PIMCO Short Term High Yield Corporate Bond ETF (USD) IE00B7N3YW49 Hedged IE00BF8HV600

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Grazie per le gentili risposte e buona giornata
 
non più del 5%. Al limite metti qualcosa d'altro su high yield europa e Obbliga. emerging valuta locale
 
Propensione al rischio medio/alta


Alcuni valutano il Pimco un investimento speculativo , ma non è cosi':
fra i fondi high yield è quello a piu' basso rischio grazie alla scelta ponderata dei titoli sottostanti (all'interno della globalità dei presenti nell'indice)
e alle varie coperture tramite i derivati.
Il livello di rischio ufficiale è 3 su una scala 0-10 [0=bassissimo - 10=alto].
La volatilità è certamente maggiore di quella presente nel settore investiment grade e in generale resta legata a quella dell'azionario ......ma il risultato finale è certo.

Su questa valutazione sono all in.
 
Alcuni valutano il Pimco un investimento speculativo , ma non è cosi':
fra i fondi high yield è quello a piu' basso rischio grazie alla scelta ponderata dei titoli sottostanti (all'interno della globalità dei presenti nell'indice)
e alle varie coperture tramite i derivati.
Sono d'accordo, e aggiungerei anche la duration media di poco inferiore ai due anni.

Il livello di rischio ufficiale è 3 su una scala 0-10 [0=bassissimo - 10=alto].

La kiid del sito riporta 3 su 7, comunque buona (per quel che può valere) considerando la tipologia di strumento.
La volatilità è certamente maggiore di quella presente nel settore investiment grade e in generale resta legata a quella dell'azionario ......ma il risultato finale è certo.
Su questa valutazione sono all in.

All in senza alcun paracadute ?
Per rispondere a fransa, con una propensione al rischio medio-alta, a questi prezzi non mi spingerei oltre metà portafoglio, ma è ovviamente un'opinione personale, e bisognerebbe valutare l'asset allocation globalmente.

Buon investing a tutti.
 
Per adesso sono entrato con un buon 10% sul totale del portafoglio, ai prezzi attuali, ma sicuramente incrementerò se dovesse ancora ritracciare.
Grazie a tutti per le gentili risposte e buona serata
 
Fame di High Yield


16 Feb 2016

A cura di Rocki Gialanella



La debacle dei bond HY sta attirando l’attenzione dei principali fondi di private equity



Gli High Yield bond, noti al grande pubblico come junk bond o obbligazioni spazzatura, hanno sofferto una vera debacle nel 2015. Il calo delle quotazioni è stato talmente forte da risvegliare l’appetito di alcuni dei maggiori fondi di private equity del mondo: Apollo, Oaktree e Blackstone, veicoli che stanno procedendo all’acquisto di HY bond con l’obiettivo di realizzare performance molto elevate (accollandosi, questo va detto, rischi altrettanto elevati).

I timori per una recessione globale e un’ondata di insolvenze ha determinato un tracollo di questo segmento obbligazionario negli ultimi mesi dell’anno scorso, in particolare tra le emissioni delle società petrolifere statunitensi. Il trend ribassista, seppure mediaticamente eclissato dal crollo degli indici azionari, non si è fermato con l’inizio del nuovo anno.

La discesa è stata talmente ampia da aver convinto alcuni tra i più importanti veicoli d’investimento del pianeta a considerare il segmento una valida alternativa per dare la caccia a strumenti che possano offrire potenziali rendimenti a due cifre. Apollo ha raddoppiato i suoi investimenti ‘distressed’ (quelli in serio pericolo di default) tra il terzo e il quarto trimestre del 2015. Oaktree e Blackstone stanno valutando di destinare buona parte dell’enorme liquidità a disposizione all’acquisto di HY bond.

I team di gestione di queste società sono alla ricerca di bond che presentano prezzi da default, emessi tuttavia da aziende che siano in grado di onorare i propri debiti. In caso contrario, la presenza di prezzi scontati non sarà in grado di recuperare neanche il capitale investito attraverso l’incasso periodico delle cedole.

