TIM: ti sei adagiata ? Ora rialzati !!! ( e .....5) NON te lo dico più !!!

MAGARI FA un paio di finte acchiappa shorter e nel pomeriggio sboccia......chissà

Speriamo batta un colpo con qualche idea che smuova il titolo, altrimenti siamo passati dalla padella alla brace :)
 
MAGARI FA un paio di finte acchiappa shorter e nel pomeriggio sboccia......chissà

SE son rose……………… Nel frattempo mi accontento dei gain con la Juve! ;)

Stà prendendo la rincorsa per superare 0,60 di slancio; NON oggi !
 
Ultima modifica:
Buongiorno

passata negativa. Ma il nuovo Ad esiste o è solo sulla carta :)

Ho la sensazione che vogliano riportarla in area 0,56. Brutto segno se tornasse sotto 0,558
Che schifo di titolo.Riesce a essere negativo con l'indice nostrano a + 2%
 
Vivendi contro Telecom: «Un aereo senza pilota»
Mentre il nuovo ad di Telecom, Luigi Gubitosi, scrive ai dipendenti - «il mio obiettivo è ridare a Tim quella stabilità che le manca da tempo» - Vivendi torna a far sentire la sua voce da Parigi, ribadendo preoccupazione per la situazione in generale e per il cambio di ceo. Preoccupazione perchè «non c’è un nuovo piano industriale». Il piano ci sarà, come da tradizione, a febbraio-marzo. Questo per i francesi avrà comunque «un effetto estremamente negativo sul quarto trimestre e sull’outlook del 2019». Vivendi quindi ribadisce il no alla perdita della rete, che metterebbe a rischio «molti posti di lavoro» e «in pericolo l’esistenza stessa di Tim», senza vantaggi di copertura e bloccando lo sviluppo del 5G. Alla fine l’accusa è sempre rivolta al fondo Elliott, che ha promosso il ribaltone in cda. «È come un aeroplano che decolla per un lungo volo, il pilota viene a mancare e non c’è nessun pilota affidabile in cabina che possa prenderne il controllo a causa della disorganizzazione di Elliott». «Noi siamo a favore del piano industriale votato dal 98% degli azionisti e da Elliott che l’ha validato». Non si capisce però perchè il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré non passi dalle parole ai fatti, salvo che aspetti che a farsi avanti per chiedere l’assemblea siano i fondi.
 
Vivendi contro Telecom: «Un aereo senza pilota»
Mentre il nuovo ad di Telecom, Luigi Gubitosi, scrive ai dipendenti - «il mio obiettivo è ridare a Tim quella stabilità che le manca da tempo» - Vivendi torna a far sentire la sua voce da Parigi, ribadendo preoccupazione per la situazione in generale e per il cambio di ceo. Preoccupazione perchè «non c’è un nuovo piano industriale». Il piano ci sarà, come da tradizione, a febbraio-marzo. Questo per i francesi avrà comunque «un effetto estremamente negativo sul quarto trimestre e sull’outlook del 2019». Vivendi quindi ribadisce il no alla perdita della rete, che metterebbe a rischio «molti posti di lavoro» e «in pericolo l’esistenza stessa di Tim», senza vantaggi di copertura e bloccando lo sviluppo del 5G. Alla fine l’accusa è sempre rivolta al fondo Elliott, che ha promosso il ribaltone in cda. «È come un aeroplano che decolla per un lungo volo, il pilota viene a mancare e non c’è nessun pilota affidabile in cabina che possa prenderne il controllo a causa della disorganizzazione di Elliott». «Noi siamo a favore del piano industriale votato dal 98% degli azionisti e da Elliott che l’ha validato». Non si capisce però perchè il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré non passi dalle parole ai fatti, salvo che aspetti che a farsi avanti per chiedere l’assemblea siano i fondi.

mah......più che altro a me è sembrato che il pilota ganasha non avesse il brevetto
 
il francese è in trappola...per comandare dovrebbe assumere il controllo e rischiare di integrare i debiti in Vivendi...se sta fermo subisce le decisioni caotiche del governo....Elliott non ce la racconta giusta...non possono aver pagato una montagna di soldi per il 5G e ora cedere la rete allo Stato in modo passivo.....mha...chi ci capisce è bravo...:mad:
 
...uccello padulo pensato per chi ?...

Zona euro, ok a norme per facilitare ristrutturazione debito pubblico entro 2022 04/12/2018 09:48 - RSF
BRUXELLES, 4 dicembre (Reuters) - I ministri delle Finanze della zona euro hanno raggiunto un accordo per l'introduzione, entro il 2022, di nuove norme per faciliare la ristruttutrazione del debito pubblico nei Paesi della zona euro.

Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno.

Si tratta delle norme che prevedono l'istituzione di alcune clusole unitarie di azioni collettive, cosidette 'single limb Collective Action Clause' che favorirebbero eventuali processi di ristrutturazione del debito.

