Ciao a tutti,
è ormai 5 anni che ho iniziato a lavorare nell'azienda in cui tuttora mi trovo e scelsi di lasciarci il tfr (versato all'INPS) per ovvi motivi di indecisione e reversibilità.
Il rischio di posticipare questo tipo di decisione quando le idee sono poco chiare è di infilarsi nel tunnel del "ci penserò.." beh ad oggi non è che che abbia maturato una scelta definitiva
.
Vorrei ricominciare a ragionarci, per lo meno capire se è il momento adatto oppure se troppo presto; anche alla luce di una possibilità offerta dall'azienda in questione che vi scriverò a breve.
Se può esservi utile per indirizzare eventuali ragionamenti il quadro della mia situazione al 30/6/18 è: 33 anni compiuti, lavoro in maniera continuativa da inizio 2013.
Estraendo i contributi dall'estratto conto contributivo dell'inps risultano: 10,7 anni di contributi (515 settimane utili) al netto dei periodi non utili: settimane di disoccupazione percepita.
Giusto per farmi del male ho tentato una simulazione (onestamente non capisco se siano cifre attendibili oppure no...), ad ogni modo parlano di 2052 per anticipata e 2055 per vecchiaia, m.
A parte che se tento di fare una simulazione ottengo 509 settimane, e non 515, ho notato che il suddetto estratto conto per un breve periodo sembra aver conteggiato una settimana contributiva in più:
mi spiego meglio, per esempio per il periodo 01/10/2015 > 31/12/2015, l'estratto conto conteggiava 14 settimane, la simulazione 13, è corretto? Secondo voi va' segnalato?
Inoltre sempre nella simulazione c'è scritto: "Contributi utili: 509 settimane per la misura, 431 per il diritto" - il 509 è giustificato da quanto scritto sopra, ma le 431 come le devo interpretare, cosa vuol dire "Per il diritto"?
Detto ciò, la sintesi della mia indecisione è: vincolare o non vincolare i successivi versamenti del tfr ad un fondo (perché se aderisco e lo verso, la quota maturata fin'ora viene comunque liquidata per esempio in caso di licenziamento, corretto?) ?
Le possibilità di scelta credo siano le seguenti:
1. non pensare ad una pensione integrativa e/o valutare altri tipi di investimenti;
2. lasciare il tfr in azienda (più di 50 dipendenti) e valutare un fondo pensione aperto, è troppo presto pensarci già da ora? imho non credo, soprattutto alla luce del fatto che ad oggi non verserei più di un centinaio di Euro al mese (tra l'altro non ho ancora un mutuo sulle spalle, e quando ci sarà chissà..);
3. aderire al fondo negoziale, che nel mio caso sarebbe Cometa, versare un extra oltre al tfr ed approfittare della quota datore di lavoro;
4. infine da pochi mesi ci sarebbe anche la possibilità - al momento l'adesione è valida fino a giugno 2019 - di aderire al fondo aperto Seconda Pensione di Amundi e versando il TFR e contributo aggiuntivo, il datore di lavoro si impegna a versare una quota corrispettiva, alla stregua quindi di un negoziale se non ho inteso male;
Fino ad oggi ero tentato di attendere ed aderire poco prima della scadenza di giugno 19, alla quarta possibilità: per sfruttare il contributo datore di lavoro e per via dei rendimenti più performanti rispetto ad un negoziale (sto dicendo una cavolata!?). Ho sfogliato il thread dove si parla di Seconda Pensione e mi pare di aver intuito non sia male. Ovviamente anche in questo caso ci sarebbe la deducibilità fino a 5164 Euro annui, corretto? Per il tipo di linea di investimento sceglierei sicuramente almeno per il 50% qualcosa mirato alla crescita, il restante da valutare.
Ci sono altri dettagli utili che possono aiutarvi ad inquadrare la mia situazione?
Oltre a quanto già chiesto in qua e in la, mi piacerebbe avere un vostro parere (in particolare anche sulla soluzione Amundi + contributo datore di lavoro).
Si, non ho le idee chiare su come impostare il mio piano previdenziale, ma se le avessi avute, non avrei certo postato sta pergamena di roba!
