Sei nel mio portafoglio e qui ci resti per sempre(o quasi)

  • Ecco la 68° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    La settimana è stata all’insegna degli acquisti per i principali listini internazionali. Gli indici americani S&P 500, Nasdaq e Dow Jones hanno aggiornato i massimi storici dopo i dati americani sui prezzi al consumo di mercoledì, che hanno evidenziato una discesa in linea con le aspettative, con l’inflazione headline al 3,4% e l’indice al 3,6% annuo, allentando i timori per un’inflazione persistente. Anche le vendite al dettaglio Usa sono rimaste invariate su base mensile, suggerendo un raffreddamento dei consumi che hanno fin qui sostenuto i prezzi. Questi dati, dunque, rafforzano complessivamente le possibilità di un taglio dei tassi a settembre da parte della Fed (le scommesse del mercato sono ora per due tagli nel 2024). Per continuare a leggere visita il link

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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RAGAZZI PRONTI A SFONDARE I 5 EURO?????
 
Intesa conferma buy su Anima in attesa dell'M&A del Banco.
Ogni volta che torna sotto i riflettori il tema dell'm&a delle banche, anche Anima di riflesso finisce al centro dell'attenzione per via delle ricadute sul suo business. D'altra parte, non è un mistero che la società di risparmio gestito guidata dall'ad, Alessandro Melzi d'Eril, sia da tempo interessata a crescere per linee esterne e i movimenti nell'azionariato delle banche potrebbero avere riflessi importanti sulla sgr. E ancora di più nel caso di un'eventuale opa di Unicredit, come da indiscrezioni degli ultimi giorni, su Banco Bpm che è il principale azionista e partner distributivo di Anima con una quota del 15,443%, seguono le Poste con il 10,324%.

In attesa di sviluppi sull'azionariato della banca guidata dal ceo, Giuseppe Castagna, Intesa Sanpaolo conferma il giudizio buy sul titolo e il target price di 5,8 euro, ricapitolando le caratteristiche principali degli accordi che Anima ha con i suoi partner strategici bancari di lungo termine. "Primo di tutti, questi accordi non prevedono clausole di change of control da parte dei soci né commissioni di scioglimento prestabilite. Inoltre, l'accordo con Banco Bpm si basa su un'esclusività per la gestione dei conti discrezionali al dettaglio fino al 2037 e per l'attività assicurativa della banca fino al 2038 e l'estensione automatica dell'intesa, fatte salve alcune eccezioni e fino a determinate soglie, in caso di M&A determinando un'espansione dei canali distributivi del gruppo bancario e, quindi, un aumento della sua capacità distributiva. Poi è contemplata la negoziazione dell'estensione degli accordi ai nuovi soggetti oggetto di eventuale acquisizione al di sopra di determinate soglie e, nel caso di operazioni che comportino una riduzione della rete di distribuzione del Banco Bpm, quest'ultimo dovrà corrispondere a Anima un importo connesso alla potenziale remunerazione che Anima avrebbe ottenuto da tali asset per l'intera durata della partnership", ricorda Intesa Sanpaolo.

Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, "come abbiamo già più volte sottolineato, crediamo che Anima possa avere più opportunità che minacce da fusioni e acquisizioni bancarie che coinvolgono i suoi partner strategici, in quanto il gruppo potrebbe avere la possibilità di ampliare il proprio perimetro distributivo sfruttando anche le potenziali opportunità di crescita esterna derivanti dal consolidamento dell'attività bancaria, data la sua flessibilità finanziaria, mentre è comunque salvaguardata rispetto a un potenziale effetto negativo dalle caratteristiche dei suoi accordi strategici a lungo termine". (riproduzione riservata)
 
Ultima modifica:
Anima, Akros conferma buy in attesa dei conti. L'appeal di dividendo e M&A
Focus degli analisti di Banca Akros su Anima Holding in attesa dei conti 2021 che il gruppo guidato dall'ad, Alessandro Melzi d'Eril, pubblicherà il prossimo 1° marzo. L'investment bank conferma il rating buy e il target price a 5,8 euro (pari a un potenziale di rialzo sul prezzo attuale del 28%) in vista del bilancio dello scorso esercizio che si preannunciano solidi dopo che l'azienda ha registrato nei 12 mesi flussi netti di 6,1 miliardi, in forte crescita rispetto ai 638 milioni del 2020, grazie al recupero progressivo dell'attività di raccolta sul retail. A fine dicembre 2021 le masse totali sono risultate in crescita del 5% a 204 miliardi.

Per il solo quarto trimestre Banca Akros prevede ricavi a 135 milioni, +20% su base annua e +27% su base trimestrale, per via del contributo delle commissioni di performance attese a 49 milioni nel trimestre, +41% su base annua. Per quanto riguarda l'intero 2021 Banca Akros stima ricavi per 474 milioni, +25% sul 2020, con un balzo del 78% delle commissioni di performance a 139 milioni. La redditività annualizzata del quarto trimestre, ovvero le commissioni nette sulla media degli asset, è vista in miglioramento a 15,3 punti base rispetto ai 14,6 punti base del quarto trimestre 2020 e quasi stabile trimestre su trimestre, sebbene ancora inferiore al periodo pre-pandemia di 15,8 punti base per via del fatto che i flussi retail non hanno ancora recuperato pienamente la tendenza alla crescita.

Sul fronte degli utili netti il trimestre per Banca Akros dovrebbe chiudersi con un importo adjusted di 66 milioni, +7% su base annua e +19% su base trimestrale. Infine, secondo l'investment bank il dividendo unitario dovrebbe attestarsi a 0,25 euro, con un rendimento attorno al 5%, in aumento rispetto agli 0,22 euro dello scorso anno. "La performance positiva del mercato e la ripresa degli afflussi netti presso gli investitori retail dovrebbero guidare la performance positiva del trimestre anche grazie allo stretto controllo sui costi operativi. Le prospettive per il 2022 che emergeranno dalla call con gli analisti saranno da seguire con attenzione. Nel frattempo, confermiamo il buy", indica Banca Akros.

Per i prossimi mesi, secondo gli analisti della banca d'affari, "l'outlook sulla raccolta netta sembra positivo grazie alle continue previsioni di miglioramento nel segmento retail. Il gruppo continua a registrare forti incrementi di generazione di cassa mentre il controllo sui costi operativi e i dividendi attesi dovrebbero garantire un rendimento medio di almeno il 5,5% nei prossimi anni. Anche l'operazione di buy-back da 60 milioni lanciato nelle ultime settimane potrebbe sostenere il prezzo del titolo a breve termine". Senza dimenticare che "resta sempre attuale la strada dell'M&A". Anima non ha, infatti, fatto mistero di voler crescere per linee esterne forte della cassa di cui dispone, ma il gruppo potrebbe anche essere coinvolto nell'eventuale M&A delle banche che sono nel suo azionariato, in primis il Banco- Bpm che detiene il 15,443%. Al momento il titolo Anima segna un ribasso dell'121% a 4,509 euro in linea con l'andamento negativo del listino italiano (Ftse Mib -0,91%) a causa della crisi ucraina.
 
Anima conclude il buy back. Equita: l'accordo con Banco Bpm vale il 40% delle masse
Anima Holding ha concluso il buy-back di azioni iniziato il 5 ottobre scorso sulla base dell'autorizzazione dell'assemblea del 31 marzo 2021, mentre il titolo resta nel mirino del mercato sulla scia dell'm&a che riguarda il Banco Bpm, principale azionista con una quota del 15,443% della società guidata dall'ad, Alessandro Melzi d'Eril.

Il gruppo di risparmio gestito ha comunicato che fino al 24 febbraio ha acquistato 13,293 milioni di azioni proprie pari al 3,61% del capitale sociale per un controvalore complessivo di 59,9 milioni di euro a un prezzo medio di 4,5134 euro. A conclusione del programma di acquisto di azioni proprie, Anima Holding detiene oltre 24 milioni di azioni proprie pari al 6,51% del capitale sociale. Oltre al buy-back, la società non ha mai fatto mistero di avere una solida cassa da utilizzare, qualora trovasse l'opportunità giusta, per acquisizioni di concorrenti anche in Europa.

