Monitorare e comprendere comparto fondo pensione

Ciao @max 69
sapevo già di questa cosa e non ti nascondo che non mi fa piacere affatto....spero di ricredermi ma vedo la cosa in parte sfavorevole....vedremo.

Intanto Priamo ha aumentato di pochissimo il costo di 2 dei 3 comparti d'investimento con la scusa della modifica dei mandati di gestione...strana coincidenza

In teoria dovrebbe essere solo un vantaggio: i fondi troppo piccoli non riescono ad essere efficienti.

Ma da dove vedi che sono aumentati i costi? C'è stata qualche comunicazione?
 
Ciao @max 69
sapevo già di questa cosa e non ti nascondo che non mi fa piacere affatto....spero di ricredermi ma vedo la cosa in parte sfavorevole....vedremo.

Intanto Priamo ha aumentato di pochissimo il costo di 2 dei 3 comparti d'investimento con la scusa della modifica dei mandati di gestione...strana coincidenza

giusto per capire Didol, tu aderisci al PREVILOG e non sei contento di finire in PRIAMO? come mai nello specifico?

io per categoria ho il previlog ma non ho mai aderito, per scelta (ho FPA). ho visto la notizia della confluenza e sono andata a spulciarmi le condizioni di entrambi i fondi (in caso ci fosse qualche condizione + favorevole in PREVILOG che valesse la pena acquisire prima di passare per forza al priamo) ma non ho trovato differenze sostanziali.
 
In teoria dovrebbe essere solo un vantaggio: i fondi troppo piccoli non riescono ad essere efficienti.

Ma da dove vedi che sono aumentati i costi? C'è stata qualche comunicazione?

Non c'è stata una comunicazione ufficiale ma solo un aggiornamento della nota informativa che,confrontata con la precedente,si nota il solo aumento silenzioso del costo dei comparti. Alla mia richiesta di chiarimenti,la risposta che ti ho fornito nel post precedente.

http://www.fondopriamo.it/cms/resou...tiva-deposito-29032016-supplento-07112016.pdf


PS:Priamo è un grande fondo.....ed è molto efficiente.
Il fatto che abbia assorbito un altro fondo,certamente più piccolo,fa capire che non sarà un guadagno per gli iscritti......spero di ricredermi ma ad oggi c'è stato solo un aumento,seppur minimo e insignificante,ma c'è stato.
 
giusto per capire Didol, tu aderisci al PREVILOG e non sei contento di finire in PRIAMO? come mai nello specifico?

io per categoria ho il previlog ma non ho mai aderito, per scelta (ho FPA). ho visto la notizia della confluenza e sono andata a spulciarmi le condizioni di entrambi i fondi (in caso ci fosse qualche condizione + favorevole in PREVILOG che valesse la pena acquisire prima di passare per forza al priamo) ma non ho trovato differenze sostanziali.

ciao @luthien_tinuviel
no,io sto in Priamo e la convenienza sta solo per voi che sarete assorbiti in un contesto più sano e performante nonchè più sicuro......tutto qua.
Costi e condizioni sono pressocchè identici.....sperando che l'aumento di iscritti non porti rendimenti minori e/o costi più alti.
Vedremo...
 
giusto per capire Didol, tu aderisci al PREVILOG e non sei contento di finire in PRIAMO? come mai nello specifico?

io per categoria ho il previlog ma non ho mai aderito, per scelta (ho FPA). ho visto la notizia della confluenza e sono andata a spulciarmi le condizioni di entrambi i fondi (in caso ci fosse qualche condizione + favorevole in PREVILOG che valesse la pena acquisire prima di passare per forza al priamo) ma non ho trovato differenze sostanziali.

Alla luce della fusione, pensi di aderire adesso?
 
In realtà no, perché i motivi che mi portano a non aderire non hanno a che fare con le dimensioni del fondo ma sono strutturali rispetto alla mia situazione lavorativa; ovvero per contratto ho già un contributo datoriale che confluisce in un fondo separato (fasc, che non è un fondo pensione ) e non è aumentabile aderendo al fpn; essendo di prima assunzione di questo secolo sarei obbligata ad aderire col 100 % del tfr, per tutta la vita lavorativa anche nelle future occupazioni con altri datori di lavoro; prevedo inoltre in futuro di cambiare lavoro subendo una diminuzione della mia retribuzione e poter attingere al tfr a livello psicologico mi riequilibra questo disagio. Aggiungo che al momento il mio tfr è ottimamente custodito in azienda di cui mi fido (non ciecamente, ma al contrario con gli occhi bene aperti ).

