abitudine: si è ripreso tutto con gli interessi.
Ma non è questa la ragione per cui oggi opero in modo diverso, fatico ad operare così, non è frutto della mia indole: tutt'altro.
Mi impongo di operare in questo modo, per la ragioni sopra descritte, ragioni di opportunità e di convenienza.
Conclusioni.
Pensate al trading, pensate a cosa, a come e perché:
Pensate a come interagite con il mercato e se le tecniche che utilizzate siano quelle giuste, giuste per voi.
Sia le tecniche per aprire che quelle per chiudere una posizione.
Pensate se nel fare quello che fate, nel modo in cui lo fate siete efficienti e, ancora di più, state bene nel farlo.
Se qualcosa non va leggete ed istruitevi certamente, ma riflettete, riflettete a lungo sul trading e su di voi: dovete trovare il modo di stare bene quando fate trading, cercare la soluzione migliore sulla carta non vi sarà di nessuna utilità se non riuscirete ad adattarvi a queste soluzioni.
Molte regole del trading sono veri e propri dogmi, mettetele tranquillamente in discussione e vedete l'effetto che fa, se migliora o peggiora la vostra operatività e la vostra profittabilità.
Cosa vi importa di un sistema che vi faceva fare un euro in più o prendere uno stop in meno se quel sistema non riuscite a farlo vostro?
Lo so, l'avete letta almeno una decina di volte, ma questa c'ho:
"Gli investitori, per avere successo, debbono imparare a pensare autonomamente e questo perché si tratta di individui con obiettivi e criteri di valutazione dei rischi e dei rendimenti diversi gli uni dagli altri.
Gli investitori debbono approntare un programma di investimento che non solo risulti profittevole, ma che riescano anche a mettere in pratica: nessun sistema, per quanto redditizio, produrrà mai risultati se non è applicato.
L'idea che solamente un approccio personalizzato abbia una reale possibilità di successo è quanto più possibile vicina ad essere una verità universale circa gli investimenti."
John Bollinger
 
ecco ...qui sta parlando di me ...."stop loss tombale ":eekk::eekk::eekk:.......marmista ....ecco ho risolto ...devo cambiare lavoro :D



dai ,qual'è il vostro ???

questo e il mio :'(

8 - Stop Loss di capienza:
Questo tipo di stop si attiva quando la capienza del proprio conto di trading si esaurisce. Solitamente viene utilizzato da traders scarsamente capitalizzati a cui non è ancora entrato bene in testa il metodo di calcolo di uno dei metodi di stop alternativi precedenti. Ma non è detto che non venga adottato anche da traders maggiormente capitalizzati, in questo caso alcuni traders hanno coniato per questo tipo di stop un grazioso vezzeggiativo: "Stop Loss tombale", in quanto rappresenta la pietra tombale sulle aspirazioni e le illusioni del trader. A onor del vero a questo tipo di stop non viene reputato il giusto apprezzamento, lo Stop Loss di capienza ha il non disprezzabile pregio di segnalare al trader che in lui o nel suo metodo di trading qualcosa non funziona molto bene e quindi è un buon metodo di valutazione dei propri progressi in questo campo. L'unico aspetto che potrebbe essere migliorato è che, come avviene con le medie mobili, il segnale arriva in ritardo e questo ritardo a volte è fatale. Inutile dire che questo tipo di stop funziona molto bene con tecniche che fanno uso della tecnica della martingala.

edit : stop loss di opportunità ...mi piace come suona OK!
 
Ultima modifica:
...sempre lui ...



