Roma

Dai, porca zozza, siamo solo alle origini mitiche!! :mad:

Di questo passo quando arriviamo agli Antonini?? :confused:

:(

:rolleyes:
 
adesso esco .
a domani con nuova colla.

Se vedemose!
 
bel lavoro, nonostante gli spettatori non siano dei più disciplinati...
non sarebbe male un buon capitolo sull' evoluzione della legione dai tempi del regno all' impero..mi raccomando :)
 
Adesso esco!?!?!?!?

Alle 17.31???

Roma non fu fatta in un giorno!!

:mad:
 
[LUPA CAPITOLINA]

Custodita nel museo Capitolino è un’opera etrusca a cui successivamente furono aggiunti i gemelli a simboleggiare Romolo e Remo. E' il simbolo di Roma.

lupa.jpg
 
i gemelli vengono allevati fino a che, divenuti grandi, non riescono a vendicare il nonno spodestando il traditore Amulio.

i due fratelli stabiliscono di fondare una nuova città e qui la leggenda si riempie di presagi. Decidono di osservare i "segni" degli dei, guardando il volo degli uccelli e si appostano rispettivamente sul Palatino e sull'Aventino. Remo avvista per primo sei avvoltoi. Romolo, successivamente al fratello, ne scorge dodici. Segue una mortale disputa su quale dei due presagi abbia maggior valore, se il primo in ordine di tempo o quello con un più elevato numero di uccelli e Remo ha, come tutti sanno, la peggio. Secondo un'altra versione i due fratelli litigano perché Remo, volendo deridere e oltraggiare il fratello, oltrepassa armato il confine delle mura che Romolo sta tracciando con un aratro. Il risultato è comunque, anche in questo caso, l'uccisione di Remo da parte di Romolo.



Il rituale di fondazione della città compiuto da Romolo fa parte della tradizione romana più antica e in seguito viene ripetuto ogniqualvolta deve essere fondata una nuova città, sia in epoca repubblicana che imperiale. Catone, nel II secolo a.C. lo descrive nelle sue Origini : "I fondatori di una città aggiogavano un toro a destra e una vacca dalla parte interna. Cinti alla maniera di Gabii, (vestiti alla maniera dei sacerdoti durante una cerimonia religiosa, ndr) e cioè con il capo coperto da un lembo della toga rimboccata, essi tenevano il manico dell'aratro piegato in modo da far ricadere le zolle all'interno. E nel tracciare il solco in questo modo essi segnavano il luogo delle porte, sollevando l'aratro in corrispondenza delle mura".
 
sala7_rubens.jpg




Peter Paul Rubens (Siegen, Westfalia 1577 - Anversa 1640)
Romolo e Remo, 1614 ca., olio su tela, cm 213 x 212
Sala di Santa Petronilla, inv. PC 67


Dipinto ad Anversa nel secondo decennio del Seicento, dopo il ritorno dall'Italia, il quadro venne probabilmente commissionato da Isabella di Spagna, governatrice dei Paesi Bassi. Il celebre soggetto è trattato secondo la tradizione: il pastore Faustolo scopre i due gemelli, mitici fondatori di Roma, mentre vengono allattati da una lupa. Assistono alla scena, ricca di particolari naturalistici, Rea Silvia, la vestale madre dei gemelli, ed un vecchio che raffigura il fiume Tevere.
 
La leggenda narra sette diversi personaggi al confine tra mito e storia. Ogni re è caratterizzato da una propria personalità, quasi a voler rappresentare con un volto le diverse vicende della civiltà romana.


Romolo
Il primo leggendario re di Roma. Fondazione di Roma 753 a.C.

Numa Pompilio
Il primo re sabino di Roma. Ha il merito di unire religione e potere. 673-642 a.C.

Tullio Ostilio
Il secondo re sabino di Roma, celebre per la sua abilità di condottiero. 641-617 a.C.


Anco Marcio
Il terzo e ultimo re sabino di Roma. 616-579 a.C.


Tarquinio Prisco
Il primo re etrusco di Roma. Sotto Tarquinio Prisco, Roma diventa a tutti gli effetti una città etrusca. 578-535 a.C.


Servio Tullio
Il secondo re etrusco di Roma. 578-535 a.C.


Tarquinio il suberbo
Il terzo re etrusco di Roma. Il suo regno segna la fine della monarchia romana. 534-510 a.C.
 
La leggenda di Roma è una chiara ricostruzione delle origini fatta in epoca imperiale. Lo storico Livio scrisse le "Storie" durante l'impero di Augusto. Nella narrazione della leggenda si nota anche il tentativo dello storico di nobilitare la gens Iulia (dominante con Augusto): dopo la scomparsa di Romolo fu proprio un tale di nome Proculo Giulio ad avere la visione del Re e la profezia del glorioso destino di Roma. Questo richiamo nasconde l'intento politico di associare la dinastia dominante in epoca imperiale alle stesse origini della città.

E' molto probabile che Romolo non sia mai esistito e che i fatti narrati dalla leggenda abbiano sì un fondo di verità ma appartengano ad epoche diverse.

Per saperne di più



Vita quotidiana nell'antica Roma



Curiosità, bizzarrie, pettegolezzi,
segreti e leggende

La storia di Roma è spesso ricordata da tutti per i suoi grandi personaggi, le vittorie militari e le nuove istituzioni politiche. In realtà, la grandezza di Roma venne costruita nella vita quotidiana di tutte le persone, dal patrizio al plebeo. In questo libro si ha il piacere di leggere un 'altra' storia fatta di quotidianità, bizzarrie e pettegolezzi, per
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Insediamenti nella valle del Foro sono presenti già nel XII° secolo a.C. seppure di poca importanza. Roma si trova inizialmente esclusa dalle vie commerciali più importanti. In particolare la più importante città etrusca di Caere utilizza un guado a sud del Tevere per i traffici verso il sud (Lavinium), l'altra città etrusca di Veio utilizza invece la via dei colli Albani per commerciare con lo stesso Lavinium e le altre città latine.

