Mondo e mercato dell'arte: mostre e articoli di interesse

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

CYPRIEN GAILLARD - RUBBLE and REVELATION

Mostra straordinaria !!!! la consiglio vivamente
aperta tutti i giorni da ieri con orario: 10.00 / 20.00 fino al 16 dicembre.

la caserma XXIV maggio è un lugoo davvero azzeccato per una mostra così.

Si divide in 11 sale tra video e lavori sia appesi che in bacheche costruite appositamente per la mostra.

C'è una selezione di lavori recenti e nuove produzioni che riflettono sui temi della distruzione e della decadenza, lavori prodotti e foto scattate in differenti parti del pianeta tra culture e luoghi spesso opposti ma con in comune questi segni di disintegrazione e degrado.
ci sono anche 3 video molto interessanti tutto contornato da una colonna sonora che si sposa perfettamente con il contesto.

OK!OK!OK!OK!

Rubble and Revelation – Cyprien Gaillard | Art * Texts * Pics
 
E' una delle versioni più importanti di “Pope” di Francis Bacon. Realizzata intorno al 1954 e stimata 18/25 milioni di dollari, è stata aggiudicata a 29.762.500 USD. il 13 novembre in soth - NY
E’ strettamente correlata a “Study after Velázquez’s Portrait of Pope Innocent X”, ospitato al Des Moines Art Center in Iowa.
Si trovava nella stessa collezione dal 1975, quando fu acquisto in un’asta da Sotheby’s a Londra. Non compariva al pubblico da 40 anni
 

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ma sono io che posso chiedere una "piccola" royalty
o meglio che cambio subito nick?
 
ma sono io che posso chiedere una "piccola" royalty
o meglio che cambio subito nick?

Mah,
sai, potrebbe anche succedere che la guardia di finzanza sbagli:wall:
magari te li trovi sotto casa
chiedendoti se sei fra gli eredi diretti
:cool:
non lo sei, vero?
:D
 
ANDREA GRECO ALLA CONCEPTUAL DI ROVATO (BS)

DE MEMORIAE FRAGMENTIS

personale d'arte di Andrea Greco
Conceptual Contemporary Gallery
Via Alessandro Bonvicino, 15
Rovato - Brescia – Italy
17 novembre 2012 – 13 gennaio 2013

Si inaugura il 17 novembre, alle ore 17 presso la Conceptual Contemporary Gallery di Rovato (BS), la mostra De Memoriae Fragmentis, personale d'arte di Andrea Greco.
Da diversi anni l'artista va a riprendere quello che ha dentro di sé, i frammenti del suo io e consuma una liturgia che dovrebbe esser chiara a chiunque voglia saperne di informale: tra anima e pennello è già troppo che ci sia un braccio a guidare.
Se l’informale è figlio del dubbio e della contrizione, se è stato il documento e il manifesto di un disastrato dopoguerra, del disagio nudo e crudo, allora è logico dire che l'artista, nelle opere della serie Karma e attraverso i bouquet della serie Anche i fiori piangono, racconta anche noi, tutti i giorni. Andrea Greco ha la straordinaria capacità di raccontare l'intimo sentire quotidiano attraverso un romanticismo d'altri tempi. Non si lascia sedurre dalle logiche contemporanee dell'arte, fatte di letture delle immagini veloci, immediate, ma sommarie e insoddisfacenti che sempre più spesso si avvalgono della provocazione per stimolare i fruitori. Greco sceglie il percorso più arduo, sfida la banalità imperversante e aggira l’ostacolo di quelle uniformità di pensiero.
Con la sua fragilità raccontata da una penombra che invade le sue opere o vi si affaccia appena, sempre e comunque, come una aria leggera e grigiastra nei boschi della Brianza, Andrea Greco prosegue nel suo cammino, ormai maturo e di successo.
L'artista attraverso le sue opere cerca di farci destare dal torpore che ci avvolge, cerca di coinvolgere l'osservatore attraverso un segno libero e deciso, una traccia dei tempi. La si avverta come una sberla o una carezza, non importa. Il segno che va dove gli pare, ma Andrea lo accompagna dove vuole, con una grazia che è dei virtuosi.
(tratto da La lingua batte dove il segno vuole, di Giorgio Barassi)





Tempo fa accennai che il linguaggio di Andrea Greco mi richiama ad un intimismo contemporaneo.
Lasciai in sospensione questa mia affermazione.
Ora, con quel ciclo di “anche i fiori piangono” non possono tacere.

Conoscendo il percorso di Greco, dagli autoritratti disincantati, all’olocausto, dalle polaroid, alle voci della Brugheria, fino ai recenti Karma, l’artista continua a utilizzare catrami, bitumi, smalti e resina ma si rinnova sempre, spingendo affinché sia ora il cuore a parlare con una espressione di sentimenti, di quegli stati d’animo più intimi.
Ora più che mai abbiamo bisogno di un risveglio emozionale, di una poesia che inizi dalla nostra sensibilità ed anche dalla nostra coscienza.