L'Eurogruppo ha, inoltre, raggiunto un'intesa per proseguire i lavori sulla schema di assicurazione dei depositi, i cui progressi saranno resi noti a giungo 2019, secondo una comunicato.
 
TELECOM ITALIA - Previsto Ebitda in calo nel quarto trimestre
04/12/2018 09:54 WS
FATTO
Diverse testate giornalistiche riprendono questa mattina i timori espressi da Vivendi (VIV.EQ) sull’impasse di TIM e sulla mancanza di un piano industriale, elemento che potrebbe penalizzare i risultati del quarto trimestre e l'outlook del 2019.

La stampa cita anche la lettera di ieri dell'amministratore delegato, Luigi Gubitosi, in cui ha espresso la volontà di restituire stabilità all'azienda e migliorare la performance finanziaria.


EFFETTO
Il consensus al momento non riflette un peggioramento del trend nel quarto trimestre 2018: ci attendiamo un calo dell’Ebitda rettificato domestico del 2,9% su base annua, pressoché in
linea con il -3.1% del terzo trimestre. Nel 2019, invece, prevediamo una crescita dell'1% a 6,88 miliardi di euro.

Su Telecom Italia (TIT.MI) la raccomandazione è MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,82 euro.
 
non si muove... zero volumi... ho 3 short aperti ma sono praticamente fermi :(
 
Stiamo aspettando il Cda di domani della Cdp che dovrà decidere per gli investimenti. Si legge di 100 mld in 3 anni. Vediamo domani. OK!
 
povero Francese spennato dalla campagna italiana......

Mediaset ora chiede di chiudere il contratto con Vivendi su Premium
Il Biscione contesta a Bolloré l’inadempienza dell’accordo del 2016
Il giudice fissa la nuova udienza al Tribunale di Milano il 12 marzo
Mediaset passa direttamente alla richiesta danni. Nella causa su Premium contro Vivendi, il gruppo di Cologno Monzese non chiede più il rispetto dell’accordo firmato l’8 aprile del 2016, bensì la dichiarazione di risoluzione del contratto per inadempienza con relativo risarcimento. Un cambiamento di linea che prende atto della mutata realtà oggetto del contendere.
Premium - che i francesi si erano impegnati a rilevare tramite uno scambio azionario reciproco tra i due gruppi del 3,5% che valorizzava 730 milioni la pay-tv del Biscione - non ha più la stessa fisionomia di due anni e mezzo fa. A fine novembre infatti Mediaset ha esercitato l’opzione per cedere a Sky la piattaforma tecnologica di Premium con un organico di 120-130 dipendenti per un controvalore di 22,9 milioni nell’ambito di un accordo più complessivo di concessione di utilizzo di contenuti. In sostanza uno stop loss dopo che la pay-tv del Biscione non è riuscita ad aggiudicarsi i diritti del calcio a prezzi compatibili. Gli oltre 2 milioni di abbonati della primavera di due anni fa, senza le partite se non le tre alla settimana di Dazon offerte gratis ai clienti del calcio muniti di connessione Internet, si sono di conseguenza rarefatti a un numero stimato compreso tra 500 e mille, probabilmente destinato a ridursi ancora. In Premium oggi restano dunque i clienti, ma molti meno di prima, e i rapporti in esclusiva con le major americane.
Già il primo anno, quando il supposto venditore si era limitato a gestire in ordinaria amministrazione Premium, in raccordo con il supposto compratore, Mediaset aveva stimato un impatto negativo sui conti del solo 2016, per via di oneri straordinari legati all’inadempimento, di 341 milioni. A luglio del 2016 Vivendi aveva chiesto di rivedere i termini dell’accordo che invece Mediaset riteneva definitivo essendo stato firmato un contratto e a dicembre, quando i due promessi sposi erano ormai ai ferri corti, la media company che fa capo a Vincent Bollorè aveva rastrellato il 28,8% del capitale del Biscione, fermandosi solo alla soglia d’Opa del 29,9% dei diritti di voto. I successivi tentativi di ridisegnare un accordo coinvolgendo anche Telecom sono tutti finiti nel nulla. Mentre Mediaset aveva chiesto di applicare una penale mensile di 50 milioni dal luglio del 2016, Fininvest aveva contestato anche il calo delle azioni seguito allo stallo nei rapporti con Parigi. Complessivamente - è stata Vivendi a quantificarlo nelle sue relazioni di bilancio - i danni reclamati da Mediaset e dalla sua controllante ammonterebbero a 3 miliardi.
All’udienza che si è tenuta ieri al Tribunale di Milano, il giudice Daniela Marconi ha deciso quindi di rinviare a nuova udienza, fissata per il prossimo 12 marzo, per chiudere in sostanza la fase istruttoria e dare il tempo alle parti di depositare memorie aggiuntive. Mediaset avrà tempo fino al 30 gennaio per produrre le sue memorie, Vivendi invece fino al 28 febbraio.
Anche la società Premium, a questo punto - è stato fatto notare - potrà a sua volta accodarsi nella richiesta di risarcimento.
 
