Ah ah, verissimo...
mi sembra un'era geologica fa, ma chi se lo scorda il thread su questa banca del kapzum capitanato da quel tizio...come si chiamava...Chantilly (chissà che fine ha fatto, come tanti altri patiti di banche e banchette finiti in braghe di tela
).
Tra l'altro neanche a farlo apposta ho conosciuto una ragazza proprio di Arezzo, letteralmente in fuga dalla sua città, dalla quale chiacchierando più volte amabilmente mi son fatto raccontare e spiegare per filo e per segno quella realtà e i motivi per cui la detestava: beh...diciamo che mi ha aperto gli occhi su tante cose che difficilmente si sarebbe mai potuti immaginare "da fuori".
L'Italia è fatta veramente di una miriade di microcosmi, e quello aretino è sicuramente tra i più incredibili (in negativo) tantopiù rispetto alla regione in cui sta. Praticamente un'economia locale agli antipodi di quel senso imprenditoriale che caratterizza ad esempio il nord-est, e pretende di campare di rendita non si sa bene neanche su cosa se non l'oro - ma la parabola di quello è ormai finita - e l'ombra della villa di Gelli. Una mentalità da arricchiti "rentier" fatta di fatua ostentazione che in realtà nasconde il nulla, materiale e morale, e un'assoluta assenza di visione (e volontà) progettuale sul futuro.
Ed è in una simile realtà che questa banchetta avrebbe dovuto prosperare, per giunta guidata da gente che rappresentava in pieno i difetti di quella stessa realtà : francamente alla luce di quanto sopra il suo andamento di questi anni non mi ha più sorpreso
Possono sembrare osservazioni di tipo sociologico, ma spesso le banche locali riflettono proprio la sociologia e le peculiarità "antropologiche" dei rispettivi territori molto più di quanto non si creda.
Saluti