Portafogli

AIAF, gli strategist continuano a privilegiare i comparti azionari


Inviato da Marco Berton il Mar, 26/04/2016 - 11:12




Volatilità elevata e bassi tassi di interesse continuano a condizionare i mercati finanziari. Proprio per questo motivo gli strategist di Aiaf, Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari, continuano a privilegiare l'investimento in azioni nella loro asset allocation.



Il primo trimestre 2016 ha registrato una volatilità tra le più elevate della storia recente e, nonostante il corposo rimbalzo messo a segno nelle ultime settimane da varie asset class rischiose il saldo da inizio anno rimane per gran parte degli indici azionari in territorio negativo.



Questa l'opinione degli analisti Aiaf che nel secondo sondaggio trimestrale del 2016 sottolinea come nelle prossime settimane torneranno a essere importanti il monitoraggio del prezzo del petrolio e l'andamento delle trimestrali.



Azioni: sale giudizio sugli Emergenti, giù il Giappone

"Nell'attuale contesto, caratterizzato da volatilità elevata, costanti rischi geopolitici e un quadro macro economico difficile da prevedere, la view da parte degli esperti che hanno partecipato al secondo Panel Strategist del 2016 realizzato da AIAF appare tuttavia complessivamente positiva. Il consenso in aprile ha premiato, in particolar modo, l'equity emergente, per la quale la view è passata da neutrale a leggermente positiva, e ha invece limato il giudizio di positività sull'azionariato giapponese, passato da positivo a leggermente positivo. Rimane ancora pienamente positivo il sentiment sull'azionario europeo".



Obbligazioni, puntare su corporate UE

Un giudizio positivo quindi per gli asset del Vecchio continente che trova conferma anche a livello di obbligazioni: migliora infatti il sentiment sui corporate europei, grazie anche alle recenti misure della BCE che ha esteso le misure di quantitative easing a questa tipologia di emissioni, e sui bond dei Paesi emergenti per i quali si è registrato un cambiamento favorevole sotto il profilo delle valutazioni, passate da neutrali a positive. Secondo il panel rimangono invece negativi i giudizi sui governativi americani e dell'Area Euro.



Valute, da monitorare il cross eur/yen

A livello valutario, il giudizio degli strategist sul cambio Euro/YEN è migliorato, passando da neutrale a positivo per l'Euro a scapito della valuta giapponese.


AIAF, gli strategist continuano a privilegiare i comparti azionari | Finanzaonline.com
 
Per il momento non è possibile giudicare se la politica monetaria dei tassi di interesse a zero (e negativi) permetterà alle banche centrali di raggiungere i loro obiettivi. Ma si può cominciare a delineare i vincitori e i vinti.

“I risparmiatori sono indubbiamente tra i perdenti, mentre i debitori sono i chiari vincitori di questa politica dei tassi negativi” sostiene Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, secondo il quale, tuttavia, i più avvantaggiati sono i governi altamente indebitati, perché devono spendere meno per il servizio del debito. Questo può essere un fattore positivo, purché i responsabili politici usino questo «regalo monetario» per implementare riforme strutturali e sostenere la crescita tendenziale. Purtroppo, fa notare lo strategist, l’esperienza mostra che i governi potrebbero essere tentati di procrastinare le riforme necessarie per paura di perdere le prossime elezioni.

In ogni caso, tra le vittime più evidenti dei tassi di interesse negativi ci sono le società e le istituzioni finanziarie: le banche vedono schiacciati i loro margini netti sugli interessi e gli assicuratori vedono messi in causa i loro business model. Gli istituti di previdenza hanno sempre più difficoltà a far fronte ai loro impegni. È vero che i tassi di interesse estremamente bassi spingono al rialzo i prezzi dei titoli e la qualità dei prestiti, portando una certa distensione ma, dall’altra parte, è anche vero che le banche commerciali potrebbero reagire al calo della profittabilità concedendo meno prestiti: esattamente l’opposto dell’effetto auspicato con i tassi di interesse negativi.

