La disciplina degli intermediari pone numerosi obblighi agli intermediari, considerando il cliente parte debole.
Uno degli obblighi è l'avvertire il cliente delle "operazioni non adeguate" e pretendere dal cliente stesso una specifica autorizzazione: ciò sia nel caso sia l'intermediario a proporla, sia nel caso si tratti di una specifica volontà del cliente.
Le "operazioni non adeguate" sono considerati tali per tipologia, oggetto, frequenza, dimensione (caratteristiche anche singole, non necessariamente abbinate) rispetto allo status personale del cliente.
L'intermediario si tutela con l'ennesima firma per accettazione dell'inadeguatezza ed anche, al momento dell'apertura del rapporto, con l'ennesima firma tramite la quale il cliente dichiara di non voler fornire le informazioni di natura patrimoniale e reddituale tramite le quali l'intermediario potrebbe comprendere l'inadeguatezza delle operazioni via via proposte al cliente o anche che il cliente intende attuare.
Comunque, ci sono alcune informazioni "evidenti" (età, professione, precedenti investimenti) di cui l'intermediario è comunque è conoscenza, per forza di cose.
Nel caso specifico, come potrebbe un novantenne semi-analfabeta aver compreso le caratteristiche di un simile strumento finanziario, come potrebbe aver compreso cosa significhi rinunciare a fornire le informazioni e, ancora prima, come potrebbe comprendere il documento sui rischi generali dell'investimento che gli è stato consegnato al momento dell'accensione del rapporto oppure, se antecedente, comunque il 1/7/98?