Ma cos'è il Trading?
Un'attività certo, ma che tipo di attività?
Possiamo immaginare di fare il trader così come immagineremmo di fare il geometra, il ragioniere, oppure qualcosa di più stimolante, tipo l'imprenditore o l'artista?
La faccio breve (o almeno ci provo), vivere di trading significa che dovrete imparare a guadagnarvi da vivere da soli, nel senso che nessuno ve lo insegnerà e poi, soprattutto, da soli in balia dei mercati.
Intanto dovrete formarvi, potrete fare qualche corso, ma non sarà qualche giornata di formazione a fare di voi dei trader vincenti sui mercati, inoltre la maggior parte di chi vende formazione vende aria fritta.
Niente di sbagliato per carità, ma nulla in grado di rendervi vincenti, per lo più cose vecchie di trent'anni, come quelle che trovate sui libri, infatti se leggete i libri vi accorgerete che al corso vi hanno venduto per qualche centinaio di euro quello che loro hanno appreso per venti o trenta, il tutto riadattato alla bisogna.
Questi vivono di formazione, mettetevelo in testa.
Si, c'è anche qualcosa di buono, fortunatamente, ma poca roba e se non siete già trader di una certa esperienza non ve ne farete un granché.
Non che vengano insegnate cose troppo difficili, ma cose che non contestualizzerete perché per farlo avreste bisogno di esperienze che ancora non avete fatto.
Quindi intanto anche solo formarvi sarà un problema.
Mentre l'esperienza quella si, potete farla, tanta, quanta ne volete, e perderete, tanto o poco, dipende da quanto ci mettete.
Poi guadagnerete e penserete di aver capito qualcosa, invece non avrete capito niente.
Ci vuole del tempo per rendersi conto che i mercati vanno solo su e giù e che qualsiasi decisione operativa prendiate, avete sempre e comunque la possibilità di guadagnare.
E se guadagnerete sarà peggio, perché non vi renderete conto di non sapere, anzi vi illuderete del contrario.
Vi basterà guadagnare 5 volte su 10 per perdere denaro, ci penseranno commissioni e slippage a erodere il vostro conto, mentre voi vi scervellerete a capire dove avete sbagliato le cinque volte che avete perso, senza accorgervi che l'errore l'avete fatto le cinque volte che avete guadagnato.
Non capite cosa significa? Capirete, capirete...
E cosi, con qualche nozione e qualche soldo approccerete i mercati pieni di fiducia.
Ebbene sappiate che la vostra fiducia è mal riposta, i mercati fanno molte più vittime di quelle che si immagina.
Per ogni euro che guadagna qualcuno ce n'è un'altro che ne deve perdere due: l'euro che guadagna il fortunato trader, più commissioni e slippage.
Siete in svantaggio, siete in enorme svantaggio.
Sui mercati si va a pari soltanto se guadagnate discretamente più di quanto perdete, per le ragioni sopra dette.
Personalmente ho provato a pagare anche migliaia di euro di commissioni in un solo mese e quelle migliaia di euro devono essere coperti prima di riuscire a guadagnare anche un solo centesimo.
Quindi se sei bravo non perdi, per guadagnare c'è ancora da correre.
Se poi fate una ricerca su quanti miliardi (si avete capito bene: miliardi!) di dollari guadagnano ogni anno con il trading Goldman Sachs, JP Morgan, Merryll Linch & Company, vi rendete anche meglio conto della direzione che prende il vostro denaro una volta entrato sui mercati.
Questa cosa è importante perché non si ha la sensazione di questo meccanismo quando si è davanti al monitor, si vedono le barre muoversi e si pensa che se quando si muovono siete nella giusta direzioni guadagnerete, facile no?
I vostri pensieri si limitano a questo.
Lo stesso accade con i rischi, ovvero tranne qualche trader particolarmente prudente, i rischi si tende a sottovalutarli ex ante ed a quantificarli ex post, ma non preoccupatevi sono solo lievi danni collaterali, presto diventerete ricchi.
Bene, adesso è passato qualche tempo, magari qualche anno, avete perso ma ora siete più saldi sulle fondamenta del vostro trading e siete pronti a recuperare, finalmente, quello che avete lasciato al mercato fino ad oggi.
Iniziate una nuova fase e quando il mercato si muove riuscite a capire qualcosa: non male!
Guadagnate qualcosa, ma siete delusi, pensavate meglio, però adesso siete capaci ed azzardate un po di più.
Cercate di prendere qualche movimento un po più ampio, e ci riuscite pure, fatto questo che vi rende delusi quando invece non ci riuscite.
Ormai il vostro benchmark è il bel trade dove fate un sacco di punti ed un sacco di euro.
E nel tentativo di avvicinarvi ogni volta al vostro benchmark, perdete nuovamente.
Oh porca paletta!
Perdete e osate, osate e perdete, è un circolo vizioso.
Se eravate ansiosi di recuperare quando eravate sotto di 10, ora che siete sotto di 20 state pure peggio, non tanto perché adesso sono 20, ma perché avete fallito l'obiettivo, ovvero anziché azzerare il loss l'avete raddoppiato.
Doppia porca paletta!
Sono passati un po di anni, siete sempre sotto e la vostra idea di vivere di questo mestiere comincia un po a vacillare.
Che fare?
Altro giro, altro regalo.
Un'altro corso, ma questa volta quello giusto, che so, volumi, cicli, Elliot, Gann, fate voi, quello che vi pare.
Adesso sentite che ce la potete fare.
Non ce la fate!
Tripla porca paletta!
A questo punto, per brevità, siete arrivati ad un bivio: dovete ridimensionare le vostre aspettative e anziché cercare di diventare ricchi, cominciate a pensare che, almeno per ora, vi basterebbe anche solo guadagnare, magari un buon stipendio, rimandando i sogni di grandezza un pochino più in la.
Siete finalmente disillusi, e questo è un bene, e vi accontentereste di fare un po di punti a costo di farvi scappare qualche movimento, e questo è pure meglio.
Ora il trading non è più sogno, illusione, ludopatia per chi lo è stato, ma è lavoro e duro anche.
Vi mettete davanti al monitor, vedete i prezzi muoversi e formare tutte quelle configurazioni, quei pattern, dove una volta vi ci buttavate a capofitto.
Ora non lo fate più, cosa è cambiato?
Finalmente in quel movimento vedete il rischio, oltre alla opportunità e quando il primo prevale sul secondo, voi non vi muovete, state fermi.
Vi brucia, ma ora resistete.
Ormai avete capito, il denaro ve lo dovete sudare.
Vi siete dati delle regole e, finalmente, le rispettate.
Non sempre, a volte fate uno strappo, ma adesso non è più per avidità o impazienza, finalmente avete imparato una cosa importante, molto importante: finalmente sapete distinguere quando guadagnate per caso da quando guadagnate perché le probabilità erano dalla vostra.
Bene, ve ne state davanti al monitor vedendo i prezzi andare su e giù e non fate nulla.
Prima pensavate di perdere occasioni, ora di evitare rischi eccessivi.
Un enorme progresso.
Però guadagnate poco, vorreste che quello che fate avesse un'altra resa, solo che ora non cercate più di portare a casa quello che il mercato non vi da e non vi può dare.
Ora alzate il time frame di riferimento nell'attesa di un trade più ampio e vi affidate al money management.
Che scoperta è stata per voi il money management, scoprire che per incrementare il vostro capitale, correre più rischi per cogliere movimenti più ampi è solo controproducente.
Ci avete messo mesi e mesi, euro ed euro, ma adesso vi è chiaro: la vostra sopravvivenza finanziaria è una questione di controllo del rischio e i vostri guadagni una questione di money management.
E la tecnica?
Certo, quella continuate a perfezionarla ed affinarla, ne studiate anche di nuove, ma implementate con molta calma, circospezione e senza fretta.
Correte meno rischi e guadagnate meno, però più costantemente e perdete poco.
Siete scesi dell'ottovolante, finalmente.
Adesso rischiate meno, guadagnate meno ma perdete anche meno, ma dopo un anno vi accorgete che non avevate mai avuto un bilancio così bello: meraviglioso!
Ora avete ingranato e vi viene in mente di togliervi quelle soddisfazioni che volevate illusoriamente togliervi all'inizio del vostro percorso di trader, forse ora è possibile.
Aggiungete un contratto e tirate un di più la corda del trade, ma ecco che all'improvviso ricompare quella sensazione adrenalinica che, invero, non era mai scomparsa, ma non avevate più sentito così forte e marcata.
Vendete il contratto in più e rientrate nel seminato, non avete più fretta, ora, forse, vivete di trading, non state giocando a Jesse Livermore contro Wall Street.
Magari più avanti, quando avrete consolidato meglio i guadagni, avrete aumento gli accantonamenti in strumenti meno speculativi e avrete estinto il mutuo.
Adesso, finalmente, vivete di trading.
 

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ormai ...una al giorno ...

Paolo Merli

La Fiducia

Non si può fare trading se non si ha fiducia nella propria tecnica, per questo le tecniche di un'altro non vi faranno guadagnare nemmeno un centesimo, a meno che non la facciate vostra come colui che l'ha ideata.
E inoltre, chi vi insegna la propria tecnica ha in questa la fiducia che si aspetta abbiate voi?
Si può insegnare l'economia, la statistica, come funzionano i mercati, come si valuta un bilancio, i rapporti tra vari elementi economici, perfino l'Analisi Tecnica, Fondamentale e Quantitativa.
Ma per insegnare il Trading bisogna essere un trader.
Fare analisi e previsioni non è fare Trading.
Preferireste imparare a fare il trapezista da un esperto dei principi della dinamica, oppure da chi su un trapezio ci ha passato una vita?
"Dopo aver scelto la combinazione dei grafici che meglio si adatta al vostro approccio analitico, tornate a considerare le vostre azioni ricercando fra esse quelle che presentano i prerequisiti operativi (setup).
Quindi prendete le vostre decisioni senza introdurre fattori estranei, non verificati.
La mancata osservanza di questi principi, o di una qualsiasi altra metodologia altrettanto rigorosa, può condurvi lontano lungo la strada del disastro cagionato dalla perdita del controllo emotivo.
Scegliete i vostri indicatori e stabilite la combinazione dei grafici da consultare per l'analisi prima di affrontare il trade.
Una questione connessa alla fermezza della scelta degli indicatori e della combinazione dei grafici è che tale scelta deve arrivare da principi preliminari, e cioè a dire che dovete sapere come operano questi strumenti e quali risultati potete aspettarvi, prima di sceglierli e di verificarne l'utilità.
L'uso di indicatori non fondati su considerazioni pratiche e non compresi completamente determinerà una convinzione insufficiente a impiegare il sistema quando i tempi diventeranno duri, oppure quando saranno troppo favorevoli.
È proprio nelle situazioni estreme che le emozioni condizionano maggiormente le nostre azioni.
Fino a che non avete raggiunto il massimo livello di fiducia nel vostro approccio vi sarà impossibile mantenere quest'ultimo quando la situazione emotiva si farà incerta."