“Questo è il motivo per il quale la Banca centrale europea (BCE) ha introdotto di recente un sistema in cui le banche che soddisfano certi benchmark di prestito ricevono un sussidio fino a 40 punti base” spiega Christophe Bernard, per il quale affinché le banche centrali cambino rotta, l’inflazione deve salire verso il 2 percento e allo stesso tempo l’economia reale deve avvicinarsi alla sua crescita potenziale. “Poiché i prezzi delle materie prime si sono stabilizzati, è probabile che nei prossimi 12-18 mesi l’inflazione USA raggiunga o superi la soglia del 2 percento. Inoltre, in alcuni settori dell’economia americana si osservano segnali sporadici di un aumento delle pressioni salariali dovute a una carenza di offerta sul mercato del lavoro” constata Christophe Bernard che, tuttavia, ammette che la crescita dell’economia mondiale rimanga mediocre. Manca inoltre un coordinamento internazionale delle politiche di bilancio allo scopo di imprimere impulsi alla crescita.

Infine, i tassi di interesse negativi hanno senso solo se i governi incrementano la spesa infrastrutturale e migliorano le prospettive di crescita a lungo termine, spianando la strada per gli investimenti societari. I tassi negativi non accompagnati da politiche di crescita possono essere invece interpretati come segnale di un’economia in difficoltà e alimentare così i timori di una deflazione. In questo contesto, la costruzione del portafoglio costituisce un esercizio complesso perché le cosiddette attività «risk-free» presentano rendimenti nulli o addirittura negativi e impediscono così una diversificazione efficace all’interno di portafogli bilanciati.

“Nella loro ricerca di rendimento, gli investitori potrebbero assumere rischi eccessivi se si manifesta uno scenario avverso. Per aver successo nelle condizioni attuali è importante individuare accuratamente quali titoli offrono una vera diversificazione del portafoglio” sostiene Christophe Bernard che, alla luce della modesta crescita degli utili societari e del basso rischio di recessione, reputa i mercati del credito quelli caratterizzati dal migliore profilo rischio-rendimento.

“Manteniamo il nostro sovrappeso nelle attività rischiose (preferibilmente nei mercati del credito), ma abbiamo sfruttato il recente rafforzamento del mercato e la minore volatilità per comprare una protezione (parziale) dal rischio di ribasso delle borse a un prezzo vantaggioso” dichiara lo strategist che rivela inoltre di aver ridotto a neutrale l’esposizione alle azioni giapponesi, ponendo fine a un sovrappeso durato tre anni e mezzo. Infine, un avvertimento: non si può escludere il rischio che la Gran Bretagna esca dall’Unione Europea dopo il referendum del 23 giugno, con potenziali effetti negativi sui mercati finanziari.

FinanciaLounge
5 maggio 2016

Per ottimizzare il portafoglio meno azioni giapponesi e piu credito - News - FinanciaLounge
 
Cash a massimi da 2001 in portafogli globali - Baml


martedì 14 giugno 2016 15:38



LONDRA, 14 giugno (Reuters) - Gli investitori hanno accumulato tanta liquidità in portafoglio quanta non se ne vedeva dal novembre 2001 e ridotto l'esposizione all'azionario ai minimi di quattro anni: le ragioni di tanta prudenza risiedono nell'esito incerto del referendum in Gran Bretagna -- visto come il principale rischio per i mercati globali -- e nei crescenti dubbi sulla capacità delle banche centrali di ridare slancio alla fragile economia globale.

E' quanto risulta dall'ultima indagine Bank of America Merrill Lynch (Baml) fra 213 investitori globali con in gestione 654 miliardi di dollari.

Nonostante i rendimenti obbligazionari non siano mai stati così bassi -- oggi il decennale tedesco è sceso sotto la parità -- la propensione al rischio è ai minimi di quattro anni, uno scenario coerente con una recessione. Le attese per la crescita e gli utili tuttavia, secondo il sondaggio, hanno toccato un massimo di sei mesi e le aspettative di inflazione il record di un anno.

