[Thread unico] Immigrazione e integrazione in Italia e in europa.

Milano, le accuse dei migranti: "Pensate solo agli italiani"


Milano, le accuse dei migranti: "Pensate solo agli italiani"

Gli stranieri che occupano Porta Venezia preferiscono non parlare. Chi lo fa sfida Salvini: "Non salvare solo gli italiani"
Giuseppe De Lorenzo Marianna Di Piazza - Ven, 13/07/2018 - 15:01

"In 12 anni che sono in Italia non ho mai visto vivere un italiano nelle stesse condizioni in cui vivo io". Abu vive da 12 anni in Italia ed ora, dice, non ha più il permesso di soggiorno in tasca.

Lo incontriamo nei giardinetti di Porta Venezia, trasformati in veri e propri accampamenti dai migranti e dove da alcune settimane giovani stranieri e famiglie con bambini piccoli bivaccano nelle aree verdi tra la Stazione Centrale e i bastioni.

"Lo Stato non paga niente e il modo in cui l'Italia dà l'asilo politico fa solo rimanere le persone sotto la soglia di povertà", è l'accusa che rivolge Abu all'Italia. "Non possiamo avere un lavoro o un contratto: è il Paese che ha creato questo meccanismo. Noi non abbiamo niente e non ci date neanche un aiuto per creare il nostro futuro. Voi italiani invece vivete tranquilli con il profumo addosso, mentre noi qui puzziamo". Il giovane è sbarcato dopo un lungo viaggio dal Bangladesh e oggi, racconta, si muove tra Porta Venezia e la stazione cercando un modo per sopravvivere. "Nelle case c'è scritto 'solo per italiani'. Questo è razzismo. Noi vogliamo case e cibo, ma voi non ci aiutate e l'Europa pensa solo ai problemi degli italiani, non ai nostri".

Milano, i migranti contro l'accoglienza italiana

Il ragionamento di Abu si scontra, a pensarci bene, con le proteste dei tanti italiani sotto la soglia di povertà che combattono l'apertura dei porti agli immigrati. Sono due mondi che si scontrano. Per gli uni lo Stato si prodiga troppo per gli stranieri; per gli altri il Belpaese non fa abbastanza per toglierli dalla strada. È come un cane che si morde la coda. "Se l'Italia facesse qualcosa per noi - accusa Abu - , non saremmo costretti ad accamparci nei giardinetti. Avremmo una casa, un lavoro. Questo sarebbe il vero aiuto. Invece voi dite di aiutare le persone, ma in realtà non fate niente e noi siamo costretti a vivere in queste condizioni, senza un'abitazione e qualcosa da mangiare".

Abu è l'unico straniero che vuole parlare con noi. Quando ci avviciniamo per raccontare la situazione dei clandestini accampati sul prato, alcuni immigrati si coprono il volto, altri si allontanano. Uno straniero invece preferisce le minacce. Scende detreminato dalle scale di via Città di Fiume, si avvicina alla telecamera, urla, bestemmia. "Forse non hai capito. Ti conviene andare via o te la strappo quella telecamera". Siamo costretti a indietreggiare.

"Qui nessuno vuole parlare", spiega Abu. "Hanno paura, non vogliono essere ripresi". Ad occupare i giardinetti sono per lo più di giovani 'transitanti' provenienti da diversi paesi dell'Africa. Sbarcati sulle coste siciliane, hanno attraversato tutta l'Italia e sono arrivati a Milano con la speranza di proseguire il viaggio verso il Nord Europa. Sperano di fermarsi nella città pochi giorni prima di raggiungere la Svizzera e la Germania. Tra loro molti clandestini. Abu invece non si nasconde e con una canzone sfida il ministro dell'Interno: "Salvini, non salvare solo gli italiani. Ci sono tanti clandestini senza un destino".

E in effetti a Porta Venezia gli immigrati vivono nel degrado tra materassi, asciugamani e teli sporchi. Alberi e cespugli sono utilizzati come appendiabiti, ricoperti di vestiti e stracci. Rifiuti e bottiglie fanno capolino sul prato. Il bivacco è motivo di forti tensioni che spesso sfociano in risse violente. Scene all'ordine del giorno che scaturiscono dalle condizioni in cui si trovano gli stranieri, raccontano i passanti.

Dopo le proteste dei residenti, polizia e carabinieri hanno effettutato alcune ispezioni nella zona. Diversi gli extracomunitari sono stati identicati e allontanati. Ma i migranti continuano a tornare in via Vittorio Veneto per trasformarla nella loro abitazione. Perché, dice Abu,
nelle case di Milano "c'è scritto 'solo per gli italiani'".


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Interessante la storia della cesenate, non è riuscita ad integrarsi agli usi e costumi del marito, peraltro normalissimi al suo paese. Lo diceva anche la Boldrini che doveva uniformarsi a questo stile di vita, facendolo suo...
 
