Telecom: Labriola sa suonare il piano?

probabilmente perchè visti i conti veri che labriola conosceva, sarebbero scappati via a gambe levate, e poi sai dove finiva il titolo?

Esatto ! E allora sarebbe ora che la finissero di tirarci a verze raccontandoci le str......, questi BUFFONI !!
 
probabilmente perchè visti i conti veri che labriola conosceva, sarebbero scappati via a gambe levate, e poi sai dove finiva il titolo?

Esattamente dove è adesso...non sarebbe cambiato molto,visto che ci siamo beccati l'ennesimo profit warning..e la consueta figura da peracottari...
 
ho sentito intropido su clascnbc su tim: dice che la rete è una quindi se qualcuno non si affretta a definire ill tutto può darsi che la situazione sfugga e non si riprende più .... penso si riferisse a cdp...cmq dice che probabilmente un 10-15 centesimi si possano recuperare se le cose vanno
 
Allora sta base da dove ripartire l'abbiamo trovata?:D
 
Come detto in un precedente post, il 04.03.22 ho aderito on line a Timvision da cliente esterno Tim. Non ho ancora ricevuto nessuna mail e quando clicco su "segui ordine" mi da ordine non disponibile. Le indicazioni erano che l'ordine venisse esaurito entro 48 ore. Spero che il motivo sia per l'enorme quantità di adesioni ma ho paura che possa essere per l'inefficienza degli operatori e ciò spiegherebbe molte cose sulla diminuzione della clientela. Nell'ordine che ho inserito vi era indicato il 08. Agosto come giorno di consegna del box. Ovviamente non ho ancora ricevuto nulla ma potrebbero consegnarlo nel pomeriggio.
 
Come detto in un precedente post, il 04.03.22 ho aderito on line a Timvision da cliente esterno Tim. Non ho ancora ricevuto nessuna mail e quando clicco su "segui ordine" mi da ordine non disponibile. Le indicazioni erano che l'ordine venisse esaurito entro 48 ore. Spero che il motivo sia per l'enorme quantità di adesioni ma ho paura che possa essere per l'inefficienza degli operatori e ciò spiegherebbe molte cose sulla diminuzione della clientela. Nell'ordine che ho inserito vi era indicato il 08. Agosto come giorno di consegna del box. Ovviamente non ho ancora ricevuto nulla ma potrebbero consegnarlo nel pomeriggio.

Pensa che a me qualcuno ha attivato per scherzo timvision 3 volte e con un'efficienza mai vista il giorno dopo partiva la spedizione del decoder
 
Aspettando Godot ...pure ad agosto si aspetta notizie ...nel frattempo senza soldini si resta incel...:specchio:
 
MARKET TALK: Tim, Barclays conferma equalweight
08/08/2022 13:55 MF-DJ
MILANO (MFDJ)--Barclays conferma rating equalweight su Tim. Gli analisti evidenziano che i conti del secondo trimestre si sono rivelati migliori delle attese. Positiva anche la revisione al rialzo della guidance di Ebitda 2022. Definita impressionante la crescita organica in Brasile. Secondo gli esperti, comunque, con un leverage sopra 4 a fine anno, Barclays crede che una separazione di NetCo e un deal con Open Fiber siano la chiave per assicurare il giusto value
 
rescono le preoccupazioni per l’attuale gestione di Open Fiber anche da parte di numerosi addetti ai lavori. Le cose non cambiano all’interno, da quanto ci riferiscono diversi dipendenti. C’è un profondo clima di disorientamento ed incertezza per il futuro, che contribuisce non poco allo stato di immobilismo dell’azienda. Ci si chiede anche cosa farà Macquarie, soprattutto se il sogno di una rete unica a guida Open Fiber dovesse, come sembra, svanire nel nulla.

La crisi di Open Fiber si sta acuendo. Sembra sempre più una nave in preda ai marosi, che ha smarito la rotta. Cassa Depositi e Prestiti (CDP) dovrà ora correre ai ripari, prima che sia troppo tardi, facendo una riflessione su come l’azienda è gestita e sui cambiamenti da imporre a un vertice che si sta dimostrando non all’altezza della situazione.

Ci riferiamo innanzitutto alla fuga dei manager di prima linea (scappati via o invitati a farlo), perché si tratta di un vero e proprio esodo. Molti manager apicali hanno già lasciato l’azienda o stanno per farlo. Guarda caso si tratta però proprio quel gruppo di manager con maggiore esperienza che ha creato da zero un’azienda come Open Fiber, guardata sino ad ora come un piccolo gioiello in tutta Europa, capace di sviluppare per prima il modello wholesale only e portandola a valere quasi 8 miliardi.

LPA CORSO IPEM 3
Anche Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom è dovuto intervenire lo scorso venerdì sulla crisi gestionale di Open Fiber facendo una dichiarazione inequivocabile “…È chiaro a tutti che Open Fiber non può più avere un ruolo centrale nell’operazione (si riferisce alla rete unica), non avendo più la credibilità necessaria a portare avanti questa operazione. Basti pensare all’incapacità gestionale mostrata dal suo management targato CDP, ai ritardi nelle aree bianche che si stanno accumulando e che continuano ad aumentare ed alle prime difficoltà nell’implementazione del piano per le aree grigie...”.