"A livello globale il sentiment resta debole", sottolinea Baml.

La porzione media di liquidità in portafoglio è salita a giugno al 5,7% dal 5,5% di maggio. Ma Baml ricorda che livelli di cash superiori al 4,5% generano un segnale di "acquisto" sull'azionario, mentre sotto il 3,5% si ha un segnale di "vendita".

Parallelamente l'esposizione all'azionario è scesa a una posizione dell'1% netta in sovrappeso -- i minimi di quattro anni -- dal 6% in sovrappeso di maggio. Da inizio anno i fondi azionari globali hanno visto riscatti per 106 miliardi di dollari quasi tutti sui mercati sviluppati.

Di converso l'allocazione degli investitori all'obbligazionario è cresciuta al 34% netto di sottopeso dal 41% del mese precedente. Si tratta del livello più alto in tre anni e mezzo.

In salita al quarto livello più alto da quando Baml ha iniziato a condurre la propria indagine nel 2003 la percentuale di gestori che pensa che sia le azioni che le obbligazioni siano sopravvalutati. Un livello record del 35% netto di investitori ha infine dichiarato che la politica fiscale è troppo restrittiva.


http://it.reuters.com/article/fundsNews/idITL8N196261
 
Schroders: prepararsi all'arrivo della 'Trumpflazione' - PAROLA AL MERCATO


di Marcus Brookes Head of Multi-Manager, Schroders



(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 23 nov - L'inflazione ha gia' riaccelerato nel corso dell'ultimo anno, ma ora, la cosiddetta 'Trumpflazione', cioe' l'effetto delle politiche che probabilmente seguiranno l'elezione di Donald Trump negli Usa, aumentera' ulteriormente la pressione sui prezzi. E' vero che il quantitative easing, disegnato per incoraggiare l'inflazione, ha ampiamente fallito. Ora pero', dopo otto anni di convalescenza, l'economia globale sta mostrando segnali di stabilita', anche nelle aree maggiormente colpite, come l'Europa. A nostro avviso, il vento sta cambiando, anche se la frase 'piu' bassi piu' a lungo', con riferimento alla bassa crescita, alla bassa inflazione e ai tassi bassi, continua a prevalere nelle valutazioni di molti investitori.

Il cambiamento che, al contrario, abbiamo iniziato a notare e' che alcune aree stanno registrando trend migliori delle attese. Cio' porta alla conclusione che la crescita economica sia in procinto di aumentare di una misura sufficiente da influenzare l'inflazione. Basta guardare ai dati sull'occupazione. Sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito la disoccupazione e' intorno al 5%, un valore molto vicino alla piena occupazione. Ipotizziamo uno scenario di lieve incremento dell'attivita' economica. Gli imprenditori sono in grado di vendere maggiori beni e servizi, il che necessita di un'espansione del business che, a sua volta, puo' richiedere nuove assunzioni, talvolta anche strappate ad altre occupazioni. In quest'ultimo caso, gli imprenditori devono offrire salari piu' alti per tentare i lavoratori, facendo salire il prezzo del lavoro. Abbiamo gia' visto dati che segnalano un incremento dei salari orari medi. Cio' implica che i dipendenti stanno finalmente ricevendo aumenti di stipendi superiori all'inflazione, il che storicamente ha sempre condotto a un'accelerazione dell'inflazione stessa.

Inoltre, anche il petrolio sta contribuendo a mettere pressione sui prezzi. Passato il punto piu' basso toccato a febbraio 2016 a 26 dollari al barile, il petrolio ha sempre contribuito all'inflazione. In questo contesto, gli investimenti in aree che generalmente traggono beneficio da un generalizzato incremento dei prezzi, come le commodity, i finanziari e le compagnie cicliche, stanno gia' beneficiando positivamente del trend di inflazione superiore alle attese.

