altra soluzione quella di un meticciato demografico, culturale, economico, dentro cui l'Europa dovrebbe provare a svilupparsi in forme ibride, contaminate dentro parabole multiformi, multietniche e muticulturali allo stesso tempo. la pace si otterrebbe rinunciando ad un modello squisitamente sovranista, che finirebbe per fare il gioco della Russia e dell'opzione conflittuale in senso stretto.
tutto l'est europeo, nondimeno, difficilmente potrà aprirsi in tempi brevi al meticciato, orientato com'è storicamente al modello nazionalista e sovranista (di cui la Russia, in Europa, rappresenta il baluardo quasi insormontabile, con obsolete tendenze illiberali ed imperialiste).
l'Europa ha di recente tentato una cucitura ad est, provando ad inserirsi nel progetto globale universalmente noto come Via della Seta. gli USA non hanno visto di buon occhio l'iniziativa e hanno preso contromisure immediate. l'apertura verso il grande, ambizioso progetto cinese è stata immediatamente bloccata sul nascere, ponendo sul piatto la questione della fedeltà atlantica e l'obbligo di convenire con Washington ogni ipotesi di sviluppo non condiviso con le strategie dell'alleanza.
la Cina si trova adesso a fare i conti con il disegno di un'espansione concorrenziale a quella dell'impero americano (di cui la Russia rappresenta il braccio armato, fondamentalmente estraneo alla natura, essenzialmente pacifica, dell'espansionismo economico cinese), che rappresenta anche un modello di sviluppo assai differente rispetto alla sovranità del $ e al sistema mondiale di scambi basato sulla supremazia della finanza delle banche d'affari globali.
l'Europa si trova al centro di queste dinamiche, dal momento che il suo tessuto finanziario si muove già a cavallo dei due mondi, con interessi multipolari e sistema di scambi estremamente variegato e fortemente orientato all'export.
la forza dell'Europa (come la forza della Cina, d'altronde) è di natura squisitamente economica, dipendendo totalmente dagli USA per quanto riguarda politica estera ed opzioni geopolitiche.
ora, in questo momento, qual'è l'opzione geopolitica più rilevante sul piatto degli equilibri globali?
senz'altro l'indebolimento della Russia e della sua forza militare, che rappresenta per gli Usa una sensibile minaccia, in quanto orientata ad impedire la penetrazione del sistema occidentale oltre Oriente (per sistema occidentale, intendo libero mercato, sviluppo di democrazie, libertà religiosa e di pensiero). Russia, Cina, Islam, pongono barriere severe a questo tipo di penetrazione e non intendono lasciarsi irretire dentro modelli di sviluppo, che giudicano pericolosi per i loro equilibri interni.
queste paure vanno rispettate e non vanno ulteriormente messe sotto pressione. rassicurati in tal senso, credo che i paesi del blocco orientale (che vanno dall'Iran alla Cina), potranno senz'altro essere di nuovo inseriti dentro il sistema di scambi ancora controllato dagli USA e dal $. Viceversa, credo che la soluzione militare potrebbe prolungarsi ben oltre certe soglie di sicurezza, con conseguenze catastrofiche per tutti.
al momento, perciò, stiamo assistendo ad una reazione violenta, innescata da un esagerato attivismo dell'Occidente in territori fragili e geopoliticamente sensibili. andare oltre certi limiti, comporta dei rischi, che non sempre si riesce a mantenere sotto controllo. in questo caso (Ucraina), il cuneo occidentale si è spinto un po' troppo in avanti, costringendo la Russia (che si trova in prima linea sul fronte orientale) ad una reazione aggressiva.
l'appoggio che in questo frangente sta dando la Cina è un avvertimento all'Occidente perchè non si spinga oltre certi limiti (limiti che rappresentano il confine, oltre il quale l'Oriente non accetta deroghe, nemmeno se sostenute da popolazioni che chiedono all'Occidente di aiutarle ad avere più libertà e più benessere)