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Esatto.....vallo a spiegare.In caso di successioni dipende dalla banca, anche se dovrebbero a prescindere lasciarti usare il 50%; certi fanno orecchie da mercante e lasciano la presa soltanto a successione tereminata
Meglio dire "dovrebbe" essere così ma purtroppo non lo è!giusto per la precisione, il 50% della giacenza rimane sempre a disposizione del "sopravvissuto" e gli altri confluiscono nell'asse ereditario
Il FITD copre 100K a cliente, quindi se il conto è cointestato a due persone sono 200KAh ok, quindi se uno ha 180k che giustamente sono di entrambi (marito e moglie) supera il fitd così l'eccedente in caso di fallimento della banca se lo prende la stessa?
Oppure dal tuo esempio anche sotto fitd se lo intesta solo uno e l'altro no?
E se muore chi se lo intesta? Chi resta in vita non aspetta lo stesso la prassi?
Ma dite delle cose senza senso, ma perchè non vi astenete e cercate di imparare da chi ne sa più di voi?
Più tosto chiedete anzichè affermare, dai da bravi.
Chiedo... ma nel caso di conti monointestati le stesse banche si comporterebbero in modo diverso?Meglio dire "dovrebbe" essere così ma purtroppo non lo è!
Parlo per esperienza personale, 2 banche diverse hanno pensato bene di bloccare completamente 2 conti cointestati alla scomparsa di uno dei 2. Loro giustificazione "è la prassi"
Ovviamente entrambe ora sono mie EX banche!!!
Attenzione ai tassi promessi: maggiori sono e più cresce il rischio di inghippi che ne riducono il rendimento reale. Un esempio: talvolta viene pubblicizzato per quelli a tassi crescenti di anno in anno il valore finale, ovvero dell’ultimo anno. Ciò comporta restare vincolati per lunghi periodi oppure – se si esce prima - accettare condizioni meno favorevoli di quelle promesse |
Quando viene specificato “somme sempre svincolabili” si analizzi a quali condizioni si deve sottostare in tal caso |
Verificare ogni volta costi di apertura e di chiusura |
Si ricordi che sulle giacenze grava l’imposta di bollo dello 0,20%. Inoltre si deve riconoscere la ritenuta fiscale del 26% applicata agli interessi riscossi, senza possibilità di forme elusive – con la creazione di minus – come può avvenire investendo in obbligazioni. Infine c’è il bollo sul conto corrente di riferimento (34,2 euro) ma non tutte le banche ne impongono l’apertura. Gli oneri complessivi sono quindi tutt’altro che marginali |
Uno dei modi per evitare che venga applicata l'imposta di bollo è far sì che la giacenza media del conto corrente non superi i 5.000 euro. In caso di valore inferiore, infatti, non va versata. Ciò comporta comunque delle “scappatoie” che il piccolo e medio investitore spesso non è disposto a espletare |
Alcune offerte presuppongono che siano versati lo stipendio o la pensione per ottenere le condizioni più interessanti. Ciò vuol dire diventare clienti di lungo termine della banca, senza spesso conoscere clausole e costi successivi |
Naturalmente se si investe su un titolo di Stato la garanzia del capitale vale solo a scadenza. Nel caso invece dei conti deposito il disinvestimento (quando possibile) non comporta perdite in termini appunto di capitale, mentre il rendimento può essere penalizzato, al contrario di quanto avviene con un bond. Dato però che il confronto deve effettuarsi su scadenze equivalenti e quasi sempre corte il rischio per le obbligazioni si annulla pressoché a zero |
La rincorsa dei costi dei conti correnti ha penalizzato i piccoli risparmiatori. E’ anche questo un handicap per le performance dei conti deposito |
Un presupposto fondamentale: la banca cui ci si affida deve aderire al Fondo Interbancario. Dato che alcuni istituti più generosi sono poco conosciuti meglio farsi consegnare un documento con i riferimenti del caso |
Importante conoscere quando avviene la liquidazione degli interessi: può essere anticipata o a scadenza oppure su una periodicità mensile, trimestrale, semestrale o annua |
In conclusione: si tenga conto che un Bot a un anno rende il 2,9% e che un Btp a tre anni riconosce il 3,2%. Ci si confronti sempre con questi riferimenti e si consideri che i titoli di Stato sono gravati da un’aliquota fiscale più favorevole (12,5%) |
I conti cointestati non hanno nessuna "colpa" le banche SI!!! La legge prevede il blocco cautelativo del conto alla scomparsa dell'intestatario fino a pratiche successorie avvenute. Sui conti cointestati dovrebbe avvenire la stessa cosa lasciando però l'operatività sul 50% del saldo cosa che puntualmente non avviene ma viene semplicemente bloccato in toto. Se poi questo avviene in periodi storici complicati (vedi 2020) vi lascio solo immaginare quali possano essere le ripercussioni sul superstite.Breve OT...
