Televendite V

Stato
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Opere provenienti da collezionisti...;)

Per quel poco che ho visto, mi pare... due opere 1.000€, altre a 500/1500...forse con il beneplacito dell'Archivio...Catalogo in omaggio, rateazioni a 85€ al mese....ma non ho visto vendere nulla, almeno finché ho seguito...
 
Per quel poco che ho visto, mi pare... due opere 1.000€, altre a 500/1500...forse con il beneplacito dell'Archivio...Catalogo in omaggio, rateazioni a 85€ al mese....ma non ho visto vendere nulla, almeno finché ho seguito...

Sono state confermate 9 opere mi sembra, tra cui anche quelle anni 60 che costavano di più.Una 31x115 a 2400 è una 130x81 a 3500.
 
Scusate ma lo strumento di Kounellis non era poi stato confermato perchè "fortunatamente le opere vengono confermate anche fuori trasmissione, siamo stati anche più bassi di quello che è in asta da Bonhams" ?? Parole pronunciate lunedì o martedi scorso o me le sono sognate?
Perchè oggi è nuovamente in presentazione da Olivi? :mmmm:
 
Scusate ma lo strumento di Kounellis non era poi stato confermato perchè "fortunatamente le opere vengono confermate anche fuori trasmissione, siamo stati anche più bassi di quello che è in asta da Bonhams" ?? Parole pronunciate lunedì o martedi scorso o me le sono sognate?
Perchè oggi è nuovamente in presentazione da Olivi? :mmmm:

Ma credi ancora ai televenditori? :D
 
Il punto è che esiste una differenziazione sia del mercato che delle tipologie di attività.
Quindi non esiste un "valore vero" ma un valore che cambia di volta in volta. E' inutile continuare a discutere di questo, basta limitarsi a constatarlo. Se già in asta abbiamo 3 valori (hammer, prezzo compratore con diritti, prezzo venditore tolte le commissioni), e se sappiamo che le gallerie/televendite (giustamente chiedono quanto ritengono), questa situazione è un dato di fatto.
Il valore cambia di volta in volta ad ogni effettiva compravendita ossia quando domanda e offerta si incontrano. "Domanda e offerta" vuol dire che un compratore ha trovato soddidfacente il prezzo per una data opera. Quindi è inutile sindacare pensando di avere la verità assoluta, quando è del tutto evidente il contrario.

Il concetto di @cento non è il "valore reale", ma al limite un "prezzo di realizzo", perchè questo è quello che tendenzialmente succede in asta.
Ma anche lì si è già detto che c'è una forbice di circa il 40% tra chi vende e chi compra.
Non solo, ma può tranquillamente succedere che in asta si arrivi a dei prezzi vicini a quelli delle gallerie, se non a volta superiori, vedi i vari record price.
O può anche essere che in asta uno aspetti mesi e mesi l'opera che gli interessa e poi venga superato dal rilancio di un altro.

Le gallerie e le televendite, a differenza delle aste, fanno un lavoro diverso: comprano e vendono. Anche quando hanno un'opera in affidamento, si tratta sempre di un passaggio di compravendita (cosa che le aste non fanno). Hanno dei costi diversi e fanno un lavoro diverso, e, in un mercato libero chiedono i prezzi che ipotizzano di poter raggiungere. Se sanno che i loro clienti per una certa tipologia di opere pagano mediamente 10, la proporranno a 10, e non certo a 2.
Questo sia perchè sanno di poter puntare a quella cifra, ma anche perchè se la proponessero a 2 poi andrebbero a ribasso su tutte le altre opere analoghe, con relativi danni a quel mercato. Non serve fare un grafico...

E torno a dire: se le opere fanno "x" in asta, è solo ed unicamente perchè in gallleria/televendita costano "x+y". Altrimenti in asta farebbero molto meno di "x". Chi si lamenta quindi dei prezzi di galleria e televendita non si rende conto che implicitamente sta auspicando un ribasso di quello che lui stesso ha comperato in asta... perchè se chiedessero di meno di galleria/televendita, poi calerebbero anche in asta.