John Bollinger
 
questo post di Paolo calza a penelo con la mia settimana ,ho accettato la "sfida" del conto proposto da cobra(ps : ho completato la settimana ,a modo mio ma ci sono arrivato ) per frenare questa mia avidità e limitare i trade "Whatever It Takes " ( Imagine Dragons - Whatever It Takes (Audio) - YouTube )

vedo che il 3d ha visualizzazioni ma non sono convinto che tutti leggono i post ,magri mi fatte sapere anche in privato se la devo smettere :D

a voi ...Palo Merli


Non c'è nessuna gara da vincere.


Gilles Villeneuve non doveva essere andato molto bene a scuola quando era ragazzo, secondo me non era capace a far di conto nemmeno se gli mettevano in mano un pallottoliere.
Gilles Villeneuve non faceva calcoli, Gilles correva: correva e basta!
Sempre secondo me, oltre alla matematica, non dovevano essergli entrati bene in testa nemmeno i principi della fisica, tant'è che non ne teneva conto e tentava continuamente di infrangerli.
Voleva infrangerli senza pagarne le conseguenze.
E ci riusciva, a volte ci riusciva.
Trovava aderenza là dove nessuno pensava ce ne fosse, in una quantità che nessuno immaginava possibile.
Che cuore bisognava avere per fare questo?
E Gilles cuore ne aveva, più cuore che cervello.
Così poco cervello da non avere vinto niente, così tanto cuore da essere il pilota più amato.
Non ho mai conosciuto nessuno che non amasse Gilles Villeneuve.
Lo amava smodatamente più di un figlio Enzo Ferrari, che vedeva incarnata in Gilles la figura del pilota epico, come lui lo intendeva.
Lo amavano i tifosi per la sua storia un po da Cenerentola, il pilota che approda alla Formula 1, su una Ferrari poi, dopo aver corso con le motoslitte in mezzo ad alci, castori e caribù.
Ma tutto questo non sarebbe bastato a scolpire la sua faccia da bambino nel cuore di milioni di appassionati (e non) se le sue imprese non fossero state all'altezza di quell'immagine epica che Enzo Ferrari tanto amava.
Chi può dimenticare l'epico (comincio ad abusare di questo termine, andrò a cercarmi dei sinonimi) duello con René Arnoux nel Gran Premio di Francia nel 1979 a Digione?
Arnoux Villeneuve 1979 - YouTube
La foto di questo post è stata scattata in quell'occasione e, pensate, tanto impressionò l'episodio che da questa foto sono nati quadri e dipinti per migliaia di illustrazioni, le case di automodelli in scala misero in vendita delle confezioni con i modellini della Ferrari e la Renault, dentro un package che riproduceva quel tratto di pista, posizionate esattamente come nella foto.
Persino Lego lo fece.
Nessuno rimase indenne dalle imprese di quel piccoletto.
Non smettevamo mai di amarlo, nemmeno quando perdeva, come nel Gran Premio D'Olanda sempre nel 1979 a Zandvoort, quando fece un funambolico giro di pista su tre ruote:
Gilles Villeneuve 3 rodas(fantastico) - YouTube
Lo amavamo, lo amavamo sempre, lo amavamo a prescindere.
Gilles ci emozionava, ci faceva sognare, eravamo tutti con lui come saremo tutti stati con Davide contro Golia.
Il piccoletto era indomito, senza macchia e senza paura, lottava, lottava sempre e comunque, lottava ovunque si trovasse, lottava in qualsiasi condizione, lottava con qualunque avversario, sia un pilota, sia le condizioni di pista, sia i problemi della sua macchina, sia la sfortuna.
Gilles combatteva contro tutto, perfino contro se stesso e la sua incapacità a far di calcolo.
Perché a scuola, oltre a matematica e fisica, devono avergli spiegato male anche la logica ed il concetto di utilità marginale.
Gilles Villeneuve non era Alain Prost, non faceva i conti di quanti punti avrebbe guadagnato o perso rispetto a chi lo precedeva in Campionato, adattando il suo comportamento di gara alla posizione di classica.
Gilles era come una opzione binaria: o vinceva, o perdeva, non conosceva altre alternative.
Per questo dev'essere piaciuto tanto a Enzo Ferrari che, non a caso, definiva il secondo classificato come: "Il primo dei perdenti".
Ricordo una intervista a sua moglie Joanna, che raccontava di quando Gilles compro un motoscafo con cui fare le vacanze con la famiglia, disse che Gilles gareggiava anche con quello, gareggiava con la moto d'acqua, pure con l'elicottero.
Gilles gareggiava e questa sembrava essere la sua ragione di vita, l'unica cosa che contava per Gilles era arrivare primo.
E per questo dava tutto se stesso, era disposto a sacrificare qualsiasi piazzamento pur di vincere, a correre qualsiasi rischio pur di non arrivare secondo.
E noi per questo l'amavamo.
Che pessimo trader sarebbe stato, Gilles.
Uno che invece a scuola sembrava fosse andato meglio era Ayrton Senna.
A differenza di Gilles lui la fisica la conosceva molto bene.
Molti ritengono Ayrton Senna un pilota veloce, forse il più veloce di tutti.
Io invece non lo credo.
Ayrton non è stato il pilota più veloce, Ayrton ERA LA VELOCITA'.
Niki Lauda diceva che le automobili di Formula 1 si guidano con il **** (mi si passi il francesismo), intendendo dire che attraverso questo delicato organo è possibile percepire il comportamento del mezzo e quindi controllarlo.
Forse questo era il modo in cui percepiva lui il comportamento dell'auto.
Ayrton Senna possedeva invece un mezzo molto più sofisticato.
Il triste e sfortunato Campione brasiliano, secondo me, aveva il suo sistema nervoso già allora dotato di dispositivo Bluetooth 5.0, ed attraverso questo riceveva direttamente nel cervello tutti i dati provenienti dai sensori sparsi segretamente in ogni punto della sua monoposto: le ruote, gli ammortizzatori, il differenziale, i freni, la posizione della farfalla, giroscopi, sensori di accelerazione, misuratori G Force, persino il carico aerodinamico generato dagli alettoni, lui riceveva tutti questi dati, li sommava a quelli dei suoi sensori biologici, anche per lui il **** (immagino), polpastrelli, labirinto auricolare (per l'equilibrio), vista, ecc... dopodiché elaborava, guidava e portava la monoposto al limite massimo consentito dalla fisica, proprio fino ad un micron prima di oltrepassarlo.
Senza oltrepassarlo mai.
Perché dico questo?
Trovatela voi un'altra spiegazione.
Ayrton Senna esordisce in Formula 1 nel 1984 a bordo di una Toleman, non proprio la macchina più competitiva del Circus, disputa i primi cinque gran premi ottenendo due sesti posti, due ritiri ed un non qualificato.
Poi arriva la sesta gara della stagione: il Gran Premio di Montecarlo.
Quello che lui pensava di aver vinto, e invece...
Comunque, il buon Dio si avvede delle capacità di questo giovane pilota, ma anche che il mezzo che ha a disposizione è buono più per andare a fare la spesa al supermercato che per disputare un Gran premio, e allora decide di concedergli un aiutino.
E che fa per aiutarlo?
Il buon Dio non dev'essere uno dotato di grande fantasia, e infatti manda giù un'altro diluvio, questa volta non universale, sul circuito di Monaco durante lo svolgimento della gara.
E in mezzo al diluvio, che rende la gara più adatta ad un motoscafo che ad una monoposto, il giovane Ayrton ha modo di fare vedere di cosa è capace.
Ora, per chi non lo sapesse, in simili condizioni di guida, la potenza conta poco, conta molto di più telaio, assetto ed equilibrio generale e, soprattutto, il pilota.
Ebbene Ayrton ha ridefinito la questione spostando più in alto l'asticella che un pilota deve superare per vincere un Gran Premio in quelle condizioni.
Ha stabilito il principio che il pilota, se li conosce, se li percepisce, può avere la meglio sugli elementi.
E infatti, dal fondo della classifica di gara, sotto il diluvio comincia a recuperare, sorpasso dopo sorpasso, è il più veloce in pista.
Vabbè, in ogni gara c'è il più veloce in pista direte voi.
Ma quanto più veloce?
OLTRE 6 SECONDI AL GIRO!
Cioè, ma si capisce cosa significa?
Ayrton è 6 secondi al giro più veloce di Alain Prost che è primo.
Lui, Alain, ha la pista libera e riesce pure a vedere qualcosa, Ayrton la dietro deve fare sorpassi ed ha un muro d'acqua davanti, eppure gira 6 SECONDI AL GIRO PIU' VELOCE DEL PRIMO NELLA PISTA PIU' CORTA DEL MONDIALE!
Per giunta, dove se sbagli hai solo i muretti a ricordartelo.
A togliergli la vittoria sarà solo la direzione di gara, che sospenderà la competizione per le pessime condizioni meteorologiche proprio prima che Ayrton sorpassasse anche Alain, l'ultimo rimasto tra lui e la vittoria.
Nessuno come Ayrton:
