reganam
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Nuova Zelanda, dove permettersi una casa e ormai impossibile | La Mala Informacion
Sta accadendo in Nuova Zelanda, dove i prezzi degli immobili e degli affitti nel giro degli ultimi cinque anni sono lievitati dell’80%, costringendo centinaia di famiglie normali, con regolare lavoro, a rinunciare a una casa e a vivere in locali di fortuna, come garage, tende, container e addirittura auto.
Se anni addietro ad affrontare questa terribile situazione erano cittadini disoccupati o con reddito basso, ora il fenomeno riguarda drammaticamente anche lavoratori con stipendi dignitosi.
Il problema è del mercato immobiliare in Nuova Zelanda, divenuto il più inaccessibile al mondo.
Il prezzo medio di una casa normale, priva di finiture di lusso e di dimensioni contenute (due camere, un bagno, un soggiorno, una cucina e un garage) si aggira sui 570mila euro.
Molte famiglie si sono viste costrette a scegliere se avere un tetto sulla testa o mangiare tutti i giorni e ripiegare sugli affitti non è stato sufficiente per far quadrare il bilancio familiare.
Le persone vivono spesso in garage privi di riscaldamento e servizi igienici pagando l’esorbitante cifra di 400 dollari neozelandesi, l’equivalente di 250 euro.
Jenny Salese, un deputato laburista del quartiere di Otara a sud di Auckland, afferma che sono soprattutto le popolazioni Maori e quelle del Pacifico a sostenere il peso della crisi degli alloggi.
Questo crescente fenomeno ha spinto a importanti migrazioni nel sud della Nuova Zelanda alla ricerca di affitti più economici, causando gravi disagi per i bambini che difficilmente possono avere accesso a una istruzione adeguata e all’assistenza sanitaria.
La scorsa settimana il governo della Nuova Zelanda ha annunciato lo stanziamento di 41,1 milioni di dollari neozelandesi (pari a circa 25 milioni di euro), per fornire alloggi di emergenza dotati di servizi igienici chimici e elettricità, ma questo tipo di intervento con l’inverno alle porte rischia di arrivare troppo tardi.
La Nuova Zelanda ha inverni piuttosto miti con temperature appena al di sotto dei 10 gradi ma caratterizzati da abbondanti piogge, condizioni insostenibili se si vive in un garage senza riscaldamento o peggio in un’auto.
Cambell Roberts della Salvation Army denuncia che gli avvertimenti al governo della dilagante situazione di indigenza dovuta all’aumento indiscriminato dei prezzi delle abitazioni e degli affitti, risalgono a 7 anni fa ma pare che siano rimasti inascoltati fino ad oggi.
Sta accadendo in Nuova Zelanda, dove i prezzi degli immobili e degli affitti nel giro degli ultimi cinque anni sono lievitati dell’80%, costringendo centinaia di famiglie normali, con regolare lavoro, a rinunciare a una casa e a vivere in locali di fortuna, come garage, tende, container e addirittura auto.
Se anni addietro ad affrontare questa terribile situazione erano cittadini disoccupati o con reddito basso, ora il fenomeno riguarda drammaticamente anche lavoratori con stipendi dignitosi.
Il problema è del mercato immobiliare in Nuova Zelanda, divenuto il più inaccessibile al mondo.
Il prezzo medio di una casa normale, priva di finiture di lusso e di dimensioni contenute (due camere, un bagno, un soggiorno, una cucina e un garage) si aggira sui 570mila euro.
Molte famiglie si sono viste costrette a scegliere se avere un tetto sulla testa o mangiare tutti i giorni e ripiegare sugli affitti non è stato sufficiente per far quadrare il bilancio familiare.
Le persone vivono spesso in garage privi di riscaldamento e servizi igienici pagando l’esorbitante cifra di 400 dollari neozelandesi, l’equivalente di 250 euro.
Jenny Salese, un deputato laburista del quartiere di Otara a sud di Auckland, afferma che sono soprattutto le popolazioni Maori e quelle del Pacifico a sostenere il peso della crisi degli alloggi.
Questo crescente fenomeno ha spinto a importanti migrazioni nel sud della Nuova Zelanda alla ricerca di affitti più economici, causando gravi disagi per i bambini che difficilmente possono avere accesso a una istruzione adeguata e all’assistenza sanitaria.
La scorsa settimana il governo della Nuova Zelanda ha annunciato lo stanziamento di 41,1 milioni di dollari neozelandesi (pari a circa 25 milioni di euro), per fornire alloggi di emergenza dotati di servizi igienici chimici e elettricità, ma questo tipo di intervento con l’inverno alle porte rischia di arrivare troppo tardi.
La Nuova Zelanda ha inverni piuttosto miti con temperature appena al di sotto dei 10 gradi ma caratterizzati da abbondanti piogge, condizioni insostenibili se si vive in un garage senza riscaldamento o peggio in un’auto.
Cambell Roberts della Salvation Army denuncia che gli avvertimenti al governo della dilagante situazione di indigenza dovuta all’aumento indiscriminato dei prezzi delle abitazioni e degli affitti, risalgono a 7 anni fa ma pare che siano rimasti inascoltati fino ad oggi.