Quanto lo paghiamo 'sto qui ? Come si chiama Cardaroni, Crodallori ....

Deep

Liberale Premium ...
Registrato
5/5/00
Messaggi
7.800
Punti reazioni
632
Oggi Roberto Calderoli ha presentato una insinuante interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio, Mario Monti, chiedendogli informazioni sul suo Capodanno e sulle modalità dei festeggiamenti. L’ex ministro chiedeva anche se corrispondesse al vero che il cenone si fosse svolto «presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi» e se Monti non ritenesse «inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare, in un momento di crisi come quella attuale, una festa utilizzando strutture e personale pubblici». La lettera si concludeva chiedendo sostanzialmente le dimissioni di Monti. Il presidente del Consiglio ha risposto con un comunicato stampa a Calderoli, prendendosi anche vistosamente gioco del leghista, fornendo una dettagliatissima relazione sul suo Capodanno.


RISPOSTA SCRITTA

"Il Presidente del Consiglio ha appreso da fonti di stampa che il Senatore Roberto Calderoli avrebbe presentato in data odierna un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede di dar conto delle modalità di svolgimento della cena del 31 dicembre 2011 del medesimo Presidente del Consiglio.

Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.

Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all’Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese.

Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.

Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).

La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale.

Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.

Nel dare risposta al Senatore Calderoli, il Presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poiché anche a suo parere sarebbe “inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici”. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di “una festa” organizzata “utilizzando strutture e personale pubblici”.

D’altronde il Presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettamente legate all’esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il Presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l’arrivo a Milano da un viaggio ufficiale."
 
da buon leghista invece lui viaggia in aereo a spese nostre

L’Aula del Senato ha negato l’autorizzazione a procedere contro l’ex ministro Roberto Calderoli (Lega Nord), accogliendo così l’indicazione della Giunta.

Contro l’autorizzazione si sono espressi 219 senatori, a favore 66, mentre 10 si sono astenuti.

La vicenda riguarda un volo di Stato a Cuneo nel gennaio 2011 dell’ allora ministro della Semplificazione che dopo aver saputo di un grave incidente occorso al figlio della sua compagna, del quale ha sempre fatto le veci del padre, come è scritto nella relazione della Giunta, non aveva disdetto gli impegni istituzionali della giornata chiedendo però di poter far subito visita al ragazzo.

Riepiloghiamo i fatti che hanno fatto sì che la giunta per le autorizzazioni a procedere negasse ai giudici di iniziare il processo: “Il ministro dal ‘pomello rosso’ ha chiesto alla presidenza del consiglio, il volo di Stato per Cuneo, dovendo svolgere impellenti funzioni ministeriali. E viene autorizzato. Sbarcato a Cuneo, si è accertato che il ministro si è recato prima in una abitazione privata, poi in un ospedale e, quindi, è rientrato a Roma. Il ministro, in prima battuta, ha giustificato la necessità del volo per l’urgenza di far visita in ospedale al figlio della sua compagna. Successivamente, ha aggiunto che era necessario ed impellente l’uso dell’aereo, dovendo occuparsi dei problemi finanziari dell’ente locale alla cui presidenza c’è la compagna. Poi, ha detto che ha svolto le funzioni politiche, non recandosi in un ufficio pubblico, ma in casa della sua compagna. Poi ancora, ha spiegato come fosse per lui assolutamente necessario rientrare tempestivamente a Roma, dovendo partecipare ai lavori di una commissione parlamentare. Infine, ha riferito che essendo Cuneo mal collegata con Torino, sarebbe stato problematico prendere un volo di linea”.
 
Indietro