OT: Ma avete visto la pista ciclabile che stanno facendo sul lago di garda?

La Ciclovia del Garda verrà a costare un miliardo di euro. Sì, avete letto giusto: un miliardo. Una cifra stratosferica, stimata da esperti che stanno esaminando progetti e finanziamenti destinati ai vari tratti dei 144 chilometri che dovrebbero circumnavigare il lago lungo le tre coste.
Cifre triplicate

Un progetto ad alto impatto paesaggistico su cui si stanno battendo una trentina di associazioni e comitati che si sono raggruppati nel Coordinamento interregionale per la tutela del lago di Garda. Dopo Riva e Desenzano, venerdì sera i rappresentanti hanno incontrato i cittadini a Peschiera del Garda, per spiegare anche come il costo preventivato di 344 milioni sia triplicato già in fase preliminare, con dettagli di spesa dai 20 ai 25 milioni a chilometro per i tratti in passerella sospesa; 32-35 milioni nei tratti in galleria; 2 milioni nei tratti senza problematiche ma quasi sempre a lato gardesana, (orientale e occidentale), e in promiscuità con auto e mezzi come per l’80 per cento del percorso dei 41 km sulla sponda lombarda da Sirmione a Gardone. Per i 67 km della costa veronese è stimata la spesa di 238 milioni 876mila euro. Quasi il doppio di quanto costa il nuovo collettore lungo la stessa costa e in molti casi collocato proprio sotto la ciclovia.
1 miliardo per 144 km mi viene 7 euro per millimetro. Ho sbagliato qualcosa? :mmmm:
 
1 miliardo per 144 km mi viene 7 euro per millimetro. Ho sbagliato qualcosa? :mmmm:
7,5 € per la precisione :D

beh consolati col metrobus di padova che costerà circa 24€ per ogni millimetro di rotaia della linea 2 e 21,7 per la linea 3 :D

totale circa 560 milioni per 24 km di linee, salvo aumenti a consuntivo :D


comunque sta ciclovia costa così tanto perché ha parecchi tratti in galleria o su passerelle sospese; i tratti normali costano 2 milioni a km. solo ( si fa per dire) 2€/mm.

La Ciclovia del Garda verrà a costare un miliardo di euro. Sì, avete letto giusto: un miliardo. Una cifra stratosferica, stimata da esperti che stanno esaminando progetti e finanziamenti destinati ai vari tratti dei 144 chilometri che dovrebbero circumnavigare il lago lungo le tre coste.

Cifre triplicate

Un progetto ad alto impatto paesaggistico su cui si stanno battendo una trentina di associazioni e comitati che si sono raggruppati nel Coordinamento interregionale per la tutela del lago di Garda. Dopo Riva e Desenzano, venerdì sera i rappresentanti hanno incontrato i cittadini a Peschiera del Garda, per spiegare anche come il costo preventivato di 344 milioni sia triplicato già in fase preliminare, con dettagli di spesa dai 20 ai 25 milioni a chilometro per i tratti in passerella sospesa; 32-35 milioni nei tratti in galleria; 2 milioni nei tratti senza problematiche ma quasi sempre a lato gardesana, (orientale e occidentale), e in promiscuità con auto e mezzi come per l’80 per cento del percorso dei 41 km sulla sponda lombarda da Sirmione a Gardone. Per i 67 km della costa veronese è stimata la spesa di 238 milioni 876mila euro. Quasi il doppio di quanto costa il nuovo collettore lungo la stessa costa e in molti casi collocato proprio sotto la ciclovia.


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Zona fragile

Un costo che gli stessi comitati hanno più volte raffrontato con quello della Tav, in media 25 milioni a chilometro, che in altri Paesi come il Giappone, la Spagna e la Francia scendono a 10 milioni al km, la metà del costo della Ciclovia agganciata con passerelle di metallo alle pareti rocciose a picco sul lago ad alta criticità idrogeologica. «Dal 1960 in poi ci sono state 66 frane che hanno invaso le due Gardesane e purtroppo anche 5 morti rimasti sotto i massi – spiega, infatti, il trentino Paolo Ciresa, sociologo ed esperto di diritto amministrativo, consulente del Coordinamento – La zona più a rischio è quella sul confine nord da Malcesine a Torbole e fino a Gardone. Proprio dove si vuole realizzare la ciclovia appesa alla roccia o in galleria, con delle coperture in cemento che deturperanno il paesaggio senza comunque mettere in sicurezza chi vi transita sopra».

