Trade&Co. - Tutto per il gain - Vol.275

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Generali valuta ogni opzione. Galateri: "Intese possibili se industrialmente valide"

17/02/2017 13.01.22
(Teleborsa) - Generali è aperta ad ogni ipotesi di combinazione industriale, anche con Intesa Sanpaolo, purché sia industrialmente valida e rispetti la mission del gruppo, che è quella di essere un'azienda italiana ed internazionale allo stesso tempo, innovativa e remunerativa per gli azionisti.

Lo ha chiarito oggi il Presidente del Leone di Trieste, Gabriele Galateri di Genola, in occasione della sua partecipazione ad un evento a Milano, organizzato da Consob, Borsa Italiana e Assonime sulla governance.

Galateri ha chiarito che si valutano "tutte le forme di collaborazione che potranno presentarsi, purché siano industrialmente valide"

Il manager ha risposto anche ad una domanda specifica su Intesa sanpaolo, che recentemente ha manifestato un interesse per il gruppo triestino, affermando "non ho fatto preclusioni" e ribadendo che "se ci fossero ipotesi di collaborazione industriale valide e che rispettino anche le regole del gioco della governance in termini di chiarezza e trasparenza evidentemente le valuteremo".

Un accenno anche ai risultati 2016 del Leone, che verranno approvati dal CdA in calendario per il 15 di marzo: Galateri ha detto che la compagnia sta "seguendo in maniera molto intensa la realizzazione del piano che è stato presentato a novembre" e si è detto "molto soddisfatto di come le cose stanno andando avanti".

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sarà perché ho le noccioline girate ma io quando leggo queste dichiarazioni mi pento di aver perso tempo leggendole.
 
una botta di ottimismo :D:wall:

Jim Rogers: non illudetevi, il peggio deve ancora venire

Trend Online
Rossana Prezioso
Trend Online17 febbraio 2017Commento
Jim Rogers: non illudetevi, il peggio deve ancora venire

Altro
Jim Rogers co-fondatore con George Soros del Fondo Quantum, uno degli hedge fund più redditizi e di successo di tutti i tempi, non ha dubbi: il peggio deve ancora venire.

La view di Jim Rogers

Il 74enne investitore di lungo corso, nella sua ultima intervista rilasciata a Macrovoices.com, avvisa sull’arrivo di quella che lui ritiene la peggiore crisi economica in arrivo, una crisi che potrebbe essere un vero e proprio cataclisma per molte società, anche grandi e addirittura per intere nazioni. In realtà quella del 2008 è stata solo un’avvisaglia che però potrebbe dare l’idea di cosa potrebbe avvenire su scala mondiale. Gli esempi fatti da Rogers al riguardo, si riferiscono a Bear Stearns che ha visto proprio in questa crisi la sua scomparsa, a Lehman Brothers fallita dopo 150 di storia e, soprattutto, dopo essere riuscita a sopravvivere alla Depressione e a due Guerre Mondiali. Per quale motivo Rogers è così pessimista pur non essendo solitamente incluso nell’elenco dei catastrofisti? Il motivo è apparentemente semplice. In seguito all’esplosione della crisi mondiale dei subprime, i vertici politici statunitensi (e in molti casi anche mondiali) hanno messo in atto una serie di misure e di restrizioni per riuscire a monitorare il settore della finanza e a controllare i movimenti delle grandi banche e delle organizzazioni finanziarie; in particolare per i secondi è stato chiesto più volte l’intervento pubblico anche in altre realtà al di fuori degli Stati Uniti. E non solo per le grandi società finanziarie: General Motors Company (NYSE: GM - notizie) , American International Group (NYSE: AIG - notizie) , Royal Bank of Scotland Group PLC. Ma il problema grave arrivava anche dalle banche, diventate ormai tanto enormi da far coniare il detto “Too big To fail” cioè troppo grandi per permettere che falliscano. Un neologismo nato proprio in seguito alle conseguenze del repentino fallimento della Lehman.

Le conseguenze della crisi del 2008

Ebbene, nonostante tutti questi provvedimenti e nonostante le operazioni di stimolo monetario portate avanti a livello mondiale da tutte le banche centrali del pianeta, i livelli di debito in tutto il mondo sono esplosi e solo alcuni dei problemi che hanno portato alla crisi del 2008 sono stati effettivamente risolti in maniera definitiva. Il panorama economico e la crescita internazionale hanno continuato a restare fragili e soggetti a troppi rischi, il tutto mentre, la crescita, appunto, non ha dimostrato alcun aumento consistente o comunque qualitativamente tale da infondere fiducia e controbilanciare i rischi creatisi. Per questi motivi Rogers ritiene che la prossima crisi che arriverà sarà anche peggiore. Talmente tanto da provocare un cambiamento persino nelle nazioni e non solo nell’economia. Fragilità, dunque, che porta ad un peggioramento immediato nel caso dell’avverarsi di una notizia negativa alla quale, vista l’atmosfera di tensione e sfiducia, ne segue un’altra altrettanto negativa. Un primo, prossimo e soprattutto concreto catalizzatore all’orizzonte potrebbe essere la più volte proclamata guerra commerciale che Trump ha minacciato di scatenare con l’applicazione di dazi alle merci importate dalla Cina e da altre nazioni come il Messico.

Le strategie suggerite

E le guerre commerciali, come la storia insegna, sfociano spesso in guerre vere e proprie e molti membri dello staff di Trump non sarebbero contrari a una guerra. Per questo consiglia di uscire dal mercato prima che tutto crolli. La strategia da adottare per Rogers, la stessa che lui starebbe applicando, si basa sull’acquisto di oro e argento da sfruttare in caso di crolli veloci delle quotazioni di entrambe le materie prime. Per quanto riguarda l’ambito valutario, nell’immediato, Rogers vede un rialzo del dollaro, rialzo che, però, non sarà sintomo di forza economica ma solo del fatto che gli investitori, non sapendo dove poter veicolare il denaro, sceglieranno il biglietto verde, convinti, erroneamente, che sia ancora un porto sicuro.
 
una botta di ottimismo :D:wall:

Jim Rogers: non illudetevi, il peggio deve ancora venire

Trend Online
Rossana Prezioso
Trend Online17 febbraio 2017Commento
Jim Rogers: non illudetevi, il peggio deve ancora venire

Altro
Jim Rogers co-fondatore con George Soros del Fondo Quantum, uno degli hedge fund più redditizi e di successo di tutti i tempi, non ha dubbi: il peggio deve ancora venire.

La view di Jim Rogers

Il 74enne investitore di lungo corso, nella sua ultima intervista rilasciata a Macrovoices.com, avvisa sull’arrivo di quella che lui ritiene la peggiore crisi economica in arrivo, una crisi che potrebbe essere un vero e proprio cataclisma per molte società, anche grandi e addirittura per intere nazioni. In realtà quella del 2008 è stata solo un’avvisaglia che però potrebbe dare l’idea di cosa potrebbe avvenire su scala mondiale. Gli esempi fatti da Rogers al riguardo, si riferiscono a Bear Stearns che ha visto proprio in questa crisi la sua scomparsa, a Lehman Brothers fallita dopo 150 di storia e, soprattutto, dopo essere riuscita a sopravvivere alla Depressione e a due Guerre Mondiali. Per quale motivo Rogers è così pessimista pur non essendo solitamente incluso nell’elenco dei catastrofisti? Il motivo è apparentemente semplice. In seguito all’esplosione della crisi mondiale dei subprime, i vertici politici statunitensi (e in molti casi anche mondiali) hanno messo in atto una serie di misure e di restrizioni per riuscire a monitorare il settore della finanza e a controllare i movimenti delle grandi banche e delle organizzazioni finanziarie; in particolare per i secondi è stato chiesto più volte l’intervento pubblico anche in altre realtà al di fuori degli Stati Uniti. E non solo per le grandi società finanziarie: General Motors Company (NYSE: GM - notizie) , American International Group (NYSE: AIG - notizie) , Royal Bank of Scotland Group PLC. Ma il problema grave arrivava anche dalle banche, diventate ormai tanto enormi da far coniare il detto “Too big To fail” cioè troppo grandi per permettere che falliscano. Un neologismo nato proprio in seguito alle conseguenze del repentino fallimento della Lehman.

Le conseguenze della crisi del 2008

Ebbene, nonostante tutti questi provvedimenti e nonostante le operazioni di stimolo monetario portate avanti a livello mondiale da tutte le banche centrali del pianeta, i livelli di debito in tutto il mondo sono esplosi e solo alcuni dei problemi che hanno portato alla crisi del 2008 sono stati effettivamente risolti in maniera definitiva. Il panorama economico e la crescita internazionale hanno continuato a restare fragili e soggetti a troppi rischi, il tutto mentre, la crescita, appunto, non ha dimostrato alcun aumento consistente o comunque qualitativamente tale da infondere fiducia e controbilanciare i rischi creatisi. Per questi motivi Rogers ritiene che la prossima crisi che arriverà sarà anche peggiore. Talmente tanto da provocare un cambiamento persino nelle nazioni e non solo nell’economia. Fragilità, dunque, che porta ad un peggioramento immediato nel caso dell’avverarsi di una notizia negativa alla quale, vista l’atmosfera di tensione e sfiducia, ne segue un’altra altrettanto negativa. Un primo, prossimo e soprattutto concreto catalizzatore all’orizzonte potrebbe essere la più volte proclamata guerra commerciale che Trump ha minacciato di scatenare con l’applicazione di dazi alle merci importate dalla Cina e da altre nazioni come il Messico.