Chiedo... ma nel caso di conti monointestati le stesse banche si comporterebbero in modo diverso?
Se la risposta fosse "no" allora non si potrebbero/dovrebbero attribuire colpe particolari ai conti cointestati come sostenuto in alcuni post precedenti...
Ci sono sentenze della Suprema Corte che affermano che la Banca non sia tenuta al blocco dell'operatività in caso di conto cointestato a firma disgiunta.I conti cointestati non hanno nessuna "colpa" le banche SI!!! La legge prevede il blocco cautelativo del conto alla scomparsa dell'intestatario fino a pratiche successorie avvenute. Sui conti cointestati dovrebbe avvenire la stessa cosa lasciando però l'operatività sul 50% del saldo cosa che puntualmente non avviene ma viene semplicemente bloccato in toto. Se poi questo avviene in periodi storici complicati (vedi 2020) vi lascio solo immaginare quali possano essere le ripercussioni sul superstite.
Tanto per la cronaca ho anche fatto un esposto alla Banca d'Italia per denunciare il comportamento delle 2 banche in oggetto che mi ha dato ragione ma la conclusione è stata solo 2 lettere di scuse formali da loro.
Nel tuo esempio, il suggerimento sarebbe fare due conti monointestati da 90 k ciascuno piuttosto che un cointestato da 180k.Ah ok, quindi se uno ha 180k che giustamente sono di entrambi (marito e moglie) supera il fitd così l'eccedente in caso di fallimento della banca se lo prende la stessa?
Oppure dal tuo esempio anche sotto fitd se lo intesta solo uno e l'altro no?
E se muore chi se lo intesta? Chi resta in vita non aspetta lo stesso la prassi?
Ma dite delle cose senza senso, ma perchè non vi astenete e cercate di imparare da chi ne sa più di voi?
Più tosto chiedete anzichè affermare, dai da bravi.
E' proprio così ma l'eventuale blocco del 50% è quantomeno ammesso, il blocco totale assolutamente NO!Ci sono sentenze della Suprema Corte che affermano che la Banca non sia tenuta al blocco dell'operatività in caso di conto cointestato a firma disgiunta.
Purtroppo l'unica cosa che mi sento di consigliare sempre è di aprire anche dei conti/libretti monointestati ai coniugi per evitare spiacevoli sorprese in caso di decesso
Proviamo solo a pensare con 2 ultranovantenni che al decesso del coniuge vanno accompagnati ad aprire un nuovo conto in banca monointestato: a meno che abbiano spid come fanno? Gli mandano un funzionario di banca a casa?
Non è un intervento a favore delle banche, rispondo solo innestandomi su quello che hai scritto (assumendo sia esatto).Ci sono sentenze della Suprema Corte che affermano che la Banca non sia tenuta al blocco dell'operatività in caso di conto cointestato a firma disgiunta.
Purtroppo l'unica cosa che mi sento di consigliare sempre è di aprire anche dei conti/libretti monointestati ai coniugi per evitare spiacevoli sorprese in caso di decesso
Proviamo solo a pensare con 2 ultranovantenni che al decesso del coniuge vanno accompagnati ad aprire un nuovo conto in banca monointestato: a meno che abbiano spid come fanno? Gli mandano un funzionario di banca a casa?