Ayrton Senna Monaco 1984 La Hazana con el Toleman.wmv - YouTube
Dopo questo Gran Premio pare volessero ingaggiarlo per gare di motonautica.
Ayrton ha una sensibilità sconosciuta ai suoi colleghi, "sente" la macchina come io sento quello che tocco con i polpastrelli, è un talento naturale, la monoposto è un prolungamento dei suoi arti, lui sente le gomme sull'asfalto, le pastiglie che mordono i dischi dei freni, conta i giri del motore, rileva l'accelerazione laterale sapendo fin dove il grip della sua auto potrà opporvisi.
L'ho detto: Ayrton Senna e la velocità sono la stessa cosa.
C'è un'altro filmato di Ayrton alla guida che ogni appassionato non può perdersi: Ayrton alla guida di un'auto stradale, il test della Honda NSX nel 1991 sul circuito di Suzuka, in Giappone.
Si vedono immagini on board del campione che con ai piedi mocassini e degli improbabili calzini bianchi, fa doppiette, punta tacco, e usa l'acceleratore on-off in curva (come faceva anche Michael Schumacher), "danzando" sulla pista con la sportiva giapponese.
Un vero reperto di valore:
Ayrton Senna's Heel-and-toe - YouTube
Anche Ayrton Senna è un campione immensamente amato dagli appassionati, e non solo.
Non saprei dire se l'amore deputato ad Ayrton e Gilles sia della stessa natura, perché uno rappresenta l'armonia e la classe mentre l'altro l'impeto ed il coraggio.
Ayrton Senna è riuscito a vincere tre mondiali prima della sua scomparsa.
In ogni caso Ayrton Senna, per me, è il miglior pilota tra quelli che io ho potuto conoscere, è la velocità.
Che splendido trader sarebbe stato, Ayrton.
A questo punto qualcuno comincerà a domandarsi cosa c'entra tutto questo con il trading?
Come sempre, avete ragione.
Gilles e Ayrton sono morti.
E non di vecchiaia.
Erano bravi, bravissimi.
Piloti dagli stili diversi, direi agli antipodi, eppure entrambi veloci, velocissimi, in grado di controllare le loro monoposto fini al limite massimo che queste gli consentivano.
Due professionisti, a modo loro diversi, ma accumunati da una passione infinita per l'automobilismo e dalle loro rispettive immense capacità che, a noi comuni mortali, sembrano un vero e proprio dono di Dio.
Nessuno di noi si sogna, credo, di poterle acquisire.
Ma la loro scelta è stata la competizione, quale altra avrebbe potuto essere?
Per loro la competizione era l'essenza stessa della loro passione.
Non serviva a nulla essere bravo, bisognava essere il migliore, oppure niente.
Pensate all'attuale campionato di Formula 1, se in questo campionato non ci fosse la Mercedes di Hamilton e Bottas (più quella di Hamilton), noi saremmo qui ad osannare la Ferrari di Vettel e Raikkonen (più quella di Vettel) come un'auto eccezionale, e una squadra, la Ferrari, come quella che ha ammazzato il Campionato.
Invece la Mercedes c'è (mannaggia)!
E la Ferrari, per dirla come il suo fondatore, è "la prima delle perdenti".
E quindi la Ferrari ed i suoi piloti devono cercare un limite più alto e rischiare per superare la rivale Mercedes.
Le competizioni sono così, come altro dovrebbero essere?
Ma a due bravi, ai più bravi, come Gilles e Ayrton la competizione è costata la vita.
Nessuno dei due ha colpa o responsabilità per la perdita della loro vita, per entrambi si è trattato di un incidente.
Un incidente dovuto alla ricerca del limite, che è nella natura delle competizioni.
Nessun errore, seppure scavando in profondità ogni incidente è frutto di un errore, ma nessun errore imputabile ai due sfortunati piloti.
Stavano solo facendo il loro mestiere: cercavano il limite.
E questo gli è costato la vita.
E un trader, qual'è il mestiere di un trader?
E' la competizione?
Il mestiere del trader è cercare il limite?
Ora, se una squadra di Formula 1 mi proponesse un contratto pluriennale, diciamo fino al raggiungimento dell'età pensionabile, dove a fronte di un ingaggio annuale pari ad una frazione di quelle appannaggio di gente come Sebastian Vettel o Lewis Hamilton, con un accordo che prevedesse che io posso arrivare ogni volta ultimo senza per questo essere licenziato, anche se pluridoppiato, ed a questo proposito dotassero la mia monoposto degli specchietti retrovisori di un camper, per facilitarmi nella manovra di farmi doppiare dagli altri, ed anche di aria condizionata e radio CD, visto che gli altri finiscono la gara entro due ore, ma io potrei passarci l'intera giornata, ed io nonostante un simile contratto mi mettessi a tirare con un forsennato tentando di arrivare primo, e nel farlo corressi rischi inauditi per la mia vita, senza avere la capacità di prevederli e controllarli, voi come mi giudichereste?
Uno stupido?
Un esibizionista?
Un imprudente?
Uno che non si sa accontentare?
Uno che si sopravvaluta?
Uno che va cercare limiti che non sa gestire?
Uno ingordo?
Uno avido?
Un trader?
Già un trader...
Così fa il trader, certi traders, vuole vincere, vuole arrivare primo, vuole di più e per farlo e disposto a correre rischi.
Il rischio di morire, finanziariamente.
Come se si trattasse di una competizione.
Ogni volta che penso a questi comportamenti mi viene sempre in mente la famosa affermazione di Bernard Baruch: “Ho fatto i soldi veri… vendendo troppo presto”.
Bernard Baruch non pensava di essere in competizione con qualcuno o con qualcosa, evidentemente.
E l'affermazione di Baruch non significa chiudere posizioni senza motivo, solo per chiuderle, ma significa che non va ricercato il limite massimo, perché non ha senso.
Non ci sono competizioni da vincere, ma solo soldi da guadagnare.
O il rischio di perderli.
Victor Sperandeo lo spiega in un'altro modo altrettanto efficace e meno criptico: "Non cercare di centrare i massimi e i minimi, solo i bugiardi ci riescono."
Non so Gilles Villeneuve, ma Ayrton Senna, per me, ci sarebbe riuscito.
Ma io non sono l'Ayrton Senna del trading, nemmeno voi lo siete (non offendetevi, ma siete qui a leggere me...).
Quindi perché cercare di fare cose che non sappiamo fare, che non siamo certi di controllare, quando facendolo non essendo il modo in cui si misura questo mestiere, non serve a niente?
Nel trading non c'è nessuna gara da vincere.
Nel trading bisogna solo guadagnare, un po come se avessimo fatto un contratto con il mercato come quello, ridicolo, che ho descritto sopra.
Possiamo arrivare ultimi, ci pagano lo stesso.
Non è una competizione, non ha senso rischiare la morte finanziaria.
Ve lo dice uno uscito da un coma pluriennale.
Non ne vale la pena.
Lo so che vorremmo essere tutti come Gilles Villeneuve o Ayrton Senna, ma questi sono morti.
Alain Prost "il ragioniere", così come veniva definito, è ancora fra noi.
So che il confronto è improprio, perché quello che è accaduto a Gilles ed Ayrton poteva accadere anche lui, ma so che avete capito perfettamente quello che intendo dire.
Un bravo trader è quello che guadagna con il minor rischio possibile, non quello che rischia fino al limite massimo per guadagnare di più.
Certo che capirete la differenza tra di più e il massimo, il di più va ricercato nella disponibilità del mercato a darcelo, alle stesse condizioni di rischio di quando invece ci da di meno.
Non dobbiamo fare nulla per ottenerlo, se non attendere che il mercato ce lo conceda.
In questa attività i guadagni non sono costanti, si fa poco per molte volte, poi il mercato parte e vi trovate dalla parte giusta.
Tutto qui.
Qualcuno ha fatto un po più di voi?
Pazienza, non ha vinto niente, pensate a quello da cui provengono i soldi che avete incassato.
Rischiamo il giusto, ne niente, ne tanto, potrebbe accaderci quello che è accaduto a Gilles ed Ayrton, potremmo morire finanziariamente senza poterci fare niente, solo per la scelta di essere andati a cercare il limite.
Lasciamolo fare agli arditi ed agli Ayrton del trading (se ce ne sono).
Ridefiniamo i nostri limiti entro valori di assoluta sicurezza. Ne va della nostra sopravvivenza, finanziaria.
Ripeto, non c'è nessuna gara da vincere.
Se dovessimo perire finanziariamente, nessuno ci ricorderà come ha fatto Enzo Ferrari con Gilles Villeneuve:
« Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene. »
Rimarremmo soli, tristi e depressi a rimpiangere scelte più virtuose non fatte.
L'unica competizione del trader deve essere quella con il suo desiderio di fare più di quello che serve.
Il trading è una strada dove puoi avere un incidente in ogni istante, se ci gareggi è peggio.
https://www.youtube.com/watch?v=rx3ma8QSX6U
 