L'intervento dei comitati

Un tema molto dibattuto è stato proprio quello che la Ciclovia non sarà una pista ciclabile, bensì una ciclopedonale in cui viaggiano in promiscuità pedoni e ciclisti a passo d’uomo, con potenziali rischi per entrambi, lungo le rive dove prima c’erano le spiagge. Per le associazioni ambientaliste aggregate la soluzione alternativa è la via d’acqua. «Battelli ad alta tecnologia, elettrici, il cui costo è di 2 milioni l’uno: con una flotta di una decina si potrebbe coprire le necessità di spostamento in quei tratti dai costi proibitivi e di grande impatto paesaggistico - propone anche Marisa Velardita, presidente di Italia Nostra Verona - Tutti questi soldi che saranno spesi, sempre che si trovino, hanno un senso? Il Paese non riesce neanche a coprire costi di sanità e istruzione, con le famiglie sempre più povere, è una questione di giustizia sociale». Lo sottolinea anche la senatrice di Verdi-Sinistra, Aurora Floridia, pure consigliera di Malcesine: «È una questione di priorità: non riusciamo a finanziare il collettore e vogliamo investire un miliardo per la ciclovia?», conclude.
 
7,5 € per la precisione :D

beh consolati col metrobus di padova che costerà circa 24€ per ogni millimetro di rotaia della linea 2 e 21,7 per la linea 3 :D

totale circa 560 milioni per 24 km di linee, salvo aumenti a consuntivo :D


comunque sta ciclovia costa così tanto perché ha parecchi tratti in galleria o su passerelle sospese; i tratti normali costano 2 milioni a km. solo ( si fa per dire) 2€/mm.

se non ho sbagliato i conti il ponte sullo stretto di messina dovrebbe costare quasi 4000 euro a millimetro :D
 
La mega-ciclovia sospesa sul lago di Garda: costava 64 milioni, servirà un miliardo



“Dicono: perché no, se ci sono i soldi?!» Il soprintendente di Brescia Luca Rinaldi non sa se ridere o spararsi quando racconta degli amministratori pubblici che non si capacitano della sua ostilità allo stupro paesaggistico delle coste del Garda con quelle mostruose passerelle d’acciaio a sbalzo sulle falesie, tremende come un cazzotto in faccia: «Ma perché no, se ci sono i soldi?».
Aveva ragione, 101 anni fa, Luigi Parpagliolo, autore de La Difesa delle bellezze naturali d’Italia: «I maggiori pregiudizi nei riguardi della conservazione delle bellezze naturali si sono avuti e si avranno, assai più che per l’incuria, il capriccio e l’avidità dei privati, per l’esecuzione di lavori pubblici o per inconsulte concessioni governative». Parole d’oro, scrisse Ugo Ojetti. E non aveva visto la megalomane ciclovia del più celebre lago d’Italia.

Era partita nel 2016, ricorda l’allora ministro Graziano Delrio, come «una cosa bella e buona destinata a chi ama un turismo sereno e sostenibile». Sì, ciao. Meno sostenibili si rivelarono subito i costi: 64 milioni di euro per 161 chilometri: 397 mila al chilometro, il doppio d’una ciclabile normale. A febbraio 2021 il Progetto Fattibilità Tecnico-Economica saliva già a 292 milioni, a novembre 2022 si impennava a 344 ma «in base ai provvedimenti esecutivi e definitivi finora adottati che dimostrano un costo medio di 8,5 milioni di euro al chilometro», accusa il Coordinamento che unisce tutti gli ambientalisti da Italia Nostra al Wwf a Legambiente che si ritrovano oggi per una manifestazione a Riva del Garda, «la proiezione dei costi medi su tutto l’anello comporta una stima prudenziale al ribasso di un miliardo e 222 milioni». Diciannove volte più del previsto.

Un delirio, conferma Paolo Pileri, docente di progettazione al Politecnico di Milano e teorico della mobilità lenta: «Se in media i costi sono 9 volte più alti del normale, sul tratto trentino aggrappato alla parete sono stratosferici e per di più incalcolabili a causa dei problemi di messa in sicurezza e successiva manutenzione. Ero nella commissione tecnica e mi rifiutai di firmare il progetto: “Siete matti”, dissi, “il professore di geologia ci portava in visita esattamente lì, sulla costa sopra Limone, per spiegarci quanto fossero situazioni vulnerabili e praticamente insanabili”. Fare una ciclovia lì è un rischio gigantesco. Vengono giù le frane, lì. Da sempre. Anche recentemente. Per non dire dell’offesa al paesaggio. Quelle falesie a picco sull’acqua blu sono tra le immagini iconiche delle bellezze d’Italia. E il tratto già fatto della ciclovia a Limone le ha rigate come un chiodo riga un’opera d’arte».
Parole simili nella stroncatura di Rinaldi, durissimo contro le orrende «passerelle metalliche» e la «massiccia manomissione di un elemento paesaggistico di grande valore riconosciuto dalla tutela oggi vigente e nel passato dai visitatori (anche illustri) di tutta Europa».

