anguss
Alea iacta est
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domande per Anguss
1
Avendo pochi contributi ante 31.12.2015 ed avendo versato contributi in tre gestioni (dipendenti, separata, ex inpdap) ti risulta che:
"è possibile accedere alla pensione anticipata contributiva anche per chi ha contributi versati prima del 1 gennaio 1996 fruendo della facoltà di trasferire tutti i contributi nella gestione separata, che prevede calcolo contributivo. In questo caso i requisiti richiesti sono:
almeno 15 anni di contributi complessivi
almeno un mese di contribuzione accreditata in gestione separata
minimo una settimana di contributi ma meno di 18 anni, accreditati al 31 dicembre 1995
almeno 5 anni di contributi dopo il 1 gennaio 1996."
2
se così fosse, avendo versato ad oggi 200k di contributi dovrei arrivare a circa 320k per avere a 65 anni una pensione lorda di 5,245% di 320.000 ovvero euro 16.784 circa.
corretto?
3 con aliquota marginale del 41% il riscatto di 25.000 euro mi costerebbe circa 14.750. con il coefficiente di cui sopra incrementerei la pensione di 770 euro anno, con un tempo di rientro di 19 anni. non mi sembra per niente vantaggioso. giusto?
Quello che dici al punto 1 è corretto quindi hai i requisiti per esercitare l'opzione per il passaggio al calcolo contributivo e per "sbloccare" l'opzione dell'anticipata contributiva.
Colgo l'occasione che mi da la tua domanda, per nulla semplice come può apparire a prima vista, per fare una precisazione essenziale di carattere generale che riguarda la pensione anticipata contributiva.
L'anticipata contributiva nasce per i contributivi "puri".
Con questo termine si intendono i lavoratori che hanno versato il loro primo contributo dopo la fatidica data del 31/12/1995.
Per questi lavoratori l'iscrizione alla previdenza obbligatoria risulta quindi successiva a tale data.
Quelli che invece hanno versato il loro primo contributo prima di quella data sono da considerarsi nel sistema retributivo o misto.
Senza approfondire l'aspetto delle tipologie di sistema pensionistico quello che mi preme chiarire è che nel momento in cui un "misto", avendone i requisiti, fa richiesta di passaggio al calcolo contributivo non è detto che possa accedere alla pensione anticipata contributiva.
Non a caso si parla infatti di passaggio al "calcolo" contributivo e non al "sistema" o "regime" contributivo, c'è una bella differenza di termini che vado a spiegare.
Iniziamo col dire che lo scopo del passaggio al "calcolo" contributivo nasce tra le altre cose per agevolare quei lavoratori che trarrebbero vantaggio in termini di assegno pensionistico dal ricalcolo col contributivo (es. chi nel sistema misto ha visto i suoi versamenti essere importanti inizialmente per poi diminuire sensibilmente negli anni).
Un lavoratore "misto" che esercita l'opzione di calcolo contributivo con il solo scopo di poter accedere all'anticipata contributiva potrebbe commettere un grave errore.
Per accedere infatti all'anticipata contributiva, ossia per "sbloccarne" il diritto, il lavoratore "misto" che effettua il passaggio al calcolo contributivo deve aver maturato i requisiti per il passaggio entro il 31/12/2011.
In caso contrario otterrà il ricalcolo dell'assegno pensionistico con il metodo contributivo ma non potrà accedere all'anticipata contributiva anagrafica in quanto gli mancherebbe appunto il requisito temporale necessario per sbloccare questa opzione.
C'è però un'altra possibilità ed è proprio quella che vorrebbe sfruttare l'utente dm7.
Lo sblocco dell'anticipata contributiva per un misto che passa al calcolo contributivo si può ottenere anche se i requisiti non sono raggiunti alla data del 31/12/2011 a patto di aver versato almeno un mese nella gestione separata e di far convergere in tale gestione tutti i contributi da lavoratore dipendente e da lavoratore autonomo (cumulo gratuito).
Si può dire che questo importante aspetto potrebbe essere utilizzato come "escamotage" per far valere il diritto di accedere all'anticipata contributiva quindi è bene tenerlo presente.
Mi sono un pò dilungato ma ribadisco che quello che affermi al punto 1 è corretto.
Passiamo al punto 2.
Anche per questo punto quanto affermi è corretto ma con un paio di precisazioni.