E’ dai tempi degli impressionisti che le distorsioni dei colori e delle forme davano l’essenza alla pittura per esprimere stati d’essenza, comunicando calore e serenità.
Forse dovremmo ricominciare ad apprezzare un’opera artistica come fosse una poesia, che è da sempre uno strumento iniziatico, e ci permetterebbe di aprire una rinascita culturale a partire dalla propria individualità.

In questo ciclo in cui l’Artista si mette in gioco, ingannando chi vede in esso un approccio meramente figurativo, ma infatti non si tratta di nature morte, si legge un’arte diluita, slegata, soffusa, quasi non finita. Ed è una ribellione ai gesti provocatori dell’arte contemporanea, una ribellione con un pensiero rivolto alla polvere e al fiato leggero e sospeso.
E’ un ritorno alla parola.

Andrea Greco un giorno mi disse :”non badare alla forma, segui il gesto!”
Soltanto dinnanzi all’opera mi accorsi che questo tempo troppo distratto non mi permetteva di leggere l’eccezionalità di quel gesto.
E’ soltanto una pittura formicolante di attimi percepiti con una intensità e fugacità meravigliose.
Greco non ricorda niente e nessuno.
Ha il suo stile, ha il suo modo di fare arte, in un tempo che pare non il nostro medesimo, ma sta al centro del nostro essere, come un virtuosismo di cuore e di mano.
Quel gesto si trasforma e diviene pensiero.

Perché questo tempo contemporaneo ci porta sempre altrove e ci allontana dalla poesia e dalla forza delle parole.
Con quelle pennellate in apparenza casuali, con quegli spessori che incidono sulla luce, con quei grumi di colore che non rispettano le leggi dei complementari, si entra nell’intimità della pronuncia dell’artista, quasi a coglierne la voce.

E mi scuso con l’Artista, egli sa bene quanto esitai prima di comprendere questo gesto…
Oggi cerco e trovo in questi “anche i fiori piangono” sensazioni o qualcosa di remoto
che torna ad affiorare.

Non posso chiudere questo mio breve pensiero con una citazione di Italo Calvino:
“nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell'intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità appartengono ad un altro universo da quello del vivere.»

OK!
 
:clap::clap::clap::clap:
avrei solo aggiunto che con un pò di coraggio ...... Pompei potremmo pure venderlo ai Cinesi. Tanto da li non si può portar via :D:D
:confused::confused::confused:

non ci giurerei quelli se la copiano anche come han gia fatto
con un paese in germania.......

:confused::confused:
 
Bravo Giuseppe,
ottima occasione per Andrea!OK!
 

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Bruno Munari. Pensare confonde le idee
INAUGURAZIONE
Sabato 24 novembre 2012, dalle 18:00
DURATA
Dal 24 novembre al 30 gennaio 2013

Picasa Web Albums - Galleria dell'Inc... - Munari - 263

SEDE
Galleria dell’Incisione
Via Bezzecca 4, Brescia Galleria dell'Incisione - Brescia



Dal 24 novembre 2012 al 30 gennaio 2013 la Galleria dell'Incisione di Brescia presenta la mostra
“Bruno Munari. Pensare confonde le idee”. L'esposizione, che celebra i quarant'anni della
galleria, segue l'attività di Bruno Munari attraverso una cinquantina di opere e progetti realizzati
con tecniche diverse fra gli anni '30 e gli anni '90.
La mostra restituisce la varietà, il rigore e, allo stesso tempo, l'ironia della sperimentazione artistica di Bruno Munari attraverso una selezione di lavori rappresentativi dei diversi momenti del percorso creativo dell'artista. Leggerezza e semplicità formale, comuni alle opere in mostra,
non sono mai cifra stilistica, ma, piuttosto, il risultato di una ricerca profonda che indaga i meccanismi del linguaggio visivo e la sua declinazione nella quotidianità.
Il dialogo fra produzione artistica e vita di tutti i giorni è costante: da un lato, come designer, Munari progetta oggetti d'uso quotidiano che, ancora oggi, sono ammirati per qualità estetica e funzionale (in mostra saranno presenti bozzetti, studi e prototipi a documentare questo campo
d'indagine). Dall'altro lato, oggetti comuni sono trasformati e, come ne “Le forchette parlanti”, danno nuova voce alla realtà domestica e, allo stesso tempo, indagano le possibilità comunicative di forme e segni ridotti ai minimi termini.
Stupisce la capacità di interpretare nuove tecniche e strumenti, come ne “Le Xerografie”, immagine uniche realizzate con una semplice fotocopiatrice o nelle “Sculture da viaggio”, creazioni pieghevoli e leggerissime che ben riflettono l'idea di una bellezza portatile, che si dispiega col farsi della vita di tutti i giorni.
Molti sono gli ambiti dove Munari seppe lasciare un segno significativo: progettazione grafica, libri per l'infanzia (originalmente pensati per il figlio, ma ad oggi amati da un pubblico di tutte le età),
design, scultura, architettura. D'altronde è questo l'esito necessario del lavoro del designer perché, per dirla con le parole di Munari, “il designer risponde alle necessità umane della gente della sua epoca, l'aiuta a risolvere certi problemi indipendentemente da preconcetti stilistici o da false dignità
artistiche derivanti dalle divisioni fra le arti”.
La mostra, curata da Claudio Cerritelli, è accompagnata da catalogo con un suo testo critico.
:clap::clap::clap::clap:
 