Riteniamo che possa essere arrivato il momento di alcune parti 'value' del mercato e di alcuni titoli sottovalutati. Inoltre l'oro, asset che normalmente performa bene quando l'inflazione sale, resta una parte importante dei nostri portafogli. Infine, naturalmente, ora vediamo la possibilita' che si verifichi un effetto 'Trumpflazione'. Le politiche precise che verranno implementate dal prossimo Presidente statunitense sono sconosciute. Se pero' la nuova amministrazione terra' fede alle promesse elettorali sulla stretta all'immigrazione, allora sorgeranno nuove pressioni salariali. Se verranno introdotti nuovi dazi doganali, sara' provocato un incremento dei prezzi sia negli USA che all'estero per via dell'aumento del costo dei beni. Se Trump lancera' un colossale programma di miglioramento delle infrastrutture, come accennato durante il discorso della vittoria, allora anche questo potra' contribuire alla salita dell'inflazione. 'Piu' bassi piu' a lungo' si e' rivelato un mantra corretto per molti anni, ma forse ora ci stiamo spostando piu' verso 'un po' piu' alti, un po' prima'.


(RADIOCOR) 23-11-16 10:12:24 (0190) 5 NNNN

Notizie Radiocor - Finanza - Borsa Italiana
 
SPDR ETFs: gli investimenti in infrastrutture - PAROLA AL MERCATO


di Antoine Lesne' Responsabile della Strategia e della Ricerca di SPDR ETFs per l'area EMEA




(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 02 dic - Gli investimenti in infrastrutture sono sempre stati considerati dai governi di tutto il mondo come essenziali per la crescita economica e il benessere, dato che creano ulteriori posti di lavoro. Con le recenti elezioni presidenziali americane, i costi per le infrastrutture sono stati portati in primo piano, cosa che riteniamo renda questa asset class estremamente appetibile per gli investitori che vogliono investire in questo settore

Dopo quasi sette anni in cui la politica monetaria ha avuto un ruolo da protagonista, la sua efficacia sta cominciando a venire meno. L'attenzione si sta spostando verso la spesa fiscale, il cui ruolo sembra essere sempre piu' importante per poter riattivare la crescita globale. Le elezioni americane hanno evidenziato la volonta' di alcuni politici di intraprendere la strada della spesa fiscale, cioe' investire sulle infrastrutture in un'ottica di crescita a lungo termine. Le infrastrutture sono alla base di una nazione e sono vitali per lo sviluppo e la crescita economica di un paese. Tuttavia, la crisi finanziaria globale ha portato uno squilibrio tra necessita' di infrastrutture e finanziamenti. L'OCSE stima che i costi per l'investimento in infrastrutture arriveranno a $50 trilioni entro il 2030. La necessita' di infrastrutture varia a seconda delle regioni, con i mercati emergenti che devono affrontare sfide diverse rispetto a quelle fronteggiate dai paesi sviluppati. Le infrastrutture sono generalmente un asset class caratterizzata da una lunga duration, che genera flussi finanziari stabili e prevedibili. Elevate barriere all'entrata e modelli di business monopolistici, insieme ad una domanda anelastica per i servizi essenziali forniti dalle imprese che costruiscono le infrastrutture, si traducono in ricavi prevedibili che sono spesso collegati all'inflazione. Inoltre, i due principali generatori di reddito, prezzo e volume, hanno particolari caratteristiche in questo contesto. I prezzi sono generalmente legati a contratti e/o accordi di lungo termine e sono spesso adeguati all'inflazione. I volumi tendono ad essere stabili e in crescita a causa della domanda anelastica, delle efficienze di scala, e di una maggiore crescita del PIL.