Dopo tempo mi permetto di intervenire in una discussione che mi interessa molto. Biagio, esprimi punti di vista che condivido quasi completamente e lo fai con una continuità e coerenza di notevole spessore da appassionato e conoscitore del mondo scivoloso del collezionismo in relazione al mercato. Il mio piccolo contributo alla discussione, di cui ammiro la pacatezza dei toni pur nella diversità dei punti di vista, ė il seguente: oltre ad analizzare i vari segmenti di mercato dal punto di vista dell'offerta non ė inutile analizzare con altrettanta acribia il punto di vista della domanda.
I collezionisti non sono tutti uguali:
1--ci sono coloro i quali costruiscono il loro insieme di opere acquistando quello che piace loro, scevri da valutazioni economiche e a questo gruppo appartengono persone eccentriche;
2--ci sono solo i quali studiano molto la storia dell' arte e a ciò sono portati per formazione personale, per indole; la loro collezione dipende al 50% dalle valutazioni storiche e al 50% da quelle di mercato perché sanno che la "fortuna" di un'artista è funzione del tempo e del luogo in cui egli vive o ha vissuto, e questo da sempre;
3--ci sono coloro i quali, avendo (occasionalmente o con continuità) molto denaro cercano forme di "investimento" diversificato che abbia anche la funzione "culturale" cui ambiscono per difetto di formazione e sono in cerca di legittimazione culturale appunto per accompagnarla a quella economica e sociale;
4-- ci sono i collezionisti di branco: essi seguono (senza esserne consapevoli in massima parte) i flussi informativi delle riviste e on line senza farsi quasi mai un' idea propria su nulla; quasi tutte le idee che esprimono (anche forbite e articolate) non sono mai state elaborate da loro e prima o poi si riesce a capire da dove hanno preso origine;
5--coloro i quali accumulano opere frutto di speculazione attenta a sfruttare ogni canale commerciale con abilità istintive davvero ammirevoli che quando vengono affiancate da molta esperienza pratica suscitano l'ammirazione incondizionata dei neofiti;
6--esistono, poi, gli accumulatori sognatori; sognano di trasformare casa propria in un museo, in una fondazione, in qualcosa di autocelebrativo;
7--c'è l'insieme di coloro i quali fiutano guadagni e sono potenziali mercanti; lo diventano anche in piccolo e in nero e si avvicinano ai grandi mercanti (o galleristi o consulenti d'asta o critici o giornalisti, che avevano criticato fino a poco tempo prima, con ambizione di "colleganza")
Mi fermo qui perché non sono un esperto di collezioni d'arte ( ho limitate conoscenze ventennali solo sulla bibliofilia e magari rischio di trasferire categorie ed esperienze di quel campo in questo, sbagliando molto).
Volevo solo che le belle, ariose e competenti discussioni si estendessero ai collezionisti, cioè a noi stessi.
Mi scuso infine per aver citato un post di molti giorni fa di Biagio, ma l'ho fatto solo perché l'ho trovato, insieme ai precedenti, equilibratissimo sperando che il mio stimolo possa essere accolto favorevolmente per quanto esso sia un poco più pernicioso perché volgere lo sguardo verso se stessi può provocare discussioni meno pacate.
Cosa che non mi auguro ovviamente. In quel caso meglio essere ignorati.
 
Altro Rosai appena passato in asta ed ora in televendita.
Il muro bianco. Olio su tela 50x70 battuto da Farsetti a 9.500
Provate a chiedere il prezzo.
Poi ditemi qual'è il suo valore più giusto .
 