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non riesco a smetterla di sentire


Imagine Dragons - Whatever It Takes (Audio) - YouTube


Cado troppo velocemente per prepararmi a questo

Inciampare nel mondo potrebbe essere pericoloso

Tutti quelli che ruotano intorno sono vittime

Negativo, Nepotista



Tutti aspettano la caduta dell'uomo

Tutti pregano per la fine dei tempi

Tutti sperano di poter essere l'unico

Sono nato per correre, sono nato per questo



Frusta, frusta

Fammi correre come un cavallo da corsa

Tienimi come una corda strappata

Distruggimi e ricostruiscimi

Voglio essere lo sbaglio, sbaglio

La parola sul tuo labbro, labbro

La lettera che strappi, strappi

Distruggimi e ricostruiscimi



Tutto il necessario

Perché amo l'adreanalina nelle mie vene

Faccio qualunque cosa serve

Perchè amo come ci si sente quando spezzo le catene

Tutto il necessario

Portami sulla vetta, sono pronto per

Tutto il necessario

Perché amo l'adreanalina nelle mie vene

Faccio tutto il necessario



Ho sempre avuto paura di essere ordinario

Guardando il mio corpo star male

Sempre attaccato a quel che si vede

Voglio essere invisibile



Sto guardando i miei anni come un martirio

Tutti hanno bisogno di essere una parte questo

Mai abbastanza dalla somma delle particelle

Sono nato per correre, sono nato per questo


Frusta, frusta

Fammi correre come un cavallo da corsa

Tienimi come una corda strappata

Distruggimi e ricostruiscimi

Voglio essere lo sbaglio, sbaglio

La parola sul tuo labbro, labbro

La lettera che strappi, strappi

Distruggimi e ricostruiscimi



Tutto il necessario

Perché amo l'adreanalina nelle mie vene

Faccio qualunque cosa serve

Perchè amo come ci si sente quando spezzo le catene

Tutto il necessario

Portami sulla vetta, sono pronto per

Tutto il necessario

Perché amo l'adreanalina nelle mie vene

Faccio tutto il necessario



Ipocrita, egoista

Non vuoi essere una frase tra parentesi

Ipotetico, lavoro su qualcosa di cui sono fiero

Fuori dalla scatola una colla sul mondo e la visione che abbiamo perso

I sono un apostrofe, sono solo un simbolo per ricordarti che c'è ancora molto da vedere

