Sottobosco Anni'70

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DAGLI APPENNINI ALLE BANDE
Gianfranco Manfredi -1977



Lui cercava per il mondo la famiglia
e di notte lavorava alla candela
difendeva sempre il nome dell'Italia
e la nonna dai briganti proteggeva
e saliva sopra gli alberi più alti
per pigliare al volo i colpi dei nemici
ragazzini come lui ce n'eran molti
scalzi e laceri eppure eran felici.
E parlavano di lui, scrivevano di lui
lo facevano più bamba che bambino
e parlavano di lui, scrivevano di lui
si ma lui rimane sempre clandestino.

Ora pare che il suo nome sia teppista
fricchettone criminal - provocatore
pare che ami travestirsi da sinistra
ma sia un docile strumento del terrore
e lo beccano ogni tanto che si buca
o maneggia un pò nervoso una pistola
o che lancia da una moto sempre in fuga
una molotov sull'uscio della scuola.
Ora parlano di lui e scrivono di lui
lo psicologo, il sociologo, il *******
e parlano di lui, e scrivono di lui
si ma lui rimane sempre clandestino.

E si dice: se ci fosse più lavoro
se il quartiere somigliasse meno a un lagher
non farebbe certo il cercatore d'oro
assalendo il fattorino delle paghe
ma è la merce che c'è entrata nei polmoni
e ci dà il suo ritmo di respirazione
il lavoro non ci rende mica buoni
ci fa cose che poi chiamano "persone".
E se parlano di lui, se scrivono di lui
è che il nostro sogno è ancora piccolino
se parlano di lui e scrivono di lui
è che il nostro io ci resta clandestino
 
Claudio Lolli -1972

ANGOSCIA METROPOLITANA


Dentro a un cielo nato grigio,
si infilzano le gru
ricoperte dalle case,
le colline non si vedon più.
Sulle antenne conficcate
nella crosta della terra
corron nuvole frustate,
come va un esercito alla guerra.
E la voce che mi esce,
si disperde tra le case,
sempre più lontana,
se non la conosci,
è l'angoscia metropolitana.

Le baracche hanno lanciato,
il loro urlo di dolore,
circondando la città,
con grosse tenaglie di vergogna.
Ma il rumore delle auto,
ha già asfissiato ogni rimorso,
giace morto sul selciato,
un bimbo che faceva il muratore.
E la voce che mi esce,
si disperde tra le case,
sempre più lontana,
se non la conosci,
è l'angoscia metropolitana.

Nelle case dei signori,
la tristezza ha messo piede,
dietro gli squallidi amori,
l'usura delle corde
ormai si vede.
Come pere ormai marcite,
dal sedere troppo tondo,
le fortune ricucite,
mostrano i loro vermi al mondo.
E la voce che mi esce,
si disperde tra le case,
sempre più lontana,
se non la conosci,
è l'angoscia metropolitana.

Fai un salto alla stazione,
per cercare il tuo treno,
troverai disperazione,
che per venire qui lascia il sereno.
Fai un salto alla partita,
troverai mille persone,
che si calciano la vita,
fissi dietro un unico pallone.
E la voce che mi esce,
si disperde tra le case,
sempre più lontana,
se non la conosci,
è l'angoscia metropolitana.

La campagna circostante,
triste aspetta di morire,
per le strade quanta gente,
è in fila per entrare o per uscire.
Chiude l'ultima serranda,
poi la luce dice addio,
la città si raccomanda,
la sua sporca anima a dio.
E la voce che mi esce,
si disperde tra le case,
sempre più lontana,
se non la conosci,
è l'angoscia metropolitana.
 
Demetrio Stratos

dem64.jpg
 
FAUST'O -1979

Attori Malinconici


Senza una parola
bianchi sotto il sole e magri
bugiardi senza mira
vivono ad un cenno e poi cadono
Slittano senza vita
dentro ingorghi gialli senza uscita
ridono senza lingua
poi piangono in un modo normale

Rubano solo scarpe
ronzano dentro tubi di calce
sporchi ma troppo dolci
hanno sempre in tasca una tivù
Giocano con l'acciaio
ma poi sono caldi e profumati
vincono per un giorno
per poi perdere per sempre e sempre.

 
Enzo Maolucci.
Lo potevi incontrare al Bar Elena o alla trattoria Piemontese di Via Napione, 15-20 anni fa.
Chissà che fine ha fatto.
Ora il Bar Elena è pieno di fighetti che prendono l'aperitivo uno sull'altro... :rolleyes:

Baradel
(da "l'industria dell'obbligo" 1976)

da un mese sto insegnando in una scuola media
un mese fa studente, e adesso ho il potere, ma…
ho conosciuto Baradel, che non sta fermo dietro al banco.
Non scrive i temi Baradel, perché compone nella testa.
Sei già schedato Baradel, sei ripetente Baradel,
e ti han bocciato, tu lo sai, perché non rispondevi mai.
Hai fatto bene Baradel, non si risponde a chi vorrebbe
Fare di te quello che lui si è messo in testa per paura.
Ma io ti parlo Baradel, non ti istruisco Baradel,
tu mi rispondi perché sai che non ti giudicherò mai.