Ciononostante max so che sei un grande sostenitore della previdenza complementare e anche i tuoi interventi sul forum mi sono stati utili nel prendere la decisione (tardiva rispetto alla mia occupazione ) di aderirvi, e lo sto facendo con convinzione e versando il massimo detraibile (che con lo scaglione del 38% è l'unica cosa sensata da fare imho ).

Ma sul tfr purtroppo secondo me per come è scritta la legge (ovvero il sistema del non ritorno) il freno psicologico risulta più forte dei vantaggi (che pure ci sarebbero basta pensare alla differenza di tassazione tra tfr nel fpn e riscosso ).
 
mi trovo in una situazione molto simile alla tua e condivido pienamente il tuo ragionamento
 
In realtà no, perché i motivi che mi portano a non aderire non hanno a che fare con le dimensioni del fondo ma sono strutturali rispetto alla mia situazione lavorativa; ovvero per contratto ho già un contributo datoriale che confluisce in un fondo separato (fasc, che non è un fondo pensione ) e non è aumentabile aderendo al fpn; essendo di prima assunzione di questo secolo sarei obbligata ad aderire col 100 % del tfr, per tutta la vita lavorativa anche nelle future occupazioni con altri datori di lavoro; prevedo inoltre in futuro di cambiare lavoro subendo una diminuzione della mia retribuzione e poter attingere al tfr a livello psicologico mi riequilibra questo disagio. Aggiungo che al momento il mio tfr è ottimamente custodito in azienda di cui mi fido (non ciecamente, ma al contrario con gli occhi bene aperti ).

Ciononostante max so che sei un grande sostenitore della previdenza complementare e anche i tuoi interventi sul forum mi sono stati utili nel prendere la decisione (tardiva rispetto alla mia occupazione ) di aderirvi, e lo sto facendo con convinzione e versando il massimo detraibile (che con lo scaglione del 38% è l'unica cosa sensata da fare imho ).

Ma sul tfr purtroppo secondo me per come è scritta la legge (ovvero il sistema del non ritorno) il freno psicologico risulta più forte dei vantaggi (che pure ci sarebbero basta pensare alla differenza di tassazione tra tfr nel fpn e riscosso ).

Freno psicologico mi sembra la definizione esatta. Cioè l'adesione ad un fondo pensione negoziale è qualificata come adesione collettiva e da la possibilità di riscattare anche totalmente in ogni caso di perdita dei requisiti, tra questi casi vi è anche la cessazione del rapporto di lavoro. Quindi dove sta la differenza in termini di liquidabilità tra la sciare il TFR in azienda e destinarlo ad un fondo negoziale? Che dal datore di lavoro sei obbligato a prenderlo se cessi e se sei fortunato te lo liquidano con l'ultima mensilità, nel fondo pensione puoi prenderlo subito o lasciarlo lì, puoi prenderne una parte o tutto. Cioè hai solo più opzioni, i tempi di liquidazione sono ormai ridotti, 60-90 gg. ce la fanno tutti i fondi negoziali ormai, non credo siano quelli che fanno la differenza nella scelta, piuttosto la differenza potrebbe farla la tassazione ridotta (se la tua aliquota marginale è del 38% con la separata stai ovviamente sopra il 23%), possibilità di anticipazioni più flessibili e senza dover chiedere al datore di lavoro, spesso dovendo far sapere i cavoli propri.
 
...piuttosto la differenza potrebbe farla la tassazione ridotta (se la tua aliquota marginale è del 38% con la separata stai ovviamente sopra il 23%), possibilità di anticipazioni più flessibili e senza dover chiedere al datore di lavoro, spesso dovendo far sapere i cavoli propri.

--marco-- puoi chiarire meglio questo punto? In caso di cessazione come viene tassato il TFR nei due casi anzi nei tre casi azienda/INPS/fondo pensione? Grazie.
 
I casi fiscalmente possono essere ricondotti a due:
a) tfr secondo codice civile (che sia in azienda o presso f.do tesoreria inps cambia niente)
b) tfr a previdenza complementare (a quel punto manco si parla più di tfr, ma di posizione di previdenza complementare)
nel caso a) la tassazione è la classica separata, con un aliquota minima del 23%, nel caso b) l'aliquota massima dal 2007 è del 23%, poi a seconda del tipo di prestazione e dell'anzianità possi arrivare ad un minimo del 9%.
Non centra niente con la fiscalità ma per rendere l'idea sulla liquidabilità di un fondo pensione aggiungerei che nel caso di tfr destinato a previdenza complementare posso fruirne (nel limite del 50%) anche nei casi di CIG (in questi casi pure con tassazione favorevole al 15% a decrescere). Cosa che ovviamente non è possibile con il tfr in azienda, e con l'azienda in cig qualche dubbio sul tfr me lo farei...
 
