Apple si allea con ChatGPT nella corsa all’intelligenza artificiale
Il colosso di Cupertino portarà ChatGpt sull’iPhone, rispondendo così alla competizione già aperta da Google
a corsa all’intelligenza artificiale apre a nuove alleanze. Apple si prepara al grande salto nell’Intelligenza artificiale grazie anche ad un accordo con OpenAI che portarà ChatGpt sull’iPhone, rispondendo così alla competizione già aperta da Google e dalla stessa azienda di Sam Altman.
La nuova alleanza
A dare ulteriore conferma alle indiscrezioni che circolano da settimane è Bloomberg. «Apple si sta preparando a esporre nella sua conferenza degli sviluppatori le sue funzionalità relative all’IA - spiega la testata - Al centro della nuova strategia c’è Project Greymatter, una serie di strumenti che l’azienda integrerà in app come Safari, Foto, Note e l’assistente digitale Siri.
Le applicazioni
L’intelligenza suggerirà automaticamente risposte a e-mail e messaggi di testo”. Per questo passo avanti la società di Cupertino, secondo Bloomberg, avrebbe già firmato un accordo con OpenAI e la loro partnership verrà annunciata alla conferenza degli sviluppatori di giugno. Sembra però - riferisce la testata - che il produttore dell’iPhone stia ancora lavorando ad un accordo con Google per offrire Gemini come “opzione”, ma l’eventuale annuncio non verrebbe pubblicizzato in questo appuntamento. «Gli annunci di OpenAI, Google e altre big tech si susseguono e continueranno a farlo anche nei prossimi mesi e nei prossimi anni - spiega Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano - dovremo imparare a convivere con un cambiamento delle nostre modalità lavorative, ma anche con nuove modalità di esperienza oggi ancora sconosciute. Sarà necessario per le aziende attivare task force di approfondimento su questi temi, mentre i consumatori dovranno alimentare la propria curiosità cercando di comprendere le opportunità per il proprio lavoro e la vita quotidiana», conclude l’esperto.
Borse Ue, maggio di alti e bassi ma Milano strappa un +2,2%. Risale il gas (+18%)
Piazza Affari maglia rosa da inizio anno.
Wall Street contrastata venerdì dopo dato Pce stabile.
In Europa i prezzi hanno registrato un aumento leggermente superiore alle attese a maggio.
In Italia verdetto Moody’s in serata.
L’euro si rafforza sul dollaro, mentre lo spread chiude in aumento a 132 punti
Le Borse europee chiudono con una nota interlocutoria il mese di maggio. Nel corso degli ultimi trenta giorni numerosi listini hanno fatto segnare nuovi record, con Piazza Affari al top dal 2008, trainati anche dalla buona stagione delle trimestrali, salvo poi tornare in parte sui loro passi a causa delle incertezze sulle traiettorie di politica monetaria delle banche centrali. Mentre si avvicina il primo taglio dei tassi della Bce, ormai praticamente annunciato per il 6 giugno, molti più dubbi circondano le tempistiche con cui la Fed deciderà di abbassare il costo del denaro: in base alle elaborazioni del Cme FedWatch Tool, i mercati al momento considerano probabile una sola sforbiciata da 25 punti base da qui a fine anno, anche se è possibile che diventino due se il primo intervento arriverà a settembre (eventualità al momento considerata probabile al 50% circa).
In questo scenario il Ftse Mib di Piazza Affari ha chiuso maggio con un progresso del 2,2%, rimanendo invariato nell’ultima settimana. Hanno fatto meglio Francoforte, salita del 3,1% in maggio nonostante il -1,1% da venerdì scorso, e Madrid, che ha messo a segno un +4,3% (+0,7% nella settimana). Si è fermata a +1,6% la performance mensile di Londra (-0,5% nell’ultima ottava), mentre Parigi ha chiuso maggio sostanzialmente piatta (+0,1%, con -1,3% da venerdì). Da inizio anno Milano rimane maglia rosa (+13,6%), seguita da Madrid (+12,1%), Francoforte (+10,3%), Londra (+7%) e Parigi (+6%).
In settimana brilla Erg a Piazza Affari, deboli Iveco e Campari
Tra i principali titoli di Piazza Affari, le prestazioni migliori della settimana sono state messe a segno da Erg (+5,6%), A2a (+2,2%), Bper (+2,1%), Banco Bpm (+1,9%) ed Hera (+1,7%). Deboli invece Iveco (-5,1%), Campari (-3,9%), Tenaris (-2,9%), StMicroelectronics (-2,2%) e Interpump (-1,9%).