Nel frattempo gli analisti di Equita Sim e di Bestinver Securities si concentrano sulle ultime indiscrezioni di stampa che segnalano nuovi contatti tra il Banco Bpm e Crédit Agricole Italia per una possibile aggregazione anche alla luce dell'interesse della banca francese di crescere ulteriormente in Italia dopo l'acquisizione di Cariparma, alcuni anni fa, e più recentemente del Creval.

"La fattibilità del deal dipenderebbe a nostro avviso sia dall'effettiva volontà di Crédit Agricole di mantenere un soggetto quotato in Italia, sia dall'insorgere di eventuali ostacoli sul fronte politico. Riteniamo che un'operazione di questo tipo, pur mantenendo alto l'appeal speculativo su Banco Bpm, abbia meno chance di incorporare un premio rispetto alle valutazioni di mercato", afferma la Sim che conferma il target price a 3,7 euro e il giudizio buy su Banco Bpm e il buy con un target price a 5,5 euro su Anima.

Equita, quindi, analizza le ricadute su Anima di un'eventuale aggregazione tra Crédit Agricole e Banco Bpm perché, oltre a essere il primo socio, la banca "è il principale partner strategico di Anima, con un contratto di distribuzione fino al 2037, masse di circa 45 miliardi e una penetrazione sul totale dei fondi della clientela della banca del 69% circa". La Sim ricorda che "il contratto di distribuzione prevede protezioni significative per Anima tra cui l'accesso esclusivo preferenziale, nessuna way-out fino alla scadenza prevista, livelli minimi da rispettare ed esclusività per alcuni prodotti".

Gli analisti stimano che il contratto con Banco Bpm rappresenti il 40% delle masse (a esclusione del ramo I). E a proposito delle indiscrezioni si stampa, la Sim ritiene che "lo scenario ipotizzato di uno scioglimento dei legami con Anima sia altamente improbabile per i costi elevati e relative complessità operative".

Bestinver dal canto suo ribadisce che l'operazione tra Banco Bpm e Crédit Agricole avrebbe senso industriale e ci sarebbero importanti sinergie che la banca francese potrebbe ottenere soltanto considerando la combinazione tra le rispettive controllate. Bestinver afferma che il destino di Anima, nel caso di una combinazione tra Banco Bpm e il gruppo francese, sarebbe quello di una vendita ad Amundi, la società del risparmio gestito del Crédit Agricole che in Italia ha una forte presenza con masse che secondo gli ultimi dati Assogestioni sono pari a 238 miliardi, al terzo posto prima di Anima che ha 203 miliardi di asset. Con Anima, comunque, Amundi resterebbe al terzo posto dato che Eurizon, seconda, ha un patrimonio di 517 miliardi.

Al momento il titolo Anima segna un rialzo dello 0,3% a 4,368 euro, mentre Banco Bpm perde l'1,23% a 3,046 euro. (riproduzione riservata)
 
Anima, l'utile netto 2021 sale a 238,7 mln. Cedola +27%
Utile netto consolidato in aumento del 54% e dividendo proposto a 28 centesimi per azione (6,5% di rendimento), in crescita annua del 27%, per Anima, che ha presentato oggi i solidi dati di bilancio del 2021. Un anno caratterizzato da una raccolta netta positiva per 6,1 miliardi di euro, al netto delle deleghe di Ramo I, con masse gestite totali che hanno superato la soglia di 200 miliardi, arrivando a fine dicembre a quota 204, anche grazie a una performance netta ponderata dei fondi comuni di oltre il 7,2%.

