dariottolo
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Ciao a tutti,
vi riepilogo brevemente una spiacevole esperienza nell'interazione tra un mio conoscente ed uno studio notarile, che purtroppo non si è ancora conclusa.
Riordinando l'archivio, si accorge di non trovare la copia di un atto stipulato nel 1989. Il notaio non è più in attività, ma lo studio è ancora esistente.
Ad inizio aprile scrive per chiedere se fosse possibile recuperare la copia dell'atto, specificando che avrebbe voluto sapere quali fossero i costi.
Il giorno successivo viene contattato telefonicamente da una collaboratrice. Gli vengono richiesti i dati identificativi ed indicato che, non essendo disponibile nel loro archivio, andrebbe fatta una richiesta alla Conservatoria. Chiede nuovamente quali sono i costi e gli viene indicato che non sono noti, finché non si ha l'esito della ricerca perché dipendono dal numero di pagine.
Lo stesso giorno invia i dati di cui è in possesso per l'identificazione dell'atto.
A fine aprile, trascorse oltre 3 settimane senza alcun riscontro, chiede un aggiornamento via mail.
Qualche giorno dopo viene nuovamente contattato telefonicamente. Gli viene indicato che è stata incaricata una società per il recupero della documentazione. Chiede costi e tempistiche, ma sono ancora ignoti.
A metà maggio riceve via mail la scansione dell'atto. Viene nuovamente contattato telefonicamente. Nonostante a questo punto il numero di pagine sia noto, il costo della pratica non viene ancora indicato. Lui non chiede il motivo, ma gli sembra di capire che dipende dal costo che verrà presentato dall'agenzia a cui si sono appoggiati.
Dopo una decina di giorni riceve una richiesta di pagamento di circa 200 euro.
A questo punto si lamenta, sempre tramite email e viene contattato, sempre telefonicamente, questa volta dal notaio. Gli dice che avrebbe verificato con la collaboratrice se l'incarico fosse stato formalizzato o meno (spoiler alert: non a voce e sicuramente non per iscritto), che supponevano che il costo sarebbe stato ragionevole quindi hanno proceduto, che comunque (sbagliando) hanno anticipato la scansione dell'atto, quindi secondo lei è giusto che l'importo venga saldato.
Secondo me le alternative sono le seguenti:
- paga e ingoia il rospo, perché tanto l'atto è stato recuperato e non ha avuto bisogno di sbattersi;
- tratta sul prezzo, offrendosi di pagare solo il costo vivo (stimato in circa 80 euro), lasciando in carico allo studio le spese dell'agenzia;
- si rifiuta di pagare perché in nessuna comunicazione scritta lo studio viene incaricato formalmente;
- si rifiuta di pagare perché in nessuna occasione è mai stato fornito un preventivo che, per legge, è obbligatorio.
Mi sfugge qualcosa?
Grazie mille in anticipo a chiunque intervenga
vi riepilogo brevemente una spiacevole esperienza nell'interazione tra un mio conoscente ed uno studio notarile, che purtroppo non si è ancora conclusa.
Riordinando l'archivio, si accorge di non trovare la copia di un atto stipulato nel 1989. Il notaio non è più in attività, ma lo studio è ancora esistente.
Ad inizio aprile scrive per chiedere se fosse possibile recuperare la copia dell'atto, specificando che avrebbe voluto sapere quali fossero i costi.
Il giorno successivo viene contattato telefonicamente da una collaboratrice. Gli vengono richiesti i dati identificativi ed indicato che, non essendo disponibile nel loro archivio, andrebbe fatta una richiesta alla Conservatoria. Chiede nuovamente quali sono i costi e gli viene indicato che non sono noti, finché non si ha l'esito della ricerca perché dipendono dal numero di pagine.
Lo stesso giorno invia i dati di cui è in possesso per l'identificazione dell'atto.
A fine aprile, trascorse oltre 3 settimane senza alcun riscontro, chiede un aggiornamento via mail.
Qualche giorno dopo viene nuovamente contattato telefonicamente. Gli viene indicato che è stata incaricata una società per il recupero della documentazione. Chiede costi e tempistiche, ma sono ancora ignoti.
A metà maggio riceve via mail la scansione dell'atto. Viene nuovamente contattato telefonicamente. Nonostante a questo punto il numero di pagine sia noto, il costo della pratica non viene ancora indicato. Lui non chiede il motivo, ma gli sembra di capire che dipende dal costo che verrà presentato dall'agenzia a cui si sono appoggiati.
Dopo una decina di giorni riceve una richiesta di pagamento di circa 200 euro.
A questo punto si lamenta, sempre tramite email e viene contattato, sempre telefonicamente, questa volta dal notaio. Gli dice che avrebbe verificato con la collaboratrice se l'incarico fosse stato formalizzato o meno (spoiler alert: non a voce e sicuramente non per iscritto), che supponevano che il costo sarebbe stato ragionevole quindi hanno proceduto, che comunque (sbagliando) hanno anticipato la scansione dell'atto, quindi secondo lei è giusto che l'importo venga saldato.
Secondo me le alternative sono le seguenti:
- paga e ingoia il rospo, perché tanto l'atto è stato recuperato e non ha avuto bisogno di sbattersi;
- tratta sul prezzo, offrendosi di pagare solo il costo vivo (stimato in circa 80 euro), lasciando in carico allo studio le spese dell'agenzia;
- si rifiuta di pagare perché in nessuna comunicazione scritta lo studio viene incaricato formalmente;
- si rifiuta di pagare perché in nessuna occasione è mai stato fornito un preventivo che, per legge, è obbligatorio.
Mi sfugge qualcosa?
Grazie mille in anticipo a chiunque intervenga