Nel mercato statunitense, le preoccupazioni degli operatori si concentrano sul destino di molte società petrolifere e del gas, con le emissioni obbligazionarie sprofondate a livelli tali da registrare un differenziale di rendimento rispetto ai Treasury di pari durata di 1.600 punti base (il 16%). Per la prima volta da quando è iniziata la crisi finanziaria del 2008-2009, alcune emissioni hanno sperimentato una riduzione dei prezzi da 90 a 60 (centesimi per ogni dollaro di valore nominale, vale a dire, cali compresi tra il 90% e il 60% rispetto al prezzo di emissione).

La quarta parte dell’indice dei principali 255 HY bond sta quotando su livelli ‘distressed’, con un differenziale di rendimento superiore ai 1.000 punti base rispetto ai titoli di stato Usa. La maggior parte delle emissioni distressed fanno capo a società petrolifere, ma non mancano quelle elettriche e quelle chimiche.

Nel Vecchio Continente la situazione non è così grave perché i mercati dei junk bond e quelli relativi a finanziamenti di operazioni a leva sono rimasti aperti e i prezzi non sono scesi tanto. In Europa il settore petrolifero riveste un peso nettamente inferiore a quello rivestito nel mercato Usa. Nonostante ciò, i grandi operatori di mercato rispondono agli stessi nomi anche da questa parte dell’Atlantico e le attese si concentrano su un comportamento similare a quello che seguirà il mercato nordamericano.


FondiOnLine.it
 
Ma scusate la domanda un po stupida... da quello che ho capito questo etf porta tutti i titoli alla fine quindi li ripaghera sempre 100 e siccome a una durata media di 2 anni significa che ci arriverà entro quel tempo, quindi dopo ci saranno nuovi titoli da inserire ,questo significa che ci sarà una nuova discesa tra due anni? Inoltre ipotizzando che ci sia un fallimento del 3% dei titoli all'interno del paniere significa che potrà arriva al massimo a 97?
 
Ma scusate la domanda un po stupida... da quello che ho capito questo etf porta tutti i titoli alla fine quindi li ripaghera sempre 100 e siccome a una durata media di 2 anni significa che ci arriverà entro quel tempo, quindi dopo ci saranno nuovi titoli da inserire ,questo significa che ci sarà una nuova discesa tra due anni? Inoltre ipotizzando che ci sia un fallimento del 3% dei titoli all'interno del paniere significa che potrà arriva al massimo a 97?


Tutte le emissioni fluttuano durante la propria vita , per tre motivi base: l'adeguamento ai tassi di mercato , il rischio solvibilità dell'emittente, la duration .


Adesso i tassi sono sopra la media storica , quindi possiamo ipotizzare che non dovrebbero piu' aumentare ma iniziare a scendere. Se effettivamente sarà cosi' , le nuove emissioni dovrebbero rimanere stabili o addirittura apprezzarsi ....


Il 3% di default previsti nel segmento non oil, non è detto che colpisca le nostre quote visto che sono presenti i Cdx a compensazione (il cui valore aumenta nei casi di default di emittenti sottostanti) e comunque , come dici tu, al massimo sottrarranno un 3% alla quota 100.


La duration lunga amplifica i movimenti causati dai due motivi sopra, la duration breve invece li riduce [....tranne nei casi di panic selling].
 
Tutte le emissioni fluttuano durante la propria vita , per tre motivi base: l'adeguamento ai tassi di mercato , il rischio solvibilità dell'emittente, la duration .


Adesso i tassi sono sopra la media storica , quindi possiamo ipotizzare che non dovrebbero piu' aumentare ma iniziare a scendere. Se effettivamente sarà cosi' , le nuove emissioni dovrebbero rimanere stabili o addirittura apprezzarsi ....


Il 3% di default previsti nel segmento non oil, non è detto che colpisca le nostre quote visto che sono presenti i Cdx a compensazione (il cui valore aumenta nei casi di default di emittenti sottostanti) e comunque , come dici tu, al massimo sottrarranno un 3% alla quota 100.


