Olimpiadi 2022, sufficienza piena con i freddi numeri. Italia anziana, piazzata e poco vincente – OA Sport
Ma tu lo sai quanta gente campa su sto
business???
Atleti ( e bada che non ci sono solo quelli Olimpici, ma tutti quelli dei CSM), staff vari, sanitari vari, addetti ai materiali e fornitori, giornalisti parlati/stampati/ telematici, organizzatori, politici e poltronisti vari, agenzie di viaggio, alimentazione, fornitori di soggiorno,...ecc. ecc.
E di cosa vuoi che parlino alle masse, se non delle “ MEDAGLIE” ???
Ma delle quali cosa vuoi che importi…
- al 9,3% dei disoccupati italiani?
- a quelli in Cassa Integrazione incerti per il loro futuro, magari con famiglia
- al 7,7% di quelli in povertà assoluta ( ISTAT/03-2021)?
- a quelli che sopravvivono grazie a sostegni, sussidi, bonus, Rdc?
- a quelli che sono costretti a espatriare?
Perchè costoro non fanno per bene i conti e spiegano loro invece quanto tutto questo costa a loro?
Il pensiero di P.P.P. era( cito da un link, in cui si parlava prevalentemente di calcio,..." L'oppio dei popoli"
):…
…”
]Pasolini opera un discernimento fondamentale per quanto riguarda la sua visione dello sport. Da un lato, vi è lo sport praticato, che nobilita l’uomo dal punto di vista sociale e fisico, un’attività ancora troppo rara in Italia e che, secondo lui, va incentivata fortemente. Dall’altro, vi è lo sport come spettacolo, un’attività stupida e tuttavia molto umana, che rimane, in ogni caso, un’ evasione. L’Italia è dunque una nazione in cui lo sport viene seguito molto e praticato poco: tale discrepanza crea, inevitabilmente, l’illusione che l’Italia dei trionfi internazionali corrisponda a quella reale, quando invece anche le medaglie d’oro azzurre alle Olimpiadi sono irrilevanti rispetto a quelle di altri paesi.
L’attacco di Pasolini va perciò contestualizzato. E’ un attacco all’ipocrisia, dominante ancora oggi, legata alle vittorie sportive in campo internazionale, spesso enfatizzate oltremodo e caratterizzate da punte di patriottismo esasperato, se non di vero e proprio nazionalismo.
… Nel 1969, quello del calcio come “oppio dei popoli” è evidentemente un tema che ricorre, per di più un argomento a cui Pasolini è estremamente sensibile. A novembre di quell’anno, il bolognese reagisce con rabbia alle parole di Helenio Herrera, allora allenatore della Roma, che aveva dichiarato: «Il calcio – e in genere lo sport – serve a distrarre i giovani dalla contestazione. Serve a tener buoni i lavoratori. Serve a non far fare la rivoluzione. Come fa Franco in Spagna con le corride». Parole forti, che toccano un tema sicuramente caldo in quegli anni, caratterizzati da una fortissima adesione sia ai movimenti politici sia alle tifoserie organizzate.
Qualche mese più tardi, in quella che probabilmente è la sua ultima intervista prima della morte, Pasolini torna su questo tema rispondendo alle domande di Claudio Sabattini: «Che lo sport (i “circenses”) sia “oppio del popolo”, si sa. Perché ripeterlo se non c’è alternativa? D’altra parte tale oppio è anche terapeutico. Le due ore di tifo (aggressività e fraternità) allo stadio, sono liberatorie: anche se rispetto a una morale politica, o a una politica moralistica, sono qualunquistiche ed evasive».
Ecco ho ancora cercato di ampliare i miei concetti sul tema in generale( da sportivo praticante a livello fortemente agonistico, ma amatoriale).
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Una nazione di mediani. ????
Ma quanto è difficile farsi capire.
P.s., così non siamo né goleador né mediani, ma segnapunti degli altri.