I casi fiscalmente possono essere ricondotti a due:
a) tfr secondo codice civile (che sia in azienda o presso f.do tesoreria inps cambia niente)
b) tfr a previdenza complementare (a quel punto manco si parla più di tfr, ma di posizione di previdenza complementare)
nel caso a) la tassazione è la classica separata, con un aliquota minima del 23%, nel caso b) l'aliquota massima dal 2007 è del 23%, poi a seconda del tipo di prestazione e dell'anzianità possi arrivare ad un minimo del 9%.
Non centra niente con la fiscalità ma per rendere l'idea sulla liquidabilità di un fondo pensione aggiungerei che nel caso di tfr destinato a previdenza complementare posso fruirne (nel limite del 50%) anche nei casi di CIG (in questi casi pure con tassazione favorevole al 15% a decrescere). Cosa che ovviamente non è possibile con il tfr in azienda, e con l'azienda in cig qualche dubbio sul tfr me lo farei...

Abbi pazienza --marco-- ma oggi sono un po' rinco.... (forse non solo oggi).

Quindi se ho capito bene in caso di cessazione del rapporto di lavoro, se il TFR è in azienda o all’INPS va al lavoratore tassato al 23% o più in base all’aliquota marginale (il massimo di tassazione quant’è?).
Se invece il TFR è stato fatto confluire nel fondo pensione negoziale, se il lavoratore lo vuole va al lavoratore tassato al 23% pulito.
Ripeto, stiamo parlando solo e soltanto del caso cessazione del rapporto di lavoro a 30-40-50 anni, non mi interessa in questo momento la tassazione alla pensione.
 
Abbi pazienza --marco-- ma oggi sono un po' rinco.... (forse non solo oggi).

Quindi se ho capito bene in caso di cessazione del rapporto di lavoro, se il TFR è in azienda o all’INPS va al lavoratore tassato al 23% o più in base all’aliquota marginale (il massimo di tassazione quant’è?).
Se invece il TFR è stato fatto confluire nel fondo pensione negoziale, se il lavoratore lo vuole va al lavoratore tassato al 23% pulito.
Ripeto, stiamo parlando solo e soltanto del caso cessazione del rapporto di lavoro a 30-40-50 anni, non mi interessa in questo momento la tassazione alla pensione.

TFR in azienda o al f.do tesoreria inps tassato dal 23% in su (acconto subito sulla base della formula della tassazione separata che tiene in considerazione il lasso di tempo in cui è maturato il tfr stesso e l'importo accantonato e saldo dopo con la riliquidazione dell'agenzia delle entrate). Quindi non conta l'aliquota marginale ma, per ricollegarmi al mio intervento precedente, se uno ha l'aliquota marginale del 38% e l'agenzia delle entrate riliquida il TFR tassando con l'aliquota media degli ultimi 5 anni, questa sarà > del 23%...

TFR nel fp 23% pulito, di più non può essere (*). Fermo restando che se uno è furbo in determinate situazioni si può ridurre. Es. cessazione per mobilità: riscatto al 50% con tassazione al 15% e poi riscatto il residuo tassato al 23%.

(*) parliamo sempre di montanti maturati dal 01/01/2007.
 
Freno psicologico mi sembra la definizione esatta.

frena un sacco secondo me il sentire comune che è meglio una gallina oggi che un uovo domani, sommato a una disinformazione latente.

io stessa che mi sono riletta di recente i prospetti dei negoziali non mi ero accorta che prevedessero il riscatto totale anche in caso di inoccupazione inferiore ai 12 mesi (vedo che basta perdere i requisiti di appartenenza al FPN per riscattare- quindi però non basta cambiare lavoro all'interno dello stesso comparto).

tra l'altro a questo punto sto mettedo in dubbio tutto quello che pensavo di sapere sui negoziali e a quanto pare ne ho ben donde, perchè leggo ora che
"La scelta se mantenere in azienda il Tfr ovvero destinarlo ad una forma pensionistica complementare deve essere effettuata entro sei mesi dalla data di prima assunzione. Oppure entro sei mesi dalla data di riassunzione se in occasione della cessazione del rapporto di lavoro precedente si è operato il riscatto totale della posizione."