La duration lunga amplifica i movimenti causati dai due motivi sopra, la duration breve invece li riduce [....tranne nei casi di panic selling].

il rischio appunto è nei riscatti potenziali e massicci che potrebbe subire (ovviamente rischio che c'è in tutti i fondi, etf,....) dovendo vendere i bond sotto la pari, creando perdite in chi rimane
 
ma dove avete letto che tiene i bond fino a scadenza? Siamo sicuri di questo?...sarebbe ottimisssssima cosa!!:D:D
 
ma dove avete letto che tiene i bond fino a scadenza? Siamo sicuri di questo?...sarebbe ottimisssssima cosa!!:D:D


Li tiene esattamente come definito nell'indice di riferimento : da 0 a max 5 anni . Se no in portafoglio ci sarebbero solo quelli nel range 1-3 anni........

The average portfolio duration of this Fund will closely correspond to the portfolio duration of the securities comprising its Underlying Index, as calculated by PIMCO, which as of September 30, 2015 was 2.18 years.
Duration is a measure used to determine the sensitivity of a security’s price to changes in interest rates. The longer a security’s duration, the more sensitive it will be to changes in interest rates.

fonte: Prospectus Express


-
 

Allegati

  • Untitled.jpg
    Untitled.jpg
    20,8 KB · Visite: 435
il rischio appunto è nei riscatti potenziali e massicci che potrebbe subire (ovviamente rischio che c'è in tutti i fondi, etf,....) dovendo vendere i bond sotto la pari, creando perdite in chi rimane

Non credo che sia come i fondi.

L'ETF non subisce riscatti come i fondi, le quote vengono vendute a mercato per cui se c'è chi vende c'è anche chi compra. Non c'è quindi bisogno di vendere i sottostanti.

Questo sul mercato secondario.

Sul primario sul quale possono operare solo operatori autorizzati vige il sistema "in kind creation-redemption", quindi se un operatore aliena le sue quote, riceverà "in natura" il NAV, quindi le azioni/obbligazioni in proporzione alle quote alienate.

Aggiungo un link dove è spiegato, meglio della mia sintesi, il meccanismo


Il funzionamento degli ETF - Promotore Finanziario
 
Ultima modifica:
Nonostante il recente aumento di correlazione, storicamente ruotare una quota di azioni in obbligazioni high yield può aumentare il rendimento di portafoglio aggiustato per il rischio.
Vedi articolo di valuewalk:
High Yield And Stocks: A Perfect Fit?
 

Allegati

  • HighYield.png
    HighYield.png
    66 KB · Visite: 422
Si percepirai la cedola, lo stacco cedola è il 18/02, il pagamento il 29/02.

Ecco, una domanda sulla cedola
Ho il titolo dal 13 gennaio 2016, la cedola è mensile, come mai non mi sono entrati in c/c gli € del dividendo che maturava il 14 Gennaio e pagava il 29 ?
Adesso voglio vedere se mi entra il Dividendo di Febbraio, altrimenti sento puzza di bruciato..
 
Ecco, una domanda sulla cedola
Ho il titolo dal 13 gennaio 2016, la cedola è mensile, come mai non mi sono entrati in c/c gli € del dividendo che maturava il 14 Gennaio e pagava il 29 ?
Adesso voglio vedere se mi entra il Dividendo di Febbraio, altrimenti sento puzza di bruciato..

tranquillo pagano sempre, comunque se hai fatto l acquisto il 13 cioe' giorno prima della data di registrazione per il godimento del dividendo e' normale, ci vogliono circa 2 giorni oer l effettiva registrazione dell operazione, blocchi solo il prezzo in quel momento all acquisto. Vedrai che la cedola di questo mese i primi giorni di marzo te l accreditano.
 
Corporate bond USA, un interessante profilo di rischio/rendimento


Se si osservano i rendimenti dei bond societari USA in base agli indici Barclays si scopre che si collocano su un piano superiore a quelli degli omologhi titoli europei: i corporate bond USA Investment grade (IG) offrono attualmente il 2,6% contro lo 0,9% degli omologhi europei, mentre gli high yield USA pagano il 9,7% rispetto al 6,3% di quelli europei. Il mercato sconta nelle attuali quotazioni un maggiore tasso di default (fallimento) delle aziende americane nei confronti di quelle europee.

Ma, a parte il settore dell’energia, la probabilità di insolvenza negli USA superiore agli emittenti europei è in realtà poco probabile, anche perché in alcuni casi si tratta proprio delle stesse società: la maggior parte delle nuove emissioni in obbligazioni in euro è di fatto riconducibile a società statunitensi.