Percio', in periodi di rialzo dell'inflazione, l'investimento in infrastrutture e' un vero e proprio asset. Inoltre, in periodi di contrazione economica, queste aziende tendono ad avere caratteristiche difensive, essendo relativamente protette dalla stabilita' della domanda, che e' indipendente dal ciclo economico. Un investimento in ETF offre uno strumento regolato e aperto attraverso il quale accedere alla asset class. Puo' inoltre aiutare gli investitori che hanno un allocation nelle infrastrutture dirette, offrendo un deposito temporaneo per il capitale impegnato e non richiamato. L'investimento in ETF non sostituisce l'investimento diretto in infrastrutture e comporta comunque rischi associati a progetti ad elevato capitale, il cui fallimento potrebbe danneggiare l'emittente

Nonostante questo, la bassa richiesta di capitale, i maggiori livelli di liquidita' e la diversificazione tra vari progetti e attori in gioco, fanno degli ETF uno strumento appetibile per investire in infrastrutture

(RADIOCOR) 02-12-16 15:13:50 (0319) 5 NNNN

Notizie Radiocor - Finanza - Borsa Italiana
 
Mercati: piccolo è bello, le migliori opportunità si nascondo nel segmento mid e small (analisti)


Inviato da Alessio Trappolini il Ven, 03/02/2017 - 13:39



Con mercati finanziari sempre più interconnessi e volatili è difficile trovare combinazioni di titoli che possano generare alpha positivi in maniera stabile e duratura all’interno del proprio portafoglio. Con i bilanci delle grandi major bloccati dalla congiuntura avversa, nei mercati azionari le migliori opportunità di investimento vengono offerte in maniera sempre crescente da società di piccola o media capitalizzazione.

“Le aziende a più piccola capitalizzazione hanno consegnato ritorni interessanti agli investitori in passato. Riteniamo che una serie di caratteristiche tipiche di questo segmento renda tale asset class molto attraente per chi seleziona i titoli in maniera attiva e su base continua”, sostiene Charles Anniss, Small and Mid-Cap Portfolio Manager, European Equities team di Union Bancaire Privée (UBP).

Secondo il gestore, in questo segmento del mercato è possibile rintracciare aziende “ben gestite, con vantaggi competitivi acquisiti, finanze solide ed un’esposizione positiva alle dinamiche di crescita interne ed esterne”.

Con più di 1500 aziende in Europa, questo segmento ha una capitalizzazione di mercato compresa tra gli 0,2 miliardi di euro e i 5 miliardi. Anniss fa notare come una delle caratteristiche più interessanti di questa asset class è il fatto che i livelli di copertura di queste aziende più piccole da parte degli analisti sono più bassi di quelli per quelle più grandi.

“Le società con una capitalizzazione di mercato tra 0,2 e 0,5 miliardi di euro hanno una copertura media di 3 sell side analysts, mentre quelle che hanno tra 0,5 e 1 miliardo sono coperte da una media di 5 analisti. Le aziende con oltre 15 miliardi di euro, invece, sono coperte in media da 24 analisti. - ha spiegato Anniss -Questi livelli bassi in termini di copertura, richiedono un approccio costruttivo allo studio di queste realtà”.

“Riteniamo che il 2017 possa offrire agli investitori che si posizionano in questo segmento opportunità attraenti”, sostiene Anniss. Con una crescita degli utili solida intorno al 15% nel 2016 e buone previsioni per il 2017, i bilanci delle società a capitalizzazione più piccola sono in condizioni molto buone con un rapporto medio netto tra EBITDA e debito inferiore a 1,3x.

Questi elementi, insieme a una sotto-performance marginale nel 2016, si sono tradotti in una “sottovalutazione che ad oggi offre valutazioni attraenti rispetto al mercato e sostanzialmente in linea con la loro storia di lungo periodo”, ha concluso Anniss.


Mercati: piccolo e bello, le migliori opportunita si nascondo nel segmento mid e small (analisti) | Finanzaonline.com
 
29 msggio 2020
...
Vasileios Gkionakis, Head of FX Strategy, Banque Lombard Odier & Cie SA.