Sono solo un prodotto del sistema, una catastrofe

Eppure un capolavoro, eppure sono mezzo malato

E quando sarò morto

Almeno andrò nella tomba e felicemente

Lascio che il corpo della mia anima sia parte di me

Faccio tutto il necessario



Tutto il necessario

Perché amo l'adreanalina nelle mie vene

Faccio qualunque cosa serve

Perchè amo come ci si sente quando spezzo le catene

Tutto il necessario

Portami sulla vetta, sono pronto per

Tutto il necessario

Perché amo l'adreanalina nelle mie vene

Faccio tutto il necessario
 
si ,lo so ..vi mancava anche a voi :D

Paolo Merli
"Molti avrebbero potuto raggiungere la saggezza, se non avessero ritenuto di averla raggiunta."
Seneca
Lo devo proprio dire, sono un bravo trader.
No davvero, bisogna proprio che lo dica: io sono un bravo trader!
Vi state domandando perché lo devo proprio dire?
Perché è venerdì sera ed ho avuto una settimana proficua ma pesante, perché continuo a fare progressi, perché me lo merito e visto che nessuno me lo dice, allora provvedo da me: sono un bravo trader (e tre).
Ah, proficua non necessariamente dal punto di vista economico, è stata proficua ma con quattro spicci.
E poi via, ho detto che sono un bravo trader (quattro), mica che sono un genio, un Maestro.
E comunque nel mio piccolo sono un vero esperto.
Qual è il mio piccolo?
L'Analisi Tecnica, anzi, per meglio definire, una parte dell'Analisi Tecnica: l'Analisi Grafica.
In questo caso però, a differenza del mio essere un bravo trader (e cinque), non sono io a dirlo, qui sono stato insignito del titolo di esperto da uno che in materia è una vera e propria autorità, Niels Bohr (fisico danese):
"L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori."
Pensate che Niels Bohr era anche amico di Albert Einstein.
Ora, non voglio dire che prima di definirmi un esperto si sia consultato con Einstein, però...
Quindi, il campo è ristretto, la sola Analisi Grafica, e sul fatto che ho commesso tutti gli errori possibili, beh... fidatevi sulla parola: li ho fatti.
Anzi di più, non solo li ho fatti a lungo e ripetutamente, sono un tipo meticoloso, ma molti li ho anche aggiornati, altri li ho ridefiniti e su qualcuno ho anche richiesto il copyright.
Non vorrei mai che qualcuno si appropriasse degli errori miei inventati da me, che ognuno si faccia gli errori suoi.
Come dite, un bravo trader come si concilia con l'aver fatto tutti gli errori possibili?
Si si capisco, non avete tutti i torti.
Beh, intanto si può non farli più, gli errori intendo, e questo è più facile per chi li conosce molto bene, ed io in questo sono un vero luminare.
Cos'è che ancora non vi torna?
Ah ok, vi state domandando perché un bravo trader che conosce tutti gli errori ed ha avuto una settimana proficua ha guadagnato solo quattro spicci.
Certo che a voi non sfugge niente eh?
Vedete, il punto è che io tecnicamente sono a posto.
No, non conosco tutto, ci mancherebbe, però quello che so è più che sufficiente per guadagnare denaro con una certa stabilità evitando drawdown esagerati.
Quello che mi frega è la disciplina.
Anche voi non siete proprio disciplinati dite?
Non mi sono spiegato bene, quello che mi frega non è la mancanza di disciplina, ma proprio la disciplina, cioè io sono più disciplinato di un Maresciallo dell'esercito prussiano, davvero.
Non capite?
Beh certo, non siete mica tutti esperti come me, chissà quanti errori ancora non conoscete (beati voi).
Dunque, dicevo che a fregarmi è la disciplina e non la sua mancanza, infatti nel tentare di ottenere quello che desidero sono più disciplinato, fermo ed inflessibile del Maresciallo prussiano di cui sopra e tutta questa disciplina mi impedisce così di fare ciò che è necessario.
Ancora non capite?
Non preoccupatevi, questa arriva dopo ma arriva.
Molti dicono che per avere successo nel trading bisogna essere molto disciplinati, ma io che sono un bravo trader (sei), un esperto di Analisi Grafica e più disciplinato di un Maresciallo prussiano non raccolgo il successo a cui grazie ai miei meriti, sono un bravo trader (sette), avrei diritto.
Eh già, chi nel trading non riesce non è indisciplinato, tutt'altro.
Il fatto è che la disciplina del trader perdente è spesa nel perseguire quello che lui ritiene meglio, o meglio (scusate la paronomasia), quello che il suo inconscio ritiene meglio.
Si insomma, è complicato, ma con un esempio dovremmo chiarire.
Supponiamo che avete una operazione aperta ed in sofferenza (so che non è un'ipotesi, ma la realtà) e che la cosa migliore sia chiuderla prima possibile.
Ecco, voi non la chiudete e vi dicono che siete indisciplinati.
Non è vero!
Voi siete più disciplinati dello stesso Maresciallo prussiano di cui sopra, solo che la vostra disciplina non risponde a voi, ma a chi per grado gerarchico sta sopra di voi: risponde alla vostra emotività!
E' così, lei, l'emotività, viene prima di voi.
Come dite, domandate se voi e la vostra emotività non siete la stessa cosa?
Nooooo!
No che non lo siete, ovvero lo siete biologicamente, ma non avete lo stesso fine.
Insomma si, avete lo stesso fine, ma lo perseguite attraverso strade diverse e la disciplina non le può seguire entrambe, o segue una o segue l'altra.
E voi non siete i più alti in grado.
Anche perché le strade vostre e della vostra emotività utilizzano percorsi opposti, per raggiungere lo stesso risultato.
Voi razionalmente pensate che bloccare una perdita sia utile ai guadagni futuri, lei, la vostra emotività, è vero che comanda, ma è lungimirante sul futuro come vostra moglie o la vostra fidanzata davanti ad un negozio di scarpe.
La vostra emotività vede solo la perdita immediata conseguente la chiusura del trade in corso, esattamente come vostra moglie, o la vostra fidanzata, vede solo quel paio di Manolo Blahnik in vetrina.
L'emotività, e vostra moglie, non pianificano, agiscono per la soddisfazione immediata di un bisogno: per l'emotività si tratta di sopravvivenza e per vostra moglie pure.
Si insomma, anche vostra moglie non può sopravvivere senza le Manolo Blahnik.
E nel caso non gliele lasciaste comprare, forse anche voi non potreste sopravvivere senza che vostra moglie abbia le Manolo Blahnik.
Quindi, appurato che non siete, anzi noi, che non siamo affatto indisciplinati, ma che la nostra disciplina risponde ad un livello gerarchico superiore, appunto l'emotività, la soluzione è semplice: spieghiamo al capo, alla nostra emotività, che chiudiamo l'operazione in perdita non per negargli la sopravvivenza, ma per garantirgliela.
Come dite?
Ah ok, si, in effetti la soluzione è semplice ma non facile, comunque è più facile che spiegare a vostra moglie che non può comprare le Manolo Blahnik. Credetemi.
Quindi con calma e pazienza bisogna far capire alla vostra emotività che chiudere in perdita un trade sbagliato è utile alla sua ed alla vostra sopravvivenza.
Come si fa?
Si fa talmente tante volte, chiudere trades in perdita intendo, che anche una testona come la vostra emotività alla fine deve ammettere che è sopravvissuta e, anzi, che sta meglio di prima, e quindi non vi ostacolerà più quando sarà necessario chiudere una operazione in perdita.
Insomma, diciamo che questa è la versione sintetica della soluzione.
Si, lo so, la spiegazione è spiccia, ma la cosa importante è che si può fare (chiedere ad Elena), purtroppo parlarne in questo post sarebbe troppo lungo.
Mi importa che passi il concetto che voi siete i traders più disciplinati sulla faccia della terra, che quando vi mettete in testa una cosa niente e nessuno può fermarvi, dei veri Marescialli prussiani.
Magari in quella testa mettiamoci concetti differenti, ed il più è risolto.
Per l'altra parte, quella tecnica io sono a posto, ma anche voi potrete trovare la vostra strada, il metodo che fa per voi.
Chiedete qual'è il mio metodo?
Curiosoni...
Vabbè dai, ve lo dico.
Il mio metodo è individuare un trend e aprire e posizioni in direzione del trend poi, quando il trend si esaurisce, chiudo le posizioni.
Come sarebbe: "Tutto qui?"
Si, tutto qui.
Io sono un minimalista, che altro dovrei fare?
La solita storia, troppa semplicità per "menti complicate".
Guardate che è semplice, ma non è facile.
Per capirci, c'è chi trada trend già individuabili, ma il suo problema è capire quando finiscono.
Poi ci sono quelli che non tradano i trend già identificabili perché hanno paura che si esauriscono dopo che sono entrati e allora invece che cercare di capire quando finiscono, cercano di capire quando iniziano.
Per me è quasi la stessa cosa, ma loro dicono di no, per me è un modo di assecondare la loro emotività, le loro paure, ma loro dicono di no, per me quello che conta è che ci sia un trend, ma loro dicono di no, io dico che un ritracciamento è un piccolo trend, ma loro dicono di no.
Ah, vi assicuro, per capire se un prezzo sale o scende l'Analisi Grafica è sufficiente: parola di esperto definito tale dall'amico di Einstein.
Comunque, io vado avanti con il mio metodo, individuo il trend, apro posizioni in favore di trend e le chiudo quando il trend è esaurito, come potrei perdere?
Avete ragione, perdo se sono troppo disciplinato senza aver prima spiegato al capo alcune cosette.
Allora cominciate a capire eh?
Bene, bene...
Dobbiamo spiegare al nostro comandante superiore, si quello che come vostra moglie non vede più in la della vetrin... ehm, del suo naso, che dobbiamo chiudere in perdita perché il trend è andato a farsi fott..., ehm, da un'altra parte.
Ah ma non solo eh, dobbiamo anche spiegargli che quando chiudiamo dobbiamo chiudere anche se stiamo guadagnando perché il trend "Es ist kaputt!" (è finito, in prussiano).
Magari un giorno su questo argomento ci facciamo un post.
Come dite: "Qual'è l'argomento di questo post?"
Come ancora: "Cosa c'entra il titolo del post con quello che abbiamo detto finora?"
Accidenti ragazzi, una volta dopo le prime cinquanta righe già ronfavate, adesso invece più lucidi della vetrina delle Manolo Blahnik di vostra moglie.
Comunque avete ragione, non c'entra niente.
Io volevo solo proporvi una riflessione che prende spunto da una conversazione di oggi con un giovane e promettente trader, da cui il titolo, poi ho iniziato a scrivere e la cosa si è sviluppata lungo una piega tutta sua.
Insomma volevo solo postare un pezzo di conversazione.
Come, qual era il pezzo di conversazione?
Ah, siete curiosi adesso eh...
Ok:
"Buongiorno xxxxxxxxx, capito, il metodo di xxxxxxx è anche il mio, forse con la sola eccezione dell'identiticazione del trend di riferimento.
Per xxxxxxx pare essere il trend di lungo periodo, per me quello di arco superiore, non necessariamente di lungo periodo.
Nel mio metodo il trend viene scomposto in tre diversi livelli, ognuno contenuto in quello di arco superiore, come nelle matrioske, oppure, meglio ancora, come diceva Charles Dow "maree, onde e flutti".
In realtà, mentre Dow partiva dalla più ampia riscontrabile, io parto dalla più piccola e questo fa una certa differenza.
Intendo dire che il mio movimento di brevissimo è inserito dentro un movimento di breve e quest'ultimo dentro un movimento di medio periodo che non è ancora la "marea" di Dow.
Ma i principi a cui mi ispiro sono gli stessi di xxxxxxx, a cui credo non dispiacciano le tecniche di Ross, proprio per via delle stesse logiche che sottendono la propria operatività.
Riguardo il tuo stop di questa mattina, da come l'hai descritto direi che hai tradato un'idea anticipando un eventuale segnale del mercato.
Di fatto sei andato contro trend sulla forza in assenza di un chiaro segnale di inversione.
Meglio sarebbe entrare in direzione della forza alla fine del ritracciamento.
Cosa che avrei fatto io e, credo, anche xxxxxxx.
Non confondere un False Breakout con un massimo in assenza di una resistenza, non sono la stessa cosa.
Non confondere nemmeno una operazione chiusa in gain con una operazione giusta.
Una operazione molto rischiosa può concludersi con un guadagno esattamente come una operazione poco rischiosa.
E di questo non bisognerebbe gioire, perché la differenza la farà il lungo periodo, continuando ad assumere posizioni più rischiose alla fine, nel complesso, si perde.
Il neofita quando fa un'operazione rischiosa e guadagna tende a considerare fesso l'esperto che non l'ha fatta ed a considerare se stesso depositario di una capacità che l'esperto non gli riconosce.
Solo che l'esperto nella sua lunga carriera incontrerà molti neofiti che la penseranno come quello di questo caso, il neofita invece incontrerà un solo esperto, per un breve tempo, e poi la sua carriera sarà finita.
Ma nel suo ricordo lui avrà guadagnato quel giorno che l'esperto rimase fermo.
Il suo insuccesso è dipeso solo dalla sfortuna, lui la stoffa l'aveva, guadagnava quando l'esperto restava fermo, senza mai riuscire a capire che l'esperto, è diventato maestro proprio restando fermo.
Esci dalla logica che a definire giusta una operazione sia il guadagno, o questo ti sarà fatale.
Magari non subito, ma alla lunga pagherai per questa ingenuità."
Buon week end a tutti.
 