“A fronte dell’andamento del tasso di cambio tra euro e dollaro USA, questa dinamica non sorprende. Le società con sede negli Stati Uniti e con attività nell’area euro, hanno dovuto subire perdite di utile significative delle loro controllate europee, convertite in Usd. Uno strumento efficace per ovviare a ciò è evidentemente la costituzione di debiti in euro da poter compensare con i ricavi nella stessa valuta senza alcun rischio di cambio. Ciò che ha spinto ulteriormente le imprese statunitensi ad emettere obbligazioni in euro è stato senz’altro anche lo spread (differenziale) dei tassi. Dato che il rendimento delle obbligazioni in euro era in parte inferiore di oltre 200 punti base (2,0%) a quello delle obbligazioni della stessa durata in Usd, tutto sommato, anche al netto dei costi degli swap valutari, questa operazione risultava essere redditizia. Dal momento che lo spread rimane estremamente positivo per le emissioni in euro, possiamo continuare ad aspettarcene un gran numero da parte di società statunitensi” fa notare Yves Longchamp, CFA , Head of Research, ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, che cita, come esempio, un’obbligazione di Procter & Gamble con durata di 8 anni in euro che costa 140 punti base (1,4%) in meno che in Usd: nel caso di AT&T, il vantaggio nel segmento a 10 anni raggiunge persino i 190 puti base (1,9%).

Inoltre a favore delle obbligazioni USA c’è un altro aspetto importante: il fatto che al momento gran parte dei rendimenti potenziali degli investitori globali, più del 70 %, derivi dalle obbligazioni USA si traduce in costanti afflussi di nuovi capitali provenienti da investitori non statunitensi. Ecco perché Yves Longchamp guarda con favore al credito USA.

“Il mercato azionario è dominato attualmente da variabili che in parte sfuggono alla nostra analisi razionale. Sicuramente non succede solo a noi, ma a molti operatori. Molti investitori in obbligazioni, che nell’estate 2015 hanno voltato le spalle alle stesse per investire in azioni ritenute più interessanti, anche alla luce degli attesi rialzi dei tassi ad opera della Fed, hanno ora dovuto ricredersi. I mercati azionari traballano e la crescita economica mondiale rallenta. Le probabilità che la Fed intervenga con rialzi dei tassi nel corso di questo ciclo sono al momento estremamente ridotte. Combinando gli aspetti tecnici di mercato con quanto sappiamo sulla situazione economica, le obbligazioni societarie statunitensi offrono un rapporto rischio/rendimento estremamente interessante” spiega infatti Yves Longchamp.
 
Diversificare l'esposizione obbligazionaria
25 Feb 2016 a cura di Stefania Basso

Positivo l'investimento nel credito high yield. La view di Keith Brakebill, portfolio manager di Russel Investments

Gli ultimi due mesi sono stati piuttosto volatili per i mercati dei capitali e i mercati obbligazionari non hanno rappresentato certo un'eccezione.

La Fed lo scorso dicembre ha deciso finalmente di alzare i tassi di interesse di un quarto di punto. La reazione del mercato all'indomani della decisione della Fed era stata contenuta. Il vero impatto della mossa della Fed si era fatto sentire sui mercati del credito high yield.

Il mercato americano high yield ha subito forti oscillazioni nel corso dell'ultimo anno. Molti fattori hanno contribuito. Vediamo quali:

1. Il prezzo del petrolio

Il rapido calo dei prezzi del petrolio ha messo sotto pressione i modelli di impresa di molte società del settore energetico. Poiché il settore energetico rappresenta oltre il 10% del mercato high yield, non sorprende che i prezzi del petrolio abbiano colpito il mercato high yield più generale.

2. Accesso limitato al credito

L'accesso al credito per i debitori con rating più basso è stato limitato negli ultimi mesi. Si tratta di un forte cambiamento dal 2015, quando erano stati emessi 260 miliardi di Usd di nuove obbligazioni high yield. Questo significa che gli acquirenti sono stati meno propensi ad assumere un debito rischioso e che per i prestatari è meno interessante emettere a tassi di interesse più alti.

