Doc Humby
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Andando un pò Off Topic rispetto alla discussione, riporto tre stralci riguardo 3 pittori Livornesi (di cui uno naturalizzato) dove si evince che Livorno non è stata solo città di artisti che disegnavano e disegnano figure e paesaggi.
Ringrazio l'amico che mi ha inviato il documento.
CIT.
"Nel 1959 Jean Mario Berti inizia il sodalizio artistico con Elio Marchegiani e Ferdinando Chevrier,
unione artistica denominata il Gruppo de 'I tre dell’astrattismo', che presto si impose a Livorno
come punta dell’avanguardia artistica.
Tra i principali animatori del panorama artistico livornese a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni
Sessanta, i tre artisti furono accomunati da una ricerca astratta vicina alle poetiche dell'informale.
Insieme esposero le loro opere dal '58 al '65 portando la loro poetica in tutta Italia e estero. Per
il club «La strega» da loro fondato nel 1960, organizzarono dibattiti sull'arte contemporanea e
serate all'insegna della fusione fra jazz e pittura astratta.*
Nell'aprile del 1960 fonda il circolo ricreativo "La Strega" insieme ai concittadini Jean Mario Berti
ed Elio Marchegiani, con i quali, già l'anno prima, aveva dato vita ad un sodalizio artistico,
battezzato dalla critica 'I tre dell'astrattismo'. I tre, dopo la prima mostra ufficiale di gruppo
allestita ancora una volta da Giraldi (febbraio 1959), allargarono il proprio campo di azione ben
oltre i confini cittadini, esponendo ripetutamente nella prestigiosa Galleria Numero (della storica
gallerista Fiamma Vigo) di Firenze e partecipando a importanti rassegne nazionali ed
internazionali."
Un tocco di pennello verso le origini...
Ciao!!
Tradizionalmente considerata come uno degli episodi più significativi della vicenda macchiaiola, l'attività del Lega si pone piuttosto come emblematica dell'epilogo ideologico operativo del movimento.
La sua adesione fu tardiva (il '62 è l'anno di Aspromonte e le divergenze politiche avevano ormai disperso il gruppo di punta del Caffè Michelangelo), e non radicale: da una parte, sul piano della struttura formale, alla tecnica di macchia, volta alla costruzione dello spazio attraverso il rapporto dei valori e dei toni, si sovrappone sovente il tradizionale telaio prospettico disegnativo (Il pergolato, 1868, Milano, Brera, nella foto); dall'altra, i principi del realismo macchiatolo vengono negati da un preciso interesse per il soggetto e per le sue implicazioni psicologiche e sentimentali...
Vedi l'allegato 2686451