Principali punti salienti

Abbiamo abbassato le nostre previsioni sul cambio EUR-USD in modo da riflettere le recenti sfide costituzionali che l’area euro sta affrontando. Tuttavia alcuni progressi nella risposta fiscale coordinata alla pandemia di Covid-19 (Recovery Fund) potrebbero farci rivedere al rialzo le nostre previsioni.
Probabilmente il cambio EUR-CHF si avvicinerà al livello 1,05, visto che la domanda di franchi svizzeri potrebbe essere compensata dall’intervento della BNS
Anche se per ora le nostre previsioni sulla sterlina restano invariate, i rischi downside della valuta sono in rapido aumento
Allo stato attuale, tra le maggiori valute del G10 lo yen giapponese resta la controparte principale del dollaro, mentre l’oro dovrebbe far parte di ogni portafoglio bilanciato per contrastare la materializzazione di uno scenario avverso
Nell’universo emergente, ribadiamo il nostro punto di vista secondo cui l l’Asia riporterà performance migliori rispetto alle altre regioni. Abbiamo anche rivisto al rialzo le nostre previsioni sul cambio USD-CNY in modo da riflettere il premio di rischio più elevato dovuto alla ricomparsa delle tensioni tra USA e Cina. Le ultime posizioni della classifica delle performance della valute sono occupate da real brasiliano, rand sudafricano e lira turca.
Quattro importanti sviluppi sui mercati globali, importanti anche per l’universo valutario, vanno in direzioni opposte.

Il lato positivo è rappresentato dall’appiattimento della curva di contagio da Covid-19, fattore che ha permesso una graduale ripresa dell’attività economica nei principali paesi, aprendo così probabilmente la strada per la ripresa economica e per la crescita nel 2020.

Inoltre, l’UE sta studiando un accordo sul Recovery Fund, il cui futuro però è ancora incerto. Il lato negativo, invece, riguarda la forte ripresa degli attriti tra Stati Uniti e Cina, con l’amministrazione americana che accusa Pechino di aver gestito male l’epidemia di coronavirus e minaccia delle ritorsioni. Inoltre, la sentenza del tribunale tedesco sul PSPP della BCE ha creato una difficile sfida costituzionale nell’area euro, che probabilmente peserà sul sentiment degli investitori e aggiungerà un premio di rischio alla valuta.

Il nostro scenario di base sulla debolezza del dollaro nella seconda metà dell’anno resta ancora valido, ma adesso stimiamo che la ripresa del cambio EUR-USD sarà più lenta, tanto che abbiamo ridotto il nostro outlook di fine anno all’1,11.
...
Lombard Odier: Tensioni tra USA e Cina | AdvisorWorld.it
 
Crash del dollaro USA virtualmente inevitabile? Analisi - fxempire.it


https://www.finanzaonline.com/notiz...schio-stagflazione-combinazione-letale-in-usa

17 Giugno 2020, di Mariangela Tessa

L’era del dollaro forte ha le ore contate. Parola di Stephen Roach, economista americano, professore all’Università di Yale, ex Morgan Stanley, che, in un’intervista alla CNBC, ha detto di attendersi, entro un anno o al massimo due anni, un calo del 35% del biglietto verde rispetto alle altre principali valute:

“L’economia degli Stati Uniti è afflitta da alcuni significativi squilibri macro da ormai lungo tempo, vale a dire un tasso di risparmio interno molto basso e un deficit cronico delle partite correnti cronico” ha spiegato Roach.
...
Stephen Roach lancia allarme: "l'era del dollaro forte ha le ore contate" | WSI


The Fed's huge stimulus risks creating 'zombie' markets that are 'completely mispriced' and 'completely distorted,' Mohamed El-Erian warns | Markets Insider


Unprecedented steps by central banks may create 'zombie markets': Mohamed El-Erian - Moneycontrol.com
 
Yan Taw Boon di Neuberger Berman afferma pro domo sua che “per investire nel tema (5G) e ottenere i rendimenti migliori saranno verosimilmente necessarie una gestione attiva”. Magari sará anche vero, peró tanto lui non potrebbe dire altrimenti…:D

Effettivamente peró il 5G potrebbe fare crescere tantissimo le imprese piú involucrate, tipo Huawei. Che anche in caso si inasprissero le tensioni con l'occidente, rimarrá pur sempre leader mel mercato asiatico
 
Indietro