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per i pigri il riassunto :


Esci dalla logica che a definire giusta una operazione sia il guadagno, o questo ti sarà fatale.
Magari non subito, ma alla lunga pagherai per questa ingenuità
 
Condivido ma purtroppo non applico. ..

Michele Castro gruppo fb traderpedia


The yellow brick road : Quale strada deve percorrere chi inizia a fare trading? Esiste un percorso obbligato per imparare a fare trading? Di seguito le mie idee a riguardo.
1) Studiare e non arrivare sui mercati impreparati. Se uno non ha voglia di studiare o se uno pensa che investire dei soldi per comprare dei libri sul trading o fare corsi di formazione sia uno spreco di denaro, meglio non iniziare a fare trading.
2) Iniziare da time frame lunghi e da strumenti che perdonano abbastanza gli errori del trader principiante. Tradare azioni con capitalizzazione alta appartenenti all'indice e usare time frame giornaliero + settimanale ( o giornaliero + 4H). Se uno non è in grado di guadagnare su time frame lunghi, verrà schiacciato dal mercato se opera con time frame brevi. Minore è il tempo che si sta sul mercato, più bravo dev'essere il trader, e più difficile è estrarre denaro dal mercato con continuità. lo scalping dev'essere visto (specialmente oggi con hft e macchinette) come punto di arrivo e non come punto di partenza per la formazione di un trader.
3) tradare piccole size perché lo scopo all'inizio non è fare soldi ma imparare dai propri errori.
4) Fare paper trading o conto demo solo per un mese, poi passare a conto reale. Perché con la simulazione manca il vostro maggior nemico, quello che cercherà di sabotare il vostro trading e farvi perdere. E non è il mercato ma il vostro maggior nemico siete voi con le vostre emozioni. Giocare troppo con soldi finti non serve.
5) Trovare uno bravo che vende segnali e non comprare segnali! Chi agisce dietro segnali altrui non è un trader ma una scimmia ammaestrata a inserire un ordine. Non vi fa crescere, anche se poi portate a casa dei soldi. Un modo alternativo e utile di sfruttare un servizio buono di segnali è abbonarsi per un solo mese, non usare quei segnali, ma cercare di capire come si sono generati quei segnali. Questo è utile per chi eventualmente vuole usare un servizio del genere.
6) Dovete ossessivamente studiare e applicare il money management e mettere sempre lo stop loss! la size all'inizio abbiamo detto non essere importante, sarà sempre piccolissima, perché lo scopo iniziale non sarà guadagnare ma imparare dagli errori.
7) Dopo uno o due anni così, se siete profittevoli, potete scendere di time frame e aumentare sia la frequenza di trading che le vostre size.
Come? È un percorso troppo lungo? Volete il tutto e subito? il trading non fa per voi.
Questo è il mio pensiero sull'argomento. Voi cosa ne pensate? Cosa serve per entrare nel regno di Oz e percorrere la strada lastricata d'oro?
 