Ma il preside dagli occhi morali di chi non fa mai l'amore
ha controllato temi e registri vari e ha deciso che così non va.
Io me ne frego Baradel, però ti dico chi comanda.
Non gira il vento Baradel, attento da che parte spira.
Nell'oro c'è la storia antica, la storia poi non è cambiata.
Menenio Agrippa contaballe che un certo Kissinger ripete.

E' morto Allende Baradel, ci son le bombe dei padroni,
e chi li serve accusa me di far politica anche a scuola.
I vostri banchi in mezzo al mondo i vostri temi poesie.
L'ortografia violentata dal voto non è vendicata.
E' primavera Baradel, Pablo Neruda in classe muore.
Ai tuoi compagni Baradel la vita scoppia nelle mani.
Vi ho portati un po' a giocare nel prato che c'è lì davanti,
e non ho chisto alcun permesso perché credevo fosse giusto.

Ma il boia con quegli occhi morali di chi non fa mai l'amore
ha scritto che ho commesso un peccato grave: ho preso e dato troppa libertà.

Mi han trasferito Baradel, ha dunque vinto quel ********.
Ti stangheranno Baradel, è proprio quello che si vuole.
Non sei un servo Baradel, e non fai comodo lo sai,
perché tu porti in mezzo banchi la lotta che non si fa mai.
Mordi le labbra Baradel, quando hanno voglia che tu parli,
e grida sempre Baradel, se ti si impone di tacere.
Impara a scrivere per te, e non ti fare emarginare.
La mela marcia sparirà, il verme poi sarà farfalla.
Non sei un servo Baradel, e non fai comodo lo sai,
ma porta sempre in mezzo banchi la lotta che non si fa mai.
 
Ultima modifica:
gli anni '70 li ho visti nella mia infanzia per cui i miei ricordi sono "particolari" e mediati dal rimpianto del fanciullino...

cmq c'era un tipo di canzoni che ora non c'è più e che, prevalentemente, non sono rimasti nella memoria comune.. e che sinceramente, riascoltandole o rileggendone ora i testi, mi fa un po' di "orgogliosa" impressione all'idea che colpissero così tanto un bambino di circa 10 anni
 
CHRISMA -1977

LOLA


She lives alone
Lola,
But every night she goes down,
To the Chinese where
She works very hard there,
Sipping her cocktails.
Expenses paid
Lola
She is performing
For a cause,
Her glances faking,
A deep fascination,
She wants information
She goes upstairs
Lola
Clinging on to
Another man,
She lays him down, down
Almond eyes on fire,
Seducing his mind
Behind the smoke and
Screenz-a,
Lola is a
Private eye,
She well disguises
Her lingering actions,
No-one suspecting
At the Chinese
Lola
Killed all those
Who did her wrong,
Her soul is blazing
With blood thirsty craving,
No-one, objecting






di questa ovviamente non ne capivo il testo... ma tant'è....
 
in anni molto turbolenti guardate un po' la classifica dei 45 giri più venduti nel 1975; a 8 anni diedi il mio contributo comprando uno dei miei primi 45 giri: "Take my heart" di Jackie James, 23° in classifica :p


1 L'Importante è finire Mina
2 Sabato pomeriggio Claudio Baglioni
3 Piange il telefono Domenico Modugno
4 Tornerò Santo California
5 You're the first the last my everything Barry White
6 Buonasera dottore Claudia Mori
7 Kung Fu fighting Carl Douglas
8 El bimbo Bimbo Jet
9 L'alba Riccardo Cocciante
10 Un Corpo e un'anima Wess e Dori Ghezzi
11 Emmanuelle Lovelets
12 Un'Altra donna Cugini di Campagna
13 Sereno è Drupi
14 Parlami d'amore Mariù Mal
15 Due Drupi
16 Amore grande amore libero Guardiano del Faro
17 Reach out I'll be there Gloria Gaynor
18 Yuppi du Adriano Celentano
19 Ci vuole un fiore Sergio Endrigo
20 Bella dentro Paolo Frescura
21 Beethoven 74 James Last
22 Profondo rosso Goblin
23 Take my heart Jackie James
24 Aria Dario Baldan Bembo
25 Incontro Patty Pravo
26 Feelings Morris Albert
27 The Hustle Van McCoy
28 Sugar baby love Rubettes
29 Piccola Venere Camaleonti
30 Tornerai tornerò Homo Sapiens
 
mentre il decennio volgeva al termine

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La Luna di B. Bertolucci (1979)
 
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