“Viste le preoccupazioni su una seconda ondata di infezioni (da coronavirus), i mercati ritengono probabile un approccio accomodante da parte della Fed”.
Spaventa intanto l’alert di Goldman Sachs che ha detto chiaramente che lo status del dollaro come valuta di riserva è a rischio e che ha contestualmente rivisto al rialzo il target sui prezzi dell’oro a $2.300 l’oncia, in rialzo del 19% rispetto al massimo testato nelle ultime ore (riferimento ai contratti futures sull’oro) e dopo il rally del 29% da inizio anno.
Gli analisti del colosso bancario hanno motivato lo scenario bullish per il bene rifugio per eccellenza con “la possibilità che la Fed faccia riferimento all’aumentopropenda per un bias orientato all’inflazione, “in un contesto caratterizzato da continue tensioni geopolitiche, elevate incertezze in Usa sia sul fronte politico che sociale, e da una seconda ondata di infezioni COVID-19”.
Tutto ciò, “combinato con un livello record di accumulazione del debito da parte del governo Usa (destinato a crescere per gli stimoli fiscali adottati per mettere in sicurezza l’economia dagli effetti devastanti del coronavirus-lockdown), che sta iniziando a far emergere serie preoccupazioni sulla longevità del dollaro in quanto valuta di riserva“, mentre “l’oro è sempre più una valuta di ultima istanza”.
Così si legge nella nota di Goldman Sachs:
“L’oro è la moneta di ultima istanza, in modo particolare in un contesto come questo attuale, in cui i governi svalutano le loro monete portando i tassi di interesse reali a scendere ai minimi di sempre. Con ulteriori margini di ribasso per i tassi di interesse reali Usa, reiteriamo ancora una volta la nostra raccomandazione long sull’oro di marzo”.
E se Goldman Sachs ha un target sull’oro a 12 mesi $2.300, Bank of America scommette prezzi a $3.000 l’oncia per i prossimi 18 mesi.
In tutto questo, sono sempre di più gli economisti che si chiedono se un ritorno al Gold Standard farebbe bene all’economia americana. Il dibattito negli States è tornato di attualità dopo la decisione del presidente Donald Trump di nominare alla Fed Judy Shelton. Shelton è infatti nota per le sue posizioni a favore del gold standard.
La sua nomina si sta scontrando con l’opposizione di due senatori repubblicani: l’ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney e Susan Collins. Bloomberg riporta che altre due defezioni dal partito repubblicano metterebbero probabilmente KO la sua nomina, visto il no atteso dei democratici.