baleng ginogost
Io non dimentico. Pagheranno.
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Cominciando dagli ultimi decenni del diciottesimo secolo l'opera d'arte si fondera' sempre piu' sulla confluenza di tre principi: IL SENTIMENTO, LA LINEA DI RICERCA, LA DISPOSIZIONE PRATICA DEL FARE, dell'artista.
La linea di ricerca nasce da riflessione, non sempre del tutto avvertita, sul fondamento etico: buono, meno buono o quale che sia, che vive nell'artista.
Egli piu o meno consapevolmente esprime "etica", per mezzo della sua opera.
Tutti gli "ismi" che si sono avuti in questi ultimi due secoli hanno posto fondamenti di etica piu' o meno positiva.
Il ciclo artistico culturale iniziato nel medioevo ha certamente trovato la fine in questo secolo con l'arte astratta.
Nell'ambito di un vuoto fra il ciclo estinto e quello gia' iniziato, si è avuta ancora l'arte informale.
Dinanzi la fine del 1700 era in larga misura il SENTIMENTO, che fluiva nella volontà operante del'artista; la componente LINEA DI RICERCA, a prescindera da proporzioni, prospettiva, imitazione ecc. soggiaceva in massima parte alle esigenze del committente.
Queste occorrenze a mano a mano scadranno, e la linea di ricerca, ormai liberata, equivarrà a un andare verso orizzonti che mai si raggiungono: si conchiude si la singola opera, ma essa rimane solamente un passo, nel corso di quell'andare.
E non si presentera' uniforme quel percorso ma si espanderà lateralmente in campi e campielli, e l'Artista non potra' non soffermarvisi ed espolorarli.
Premetto che preferisco le ultime opere postate, dove la pesantezza sorda delle prime si alleggerisce per una migliore comprensione del senso del colore. Per me resta forse un po' troppo poco come arte, ma va meglio come umanità.
Sul filosofo, non amo trovarmi affermazioni apodittiche senza una adeguata esplicazione, che comporta una fatica verso "l'altro" da parte di chi scrive. Pertanto, mi permetto di riscrivere questo testo in forma più vicina all'utente, diciamo così (user friendly).
Cominciando dagli ultimi decenni del diciottesimo secolo l'opera d'arte si fondera' sempre piu' sulla confluenza di tre principi: IL SENTIMENTO, cioè il sentire, la parte mediana dell'uomo, dove siamo tutti "uguali") LA LINEA DI RICERCA (cioè il pensare. che è libero), LA DISPOSIZIONE PRATICA DEL FARE
(cioè l'azione, in cui siamo rivolti al nostro prossimo) dell'artista.
A livello del sentimento l'artista si esprime anche eticamente: anzi, non può non comunicare quello che lui è nella vita tramite forme e colori. Se la ricerca è libera, il sentire è legato ad un sentire morale, dove non tutto è lecito.
Tutti gli "ismi" che si sono avuti in questi ultimi due secoli propongono anche una visione morale (più o meno condivisibile) che noi sentiamo, piuttosto che "conoscere".
Il ciclo artistico culturale iniziato nel medioevo ha certamente trovato la fine in questo secolo con l'arte astratta. Cioè: con l'arte astratta finisce la possibilità dell'artista di esercitarsi con la conoscenza sulle forme dell'uomo e della natura, deve cambiare oggetto.
Nell'ambito di un vuoto fra il ciclo estinto e quello gia' iniziato, si è avuta ancora l'arte informale.
Dinanzi la fine del 1700 era in larga misura il SENTIMENTO, che fluiva nella volontà operante del'artista; la componente LINEA DI RICERCA, cioè pensiero teorico e intellettuale,, a prescindere da proporzioni, prospettiva, imitazione ecc. soggiaceva in massima parte alle esigenze del committente.
Ora la ricerca è molto più libera da condizionamenti esterni e può andare verso orizzonti nuovi e lontani: la singola opera rimane solamente un passo, nel corso di quell'andare, in quanto tutti siamo legati con gli altri a livello di sentimento, ma anche di fratellanza agita.
E non si presentera' uniforme quel percorso ma si espanderà lateralmente in campi e campielli, e l'Artista non potra' non soffermarvisi ed espolorarli, essendo il territorio del tutto nuovo, non solo visivo, ma anche morale-risanatore-attivo.
Speriamo che Pasotto non se la prenda ...