Sono tutti pieni di consigli...anzi di regole ferree...da evitare come la pestegiusto per la precisione, il 50% della giacenza rimane sempre a disposizione del "sopravvissuto" e gli altri confluiscono nell'asse ereditario
Qualche suggerimento sulla scelta. Articolo di oggi e ci sono spunti interessanti.
FCA, MEGLIOBANCAMaaa... Adesso non sono previste scadenze delle promo (e quindi potenzialmente cambi nel panorama cd) fino a fine mese, giusto?
Hai dimenticato di citare la fonte:Qualche suggerimento sulla scelta. Articolo di oggi e ci sono spunti interessanti.
► Conti deposito, attenzione alle facili promesse
Da qualche mese il sistema bancario è tornato a elargire rendimenti più cospicui per i conti deposito. Le campagne pubblicitarie in merito abbondano ma non lo è altrettanto la trasparenza. La clientela non sembra però preoccuparsene, visto che il loro utilizzo continua a crescere, pur in presenza di yield obbligazionari molto più appetibili. Fra l’altro si registra un trend da sottolineare: mentre fino al termine del 2022 erano i conti deposito lunghi a offrire condizioni migliori da qualche settimana si assiste a una corsa di quelli corti, complice la risalita dei Bot. Prima di buttarsi a capofitto quindi su questa soluzione di investimento occorre tenere conto di aspetti importanti.
Attenzione ai tassi promessi: maggiori sono e più cresce il rischio di inghippi che ne riducono il rendimento reale. Un esempio: talvolta viene pubblicizzato per quelli a tassi crescenti di anno in anno il valore finale, ovvero dell’ultimo anno. Ciò comporta restare vincolati per lunghi periodi oppure – se si esce prima - accettare condizioni meno favorevoli di quelle promesse Quando viene specificato “somme sempre svincolabili” si analizzi a quali condizioni si deve sottostare in tal caso Verificare ogni volta costi di apertura e di chiusura Si ricordi che sulle giacenze grava l’imposta di bollo dello 0,20%. Inoltre si deve riconoscere la ritenuta fiscale del 26% applicata agli interessi riscossi, senza possibilità di forme elusive – con la creazione di minus – come può avvenire investendo in obbligazioni. Infine c’è il bollo sul conto corrente di riferimento (34,2 euro) ma non tutte le banche ne impongono l’apertura. Gli oneri complessivi sono quindi tutt’altro che marginali Uno dei modi per evitare che venga applicata l'imposta di bollo è far sì che la giacenza media del conto corrente non superi i 5.000 euro. In caso di valore inferiore, infatti, non va versata. Ciò comporta comunque delle “scappatoie” che il piccolo e medio investitore spesso non è disposto a espletare Alcune offerte presuppongono che siano versati lo stipendio o la pensione per ottenere le condizioni più interessanti. Ciò vuol dire diventare clienti di lungo termine della banca, senza spesso conoscere clausole e costi successivi Naturalmente se si investe su un titolo di Stato la garanzia del capitale vale solo a scadenza. Nel caso invece dei conti deposito il disinvestimento (quando possibile) non comporta perdite in termini appunto di capitale, mentre il rendimento può essere penalizzato, al contrario di quanto avviene con un bond. Dato però che il confronto deve effettuarsi su scadenze equivalenti e quasi sempre corte il rischio per le obbligazioni si annulla pressoché a zero La rincorsa dei costi dei conti correnti ha penalizzato i piccoli risparmiatori. E’ anche questo un handicap per le performance dei conti deposito Un presupposto fondamentale: la banca cui ci si affida deve aderire al Fondo Interbancario. Dato che alcuni istituti più generosi sono poco conosciuti meglio farsi consegnare un documento con i riferimenti del caso Importante conoscere quando avviene la liquidazione degli interessi: può essere anticipata o a scadenza oppure su una periodicità mensile, trimestrale, semestrale o annua In conclusione: si tenga conto che un Bot a un anno rende il 2,9% e che un Btp a tre anni riconosce il 3,2%. Ci si confronti sempre con questi riferimenti e si consideri che i titoli di Stato sono gravati da un’aliquota fiscale più favorevole (12,5%)