Grazie!
è ormai 5 anni che ho iniziato a lavorare nell'azienda in cui tuttora mi trovo e scelsi di lasciarci il tfr (versato all'INPS) per ovvi motivi di indecisione e reversibilità.
Il rischio di posticipare questo tipo di decisione quando le idee sono poco chiare è di infilarsi nel tunnel del "ci penserò.." beh ad oggi non è che che abbia maturato una scelta definitiva
.Vorrei ricominciare a ragionarci, per lo meno capire se è il momento adatto oppure se troppo presto; anche alla luce di una possibilità offerta dall'azienda in questione che vi scriverò a breve.
Se può esservi utile per indirizzare eventuali ragionamenti il quadro della mia situazione al 30/6/18 è: 33 anni compiuti, lavoro in maniera continuativa da inizio 2013.
Estraendo i contributi dall'estratto conto contributivo dell'inps risultano: 10,7 anni di contributi (515 settimane utili) al netto dei periodi non utili: settimane di disoccupazione percepita.
Giusto per farmi del male ho tentato una simulazione (onestamente non capisco se siano cifre attendibili oppure no...), ad ogni modo parlano di 2052 per anticipata e 2055 per vecchiaia, m.
A parte che se tento di fare una simulazione ottengo 509 settimane, e non 515, ho notato che il suddetto estratto conto per un breve periodo sembra aver conteggiato una settimana contributiva in più:
mi spiego meglio, per esempio per il periodo 01/10/2015 > 31/12/2015, l'estratto conto conteggiava 14 settimane, la simulazione 13, è corretto? Secondo voi va' segnalato?
Inoltre sempre nella simulazione c'è scritto: "Contributi utili: 509 settimane per la misura, 431 per il diritto" - il 509 è giustificato da quanto scritto sopra, ma le 431 come le devo interpretare, cosa vuol dire "Per il diritto"?
Detto ciò, la sintesi della mia indecisione è: vincolare o non vincolare i successivi versamenti del tfr ad un fondo (perché se aderisco e lo verso, la quota maturata fin'ora viene comunque liquidata per esempio in caso di licenziamento, corretto?) ?
Le possibilità di scelta credo siano le seguenti:
1. non pensare ad una pensione integrativa e/o valutare altri tipi di investimenti;
2. lasciare il tfr in azienda (più di 50 dipendenti) e valutare un fondo pensione aperto, è troppo presto pensarci già da ora? imho non credo, soprattutto alla luce del fatto che ad oggi non verserei più di un centinaio di Euro al mese (tra l'altro non ho ancora un mutuo sulle spalle, e quando ci sarà chissà..);
3. aderire al fondo negoziale, che nel mio caso sarebbe Cometa, versare un extra oltre al tfr ed approfittare della quota datore di lavoro;
4. infine da pochi mesi ci sarebbe anche la possibilità - al momento l'adesione è valida fino a giugno 2019 - di aderire al fondo aperto Seconda Pensione di Amundi e versando il TFR e contributo aggiuntivo, il datore di lavoro si impegna a versare una quota corrispettiva, alla stregua quindi di un negoziale se non ho inteso male;
Fino ad oggi ero tentato di attendere ed aderire poco prima della scadenza di giugno 19, alla quarta possibilità: per sfruttare il contributo datore di lavoro e per via dei rendimenti più performanti rispetto ad un negoziale (sto dicendo una cavolata!?). Ho sfogliato il thread dove si parla di Seconda Pensione e mi pare di aver intuito non sia male. Ovviamente anche in questo caso ci sarebbe la deducibilità fino a 5164 Euro annui, corretto? Per il tipo di linea di investimento sceglierei sicuramente almeno per il 50% qualcosa mirato alla crescita, il restante da valutare.
Ci sono altri dettagli utili che possono aiutarvi ad inquadrare la mia situazione?
Oltre a quanto già chiesto in qua e in la, mi piacerebbe avere un vostro parere (in particolare anche sulla soluzione Amundi + contributo datore di lavoro).
Si, non ho le idee chiare su come impostare il mio piano previdenziale, ma se le avessi avute, non avrei certo postato sta pergamena di roba!
Grazie!
