Leggete, e occhi aperti, poi ognuno tragga le proprie conclusioni perché adesso si muove la procura e la guardia di finanza
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IL CASO 26 luglio 2019 - 11:27
Bio-On, adesso si muove la Procura. In Borsa l’azienda brucia 760 milioni
Se Bio-On è «una Parmalat a Bologna», come sostiene il fondo americano Quintessential Capital Management, o se è vittima di una grande speculazione di mercato, sarà la Procura a stabilirlo. Mentre l’azienda bolognese di bioplastiche ha subito un nuovo tracollo in Borsa, bruciando 760 milioni in due sedute, ieri il procuratore capo Giuseppe Amato ha aperto un fascicolo d’indagine, affidandolo al procuratore aggiunto Francesco Caleca, contro ignoti in cui si ipotizza il reato di manipolazione del mercato, previsto dall’articolo 185 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria.
Guardia di finanza in azione
Un’ipotesi che permetterà alla Finanza, delegata a svolgere le indagini e già impegnata ad analizzare i bilanci della società, di capire se i reati andranno contestati a Bio-On o, piuttosto, a chi ha diffuso le informazioni che hanno causato il crollo del titolo quotato in Borsa all’Aim, il mercato delle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita. Nel fascicolo d’inchiesta finirà anche la querela per diffamazione contro Quintessential presentata mercoledì ai carabinieri della compagnia Bologna centro dal presidente di Bio-On Marco Astorri, come anticipato ieri dal .
La difesa del fondatore Astorri
Astorri ieri è tornato a difendere Bio-On dalle accuse del fondo americano, che nel suo report ha definito l’azienda «un castello di carte», avanzando dubbi sulla sostenibilità delle loro bioplastiche, sui processi produttivi e sul sistema di «scatole vuote» che sarebbe stato costruito con società controllate e affiliate. «L’azione che è stata fatta è gravissima, ci sono i connotati di una manipolazione del mercato», ha detto Astorri a ha diffuso un nuovo comunicato per rispondere ai rilievi del fondo americano, accusato di «avere interesse economico nella discesa del prezzo del titolo». Bio-On, rivendica l’azienda, fonda il suo business su una «tecnologia brevettata e di proprietà esclusiva della società, la quale possiede la proprietà di oltre 200 tra brevetti concessi, formulazioni e domande di brevetto già richieste».
Stabilimento operativo
Bio-On è tornata a ribadire che lo stabilimento di Castel San Pietro è «operativo e visitabile», sottolineando inoltre che «la concessione di licenze a clienti terzi non rappresenta un sistema di studio per verificare la tecnologia, ma il pilastro dell’attività della societ�». Il prodotto, sostiene l’azienda, esiste e funziona: «La commercializzazione di prodotti in Pha (i polimeri alla base delle bioplastiche, ) dalla propria tecnologia è possibile avendola attuata con successo con partner internazionali (Unilever, Kartell in primis)». Una difesa a cui Quintessential ha risposto diffondendo una perizia redatta da un team di revisori legali italiani che ribadisce le accuse contro Bio-On.
I finanziamenti del Governo
L’azienda bolognese ha ricevuto negli scorsi anni finanziamenti dal governo (8 milioni) e dalla Regione. Ma il contributo di 366 mila euro assegnato da Viale Aldo Moro, all’interno delle risorse stanziate dopo il sisma del 2012, è stato revocato nel 2016 a causa della «mancata consegna nei tempi previsti della prima rendicontazione» da parte di Bio-On. Il titolo della società, quotata dal 2014, ha bruciato 760 milioni in due sedute. Alla chiusura di martedì le azioni valevano 55,3 euro, con una capitalizzazione di 1,041 miliardi. Ieri il titolo ha chiuso a 15,2 euro con un calo del 69,3% e un breve scambio intorno a mezzogiorno. La capitalizzazione è sprofondata a 282 milioni di euro.
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