3. Mercato secondario illiquido

Le modifiche normative in seguito alla crisi finanziaria del 2008 hanno impedito alle banche d'investimento di detenere scorte di bond, contribuendo a una più bassa liquidità sui mercati del credito. Il fenomeno è stato particolarmente marcato nel segmento high yield.

Di conseguenza entro gennaio 2016 gli spread dei bond high yield sono saliti a livelli generalmente non sostenibili per un lungo periodo. Lo scorso 20 gennaio infatti lo spread high yield Usa ha chiuso a 790 punti base rispetto ai treasury.

Il mercato high yield ha superato questo livello solo cinque volte negli ultimi 12 anni. Per tutte le cinque volte, l'investimento in high yield, subito dopo l'ampliamento degli spread oltre la soglia 790, ha prodotto un rendimento positivo nei due anni successivi, con rendimenti cumulativi compresi tra il 4% e il 48% e con un rendimento cumulativo medio del 27%.

Per questo motivo molti gestori hanno iniziato a investire in credito high yield. Alcuni di loro hanno incrementato le allocazioni in segmenti quali i capitali bancari europei e l'industria midstream dell'energia poiché il loro prezzo è competitivo rispetto al rischio che rappresentano, malgrado le recenti notizie negative.

Ma il mercato obbligazionario non si limita solo al credito ed è opportuno diversificare le fonti di rendimento all'interno del reddito fisso in un portafoglio complessivo.

Secondo gli esperti di Russell si possono cogliere opportunità interessanti nelle valute dotate di valore intrinseco per gli investitori che hanno una commisurata tolleranza al rischio. Nello specifico, tra le valute di paesi esportatori netti di materie prime, il dollaro canadese è fortemente sottovalutato, mentre il dollaro australiano e quello neozelandese sono tra le valute più sopravvalutate dei paesi del G10. Allo stesso modo, nel paniere delle valute che performano bene in fase di discesa dei mercati, lo yen giapponese appare sottovalutato al momento, mentre il franco svizzero sembra fortemente sopravvalutato.
 
February 26, 2016, 1:38 P.M. ET
UBS Recommends Buying High Yield Bonds
By Amey Stone

In its monthly letter to clients, UBS Wealth Management said it has moved to an overweight position in high yield bonds, also known as junk bonds. That sector is priced as if the U.S. economy is going into recession, which the firm doesn’t believe is in the cards.

Mark Haefele, UBS’ global chief investment officer, explains in the Feb. 25 letter:

The sell-off has created new opportunities. For instance, even excluding the troubled energy sector, US high yield debt has a credit spread of more than 700bps, effectively pricing in recession. We believe investors with limited exposure to the asset class could see this as a good opportunity to build up long-term holdings, and we move to overweight this month.

He predicts 1.5% economic growth this year, citing the usual headwinds (slowing China, weak energy, slumping manufacturing), but also a bunch of positives:

Unemployment is under 5%. Average hourly earnings are growing at their fastest pace since 2009 (Fig. 1). Mortgage rates are just 3.7%, and gasoline prices are the cheapest they’ve been in years. Household debt relative to GDP has dropped a full 20 percentage points over the past six years. These factors should enable real disposable incomes to increase at a sufficient pace to sustain consumption growth, and keep the US out of recession. Furthermore, with unemployment now so low, improved wage-bargaining power should translate into continued income growth, even if jobs growth slows from last year’s 221,000 per month pace. Overall, it would be highly unusual for the US economy to contract against a backdrop of such strong labor markets.

He suggests investors move from Treasuries (which the firm already underweights) to high yield. He concludes:

Within fixed income, we have opened a tactical overweight position in US high yield credit, funded through a larger underweight position in US government bonds. US high yield credit has performed poorly in recent months, and we expect default rates to rise to 6% this year. But with spreads over Treasuries at more than 7%, investors are being well compensated for the risk they assume (we expect a recovery rate of 30% on defaulted debt). Investors with limited exposure to US high yield might see this as an opportunity to build up positions.

The two main junk bond exchange traded funds, SPDR Barclays High Yield Bond ETF and iShares iBoxx $ High Yield Corporate Bd , were both .5% higher Friday and up nearly 5% in the past two weeks as the broader market has rebounded.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro