Ucraina, Michel: "Via libera vertice Ue a negoziati adesione"

E dire che è "normale essere anti-Putin e anti-Xi se vivi in occidente" sarebbe argomentare?
Ti svelo un segreto. Abbiamo ambasciate e diversi consolati in Iran, Russia e Cina.
e cosa me ne frega che ci sono ambasciate in russia e cina ?

C'erano ambasciate anche nella germania di Hitler ma non per questo dovevo essere a favore di Hitler
E quella russa poi è meglio che la chiudano per sempre visto che mandano sempre spie in Italia (walter biot ne sa qualcosa)
 
No. Ti svelo un segreto: in Corea del Nord l'ambasciata non l'abbiamo.
Data la premessa le altre facezie valgono zero.
Viale dell'Esperanto, 26, 00144 Roma RM Ambasciata Corea del Nord.


Studia un po di più che fai figure barbine:P
 
E normale avere ambasciate all'estero....tutti i paesi le hanno......poi obbiettivamente ogni persona cerca di favorire il suo paese o modello, anche questo è normale.Fare autocritica ci può anche stare........ Fare il tifo per king kong jung non mi sembra normale.....ancora oggi pur dichiarandosi anti US non riesco a concepire una visione del mondo a guida corea russia iran cina......non vedo alternative di migliorie per un Italiano. La storia ha già provato le dittature come alternativa e mi pare non sia finita bene :yeah:
 
Viale dell'Esperanto, 26, 00144 Roma RM Ambasciata Corea del Nord.


Studia un po di più che fai figure barbine:P
:) Occhio alle figure barbine. Leggi con un po' più di attenzione.
Io avevo scritto "... in Corea del Nord l'ambasciata non l'abbiamo". Non il contrario.
Comunque bravo.
Mi avessero chiesto al brucio se K.K.J. aveva una sua Ambasciata da noi avrei risposto di non saperlo ma di propendere per il no (per questione di reciprocità);)
 
Anche qui grande ridimensionamento dell'evento,certificato da un filoucraino conclamato.
L'ucraina soddisfa ,al momento,solo 2 dei 7 requisiti indispensabili (non dice quali).In totale sono 30 ( ma non erano 7?,vabbuò) tra cui quello facile facile,"che il paese annesso all'UE non sia in guerra".Al 7' e 30".
Spiaze.
Eventuali contestazioni mandatele a Campochiari di Parabellum.


 
s
Anche qui grande ridimensionamento dell'evento,certificato da un filoucraino conclamato.
L'ucraina soddisfa ,al momento,solo 2 dei 7 requisiti indispensabili (non dice quali).In totale sono 30 ( ma non erano 7?,vabbuò) tra cui quello facile facile,"che il paese annesso all'UE non sia in guerra".Al 7' e 30".
Spiaze.
Eventuali contestazioni mandatele a Campochiari di Parabellum.


eh, ma non esagerate con le contestazioni, che il simpatico campochiari sono ormai due settimane che si spertica a dimostrare " io l'avevo detto" come se non ci fossero tutte le puntate sul web . cq, lui, gia' meglio della maggioranza degli esperti che ci tengono lezione sul web.:D
 
Vi immaginate se accadesse anche questo? :rotfl:
Ha scatenato un terremoto nell'Unione europea l'annuncio dato da Charles Michel lo scorso sabato, quando ha dichiarato l'intenzione di candidarsi alle prossime elezioni del parlamento europeo.

L'attuale presidente del Consiglio europeo correrà il prossimo giugno per la nomina al parlamento come capolista del suo partito, il Movimento riformista. Se eletto come eurodeputato Michel dovrà dimettersi dal suo attuale incarico a luglio, aprendo la strada alla possibilità di vedere il presidente ungherese Viktor Orbán nelle vesti di presidente del Consiglio dell'Ue.

In teoria, l'ex primo ministro belga dovrebbe rimanere in carica fino alla fine di novembre ma secondo il regolamento Ue in assenza di un presidente permanente l'incarico spetta allo Stato membro che detiene la presidenza semestrale a rotazione. Il 1 luglio prossimo sarà il turno dell'Ungheria.