In aumento le commissioni nette di gestione, il cui valore è stato pari a 295,9 milioni: si tratta di un incremento dell'8% rispetto ai 272,8 dell'anno precedente. Quelle di incentivo, invece, sono state pari a 141,4 milioni, quasi il doppio dei 78,4 registrati nel 2020. Considerando queste ultime e gli altri proventi, i ricavi totali hanno raggiunto quota 475,2 milioni, +25% anno su anno.

Tendendo in conto costi operativi per 86,6 milioni (+7%) e un rapporto costi/ricavi complessivi al 25,9%, l'utile ante imposte ha raggiunto 315,2 milioni, segnando un crescita annua del 37%. L'utile netto è stato, invece, pari a 238,7 milioni, il 54% in più rispetto ai 155,4 contabilizzati nel 2020. Per quanto riguarda l'utile normalizzato, che non tiene conto di costi o ricavi straordinari, quest'ultimo è stato di 258 milioni, segnando una crescita annua del 31%.

La posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre è risultata positiva per 25,2 milioni, in forte miglioramente rispetto al rosso di 161,4 milioni di fine esercizio 2020. Oltre allo stacco del dividendo, il cda ha approvato l'avvio di un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie per un ammontare massimo di 25 milioni. È stata, infine, convocata l'assemblea dei soci per il 31 marzo: in quest'occasione il consiglio proporrà la cancellazione di azioni proprie in portafoglio pari al 6% del capitale sociale attuale.

Alessandro Melzi d'Eril, amministratore delegato di Anima, ha ricordato come, in un anno di per sé positivo per il risparmio gestito, "il canale retail è tornato in positivo anche grazie a una rinnovata spinta derivante dalle relazioni commerciali con i partner strategici, coerentemente con l'impegno annunciato in tal senso". Il manager ha poi evidenziato che il gruppo "ha realizzato ancora una volta una performance dei fondi superiore alla media del mercato, grazie al talento del team di gestione e a un sistema di pricing decisamente competitivo per il contesto domestico". A Piazza Affari il titolo Anima, in un contesto ancora una svolta sfavorevole per tutto il mercato, perde il 2,91% a 4,11 euro per azione. (riproduzione riservata)
 
L’assemblea degli azionisti di Anima Holding ha approvato il bilancio dell’esercizio 2021, chiuso con un utile netto di 191,3milioni di euro, e ha deliberato di assegnare un dividendo di 0,28 euro per azione; la cedola sarà staccata lunedì 23 maggio 2022.
 
Inoltre, l’assemblea ha approvato un piano di acquisto e disposizione di azioni proprie fino a un massimo del 10% del capitale e per un periodo massimo di diciotto mesi.
Infine, i soci hanno approvato la proposta del consiglio di amministrazione di annullamento di 22.118.147 azioni proprie in portafoglio, pari al 6% dell’attuale capitale. ...
 
Il gruppo ha chiuso il periodo con profitti netti pari a 30,3 milioni, -47,7%. I ricavi legati alle performance dei mercati sono crollati a 2,5 milioni dai 43,4 milioni dello stesso trimestre 2021. Commissioni di gestione in aumento del 7% a 75,3 milioni | Anima, in quattro mesi raccolti 1,1 miliardi. Oggi la trimestrale | Gestori in portafoglio?
Anima Holding
trimestre
commissioni
incentivo
Anima ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 30,3 milioni di euro, -47% sui 57,7 milioni dello stesso periodo 2021, e in linea con il consenso di 31 milioni. Il periodo è stato contraddistinto, come nelle attese degli analisti, da un forte calo delle commissioni di incentivo che sono state pari a 2,5 milioni rispetto ai 43,4 milioni nel primo trimestre 2021, per via dell'andamento negativo del mercato nel confronto con lo scorso anno che aveva avuto su questo fronte un andamento molto favorevole per via del rally dei mercati. In aumento le commissioni nette di gestione, grazie all'aumento della raccolta, che hanno raggiunto i 75,3 milioni (+7%).

I dati sono coerenti con le previsioni di Akros (buy con target price di 5,3 euro) che prevedeva per il trimestre utili netti in calo del 46% a 31 milioni con commissioni di performance a 2 milioni e commissioni di gestione a 74 milioni. Anche Mediobanca Securities (target di 4,6 euro e giudizio outperform) stimava un crollo nel trimestre delle commissioni di performance a 2 milioni.

