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Draghi avvertito: non mesi, ma "settimane per salvare l'euro
Londra - "L'Unione Monetaria, ha dichiarato, è irreversibile. Come se il solo ripetere una simile asserzione la rendesse vera". In un editoriale pubblicato sul Telegraph, Jeremy Warner ricorda le parole proferite da Mario Draghi, numero uno della Banca centrale europea, nel fine settimana: e lo fa in un articolo dal titolo più che indicativo. "Mario Draghi ha appena settimane per salvare l'euro, ma la Germania glielo permetterà?"
In realtà, secondo Warner, "sembra in qualche modo improbabile che questo saggio e un po' riservato banchiere centrale possa davvero credere in quello che dice. La situazione, e Mr. Draghi lo sa fin troppo bene, è a dir poco disperata, con la Spagna che ora rischia di far saltare tutto in aria, a meno che un si arrivi a formulare una soluzione di sostegno al più presto".
Il punto è che esiste da tempo una forte dicotomia tra quanto Draghi vorrebbe fare e quanto i singoli governi, non solo la Germania, sono disposti a concedergli di fare.
"Quasi nessuno in Europa è pronto ad affrontare la perdita della sovranità fiscale e politica che una soluzione di ultima istanza richiederebbe, e alcuni paesi hanno fatto già qualche passo indietro anche riguardo a quelle misure, relativamente poco ambiziose, di rivedere il contesto istituzionale in cui opera l'euro, deciso in occasione dell'ultimo summit" (quello del 29 giugno, in cui si è detto sì allo scudo anti-spread, salvo far passare settimane senza che ancora nessuno tramuti quell'ok in termini pratici).
"Dappertutto, nell'Eurozona, la gente sta perdendo in modo evidente l'entusiasmo per una valuta che sembra creare solo rovine economiche nei paesi nel sud e costi intollerabili di salvataggio per quelli del nord".
I forti crolli dei mercati che si sono verificati di recente hanno portato le autorità spagnole, ma anche quelle italiane, a imporre il divieto di effettuare vendite allo scoperto. Ma "dare la colpa del tutto agli speculatori non risolverà questa crisi, così attaccare i suoi sintomi non porterà ad affrontare la reali cause". Warner prosegue affermando che "lo scivolone dei titoli azionari e dei prezzi dei bond (dei paesi periferici) ha molto poco a che vedere con lo short selling, ovvero con le vendite allo scoperto". Sono le preoccupazioni sulla solvibilità dell'economia spagnola a pilotare i mercati. In questa situazione, però, qualsiasi cosa faccia Draghi, scatenerà l'ira di qualcuno. La Bce sarà infatti "maledetta dai paesi del nord se agirà, e maledetta dai paesi del sud se non agirà".
La verità, conclude l'esperto, è che "senza un intervento massiccio della Bce, la Spagna sarà presto costretta a chiedere un piano di bailout, seguita poco dopo dall'Italia".
Londra - "L'Unione Monetaria, ha dichiarato, è irreversibile. Come se il solo ripetere una simile asserzione la rendesse vera". In un editoriale pubblicato sul Telegraph, Jeremy Warner ricorda le parole proferite da Mario Draghi, numero uno della Banca centrale europea, nel fine settimana: e lo fa in un articolo dal titolo più che indicativo. "Mario Draghi ha appena settimane per salvare l'euro, ma la Germania glielo permetterà?"
In realtà, secondo Warner, "sembra in qualche modo improbabile che questo saggio e un po' riservato banchiere centrale possa davvero credere in quello che dice. La situazione, e Mr. Draghi lo sa fin troppo bene, è a dir poco disperata, con la Spagna che ora rischia di far saltare tutto in aria, a meno che un si arrivi a formulare una soluzione di sostegno al più presto".
Il punto è che esiste da tempo una forte dicotomia tra quanto Draghi vorrebbe fare e quanto i singoli governi, non solo la Germania, sono disposti a concedergli di fare.
"Quasi nessuno in Europa è pronto ad affrontare la perdita della sovranità fiscale e politica che una soluzione di ultima istanza richiederebbe, e alcuni paesi hanno fatto già qualche passo indietro anche riguardo a quelle misure, relativamente poco ambiziose, di rivedere il contesto istituzionale in cui opera l'euro, deciso in occasione dell'ultimo summit" (quello del 29 giugno, in cui si è detto sì allo scudo anti-spread, salvo far passare settimane senza che ancora nessuno tramuti quell'ok in termini pratici).
"Dappertutto, nell'Eurozona, la gente sta perdendo in modo evidente l'entusiasmo per una valuta che sembra creare solo rovine economiche nei paesi nel sud e costi intollerabili di salvataggio per quelli del nord".
I forti crolli dei mercati che si sono verificati di recente hanno portato le autorità spagnole, ma anche quelle italiane, a imporre il divieto di effettuare vendite allo scoperto. Ma "dare la colpa del tutto agli speculatori non risolverà questa crisi, così attaccare i suoi sintomi non porterà ad affrontare la reali cause". Warner prosegue affermando che "lo scivolone dei titoli azionari e dei prezzi dei bond (dei paesi periferici) ha molto poco a che vedere con lo short selling, ovvero con le vendite allo scoperto". Sono le preoccupazioni sulla solvibilità dell'economia spagnola a pilotare i mercati. In questa situazione, però, qualsiasi cosa faccia Draghi, scatenerà l'ira di qualcuno. La Bce sarà infatti "maledetta dai paesi del nord se agirà, e maledetta dai paesi del sud se non agirà".
La verità, conclude l'esperto, è che "senza un intervento massiccio della Bce, la Spagna sarà presto costretta a chiedere un piano di bailout, seguita poco dopo dall'Italia".