Il Sole 24 Ore
M&A. I francesi accetteranno anche l’1,85% raccolto: Opa prolungata fino al 4 aprile
Lactalis «rinvia» l’addio di Parmalat alla Borsa
I piani futuri: rastrellare lo 0,15% e poi un’Opa residuale
Il Sole 24 Ore, 23 marzo 2017
Il giorno dopo è quello delle riflessioni. Uscita sconfitta dalla scalata a Parmalat, ora Lactalis medita il da farsi. Per ora la multinazionale francese del latte si limiterà a ritirare i (pochi) titoli consegnati in Opa. Lactalis ha già l’87% e aveva lanciato un’offerta, osteggiata dalle minoranze, per fare un delisting del titolo. Nonostante un rialzo del prezzo (da 2,8 a 3 euro per azione), un allungamento dei tempi, e un gran battage pubblicitario (con l’orecchiabile, ma sfortunato, slogan «Se non Opa, quando»), alla fine i francesi hanno racimolato solo l’1,85% del capitale, meno del limite minimo. Opa fallita.
Niente delisting, per ora. Ma Emmanuel Besnier, lo schivo e potente signore del latte, starebbe già meditando le future mosse. Che partono appunto dal portarsi intanto a casa quel che rimane dell’Opa naufragata. Tecnicamente la mossa è possibile rimuovendo la soglia d’offerta, che era stata fissata al 90%: così facendo i francesi potranno prendere i titoli (che senza la rimozione sarebbero restituiti ai proprietari),pagandoli 3 euro per azione. L’Opa avrà un ulteriore proroga, fino al 4 aprile (ma sono in pochi sul mercato a credere che possa succedere qualcosa).
Dopo, inizierà la vera partita. E sarà una partita a scacchi, con Parmalat che rimarrà in Borsa: da una parte Amber (e il fondo Gam di Mario Gabelli e piccolissimi azionisti) che reclamano un prezzo più alto perché l’azienda varrebbe molto di più (anche alla luce di un ipotetico maxi-assegno da 1,8 miliardi che Citi potrebbe dover pagare a Parmalat). E dall’altra i francesi che invece non vogliono cedere. Chi la spunterà? Chi avrà più resistenza. Quella su Parmalat sarà una battaglia di trincea. Statua di pietra, nella partita, invece, Bankitalia che è il secondo azionista di minoranza e si è astenuta dal prendere posizione.
Ritirando comunque quel pur magro pacchetto dell’Opa, Lactalis salirà all’89,75% di Parmalat. A un soffio dalla fatidica soglia del 90%, che fa scattare l’Opa residuale. Da qui alla fine dell’anno, Lactalis potrebbe arrotondare la sua quota: lo 0,15% non è un pacchetto così impossibile da rastrellare in Borsa. Salendo al 90%, farà intervenire, ex lege, la Consob che imporrà un’Opa residuale. E’ probabile che partirà un’altro «rastrellamento». Quando? Di sicuro non subito. Probabilmente, visto che per il tentato delisting Lactalis ha aspettato 3 anni, si attenderanno tempi migliori. Ma con una grossa differenza: in caso di Opa residuale, sarà Consob stessa a decidere il prezzo. Questo per i francesi è un rischio. Ma un rischio obbligato. Oppure Lactalis potrebbe delistare comunque la società tenendosi però in pancia scomodi soci di minoranza; in un’azienda non quotata.
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Simone Filippetti