Considerando queste ultime e gli altri proventi, i ricavi totali si sono attestati a 88,6 milioni (-29% sui 124 milioni nel primo trimestre 2021). I costi operativi ordinari sono stati pari a 20,9 milioni, -8%. Il rapporto fra costi e ricavi netti (escludendo da questi ultimi le commissioni di incentivo) è ulteriormente calato al 24,2% (contro il 28% del marzo 2021). L'utile ante imposte ha raggiunto i 49,8 milioni, -43%.

La posizione finanziaria netta consolidata al 31 marzo risulta negativa per 41,7 milioni (r+25,1 milioni alla fine dell'esercizio 2021), incluso il dividendo sul 2021 da pagarsi nel mese di maggio per circa 96 milioni. La raccolta netta nel trimestre è stata positiva per 700 milioni (al netto delle polizze di ramo I) e il totale delle masse gestite alla fine di marzo è pari a 197 miliardi, in aumento di 2 miliardi su marzo 2021. A questi si sono poi aggiunti altri 375 milioni raccolti in aprile per un totale da gennaio di 1,1 miliardi.

" Anima registra una raccolta netta positiva in un primo trimestre inevitabilmente segnato dal contesto geopolitico. Il ridimensionamento delle commissioni di incentivo nel trimestre generato dall'andamento dei mercati si confronta con un primo trimestre di carattere eccezionalmente positivo", ha commentato Alessandro Melzi d'Eril, amministratore delegato di Anima Holding.

"E' in momenti come quello che stiamo vivendo che il nostro modello di servizio a supporto dei distributori fa la differenza, aiutando a guidare le scelte della clientela verso decisioni di investimento che non siano dettate dall’emotività. In questo contesto, il gruppo ha continuato a migliorare la sua efficienza, come testimonia un rapporto fra costi e ricavi ulteriormente in discesa e che rimane stabilmente fra i migliori per il settore europeo", ha aggiunto Melzi d'Eril.

Citi (neutral e target price di 4,8 euro confermati) commentando a caldo questi dati della trimestrale afferma che "i driver del titolo ora sono le prospettive che emergeranno nella call con il management e gli sviluppi sull'm&a del settore bancario e quindi a cascata su Anima". Al momento il titolo Anima segna un calo del 2,20% a 4,54 euro in borsa. (riproduzione riservata)
 
Continua l'andamento positivo per i flussi del risparmio gestito di Anima. La raccolta netta del gruppo guidato dall'ad Alessandro Melzi D'Eril ad aprile è stata positiva per 375 milioni di euro, di cui 256 milioni nei fondi e 119 milioni nelle gestioni, per un totale da inizio anno di oltre 1,1 miliardi di euro (escluse le deleghe assicurative di ramo I) tra fondi per 526 milioni e gestioni per 586 milioni.

A fine aprile le masse gestite complessivamente da Anima si attestano a circa 191 miliardi, in calo dai 203 miliardi di fine 2021 per via dell'effetto negativo del mercato che la raccolta non è riuscita a compensare. "Anche il mese di aprile chiude con un dato di raccolta decisamente positivo, nonostante il perdurare di forti tensioni sui mercati; il successo commerciale delle nostre soluzioni ad accumulo proposte alla clientela retail nonché l'apprezzamento da parte dei clienti istituzionali per i nostri flagship a ritorno assoluto, ci spingono a mantenere un outlook positivo per i flussi di raccolta", ha commentato Melzi d'Eril.

Per oggi intanto sono attesi anche i conti del primo trimestre del gruppo. Akros (buy con target price di 5,3 euro) prevede per il trimestre utili netti in calo del 46% a 31 milioni perché stima una forte riduzione delle commissioni di performance a 2 milioni, 41 in meno del primo trimestre 2021, ma con un aumento delle commissioni di gestione del 5% a 74 milioni. Comunque Banca Akros guarda con favore "la forte generazione di cassa con controllo dei costi, il dividendo atteso che può garantire un rendimento attorno al 6% nei prossimi anni, il buy-back di azioni in corso e la carta m&a che resta sempre sul tavolo".