Il primo insediamento umano sul Palatino risale invece al X° secolo a.C.. Gli scavi hanno scoperto la necropoli di queste prime comunità nella valle del Foro (agli albori di Roma la valle del Foro era in realtà una palude). Ancora oggi possiamo osservare con i nostri stessi occhi una parte di un sepolcreto del X° secolo a.C. al centro del Foro Romano. L'usanza di seppellire i morti al dì fuori delle zone abitate è tipico delle popolazioni latine ed italiche ed ha in parte una ragione igienica oltre che di superstizione. Questi primi insediamenti appartengono alla cultura latina.

Gli scambi commerciali con gli Etruschi a nord (popolazione di origine asiatica stanziata in Etruria) ed i Sabini ad est (popolazione appenninica stanziata nei colli Sabini e nella valle del Tevere) sono presenti fin dal X° secolo. La via Salaria lungo la sponda sinistra del Tevere è un'antica via per la transumanza del gregge.

L'ascesa commerciale di Veio e la parallela decadenza di Caere sposta successivamente il baricentro delle vie commerciali verso il guado dell'isola Tiberina. Da un lato tutto il commercio dell'Etruria verso il sud del Lazio inizia a passare per Roma e dall'altro Veio stessa abbandona la via dei colli Albani provocando la decadenza di Alba Longa.

Questo mutamento nelle vie commerciali provoca una forte emigrazione dai colli Albani alla piana del Tevere. E' molto probabile che solo gli uomini siano emigrati verso Roma e lo stesso ratto delle Sabine non sia un evento storico ma una pratica molto in uso nelle società basate sulla pastorizia. In queste società arcaiche il rapimento è un modo coatto per giungere al matrimonio, un comportamento poco amato dalle famiglie ("ratto") ma comunque accettato e riconosciuto "di fatto". Una consuetudine praticata da molte comunità rurali anche nel XX° secolo.

Il leggendario ratto delle sabine potrebbe non essere mai avvenuto, almeno nei termini della leggenda. E' invece molto probabile che l'unione dei popoli romani e sabini sia dettata da un senso pratico di comune difesa dalle vicine città etrusche. In particolare dall'ascesa della grande potenza di Veio.

Gli stessi insediamenti sabini sul colle del Campidoglio e del Viminale sono reali. Non possiamo sapere se questi insediamenti siano originati da un conflitto (la leggenda li attribuisce alla guerra scaturita dal ratto delle Sabine) o da una lenta emigrazione, ma è sicuro che tribù sabine sono presenti su questi colli fin dall'età arcaica.

La guerra narrata dalle leggende è chiaramente una ricostruzione "in scala" fatta in epoca imperiale. Agli albori di Roma i conflitti sono solo scontri tra pastori per proteggere le proprie greggi e non le guerre epiche tra grandi eserciti contrapposti.


L'espansione commerciale e demografica di Roma continua fino al VIII° secolo a.C. senza sosta. Lo stesso sepolcreto nella valle del Foro cade in disuso mentre una nuova necropoli viene utilizzata nel vicino colle Esquilino, segno di una chiara espansione demografica della comunità del Palatino.

Le emigrazioni verso Roma hanno una traccia anche nella leggenda di Romolo e nella sua disponibilità ad accettare "sbandati" di ogni etnia. La forte crescita commerciale della città aumenta la richiesta di forza lavoro nel foro Boario. Contemporaneamente Alba Longa cade in decadenza a causa dello spostamento del baricentro commerciale dei traffici tra Veio e Lavinium. Ne consegue un naturale e forte flusso migratorio verso Roma (gli stessi Romolo e Remo discendono da Alba Longa).

In conclusione la leggenda di Roma mantiene elementi di verità storica, anche se la città non nasce per volere divino bensì per normali ragioni commerciali. La leggenda di Roma, tramandata verbalmente da decine di generazioni, si è poi arricchita di avvenimenti contemporanei. Lo storico Livio ha l'abilità di racchiuderli in un'unica leggenda dai connotati storici, al fine di 'ricostruire' una origine nobile a quello che ormai si presenta come l'impero più grande del mondo antico.
 
Il periodo monarchico di Roma durò circa 2 secoli e mezzo.

La città si trasformò, in tale tempo, da colonia di Alba a città egemone di una vasta area compresa tra la riva sinistra del Tevere, la costa fino al Circeo e l'entroterra con le principali città latine e sabine.

Romolo e Remo avevano scelto il luogo giusto per la nuova città: un ponte, un guado, un porto marittimo-fluviale, un crocevia di strade da est ad ovest e da nord a sud, un centro di traffici e scambi commerciali.

Roma, che si trovava al confine di tre zone abitate da popoli diversi per lingua e per cultura (latini, etruschi e sabini), divenne un polo di interesse anche per mercanti greci e cartaginesi.

Nella città, latina per nascita e cultura, convissero uomini di diversa origine che affluirono attratti dalla notevole espansione economica o costretti dagli stessi governanti di Roma che erano soliti condurre in città le popolazioni vinte in battaglia.

A Roma Tarquinio Prisco, di padre greco e di madre etrusca, venne in cerca di fortuna perché a Tarquinia chi non era completamente etrusco veniva limitato nei suoi diritti. E Tarquinio divenne re di Roma, come prima lo erano stati cittadini di origine latina e sabina.

Ma chi arrivava a Roma, cessava di essere albano, sabino, etrusco, latino e diveniva orgogliosamente Romano.
 
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