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13/12/2012 19.10
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In Senato questo pomeriggio è spuntato un emendamento alla legge di Stabilità che, se approvato, rischia di tagliare fuori proprio il Movimento a cinque stelle. Difficile che venga approvato, ma la sostanza non cambia: i partiti provano a tenere fuori dalle prossime camere i grillini.
La proposta di modifica, a firma Giacinto Boldrini (Pdl), prevede infatti che per la presentazione delle liste di candidati alla Camera e al Senato nessuna sottoscrizione è richiesta “per le liste rappresentative di partiti o gruppi politici presenti in una delle due Camere con almeno due componenti di essa o rappresentative nelle due camere con almeno un componente per ogni Camera, ovvero presenti con due componenti al Parlamento europeo alla data di entrata in vigore della legge”.
Tale rappresentatività “è attestata, al momento della presentazione delle liste dalle dichiarazioni dei presidenti dei suddetti partiti o gruppi politici”. In sostanza solo il movimento di Grillo, insieme a quello dei sindaci appena nato, avrebbe l’onere di raccogliere le firme non avendo rappresentanti in Parlamento. Intanto c’è anche l’ipotesi che sia il governo a presentare un decreto legge ad hoc, come richiesto dal presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, per ridurre di molto il numero delle firme necessarie per la presentazioni delle liste.
Senato, spunta la norma anti-Grillo - Milano Finanza Interactive Edition
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In Senato questo pomeriggio è spuntato un emendamento alla legge di Stabilità che, se approvato, rischia di tagliare fuori proprio il Movimento a cinque stelle. Difficile che venga approvato, ma la sostanza non cambia: i partiti provano a tenere fuori dalle prossime camere i grillini.
La proposta di modifica, a firma Giacinto Boldrini (Pdl), prevede infatti che per la presentazione delle liste di candidati alla Camera e al Senato nessuna sottoscrizione è richiesta “per le liste rappresentative di partiti o gruppi politici presenti in una delle due Camere con almeno due componenti di essa o rappresentative nelle due camere con almeno un componente per ogni Camera, ovvero presenti con due componenti al Parlamento europeo alla data di entrata in vigore della legge”.
Tale rappresentatività “è attestata, al momento della presentazione delle liste dalle dichiarazioni dei presidenti dei suddetti partiti o gruppi politici”. In sostanza solo il movimento di Grillo, insieme a quello dei sindaci appena nato, avrebbe l’onere di raccogliere le firme non avendo rappresentanti in Parlamento. Intanto c’è anche l’ipotesi che sia il governo a presentare un decreto legge ad hoc, come richiesto dal presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, per ridurre di molto il numero delle firme necessarie per la presentazioni delle liste.
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