Analoghe preoccupazioni per l’attuale gestione di Open Fiber anche da numerosi addetti ai lavori da noi interpellati. Le cose non cambiano all’interno, da quanto ci riferiscono diversi dipendenti. C’è un profondo clima di disorientamento ed incertezza per il futuro, che contribuisce non poco allo stato di immobilismo dell’azienda.

Numerosi e di rilievo i manager che sono usciti in poche settimane: Stefano Paggi (responsabile della rete), Antonio Sannino (responsabile degli acquisti e del business development), Paolo Perfetti (responsabile dell’IT, Paolo Germiniani responsabile delle Investor Relation), Sabino Titomanlio (responsabile del Castomer Service), Andrea Colucci (responsabile Relazioni con i Media e Comunicazione), Giuseppe Di Gregorio (Responsabile del Procurement). Ancor più clamorosa, anche perché fatta passare sotto silenzio, è stata la recente uscita di Giorgio de Guzzis braccio destro operativo di Mario Rossetti, l’Amministratore Delegato di Open Fiber. De Guzzis era a capo del CEO Office ed è la persona che ha redatto materialmente il Piano industriale approvato lo scorso dicembre. Perché una persona così vicina all’AD ha deciso di andarsene? Forse non credeva più nel progetto, consapevole della difficoltà di realizzarlo? Oppure ha maturato qualche dubbio sulle capacità del top management di raggiungere gli obiettivi prefissati? Tutte domande che sarebbe utile porre direttamente all’interessato.

Una delle ultime riorganizzazioni aziendale, tra le tante che si sono susseguite una dietro l’altra, vede addirittura la Direzione regolamentare a capo anche del ‘Mercato residenziale’ ed è un dato che fa riflettere sul livello di confusione funzionale che si è creato all’interno dell’azienda. Ancor più evidente, se parliamo di un operatore che dovrebbe operare solo all’ingrosso, wholesale only appunto.

Nelle ultime settimane poi vi è stata l’uscita, anche questa clamorosa e a ciel sereno, di Simone Bonannini, Direttore marketing e commerciale. Si tratta senza ombra di dubbio di uno dei manager più stimati del settore in Italia. Open Fiber ha deciso improvvisamente di abolire la funzione commerciale e marketing. Il che desta qualche sospetto, se si considera il confronto commerciale con l’altro soggetto di mercato (TIM), con cui è in piedi la partita della rete unica. A pensar male si sa si fa peccato ma…

Quello che lascia più perplessi è che lo stesso l’Amministratore Delegato di Open Fiber, nominato da CDP, ha affermato in un comunicato stampa ufficiale dell’azienda che Bonannini ha raggiunto tutti gli obiettivi commerciali prefissati. Ma allora, se gli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti, quali sono le vere ragioni di questa uscita?

In conclusione, in un contesto caratterizzato traiettorie operative poco chiare, viene da chiedersi cosa faccia o come la pensi Macquarie, visto che con il 40% dell’azienda dovrebbe iniziare a preoccuparsi, soprattutto se il sogno di una rete unica a guida Open Fiber dovesse, come sembra, svanire nel nulla.
 
rescono le preoccupazioni per l’attuale gestione di Open Fiber anche da parte di numerosi addetti ai lavori. Le cose non cambiano all’interno, da quanto ci riferiscono diversi dipendenti. C’è un profondo clima di disorientamento ed incertezza per il futuro, che contribuisce non poco allo stato di immobilismo dell’azienda. Ci si chiede anche cosa farà Macquarie, soprattutto se il sogno di una rete unica a guida Open Fiber dovesse, come sembra, svanire nel nulla.

La crisi di Open Fiber si sta acuendo. Sembra sempre più una nave in preda ai marosi, che ha smarito la rotta. Cassa Depositi e Prestiti (CDP) dovrà ora correre ai ripari, prima che sia troppo tardi, facendo una riflessione su come l’azienda è gestita e sui cambiamenti da imporre a un vertice che si sta dimostrando non all’altezza della situazione.

Ci riferiamo innanzitutto alla fuga dei manager di prima linea (scappati via o invitati a farlo), perché si tratta di un vero e proprio esodo. Molti manager apicali hanno già lasciato l’azienda o stanno per farlo. Guarda caso si tratta però proprio quel gruppo di manager con maggiore esperienza che ha creato da zero un’azienda come Open Fiber, guardata sino ad ora come un piccolo gioiello in tutta Europa, capace di sviluppare per prima il modello wholesale only e portandola a valere quasi 8 miliardi.

LPA CORSO IPEM 3
Anche Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom è dovuto intervenire lo scorso venerdì sulla crisi gestionale di Open Fiber facendo una dichiarazione inequivocabile “…È chiaro a tutti che Open Fiber non può più avere un ruolo centrale nell’operazione (si riferisce alla rete unica), non avendo più la credibilità necessaria a portare avanti questa operazione. Basti pensare all’incapacità gestionale mostrata dal suo management targato CDP, ai ritardi nelle aree bianche che si stanno accumulando e che continuano ad aumentare ed alle prime difficoltà nell’implementazione del piano per le aree grigie...”.

Analoghe preoccupazioni per l’attuale gestione di Open Fiber anche da numerosi addetti ai lavori da noi interpellati. Le cose non cambiano all’interno, da quanto ci riferiscono diversi dipendenti. C’è un profondo clima di disorientamento ed incertezza per il futuro, che contribuisce non poco allo stato di immobilismo dell’azienda.

Numerosi e di rilievo i manager che sono usciti in poche settimane: Stefano Paggi (responsabile della rete), Antonio Sannino (responsabile degli acquisti e del business development), Paolo Perfetti (responsabile dell’IT, Paolo Germiniani responsabile delle Investor Relation), Sabino Titomanlio (responsabile del Castomer Service), Andrea Colucci (responsabile Relazioni con i Media e Comunicazione), Giuseppe Di Gregorio (Responsabile del Procurement). Ancor più clamorosa, anche perché fatta passare sotto silenzio, è stata la recente uscita di Giorgio de Guzzis braccio destro operativo di Mario Rossetti, l’Amministratore Delegato di Open Fiber. De Guzzis era a capo del CEO Office ed è la persona che ha redatto materialmente il Piano industriale approvato lo scorso dicembre. Perché una persona così vicina all’AD ha deciso di andarsene? Forse non credeva più nel progetto, consapevole della difficoltà di realizzarlo? Oppure ha maturato qualche dubbio sulle capacità del top management di raggiungere gli obiettivi prefissati? Tutte domande che sarebbe utile porre direttamente all’interessato.

Una delle ultime riorganizzazioni aziendale, tra le tante che si sono susseguite una dietro l’altra, vede addirittura la Direzione regolamentare a capo anche del ‘Mercato residenziale’ ed è un dato che fa riflettere sul livello di confusione funzionale che si è creato all’interno dell’azienda. Ancor più evidente, se parliamo di un operatore che dovrebbe operare solo all’ingrosso, wholesale only appunto.

Nelle ultime settimane poi vi è stata l’uscita, anche questa clamorosa e a ciel sereno, di Simone Bonannini, Direttore marketing e commerciale. Si tratta senza ombra di dubbio di uno dei manager più stimati del settore in Italia. Open Fiber ha deciso improvvisamente di abolire la funzione commerciale e marketing. Il che desta qualche sospetto, se si considera il confronto commerciale con l’altro soggetto di mercato (TIM), con cui è in piedi la partita della rete unica. A pensar male si sa si fa peccato ma…

Quello che lascia più perplessi è che lo stesso l’Amministratore Delegato di Open Fiber, nominato da CDP, ha affermato in un comunicato stampa ufficiale dell’azienda che Bonannini ha raggiunto tutti gli obiettivi commerciali prefissati. Ma allora, se gli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti, quali sono le vere ragioni di questa uscita?

In conclusione, in un contesto caratterizzato traiettorie operative poco chiare, viene da chiedersi cosa faccia o come la pensi Macquarie, visto che con il 40% dell’azienda dovrebbe iniziare a preoccuparsi, soprattutto se il sogno di una rete unica a guida Open Fiber dovesse, come sembra, svanire nel nulla.

A zappare ... C'è posto per tutti!!!

Altro che rete unica, open Fiber è un bidone di impresa ... Un fiasco annunciato. Se non cacciano i dindi Cdp &C avranno ben poco da festeggiare, con un Euro(solo Uno) si rileveranno tutta OF.
 
ci manca solo che OF finisca in pancia a TIM
e tim la debba salvare
 
Guardate i volumi, R I D I C O L I !
Così non si va' da nessuna parte..... c'è tanta di quella confusione e incapacità di gestione che nessun fondo o grosso investitore sano di mente ci investirebbe due spiccioli, del resto lo stesso Lacapriola se ne guarda bene....cmq è già un miracolo riuscire a chiudere positivi da alcune sedute :censored:
 
MARKET TALK: Tim, Barclays conferma equalweight
08/08/2022 13:55 MF-DJ
MILANO (MFDJ)--Barclays conferma rating equalweight su Tim. Gli analisti evidenziano che i conti del secondo trimestre si sono rivelati migliori delle attese. Positiva anche la revisione al rialzo della guidance di Ebitda 2022. Definita impressionante la crescita organica in Brasile. Secondo gli esperti, comunque, con un leverage sopra 4 a fine anno, Barclays crede che una separazione di NetCo e un deal con Open Fiber siano la chiave per assicurare il giusto value

speriamo che nel 3Q ci regali una bella soddisfazione
portando in verde l'intera TIM
 
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