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Molte delle massime sul trading riportate in questo thread sono delle assolute ovvietà, il resto servono ai day-traders per avere l'illusione che in fondo esiste una strada per essere diversi da quei poveri sfigati in abiti logori nelle sale scommesse.

insomma secondo lei non esistono al mondo daytraders profittevoli ? :asd:
 
Condivido ma purtroppo non applico. ..

Michele Castro gruppo fb traderpedia


The yellow brick road : Quale strada deve percorrere chi inizia a fare trading? Esiste un percorso obbligato per imparare a fare trading? Di seguito le mie idee a riguardo.
1) Studiare e non arrivare sui mercati impreparati. Se uno non ha voglia di studiare o se uno pensa che investire dei soldi per comprare dei libri sul trading o fare corsi di formazione sia uno spreco di denaro, meglio non iniziare a fare trading.
2) Iniziare da time frame lunghi e da strumenti che perdonano abbastanza gli errori del trader principiante. Tradare azioni con capitalizzazione alta appartenenti all'indice e usare time frame giornaliero + settimanale ( o giornaliero + 4H). Se uno non è in grado di guadagnare su time frame lunghi, verrà schiacciato dal mercato se opera con time frame brevi. Minore è il tempo che si sta sul mercato, più bravo dev'essere il trader, e più difficile è estrarre denaro dal mercato con continuità. lo scalping dev'essere visto (specialmente oggi con hft e macchinette) come punto di arrivo e non come punto di partenza per la formazione di un trader.
3) tradare piccole size perché lo scopo all'inizio non è fare soldi ma imparare dai propri errori.
4) Fare paper trading o conto demo solo per un mese, poi passare a conto reale. Perché con la simulazione manca il vostro maggior nemico, quello che cercherà di sabotare il vostro trading e farvi perdere. E non è il mercato ma il vostro maggior nemico siete voi con le vostre emozioni. Giocare troppo con soldi finti non serve.
5) Trovare uno bravo che vende segnali e non comprare segnali! Chi agisce dietro segnali altrui non è un trader ma una scimmia ammaestrata a inserire un ordine. Non vi fa crescere, anche se poi portate a casa dei soldi. Un modo alternativo e utile di sfruttare un servizio buono di segnali è abbonarsi per un solo mese, non usare quei segnali, ma cercare di capire come si sono generati quei segnali. Questo è utile per chi eventualmente vuole usare un servizio del genere.
6) Dovete ossessivamente studiare e applicare il money management e mettere sempre lo stop loss! la size all'inizio abbiamo detto non essere importante, sarà sempre piccolissima, perché lo scopo iniziale non sarà guadagnare ma imparare dagli errori.
7) Dopo uno o due anni così, se siete profittevoli, potete scendere di time frame e aumentare sia la frequenza di trading che le vostre size.
Come? È un percorso troppo lungo? Volete il tutto e subito? il trading non fa per voi.
Questo è il mio pensiero sull'argomento. Voi cosa ne pensate? Cosa serve per entrare nel regno di Oz e percorrere la strada lastricata d'oro?


Tutte cose trite ma che non (vi) entrano nella capa.
 
domanda: ma se uno è in gain con time frame lunghi, perchè passare a quelli brevi molto più complicati da maneggiare? non è una contraddizione?

Se sai farlo bene, guadagni di più, aumentando le size e stai meno a mercato.
E' meno rischioso: fare 10 pips è piu facile che farne 50.

Per quanto mi riguarda, fare scalping, mi obbliga anche a migliorare, studiare, perfezionare la tecnica.
E' faticoso. Stressante. Non tutti reggono e questa è una cosa da mettere in conto.

Fondamentale è sfruttare al massimo i propri punti di forza e riconoscere le debolezze, accettandole e cercando non solo di correggerle ma di ovviarle in qualche modo.

Ma se non ti conosci, come è già stato detto, puoi avere il miglior metodo del mondo ma ne ricavi poco.

Come in cucina, prima scegli la ricetta e poi provi e riprovi, calibri le dosi, personalizzi.
Poi nulla vieta di fare entrambe le cose cioè usare frames piu larghi e/o fare scalping


:)
 
Se sai farlo bene, guadagni di più, aumentando le size e stai meno a mercato.
E' meno rischioso: fare 10 pips è piu facile che farne 50.

Per quanto mi riguarda, fare scalping, mi obbliga anche a migliorare, studiare, perfezionare la tecnica.
E' faticoso. Stressante. Non tutti reggono e questa è una cosa da mettere in conto.

Fondamentale è sfruttare al massimo i propri punti di forza e riconoscere le debolezze, accettandole e cercando non solo di correggerle ma di ovviarle in qualche modo.

Ma se non ti conosci, come è già stato detto, puoi avere il miglior metodo del mondo ma ne ricavi poco.

Come in cucina, prima scegli la ricetta e poi provi e riprovi, calibri le dosi, personalizzi.
Poi nulla vieta di fare entrambe le cose cioè usare frames piu larghi e/o fare scalping


:)

Che fare 10 pips sia più facile che farne 50 è chiaro, ma da trader ti devi preoccupare di quanto sei disposto a perdere per fare i tuoi 10 o 50 pips.
Prendere uno stop loss di 10 pips è molto più facile che prenderne uno da 50, per cui con un numero di trade sufficientemente ampio io ci vedo le stesse identiche difficoltà.
Per fare 10 pips sono molto disturbato dal rumore intraday, per farne 50 di pips devo però stare sicuramente molto più tempo a mercato con i relativi rischi che comporta. Pro e contro ci sono sempre, a favore di sl e tp più ampi io ci vedo una maggiore affidabilità dei pattern/livelli, ma questa è una considerazione personale.
 
Che fare 10 pips sia più facile che farne 50 è chiaro, ma da trader ti devi preoccupare di quanto sei disposto a perdere per fare i tuoi 10 o 50 pips.
Prendere uno stop loss di 10 pips è molto più facile che prenderne uno da 50, per cui con un numero di trade sufficientemente ampio io ci vedo le stesse identiche difficoltà.
Per fare 10 pips sono molto disturbato dal rumore intraday, per farne 50 di pips devo però stare sicuramente molto più tempo a mercato con i relativi rischi che comporta. Pro e contro ci sono sempre, a favore di sl e tp più ampi io ci vedo una maggiore affidabilità dei pattern/livelli, ma questa è una considerazione personale.

D'accordo con te ma infatti io ho fatto una premessa : "se sai farlo bene". Ed ho anche scritto che a me serve per migliorare.

Siam sempre lì, ognuno di noi deve prima sapere cosa vuole e cosa è disposto a pagare per ottenere determinati risultati, non solo in termini di loss ma anche di tempo, stress e salute.
 
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