ergo babba io che ho sempre pensato che una volta deciso di aderire ad FPN, per tutta la vita anche cambiando comparto non sarebbe stato + possibile tornare indietro.

a questo punto nella mia pianificazione futura il riscatto totale del montante del FPN diventa semplice, basta licenziarsi per ritirare tutto in toto e subito (tranne che se mancano 5 anni alla pensione); a differenza del FPA che ha limiti per il ritiro del montante sia di finestra temporale sia di obbligo di avere una parte in rendita se il montante è maggiore di X.

sicuramente la tassazione al 23% "secco" mi torna più conveniente dell'aliquota media...ciò compensa l'altro freno psicologico ovvero che i rendimenti dei FPN non sono garantiti nel corso degli anni, mentre al contrario i costì sì (versus niente costi per chi lascia il Tfr in azienda, e rendimento minimo garantito).

grazie mille marco per gli approfondimenti e se ho detto ca**ate correggimi pure, leggerti sull'argomento è sempre utile ed istruttivo!
 
TFR in azienda o al f.do tesoreria inps tassato dal 23% in su (acconto subito sulla base della formula della tassazione separata che tiene in considerazione il lasso di tempo in cui è maturato il tfr stesso e l'importo accantonato e saldo dopo con la riliquidazione dell'agenzia delle entrate). Quindi non conta l'aliquota marginale ma, per ricollegarmi al mio intervento precedente, se uno ha l'aliquota marginale del 38% e l'agenzia delle entrate riliquida il TFR tassando con l'aliquota media degli ultimi 5 anni, questa sarà > del 23%...

TFR nel fp 23% pulito, di più non può essere (*). Fermo restando che se uno è furbo in determinate situazioni si può ridurre. Es. cessazione per mobilità: riscatto al 50% con tassazione al 15% e poi riscatto il residuo tassato al 23%.

(*) parliamo sempre di montanti maturati dal 01/01/2007.

Grazie mille, --marco--. OK!

frena un sacco secondo me il sentire comune che è meglio una gallina oggi che un uovo domani, sommato a una disinformazione latente.

io stessa che mi sono riletta di recente i prospetti dei negoziali non mi ero accorta che prevedessero il riscatto totale anche in caso di inoccupazione inferiore ai 12 mesi (vedo che basta perdere i requisiti di appartenenza al FPN per riscattare- quindi però non basta cambiare lavoro all'interno dello stesso comparto).

tra l'altro a questo punto sto mettedo in dubbio tutto quello che pensavo di sapere sui negoziali e a quanto pare ne ho ben donde, perchè leggo ora che
"La scelta se mantenere in azienda il Tfr ovvero destinarlo ad una forma pensionistica complementare deve essere effettuata entro sei mesi dalla data di prima assunzione. Oppure entro sei mesi dalla data di riassunzione se in occasione della cessazione del rapporto di lavoro precedente si è operato il riscatto totale della posizione."

ergo babba io che ho sempre pensato che una volta deciso di aderire ad FPN, per tutta la vita anche cambiando comparto non sarebbe stato + possibile tornare indietro.

a questo punto nella mia pianificazione futura il riscatto totale del montante del FPN diventa semplice, basta licenziarsi per ritirare tutto in toto e subito (tranne che se mancano 5 anni alla pensione); a differenza del FPA che ha limiti per il ritiro del montante sia di finestra temporale sia di obbligo di avere una parte in rendita se il montante è maggiore di X.

sicuramente la tassazione al 23% "secco" mi torna più conveniente dell'aliquota media...ciò compensa l'altro freno psicologico ovvero che i rendimenti dei FPN non sono garantiti nel corso degli anni, mentre al contrario i costì sì (versus niente costi per chi lascia il Tfr in azienda, e rendimento minimo garantito).

grazie mille marco per gli approfondimenti e se ho detto ca**ate correggimi pure, leggerti sull'argomento è sempre utile ed istruttivo!

Sì, sulla previdenza complementare in Italia si è fatto da sempre un gran casino mediatico. Siamo un Paese conservatore fino all'ossessione. E siamo capaci di negare persino l'evidenza, nella convinzione che "prima era meglio" a prescindere da tutto e tutti.