Dopo tempo mi permetto di intervenire in una discussione che mi interessa molto. Biagio, esprimi punti di vista che condivido quasi completamente e lo fai con una continuità e coerenza di notevole spessore da appassionato e conoscitore del mondo scivoloso del collezionismo in relazione al mercato. Il mio piccolo contributo alla discussione, di cui ammiro la pacatezza dei toni pur nella diversità dei punti di vista, ė il seguente: oltre ad analizzare i vari segmenti di mercato dal punto di vista dell'offerta non ė inutile analizzare con altrettanta acribia il punto di vista della domanda.
I collezionisti non sono tutti uguali:
1--ci sono coloro i quali costruiscono il loro insieme di opere acquistando quello che piace loro, scevri da valutazioni economiche e a questo gruppo appartengono persone eccentriche;
2--ci sono solo i quali studiano molto la storia dell' arte e a ciò sono portati per formazione personale, per indole; la loro collezione dipende al 50% dalle valutazioni storiche e al 50% da quelle di mercato perché sanno che la "fortuna" di un'artista è funzione del tempo e del luogo in cui egli vive o ha vissuto, e questo da sempre;
3--ci sono coloro i quali, avendo (occasionalmente o con continuità) molto denaro cercano forme di "investimento" diversificato che abbia anche la funzione "culturale" cui ambiscono per difetto di formazione e sono in cerca di legittimazione culturale appunto per accompagnarla a quella economica e sociale;
4-- ci sono i collezionisti di branco: essi seguono (senza esserne consapevoli in massima parte) i flussi informativi delle riviste e on line senza farsi quasi mai un' idea propria su nulla; quasi tutte le idee che esprimono (anche forbite e articolate) non sono mai state elaborate da loro e prima o poi si riesce a capire da dove hanno preso origine;
5--coloro i quali accumulano opere frutto di speculazione attenta a sfruttare ogni canale commerciale con abilità istintive davvero ammirevoli che quando vengono affiancate da molta esperienza pratica suscitano l'ammirazione incondizionata dei neofiti;
6--esistono, poi, gli accumulatori sognatori; sognano di trasformare casa propria in un museo, in una fondazione, in qualcosa di autocelebrativo;
7--c'è l'insieme di coloro i quali fiutano guadagni e sono potenziali mercanti; lo diventano anche in piccolo e in nero e si avvicinano ai grandi mercanti (o galleristi o consulenti d'asta o critici o giornalisti, che avevano criticato fino a poco tempo prima, con ambizione di "colleganza")
Mi fermo qui perché non sono un esperto di collezioni d'arte ( ho limitate conoscenze ventennali solo sulla bibliofilia e magari rischio di trasferire categorie ed esperienze di quel campo in questo, sbagliando molto).
Volevo solo che le belle, ariose e competenti discussioni si estendessero ai collezionisti, cioè a noi stessi.
Mi scuso infine per aver citato un post di molti giorni fa di Biagio, ma l'ho fatto solo perché l'ho trovato, insieme ai precedenti, equilibratissimo sperando che il mio stimolo possa essere accolto favorevolmente per quanto esso sia un poco più pernicioso perché volgere lo sguardo verso se stessi può provocare discussioni meno pacate.
Cosa che non mi auguro ovviamente. In quel caso meglio essere ignorati.

Bravo Bell intervento !
Io mi riconosco nel punto 6 -

:D
 
E chi e' Pasotto? Mai sentito. In asta fa qualche centinaio di euro. Per chi lo volesse acquistare meglio comprarlo in asta.

Pasotto è un artista che non è stato mai legato al mercato per sua volontà. Ora è stato realizzato un catalogo generale dell’artista da parte dell’archivio.
 
Grazie per l' info. Non mi entusiasma. Dovrò magari approfondire un po' l' argomento. Diciamo che 200/300 euro si possono spendere, che sono poi le ultime aggiudicazioni. Mai spenderei il prezzo degli speciali appena fatti.
 
Grazie per l' info. Non mi entusiasma. Dovrò magari approfondire un po' l' argomento. Diciamo che 200/300 euro si possono spendere, che sono poi le ultime aggiudicazioni. Mai spenderei il prezzo degli speciali appena fatti.

Le aggiudicazioni di cui parli sono quelle che riguardano opere senza alcuna documentazione a supporto, ne tantomeno archivio. Quelle archiviate fanno cifre diverse. Per il lato estetico ovviamente de gustibus...
 
Le aggiudicazioni di cui parli sono quelle che riguardano opere senza alcuna documentazione a supporto, ne tantomeno archivio. Quelle archiviate fanno cifre diverse. Per il lato estetico ovviamente de gustibus...

Perché fanno i falsi anche di Paolo Pasotto?
 
Le aggiudicazioni di cui parli sono quelle che riguardano opere senza alcuna documentazione a supporto, ne tantomeno archivio. Quelle archiviate fanno cifre diverse. Per il lato estetico ovviamente de gustibus...

E che problema e '? Le fai archiviare ed il gioco e' fatto . Di certo ci sarà ugualmente un netto risparmio

O archiviano solo quelli degli speciali?

Tu sei al corrente che non sia così?
 
La constatazione da fare e' che oggi per giustificare le vendite di alcuni artisti a prezzi completamente fuori mercato, si trova la scusa che non hanno la documentazione, quando basta poche centinaia di euro per farla. Ed anche facendo tutta la documentazione necessaria non ci si avvicina minimamente alle cifre che vendono.
Siamo al paradosso perché queste cose le ho lette anche per altri artisti molto più conosciuti.
 
La verità è che Paolo Pasotto interessa a pochi. Ma chi si mette a fare falsi di un pittore che vale 200/300€?

Esattamente. ..l'altra sera ho pensato all'inizio di un'operazione di pompaggio..però ripeto che, per il tempo che ho seguito, non ho visto vendere nulla..poi sembra che qualcosa abbiano confermato...Vedremo.
 
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