Sarkozy: “il meticciato è obbligatorio, è la sfida del 21° secolo”
EUROPA UE, In risalto venerdì, 13, luglio, 2018

Sarkozy: meticciamento razziale, la scommessa del 21° secolo – Nel video che vi proponiamo vi sono stralci di vari discorsi tenuti in Francia e all’estero (Canada, Arabia Saudita).

Palaiseau 17 dicembre 2008 – L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ordina ai francesi di razza bianca di incrociarsi con i neri minacciando sanzioni da parte dello stato contro chi si oppone e si rifiuta infliggendo, con tale rifiuto, “umiliazioni” e “ferite” a persone di identità diversa, soprattutto gli arabi, andando così incontro a possibili violenze.

Sarkozy afferma che l’incrocio razziale è la sfida che ci attende nel XXI secolo. Non è una scelta, è un obbligo. È un imperativo. Non possiamo fare diversamente, altrimenti rischiamo di trovarci di fronte a problemi importanti (non dice precisamente quali). Dobbiamo cambiare; quindi cambieremo.

E DOVREMO CAMBIARE tutti nello stesso momento, simultaneamente: dalle imprese alle amministrazioni (magistratura), sia nel campo dell’istruzione che della politica.
Ci dovremo impegnare in questo compito per ottenere questo risultato (il meticciato).

E se non si otterranno risultati malgrado lo sforzo di queste volontà congiunte, se non saranno sufficienti i metodi della Repubblica (democratici), sarà compito dello Stato prendere misure più coercitive .

Discorso 2 in Arabia Saudita – Qui il tono cambia, forse per non offendere il forte identitarismo musulmano.

Miei cari amici dell’Arabia Saudita, non si tratta di imporre dall’alto un modello unico di civiltà.
Non sarebbe altro che ripetere gli errori tragici del passato, che hanno causato tante sofferenze.
Queste vorrebbe dire negare l’identità, vorrebbe dire non creare la pace e la fratellanza, ma la violenza poiché nulla è più pericoloso del ferire e umiliare l’ identità – e un’identità ferita è un’ identità radicalizzata.

Canada – Incoraggiare, imporre il meticciato come obbligo del 21° secolo, una sfida che la Francia ha sempre conosciuto. E in questo compito della scommessa futura, del meticciato, la Francia resta fedele alla sua storia.
 
Sarkozy: “il meticciato è obbligatorio, è la sfida del 21° secolo”
EUROPA UE, In risalto venerdì, 13, luglio, 2018

Sarkozy: meticciamento razziale, la scommessa del 21° secolo – Nel video che vi proponiamo vi sono stralci di vari discorsi tenuti in Francia e all’estero (Canada, Arabia Saudita).

Palaiseau 17 dicembre 2008 – L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ordina ai francesi di razza bianca di incrociarsi con i neri minacciando sanzioni da parte dello stato contro chi si oppone e si rifiuta infliggendo, con tale rifiuto, “umiliazioni” e “ferite” a persone di identità diversa, soprattutto gli arabi, andando così incontro a possibili violenze.

Sarkozy afferma che l’incrocio razziale è la sfida che ci attende nel XXI secolo. Non è una scelta, è un obbligo. È un imperativo. Non possiamo fare diversamente, altrimenti rischiamo di trovarci di fronte a problemi importanti (non dice precisamente quali). Dobbiamo cambiare; quindi cambieremo.

E DOVREMO CAMBIARE tutti nello stesso momento, simultaneamente: dalle imprese alle amministrazioni (magistratura), sia nel campo dell’istruzione che della politica.
Ci dovremo impegnare in questo compito per ottenere questo risultato (il meticciato).

E se non si otterranno risultati malgrado lo sforzo di queste volontà congiunte, se non saranno sufficienti i metodi della Repubblica (democratici), sarà compito dello Stato prendere misure più coercitive .

Discorso 2 in Arabia Saudita – Qui il tono cambia, forse per non offendere il forte identitarismo musulmano.

Miei cari amici dell’Arabia Saudita, non si tratta di imporre dall’alto un modello unico di civiltà.
Non sarebbe altro che ripetere gli errori tragici del passato, che hanno causato tante sofferenze.
Queste vorrebbe dire negare l’identità, vorrebbe dire non creare la pace e la fratellanza, ma la violenza poiché nulla è più pericoloso del ferire e umiliare l’ identità – e un’identità ferita è un’ identità radicalizzata.

Canada – Incoraggiare, imporre il meticciato come obbligo del 21° secolo, una sfida che la Francia ha sempre conosciuto. E in questo compito della scommessa futura, del meticciato, la Francia resta fedele alla sua storia.

E lui che fa, si adegua o continua a trombarsi la vecchia dei Macarons? :D
 
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