Anche Mediobanca Securities (target di 4,6 euro e giudizio outperform) stima un crollo nel trimestre delle commissioni di performance a 2 milioni, ma con margini in tenuta a 14,8% dai 14,7% dello stesso periodo dello scorso anno. L'ufficio studi di Intesa Sanpaolo (target price a 5,2 euro e giudizio add) continua "a vedere più opportunità che minacce da potenziali accordi di fusione e acquisizione o partnership che coinvolgono i partner bancari di Anima". Il gruppo è infatti nel mirino del mercato per via di possibili novità sul fronte del risiko bancario che potrebbe riaprirsi dopo che il Crédit Agricole ha annunciato a sorpresa di detenere il 9,18% del Banco Bpm, principale azionista della sgr (con il 19,4%) e suo partner nella distribuzione dei fondi.

Sulla scia di questa operazioni BofA ritiene che Amundi, controllata al 70% dalla banca francese, possa comprare Anima. "Nessun accordo del genere è stato annunciato, ma riteniamo che potrebbe essere finanziariamente e strategicamente vantaggioso per Amundi, poiché aggiungerebbe risorse, scala e distribuzione in Italia", afferma BofA. Nello scenario di base BofA calcola un valore per Anima "di 1,9 miliardi, aggiungendo un premio del 30% rispetto alla capitalizzazione di Anima di 1,5 miliardi alla chiusura del 7 aprile, prima dell'annuncio dell'acquisizione della partecipazione di Banco Bpm da parte di Crédit Agricole".

Resta il fatto che « Anima è un grande investitore obbligazionario con circa 100 miliardi di euro di debito sovrano italiano. L'importanza di quest'ultimo aspetto può portare le autorità a gestire la proprietà della società", avverte BofA. Il mercato si interroga anche sulle possibili mosse nel risparmio gestito di Mediobanca dopo che la controllata CheBanca! ha nei giorni scorsi nominato come presidente Marco Carreri, ex ad di Anima. Nel frattempo la sgr, forte della liquidità di cui dispone, continua a guardare al mercato più come preda che come predatrice con un focus soprattutto sul mercato europeo.
 
Continua l'andamento positivo per i flussi del risparmio gestito di Anima. La raccolta netta del gruppo guidato dall'ad Alessandro Melzi D'Eril ad aprile è stata positiva per 375 milioni di euro, di cui 256 milioni nei fondi e 119 milioni nelle gestioni, per un totale da inizio anno di oltre 1,1 miliardi di euro (escluse le deleghe assicurative di ramo I) tra fondi per 526 milioni e gestioni per 586 milioni.

A fine aprile le masse gestite complessivamente da Anima si attestano a circa 191 miliardi, in calo dai 203 miliardi di fine 2021 per via dell'effetto negativo del mercato che la raccolta non è riuscita a compensare. "Anche il mese di aprile chiude con un dato di raccolta decisamente positivo, nonostante il perdurare di forti tensioni sui mercati; il successo commerciale delle nostre soluzioni ad accumulo proposte alla clientela retail nonché l'apprezzamento da parte dei clienti istituzionali per i nostri flagship a ritorno assoluto, ci spingono a mantenere un outlook positivo per i flussi di raccolta", ha commentato Melzi d'Eril.

Per oggi intanto sono attesi anche i conti del primo trimestre del gruppo. Akros (buy con target price di 5,3 euro) prevede per il trimestre utili netti in calo del 46% a 31 milioni perché stima una forte riduzione delle commissioni di performance a 2 milioni, 41 in meno del primo trimestre 2021, ma con un aumento delle commissioni di gestione del 5% a 74 milioni. Comunque Banca Akros guarda con favore "la forte generazione di cassa con controllo dei costi, il dividendo atteso che può garantire un rendimento attorno al 6% nei prossimi anni, il buy-back di azioni in corso e la carta m&a che resta sempre sul tavolo".