A quale FPA sei iscritta, se posso chiedere?
 
rispondo con la dovuta premessa che mi rendo conto sia un'esagerazione e uno spreco di tempo e soldi, ma ho
unipol insieme
allianz insieme
amundi secondapensione
generali pensionline (pip)

ripartisco tra questi 4 il massimo del contributo annuo detraibile. ho aderito allo stesso comparto su tutti (aggressivo, non raggiungerò l'età pensionabile prima del 2052 ad andar bene) e l'idea è quella di monitorare le prestazioni e poi trasferire due posizioni e rimanere con 2 soli fondi.
li ho aperti però a fini fiscali più che propriamente pensionistici. sinceramente a quello che sarà il mio reddito al momento della pensione non penso molto (vengo da una stirpe di risparmiatori; buon sangue non mente, e sono anche figlia unica...). la mia priorità è risparmiare sull'irpef che al momento ho alta, e tenermi le mani libere per poter ritirare il capitale all'occorrenza, in quanto ho intenzione in futuro di uscire - prima parzialmente e poi con l'avanzare dell'età definitivamente - dal mondo del lavoro. con le regole attuali tra 6 anni e mezzo maturo i requisiti per l'ancitipata (ovviamente riscuotibile quando ne avrò l'età ovvero non prima del 2052), sto puntando a quel traguardo per poter poi "rallentare".
 
frena un sacco secondo me il sentire comune che è meglio una gallina oggi che un uovo domani, sommato a una disinformazione latente.

io stessa che mi sono riletta di recente i prospetti dei negoziali non mi ero accorta che prevedessero il riscatto totale anche in caso di inoccupazione inferiore ai 12 mesi (vedo che basta perdere i requisiti di appartenenza al FPN per riscattare- quindi però non basta cambiare lavoro all'interno dello stesso comparto).

tra l'altro a questo punto sto mettedo in dubbio tutto quello che pensavo di sapere sui negoziali e a quanto pare ne ho ben donde, perchè leggo ora che
"La scelta se mantenere in azienda il Tfr ovvero destinarlo ad una forma pensionistica complementare deve essere effettuata entro sei mesi dalla data di prima assunzione. Oppure entro sei mesi dalla data di riassunzione se in occasione della cessazione del rapporto di lavoro precedente si è operato il riscatto totale della posizione."

ergo babba io che ho sempre pensato che una volta deciso di aderire ad FPN, per tutta la vita anche cambiando comparto non sarebbe stato + possibile tornare indietro.

a questo punto nella mia pianificazione futura il riscatto totale del montante del FPN diventa semplice, basta licenziarsi per ritirare tutto in toto e subito (tranne che se mancano 5 anni alla pensione); a differenza del FPA che ha limiti per il ritiro del montante sia di finestra temporale sia di obbligo di avere una parte in rendita se il montante è maggiore di X.

sicuramente la tassazione al 23% "secco" mi torna più conveniente dell'aliquota media...ciò compensa l'altro freno psicologico ovvero che i rendimenti dei FPN non sono garantiti nel corso degli anni, mentre al contrario i costì sì (versus niente costi per chi lascia il Tfr in azienda, e rendimento minimo garantito).

grazie mille marco per gli approfondimenti e se ho detto ca**ate correggimi pure, leggerti sull'argomento è sempre utile ed istruttivo!

Tutto corretto. Il discorso di cambiare lavoro rimanendo nello stesso settore (ancor meglio con lo stesso ccnl) è teoricamente corretto come lo poni. Poi nella pratica si riesce a riscattare cmq, in un modo o nell'altro.
 
rispondo con la dovuta premessa che mi rendo conto sia un'esagerazione e uno spreco di tempo e soldi, ma ho
unipol insieme
allianz insieme
amundi secondapensione
generali pensionline (pip)

ripartisco tra questi 4 il massimo del contributo annuo detraibile. ho aderito allo stesso comparto su tutti (aggressivo, non raggiungerò l'età pensionabile prima del 2052 ad andar bene) e l'idea è quella di monitorare le prestazioni e poi trasferire due posizioni e rimanere con 2 soli fondi.
li ho aperti però a fini fiscali più che propriamente pensionistici. sinceramente a quello che sarà il mio reddito al momento della pensione non penso molto (vengo da una stirpe di risparmiatori; buon sangue non mente, e sono anche figlia unica...). la mia priorità è risparmiare sull'irpef che al momento ho alta, e tenermi le mani libere per poter ritirare il capitale all'occorrenza, in quanto ho intenzione in futuro di uscire - prima parzialmente e poi con l'avanzare dell'età definitivamente - dal mondo del lavoro. con le regole attuali tra 6 anni e mezzo maturo i requisiti per l'ancitipata (ovviamente riscuotibile quando ne avrò l'età ovvero non prima del 2052), sto puntando a quel traguardo per poter poi "rallentare".

E fattelo un negoziale! :D
 
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