...falling in a black hole...

Tlc, la guerra dei prezzi sul mobile brucia oltre 300 milioni in tre mesi
La competizione è salita con Iliad: i tre big hanno perso l’8,9% del fatturato
Sui conti pesa il cambio fatturazione a 28 giorni e il boom di Whatsapp
Fra un anno e l’altro a mancare all’appello nei conti dei grandi player della telefonia mobile in Italia sono 302 milioni di euro di ricavi “da servizi”. Piange il telefono, si diceva un tempo. Ora a piangere è il telefonino, con il settore della telefonia mobile che rivive lo spettro della guerra dei prezzi del 2013-14. Il tutto in un contesto in cui in circolo ci sono ancora le scorie della vicenda delle fatturazioni a 28 giorni, che ha contrapposto frontalmente compagnie e consumatori nonostante quello che l’associazione di categoria Asstel ricorda sempre, e cioè gli alti investimenti delle telco e i prezzi fra i più bassi in Europa sul mobile.
I numeri del trimestre luglio-settembre segnalano difficoltà del comparto. La fotografia arriva dall’analisi dei ricavi da servizi mobili: il termometro di salute industriale del settore, indicativi di quanto le telco incassano dai servizi, al netto quindi di tutti i correttivi finanziari o bundle con device. Ebbene, i 3,089 miliardi realizzati da Tim, Vodafone Italia e Wind Tre sono l’8,9% in meno rispetto a un anno prima. Appunto, 302 milioni in meno. Nel dettaglio, ci sono 33 milioni che mancano all’appello in casa Tim (-2,7%, con ricavi da servizi scesi a quota 1,169 miliardi nel trimestre); 111 milioni in meno in casa Vodafone (-10%; a quota 998 milioni) e 158 milioni in meno (-14,6%) per Wind Tre i cui ricavi da servizi sono scesi a 922 milioni. L’operatore nato dalla fusione di Wind e 3Italia, il cui margine ebitda è pure al 33,7% (+160 bps) è nei fatti quello che più di tutti sta pagando dazio a quella che appare come la madre dei grattacapi per gli operatori storici delle tlc: l’ingresso sul mercato di un agguerrito concorrente come Iliad.
Un player che ha promesso da subito di voler intervenire a gamba tesa sul mercato. E così è stato, con tariffe di lancio a 5,99 euro al mese. Per i nuovi clienti ora si parla di 7,99 euro, ma con 50 Giga, sms e minuti illimitati. Tim e Vodafone nel frattempo hanno iniziato a dar battaglia anche con i rispettivi marchi low cost: “Kena” e “ho.”. Il risultato, alla fine, è per gran parte visibile in quel segno meno del trimestre. Certo, non è tutto da attribuire alla guerra dei prezzi e al dinamismo di Iliad (2,23 milioni di clienti) come di altri operatori virtuali (Poste Mobile e Fastweb i principali). Sui ricavi mancanti pesa il cambio sui 28 giorni: l’anno scorso si contabilizzavano ricavi aggiuntivi poi venuti a mancare quando si è tornati alla fatturazione mensile. In aggiunta, c’è un mercato da tempo in trasformazione. Basti pensare al colpo di Whatsapp sugli sms che per le telco rappresentavano una miniera. Mai come ora c’è poi da ragionare sugli effetti del mix fra fisso e mobile. Il 5G, per cui le telco hanno sborsato la cifra monstre di 6,5 miliardi per le frequenze messe all’asta, aprirà nuovi scenari. Intanto però, complice la banda ultralarga che pian piano si va diffondendo, qualcosa nel fisso si muove. Qui i ricavi da servizi sono saliti dell’8,6% per Vodafone (266 milioni) con una Tim leader e sostanzialmente stabile (-0,2% a 2,5 miliardi) e una Wind Tre a 251 milioni (-8,4%). E almeno nel fisso il conto del trimestre è sostanzialmente pari (-0,2%), a 3 miliardi.
 
Secondo me, Bollò, per l' affare Premium, ci rimetterà poco o niente: l'oggetto in questione è stato ceduto a Sky, quindi il suo valore è quello pagato da Sky !
 
sono in riacquisto a 0.5588, 0.5550 e 0.5525 per i miei tre short. Anche se i volumi continuano a latitare... ma la sto tradando solo io? -.-''
 
Secondo me, Bollò, per l' affare Premium, ci rimetterà poco o niente: l'oggetto in questione è stato ceduto a Sky, quindi il suo valore è quello pagato da Sky !

Non credo
C'era un accordo non rispettato
Il cavaliere può dire di essere stato costretto a svendere a sky.......bollo al limite pagherà differenza tra accordo e prezzo sky
 
sono in riacquisto a 0.5588, 0.5550 e 0.5525 per i miei tre short. Anche se i volumi continuano a latitare... ma la sto tradando solo io? -.-''

No, io ho preso 50k pezzi a 0,5610 da vendere in giornata, oltre a quelli che già ho a 0,6230 come pmc
 
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