Anche Mediobanca Securities (target di 4,6 euro e giudizio outperform) stima un crollo nel trimestre delle commissioni di performance a 2 milioni, ma con margini in tenuta a 14,8% dai 14,7% dello stesso periodo dello scorso anno. L'ufficio studi di Intesa Sanpaolo (target price a 5,2 euro e giudizio add) continua "a vedere più opportunità che minacce da potenziali accordi di fusione e acquisizione o partnership che coinvolgono i partner bancari di Anima". Il gruppo è infatti nel mirino del mercato per via di possibili novità sul fronte del risiko bancario che potrebbe riaprirsi dopo che il Crédit Agricole ha annunciato a sorpresa di detenere il 9,18% del Banco Bpm, principale azionista della sgr (con il 19,4%) e suo partner nella distribuzione dei fondi.

Sulla scia di questa operazioni BofA ritiene che Amundi, controllata al 70% dalla banca francese, possa comprare Anima. "Nessun accordo del genere è stato annunciato, ma riteniamo che potrebbe essere finanziariamente e strategicamente vantaggioso per Amundi, poiché aggiungerebbe risorse, scala e distribuzione in Italia", afferma BofA. Nello scenario di base BofA calcola un valore per Anima "di 1,9 miliardi, aggiungendo un premio del 30% rispetto alla capitalizzazione di Anima di 1,5 miliardi alla chiusura del 7 aprile, prima dell'annuncio dell'acquisizione della partecipazione di Banco Bpm da parte di Crédit Agricole".

Resta il fatto che « Anima è un grande investitore obbligazionario con circa 100 miliardi di euro di debito sovrano italiano. L'importanza di quest'ultimo aspetto può portare le autorità a gestire la proprietà della società", avverte BofA. Il mercato si interroga anche sulle possibili mosse nel risparmio gestito di Mediobanca dopo che la controllata CheBanca! ha nei giorni scorsi nominato come presidente Marco Carreri, ex ad di Anima. Nel frattempo la sgr, forte della liquidità di cui dispone, continua a guardare al mercato più come preda che come predatrice con un focus soprattutto sul mercato europeo.

sempre titolo di m.
 
sempre titolo di m.

E difesa dal Buyback,hanno comprato anche a 4.32.Oggi molti titoli son ostati difesi dai Buyback.
Meglio di Bper che fa il Buyback per ingrassare manager e amministratori.
Il problema e quando finiscono i soldi.Animaha flussi di cassa,annulla leazioni proprie,da un buon dividendo.....dai non e un titolaccio.
Ricordi Bper sopra i 2?Sembrava dovesse spaccare il mondo e il dividendo e da fame..
 
Sia Banco Bpm che Anima stanno salendo bene in controtendenza a Piazza Affari, dagli aggiornamenti Consob è emerso che il Credit Agricole, non direttamente ma tramite i fondi di Amundi, è diventato il terzo azionista della società del risparmio gestito. Gli analisti di Equita e Intesa Sanpaolo annusano profumo di M&A | Anima finisce nel mirino di Amundi, ma Maioli esclude un interesse
Banco Bpm
Credit Agricole
Anima
Amundi
Anima corre in netta controtendenza a Piazza Affari oggi, sale dello 0,7% a 4,42 euro mentre il Ftse Mib cede quasi l'1%. Sale bene anche Banco Bpm, primo azionista del gruppo del risparmio gestito con il 20,6% (a seguire le Poste con l'11%), che guadagna lo 0,7% a 4,74 euro.

A trainare la società guidata dall'amministratore delegato Alessandro Melzi d'Eril sono le comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti, secondo cui Amundi Asset Management, che fa capo al Credit Agricole (la banca francese ha chiuso un anno fa l'opa sul Creval), detiene complessivamente il 5,16% del capitale di Anima diventando di fatto il terzo azionista rilevante della società.