Venerdì seduta riflessiva per l’Europa, non scaldano i dati sull’inflazione
Seduta di riflessione per le Borse europee, con gli indici che hanno chiuso sui valori della vigilia. Gli investitori hanno tirato i remi in barca in vista delle mosse della Banca centrale europea, che giovedì prossimo dovrebbe annunciare un taglio al costo del denaro. Gli economisti, però, si interrogano sull’entità della manovra. La settimana successiva, poi, si riunirà il Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve, che però dovrebbe confermare lo status quo. Pochi spunti sono arrivati dai tanto attesi dati sull’inflazione, anche se in Europa è risultata sopra le attese e negli States in linea con le previsioni. In Italia è anche il giorno di Moody’s con l’aggiornamento del rating sul debito sovrano del Paese, attualmente a Baa3 con outlook stabile. Così, Milano ha chiuso in rialzo dello 0,13%. In rialzo anche Parigi (+0,18%) e Londra (+0,5%), mentre è sotto la parità Madrid (-0,14%). Piatta Francoforte (+0,01%).
Wall Street contrastata dopo il dato Pce in linea con le stime
Contrastata Wall Street, dopo che i dati sull’inflazione Pce di aprile si sono mostrati, nel complesso, in linea con le attese. Ad aprile, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), la misura preferita dalla Federal Reserve per calcolare l’inflazione, è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente, in linea con le attese e pari al dato di marzo, ed è cresciuto del 2,7% rispetto a un anno prima, un dato pari alle stime e al valore del mese precedente. La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,2% rispetto al mese, pari alle stime e in calo rispetto allo 0,3% del mese precedente, e del 2,8% rispetto a un anno prima, dato invariato rispetto a marzo e peggiore del 2,7% delle attese. L’aumento mensile del dato ’core’ è il più basso del 2024. I redditi personali sono aumentati dello 0,3%, in linea con le stime. Le spese per i consumi sono aumentate dello 0,2%, contro attese per un rialzo dello 0,4%
A Milano ancora in affanno Tim, rimbalza Pirelli
A Piazza Affari hanno perso quota le Telecom Italia (-2,8%), dopo le montagne russe registrate la vigilia, giorno in cui Bruxelles ha dato il via libera alla cessione di Netco. Hanno più volte cambiato la direzione di marcia le banche, con Mps che ha chiuso in rialzo dello 0,4% e Bper che ha perso lo 0,26%, nonostante l’istituto abbia annunciato la chiusura in anticipo di un anno degli obiettivi del Piano Industriale 2022-2025. Le Pirelli hanno guadagnato il 2,67%, dopo il calo della vigilia provocato dal collocamento del 9% del capitale da parte del socio cinese, Silk Road.
L’euro si è rafforzato a maggio, balza il gas a +17,9%
Sul mercato valutario, in maggio l’euro si è rafforzato dell’1,6% nei confronti del dollaro. Bilancio mensile in rosso per il petrolio, mentre le crisi geopolitiche alimentano dubbi sulla domanda globale di energia: il Wti è sceso del 6,2% e il Brent del 7,1%. In crescita del 17,9% invece il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.
Venerdì l’euro scambia in chiusura a 1,0844 dollari (da 1,084 di giovedì) e passa di mano a 170,5 yen, mentre il biglietto verde scambia a 157,2 yen. Ancora in lieve calo il prezzo del petrolio, dopo un aumento a sorpresa delle scorte di benzina negli Usa. Il Wti di luglio cede così lo 0,78% a 77,3 dollari al barile e il Brent di pari scadenza si attesta a 81,67 dollari (-0,19%). Scende anche il gas ad Amsterdam del 2,7%, attestandosi a 34,39 euro al MWh.
Spread chiude in aumento a 132 punti, rendimento decennale su al 3,96%
Chiusura in aumento per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005560948) e il pari scadenza tedesco si è attestato a 132 punti base, in aumento di 2 punti base rispetto al closing di ieri. Leggera crescita anche per il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 3,96% dal 3,95% del riferimento della vigilia. L’attesa in giornata per il dato sull’inflazione Usa aveva portato il rendimento dei decennali a crescere fino a toccare la soglia del 4%, poi la flessione generalizzata di tutti i rendimenti dopo il dato americano stabile e in linea con le attese.