Questo weekend sono stato ad Anversa, sono andato alla Tim Van Laere Gallery, in mostra c'era TOMASZ KOWALSKI, sinceramente pensavo meglio, i lavori su tela non mi hanno colpito particolarmente, qualche lavoro su carta non era male.

''Tim Van Laere Gallery is pleased to announce the second solo show of Tomasz Kowalski. In Routine investigation, he exhibits his most recent paintings, drawings and collages, all dated 2012.

Part of the surprising charm of Tomasz Kowalski’s work is his idiosyncratic iconography. Through his personal imagination, everyday life experience morph into tragicomic stories, lending his imagery an enigmatic and psychedelic quality. Approaching his work as the personal diary of a paranoid person (like in Roman Polanski's The Tenant ) can be a key to fully grasp it. It refers to a childlike sensitivity, to lose yourself in the paranoia of imaginations or hallucinatory visions. Kowalski compulsively works on the same unsettling subjects (illness, cleansing), theatre like scenes containing the same characters and requisites (wardrobes with ethereal clothes), examining iconic representations of objects and situations and its relation to real life.

It is hard today to find artists who are able to effortlessly come to terms with the art-historical and cultural traditions that anticipated them, and even harder to find any who can translate this into creative actions through an expressive medium. Tomasz Kowalski is one of the rare cases who pull this off. Using painting as his chosen communicative tool, he journeys to a past with rather generous boundaries, crowded with the most famous masters of German Expressionism (Otto Dix and George Grosz), pioneers of the geometric abstract art, Dadaïsm and Surrealism. These, in turn, are connected to an immense constellation which makes reference to both literature and graphic design. This includes the work of William Burroughs, Thomas Pynchon, Bruno Schulz which all represent a form of paranoid thinking about reality, full of conspiracies, fear and psychedelia. It is the combination of Kowalski's imagination, his figurative play on abstraction and his confident handling of paint, that give his work a unique vitality.

Born in 1984 in Szczebrzeszyn, Poland, Tomasz Kowalski lives and works in Krakow and Szczebrzeszyn. His work has been exhibited in solo shows at Centre for Contempory Art Ujazdowskie Castle, Warsaw, Poland in 2011; Kunstlerhaus Bethanien, Berlin, Germany in 2009 and also in group shows at Kunsthalle Wien; De Appel, Amsterdam, Netherlands; MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Wien, Austria; S.M.A.K. Ghent, Belgium; De Garage, Mechelen, Belgium, Center for Contemporary Art, Ujazdowski Castle, Warsaw, Poland; Centre Pompidou, Paris, France; Hartware MedienKunstVerein, Dortmund, Germany; Ursula Blickle Foundation, Kraichtal-Unterowisheim,Germany. Tomasz Kowalski‘s work is included in important public collections such as Centre Pompidou, Paris, France; MUMOK – Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Wien, Austria; Frac des Pays de la Loire, Nantes, France; MOCAK, Museum of Contemporary Art, Krakow, Poland.''

 
Alla Tim Van Laere Gallery sono passato anche per chiedere di persona la disponibilità di qualche lavoro di Ghenie, ovviamente lista particolarmente lunga.
Comunque il 30 Novembre c'è una sua opera, non particolarmente significativa secondo il mio parere, in asta da Grisebach

Auction 204
Friday, 30 November 2012
02:30 PM

Adrian Ghenie
Baia Mare/Romania 1977 – lives in Cluj-Napoca and Berlin
CASEMATE
2007. Oil on canvas.
32 x 53,5 cm (12 ⅝ x 21 ⅛ in.)
Signed and dated on the reverse in black felt-tip pen: Ghenie 2007.
[3474]

EUR 7.000 – 9.000
US $ 9,070 – 11,660




Passeggiando per Anversa ho trovato la galleria, ''At the Gallery'', che proponeva una bella mostra su Christo e su Robert Combas ;) .
Lavori veramente significativi di entrambi esposti in spazi ben curati.
Davvero una bella sorpresa.

Sono rimasto colpito più dai progetti di larga scala di Chirsto che degli oggetti quotidiani impacchettati. Nella galleria erano esposti circa 10-12 lavori di cui 3 di grandi dimensioni, 220 x 100 circa, questi ultimi erano i progetti per ''Surrounded Islands'', ''Over the river'' e ''The mastaba''.

Per quanto riguarda Combas non è che sia un artista che apprezzo profondamente ma comunque qualche lavoro risultava piacevole.
 
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