Un’impresa giudicata non semplice ma neppure impossibile vista la qualità degli asset.
Nonostante alcuni in questo fol avessero messo in dubbio la vericidità degli scambi effettivi di Camfin in Borsa dalla fine di agosto ad oggi quando sono transitati circa 160 milioni di azioni ( probabilmente queste persone o non ci capiscono un ca.zo, nonostante il tono che si danno, o sono pagati da qualcheduno per prenderci per il c.lo
) su un flottante di 220 milioni di azioni pari a circa il 70% del flottante ( e tenuto conto che le mie, che non sono poche in relazione al flottante, in questo periodo non si sono mosse
), quindi qualche cosa bolle in pentola.
D'altronde era logico e l'abbiamo anche ipotizzato più volte che la cosa più semplice per Tronchetti per pararsi il c.lo era quella di trovare un alleato.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande:
- L' alleato di Tronchetti potrebbe entrare rastrellando almeno un 10% in Borsa da apportare all'alleanza formata da Tronchetti, Acutis, A.Pirelli e Moratti ( post scissione di Gpi ) o acquisterà le azioni di Malacalza prendendone il posto ?????
- Malacalza avrebbe fatto tutto sto casino ad un anno da un eventuale scioglimento del patto per essere liquidato con due spicci ?
Intanto cominciamo a fare qualche conto del droghiere.
Malacalza possiede il 12% circa di Camfin pari a 94 milioni di azioni circa e il 31% circa di Gpi che a sua volta possiede il 43% di Camfin pari a 321 milioni di azioni a fronte e 41 milioni di debiti. Il 31% di Gpi equivarrebbe a 99,5 milioni di azioni Camfin pari al 13,5%. In sostanza Malcalza è come se possedesse il 25,5% di Camfin, pari a 193,5 milioni di azioni Camfin, con un prezzo medio di carico di 55 centesimi per azioni, sulla base di quanto riportato dal Sole 24 Ore, per un prezzo di carico complessivo che dovrebbe ammontare a 106 milioni di euro circa.
Qualora le indiscrezioni di una sua uscita fossero avvalorate bisognerà vedere a che prezzo Malacalza è disposto a uscire rispetto al costo medio per azione pagato pari a 55 centesimi.
Ricordo che il patrimonio netto per azione al 31 dicembre 2011 è pari a 66,5 centesimi e di un NAV Camfin per azione, stimato sulla base delle quotazioni Pirelli dell' ultimo mese, di circa un euro per azione.
Qualora Malacalza non fosse disposto a vendere ( ripeto: Malacalza avrebbe fatto tutto sto casino per farsi buttare fuori così di corsa ? Se volesse scappare potrebbe significare che i conti del Gruppo Camfin potrebbe essere una m.rda ) tutto sommato gli converrebbe sottoscrivere l'aumento di capitale di Gpi ( probabilmente necessario per cancellare il pegno sulle azioni Camfin in portafoglio) ed anche a Tronchetti converrebbe avere le mani libere per imbastire una nuova alleanza che gli assicuri almeno il 51% delle azioni.
A questo punto Tronchetti avrebbe vinto la prima battaglia.
Malacalza si ritroverebbe in solitario, ma con il 25,5% di azioni e un miliardo di liquidità sotto il c.lo. Probabilmente, se come riportava in più riprese il Corriere della Sera di inizio settembre, Malacalza stava comprando in Borsa avrà già raggiunto la soglia fatidica del 30% massimo livello consentito prima del lancio di un' Opa. A questo punto avrebbe due strada o lanciare un' Opa ( cosa improbabile ) o vendere il pacchetto del 30% a un prezzo esorbitante a qualche colosso mondiale di pneumatici, che potrebbe a sua volta o detenere una partecipazione in Camfin o lanciare un ' Opas di scambio carta contro carta.
Per cui ancora è tutto aperto andiamo a vedere le carte:
spero di essere stato chiaro
buona giornata a tutti..........