«Sarà una delle piste ciclabili più spettacolari forse del mondo», titolò entusiasta nel 2017 un giornale locale. E giù applausi sul «sogno degli amanti delle due ruote» e «lo sviluppo ecosostenibile» e l’inno alle «tradizioni eno-gastronomiche» e via blablablando... Scusate, chiese Paolo Biondani su l’Espresso, il Garda non ha problemi più urgenti come un eccesso di lottizzazioni e il sistema fognario che «è nato male, negli anni ’70, ed è in crisi da sempre» e «se un turista tira l’acqua a Salò, i liquami risalgono chilometri di tubazioni fino a Toscolano, sprofondano nelle condotte a metà lago, riemergono a Brancolino di Torri e poi discendono la riviera veronese fino al depuratore di Peschiera che li riversa nel Mincio»? Uffa: i soliti criticoni! Come quelli di Sat 1, il canale tv visto in Germania, Austria e Svizzera, rei d’aver chiesto a vari amministratori locali notizie su possibili irregolarità nello smaltimento delle acque. «Domande inopportune, improprie e fuorvianti», ha risposto l’assessora lombarda a Turismo, Marketing e Moda Barbara Mazzali: «Sono pronta a chiedere una diffida della messa in onda». Non hanno forse, quelle acque, le bandierine blu?

Guai a toccarlo, il turismo. Nel 2023, scrive il Corriere di Brescia, «sommando i dati della sponda bresciana, veronese e trentina, sono state raggiunte le 25 milioni di presenze». Delle quali 7 milioni su quella lombarda, 4 sulla trentina, 14 sui 57 chilometri di sponda veronese: 244 presenze a metro lineare. Un sovraccarico che rischia, col progressivo esodo degli abitanti che cedono case e terreni per spostarsi nell’entroterra, di stravolgere l’anima dei luoghi. Il boom immobiliare è tale che il Comune di Costermano, a tre chilometri dal lago, ha votato per cambiar nome: Costermano sul Garda. Per vendere, c’est plus facile.

Ma vale la pena d’insistere sulla mega-ciclovia a costo di storpiare i vigneti e asfaltare viottoli col «conglomerato bituminoso albino» e segare cipressi secolari e scavalcare stradine di campagna con cavalcavia ciclistici e progettare piazzole stradali per ciclo-grill? E tutto senza che certe scelte raccapriccianti siano state vagliate dalla Valutazione d’Impatto Ambientale perché questa fu pensata per centrali nucleari e raffinerie, elettrodotti e interporti e mai per le «ciclabili» data l’idea che fossero ovviamente «leggere»?

Alla faccia della leggerezza! Via via che l’ambizione d’una ciclabile spettacolare da piazzare sul mercato dello show-tourism s’è impossessata degli amministratori, ogni senso della misura è sparito. E così ogni cautela. Col risultato, per dire, che il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti e i suoi sodali, così terrorizzati dagli orsi rei d’aver ucciso un runner nell’ultimo secolo da impuntarsi sugli abbattimenti per «non correre il minimo rischio» sono tranquillizzanti su una ciclabile appigliata alle pareti a strapiombo di un’area ad alto rischio idrogeologico a causa di frane, frane, frane. Basterà piazzare sulla testa dei ciclisti dei ciclopici para-massi sorretti da mastodontici supporti conficcati nelle friabili falesie rinforzate con robuste siringate di cemento armato. Evviva la natura... E la poesia.
 
Quello che conta è quanto rende economicamente al settore.
Ieri parlavo con la figlia di mio cugino che ha appena consegnato la tesi di laurea a Venezia. Da oggi inizia a lavorare per la stagione turistica a Bardolino (anche perchè parla benissimo il tedesco). Le ho chiesto se erano già arrivati turisti tedeschi sul Garda e mi ha risposto "quelli ci sono sempre".

A Bardolino non c'è la pista fotografata sopra, ma resta il fatto che nella provincia di Verona il percorso della pista ciclabile è lungo circa 69 Km ed attraversa i territori di Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Lazise, Bardolino, Garda, Torri del Benaco, Brenzone, Malcesine.

Agevolo foto di Bardolino

lake-garda-italy-600nw-164524880.jpg
questa non è bardolino, è garda
 
Adesso controllo meglio. A Bardolino abita mio cugino quindi l'ho vista, a Garda invece non ci sono mai andato.
quella foto è fatta dalla rocca di garda, ed inquadra il paese di garda e tutta la costa del suo golfo, se andasse ancora un poco a sinistra si vedrebbe anche punta san vigilio, uno dei posti in assoluto più fotografati e visitati del garda.
 
quella foto è fatta dalla rocca di garda, ed inquadra il paese di garda e tutta la costa del suo golfo, se andasse ancora un poco a sinistra si vedrebbe anche punta san vigilio, uno dei posti in assoluto più fotografati e visitati del garda.
Bardolino dovrebbe essere questa, giusto?

aerial-photography-beautiful-coastline-city-600nw-1538252564.jpg
 
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