L'operazione risale a meno di dieci giorni fa, il 17 maggio, dalle comunicazioni emerge che gli acquisti sono stati effettuati dai fondi di Amundi, come ha confermato oggi la banca francese, definendo gli acquisti non strategici. Ma gli analisti e il mercato ritengono che il titolo non manchi di interesse speculativo in ottica M&A come i broker di Intesa Sanpaolo che hanno un giudizio buy e un prezzo obiettivo di 5,2 euro sul titolo.

Ieri, poche ore prima della comunicazione Consob, Giampiero Maioli, ceo di Credit Agricole Italia, ha sottolineato come, in questo momento, la banca francese sia esclusivamente concentrata sulle attività di bancassurance di Banco Bpm, escludendo un interesse per Anima. Lo scorso 7 aprile Credit Agricole aveva annunciato di aver acquisito una partecipazione del 9,18% della banca guidata dal ceo Giuseppe Castagna.

Gli analisti di Equita e Intesa Sanpaolo sentono profumo di M&A

E proprio Banco Bpm è l'azionista di riferimento di Anima con una partecipazione del 20,6% ed è il principale partner strategico, con un contratto di distribuzione lungo, in previsione fino al 2037 che prevede "protezioni significative per Anima", ricorda oggi Equita Sim (rating buy sul titolo, prezzo obiettivo di 5,1 euro) e assist in gestione per 45 miliardi di euro, oltre ad una una penetrazione sul totale dei fondi della clientela della banca del 69%.

Dall'altro lato Credit Agricole è l'azionista di controllo di Amundi, che vale sul mercato 10,5 miliardi (il titolo scambia con un rapporto prezzo/utile atteso al 2022 di 9 volte, 10 volte senza contare le commissioni di performance) con una partecipazione del 69,8%. In passato erano emersi rumors di un possibile interesse di Amundi per Anima. E oggi, con il titolo che marcia positiva in controtendenza sui mercati sotto stress, resta vivo l'interesse speculativo su Anima, che a questi prezzi ha "un profilo rischio/rendimento attraente per giocarsi" la carta "dell'M&A", mette in evidenza la Sim milanese, su cui concordano anche gli specialisti di Intesa Sanpaolo.

Una mossa difensiva del Credit Agricole per proteggersi dagli interessi di Mediobanca?

L'operazione del Credit Agricole attraverso Amundi su Anima potrebbe avere un valore difensivo, se si pensa che il nuovo amministratore delegato di CheBanca!, l'istituto commerciale controllato da Mediobanca, è Marco Carreri, ex ad di Anima. E che Piazzetta Cuccia è interessata da tempo ad un'operazione importante nel mercato del risparmio gestito che assicuri flussi costanti di liquidità privi di rischio al contrario dei prestiti bancari. In questo gioco è entrato di recente anche Francesco Gaetano Caltagirone, mentre sta muovendo le sue pedine fra Piazzetta Cuccia e le Generali, infatti a inizio maggio è salito al 3,192% di Anima.

Maioli: Credit Agricole Italia interessata alle attività di bancassurance di Banco Bpm

A margine di un evento, ieri il ceo di Credit Agricole Italia, Giampiero Maioli, ha ribadito l'interesse del gruppo francese per le attività di bancassurance di Banco Bpm. Maioli ha nuovamente giustificato l'ingresso nel capitale dell'istituto lombardo con una quota del 9,18% per "tutelare la partnership con Agos (di cui il Banco detiene il 39%) e per sviluppare il business bancassurance", senza fornire tuttavia indicazioni sul processo di valutazione avviato dai manager di Banco Bpm per considerare scenari alternativi rispetto all'internalizzazione delle joint venture assicurative.

Il gruppo milanese, dopo aver annunciato l'esercizio della call option sull'81% del capitale di Bipiemme Vita, potrà procedere con l'esercizio della call sul 65% della joint venture Vera con Cattolica nei primi sei mesi del 2023, eventualmente posticipabile dalla Banca di sei mesi in sei mesi per tre volte sino a fine 2024.
 
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