La prima riguarda il calcolo del montante pensionistico che hai effettuato molto correttamente ma attenzione che quel calcolo è riferito ad una pensione che maturerebbe nel 2020.
Non so in che anno precisamente tu andrai in pensione ma quello che so per certo è che se non andrai in pensione quest'anno il coefficiente corretto da utilizzare non sarà quello di cui ti sei servito per il calcolo.
Presumibilmente potrebbe essere inferiore in quanto negli ultimi anni non ha fatto che decrescere.
E non dimenticare di tenere conto anche della rivalutazione del montante versato attraverso i coefficienti di capitalizzazione (anche quelli variabili di anno in anno).
Finiamo col punto 3.
Ti ringrazio di questa valutazione perchè mi dai modo, attraverso questi conteggi, di fare qualche utile riflessione.
Il tuo calcolo presenta due imprecisioni che vado ad illustrarti.
La prima ha a che fare con il computo della maturazione dell'assegno in quanto non ci va solo la cifra da te versata "ripulita" delle deduzioni ma tutto quello che hai versato, deduzione compresa.
Nel tuo montante infatti confluiranno 25k e non 25k meno la deduzione (utilizzo per semplicità i numeri da te citati).
Tanto per capirci, il montante si arricchisce di 25000€ (e su questo montante matura l'assegno) mentre le tue tasche si allegeriscono di 14750€.
La seconda ha a che fare con i calcoli per il rientro.
Attenzione che quando fai questo calcolo devi tener presente che quello che hai sborsato (14750€ nel tuo esempio) è netto mentre quello che ti matura è lordo.
Poco importa che la cifra maturata è bassa, sul tuo assegno pensionistico grava una tassazione che andrà a toccare anche quel surplus dovuto al contributo maturato per l'accredito da riscatto.
Non so se mi sono spiegato ma se potessimo valutare il solo surplus da riscatto ricadremmo in una no tax area e quindi netto=lordo.
Purtroppo così non è perchè la cifra maturata per i contributi da riscatto, per quanto piccola, si sommerà all'assegno pensionistico pre-esistente e, per quanto basso possa essere quest'ultimo, sarà gravato da tasse che colpiranno inesorabilmente anche quel piccolo surplus.
Spero di essere stato chiaro e passo dunque al calcolo.
Andando in pensione nel 2020 (tanto per utilizzare il coefficiente corretto) a 65 anni, un riscatto di 5 anni costa 26206€ circa.
A fronte di questo esborso l'assegno pensionistico sarà incrementato di circa 1374€ lordi annui.
Grazie alla tua deduzione sborserai effettivamente 15462€ circa.
I 1374€ lordi maturati andranno a sommarsi al tuo assegno pensionistico ma poichè in Italia si tassano le pensioni con le stesse aliquote degli stipendi dovremo considerare l'importo netto per valutare correttamente l'investimento fatto.
Ovviamente l'importo sarà tanto più tassato quanto più è alto l'assegno percepito.
Posizionandoci nell'aliquota irpef più bassa e senza considerare detrazioni varie per semplicità decurtiamo il surplus del 23%.
Questo vuol dire che di netto il tuo assegno sarà incrementato di circa 1056€ netti all'anno.
Il rientro dall'investimento avverrà quindi in 14.6 anni e dal mio punto di vista questo rientro non è conveniente.
Si conclude che il riscatto agevolato, se utilizzato al solo fine di aumentare il montante e senza considerazioni sull'anticipo pensionistico, non è mai conveniente anzi oserei dire che è una bella fregatura e la deduzione non è altro che uno specchietto per le allodole.
Tieni anche presente che tu hai ottenuto una deduzione alta (41%) sulla cifra investita, immagina se facessimo i conti su una deduzione del 23%...
A questo aggiungi che investire ora nel riscatto significa bloccare il capitale e rivalutarlo con indici molto bassi rispetto a quelli offerti da una forma di risparmio semplice come può essere un btp.
Quindi alla non convenienza si somma anche la perdita derivante dal mancato guadagno con la conseguenza che i tempi di rientro saranno ancora maggiori di quelli calcolati.
Se ne deduce che il riscatto agevolato, qualunque sia l'aliquota di deduzione a cui si ha diritto, va usato scientemente.
Può essere un ottimo strumento di supporto ma solo se ci sono i presupposti di un congruo anticipo pensionistico.
Spero di aver chiarito e di essere stato utile.
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