Le strategie suggerite

E le guerre commerciali, come la storia insegna, sfociano spesso in guerre vere e proprie e molti membri dello staff di Trump non sarebbero contrari a una guerra. Per questo consiglia di uscire dal mercato prima che tutto crolli. La strategia da adottare per Rogers, la stessa che lui starebbe applicando, si basa sull’acquisto di oro e argento da sfruttare in caso di crolli veloci delle quotazioni di entrambe le materie prime. Per quanto riguarda l’ambito valutario, nell’immediato, Rogers vede un rialzo del dollaro, rialzo che, però, non sarà sintomo di forza economica ma solo del fatto che gli investitori, non sapendo dove poter veicolare il denaro, sceglieranno il biglietto verde, convinti, erroneamente, che sia ancora un porto sicuro.

questo arriva sempre tardi ...... credo che l'utente si chiami "malerte" che sono 10 anni che dice che si tornera' al medioevo globale.... che il dj quotera' 2500 ...... tutto collassera' in una spirale di paura .... cosi disse
 
io ascolto solo HELLO HELLO
 
questo arriva sempre tardi ...... credo che l'utente si chiami "malerte" che sono 10 anni che dice che si tornera' al medioevo globale.... che il dj quotera' 2500 ...... tutto collassera' in una spirale di paura .... cosi disse

con l'età e i soldi che ha di cosa ha paura ? menti malate :wall:
 
questione di pen? :confused:
(notare anche il nome dell'autore..., ho il vago sospetto oltretutto che siano tutti paduli:mmmm:)


French Bonds Sell Off Continues as Le Pen's Odds Shorten

02/17/2017 | 08:27am EST
By Mike Bird
Government bonds in France and southern Europe sold off again Friday, with fresh data showing that foreign investors continue to dump French debt ahead of the country's presidential election.

The spread between French and German 10-year yields widened from 0.66 percentage point on Thursday to 0.73 percentage point on Friday. French bonds are now trading in the same direction as those of the southern European countries whose debt was hit hardest by the euro sovereign debt crisis.

Bonds sold off in Italy, Spain, Portugal and Greece Thursday. Investors moved money into German debt, with the yield on its 10-year government bond falling to as low as 0.3%, down from 0.35% Thursday.

During the sovereign debt crisis investors were concerned that some countries could end up leaving the eurozone, questioning the single currency's existence.

Concerns for the currency block are increasing once again as betting odds rise for an election victory for Marine Le Pen, the leader of the far-right National Front who has promised to take France out of the eurozone. Betfair now gives Mrs. Le Pen a 28.6% chance of becoming the president of France, up from 20.3% at the beginning of February.

While former economy minister Emanuel Macron remains favorite in the presidential race, foreign investors aren't taking the risk even as locals funds remain more sanguine.

Foreign-based investors sold EUR30 billion ($31.95 billion) in French bonds during the last three months of 2016, the most in two years, according to European Central Bank data released Friday.

Survey data suggests international money managers invested in other French markets are also getting nervous. Bank of America Merrill Lynch's regular survey of fund managers showed sentiment toward French stocks among global investors at its lowest level in two years. That shift comes even as investors generally warm toward eurozone equities.

"The two SHYround French [election] system means anti- Le Pen voters can rally round a single alternative in the final round and therefore she needs more than a lead in the polls, she needs a majority, to win the presidency," said Tomas Hirst, analyst at CreditSights.

But "markets are understandably wary of being caught out as they were with the Brexit and Trump votes last year," he added.

Investors are also currently grappling with a more familiar problem for the eurozone, as Greek bonds also sold off Friday. Athens is again embroiled in a tussle with international creditors over the terms of its bailout. Yields on 10-year Greek bonds rose from 7.9% Thursday to as high as 8.1% Friday
 
Maionese e saponi insieme: Kraft punta al colpo grosso, vuole Unilever

17/02/2017 14.18.52
MILANO - Il gruppo alimentare americano Kraft Heinz ha reso noto di aver presentato un'offerta di fusione a Unilever, proposta che è stata rifiutata dal gruppo olandese. "Anche se Unilever ha rifiutato l'offerta, continuiamo a lavorare per raggiungere un accordo sui termini di una transazione" ha dichiarato Kraft in una nota rilasciata dal London Stock Exchange in cui è quotata Unilever. Non ci sono però garanzie del fatto che la società americana presenti un'ulteriore proposta.

Nel pre-mercato a New York Kraft Heinz sale del 3,9% mentre a Londra le azioni Unilever balzano dell'11% a 3,793 sterline. Il mercato valuta in questo momento il gigante che tra le altre cose produce il sapone Dove a 140 miliardi di dollari. Paradossalmente la capitalizzazione della società acquirente è inferiore, poco sotto 110 miliardi di dollari. Se si guardasse alle due realtà combinate, l'ultimo anno avrebbero chiuso con un fatturato vicino a 85 miliardi di dollari e sarebbero balzate al secondo posto dei signori del cibo, dietro la Nestlé con i suoi 91,2 miliardi di vendite.

Le conferme sono arrivate dopo le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, che ha descritto l'approccio del colosso americano del cibo e delle bevande per il gigante dei beni di consumo. In base alla regolamentazione britannica, Kraft ha tempo fino al 17 marzo per fare sapere se intenda o meno presentare un'offerta formale per Unilever.

Un accordo sarebbe la maggiore operazione di consolidamento nel settore dei beni di consumo dal 2015, quando Heinz e Kraft si erano unite nell'ambito di un accordo seguito da Warren Buffett e dalla private equity brasiliana 3g Capital Partners.
 
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