Trema l'Ue, Michel si candida: si teme Orbán presidente del Consiglio
 
e mentre i ns capoccioni si arrotolano nei dubbi, sparano puntanate ad ogni pie' sospinto, c'e' chi si da da fare sul serio


All'alba del 2024, dal 1° gennaio, altri cinque paesi sono diventati membri a pieno titolo dei BRICS - un'associazione transnazionale, che fino a quel momento comprendeva Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, diventando così BRICS Plus, in totale - dieci paesi .

L'Egitto
, situato nell'Africa nord-orientale e parte della penisola del Sinai, è un istmo nell'Asia sud-occidentale, rendendolo un paese transcontinentale. È considerato una grande potenza nel Nord Africa, nel Mediterraneo, nel mondo islamico e nel Mar Rosso.

È uno storico paese arabo densamente popolato (104,5 milioni di abitanti) con un patrimonio culturale lungo e molto ricco e allo stesso tempo il paese militare più potente dell'Africa, che controlla lo strategico Canale di Suez.

L’Egitto ha anche enormi riserve di gas naturale, stimate in 2.180 chilometri cubi, e il gas naturale liquefatto egiziano viene esportato in molti paesi.
L'Etiopia è un paese situato nel Corno d'Africa, all'estremità orientale dell'Africa continentale. Con una popolazione di 107,5 milioni di abitanti, secondo una stima ufficiale per il 2023, è lo Stato mediterraneo più popoloso al mondo senza mare.

Un Paese povero ma in rapido sviluppo, con un grande peso geostrategico in Africa, che, oltre alla produzione agricola che rappresenta il 41% del Pil, possiede anche le maggiori risorse idriche dell’intero continente. L’Etiopia è il più grande produttore di caffè dell’Africa e il secondo produttore di mais.

L'Iran è un paese del Medio Oriente nel sud-ovest asiatico. La stima media delle Nazioni Unite per il 2022 pone la sua popolazione a 88,5 milioni. L’Iran è considerato una grande potenza regionale e occupa una posizione di rilievo nella politica energetica e nell’economia globale, principalmente grazie alle sue grandi riserve di petrolio e gas naturale.

Nel 2022, l’Iran era l’ottavo paese produttore di petrolio al mondo con 3.822.000 barili al giorno. Allo stesso tempo, dispone di un forte esercito e di un’ampia forza lavoro scientifica, di stanza in parti chiave del pianeta come il Mar Arabico e il Golfo Persico.
L'Arabia Saudita è un paese della penisola arabica, che ne occupa la maggior parte, circa l'80%, e confina con il Golfo Persico a nord-est e con il Mar Rosso a ovest. Secondo la stima ufficiale per il 2022, la sua popolazione era di 32,2 milioni di abitanti, di cui il 30% non sauditi (stima del 2013).

L’economia dell’Arabia Saudita è basata sul petrolio, che genera circa il 75% delle entrate di bilancio e il 90% delle esportazioni.

L’Arabia Saudita nel 2022 è arrivata al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti con una produzione di 12.136.000 barili al giorno e possiede il 17% del totale delle riserve accertate di petrolio su scala globale.
Gli Emirati Arabi Uniti , abbreviato UAE, sono uno stato federale di sette emirati sulla punta sud-orientale della penisola arabica. Gli Emirati Arabi Uniti sono bagnati dal Golfo Persico e dal Golfo dell'Oman e confinano con l'Arabia Saudita e il Sultanato dell'Oman.

La stima ufficiale per il 2020 era che la loro popolazione fosse di 9,3 milioni. Il paese è ricco di giacimenti di petrolio e gas naturale e la sua popolazione ha un reddito paragonabile a quello dei paesi occidentali sviluppati. Nel 2022, gli Emirati Arabi Uniti erano il settimo paese produttore di petrolio al mondo con una produzione di 4.020.000 barili al giorno.

Per quanto riguarda l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, che si collocano tra i paesi più ricchi in termini di PIL pro capite, continuano a mostrare una crescita economica nonostante l’incertezza globale, inclusi alti tassi di interesse, inflazione e tensioni geopolitiche, mentre si concentrano sulla diversificazione delle loro economie. .


Secondo il FMI, l’economia dell’Arabia Saudita è cresciuta dell’8,7% nel 2022, il tasso di crescita annuale più rapido tra le 20 maggiori economie del mondo, e solo dello 0,8% per tutto il 2023.
D’altro canto, l’economia degli Emirati Arabi Uniti è cresciuta del 3,4% nel 2023, con il PIL petrolifero in crescita dello 0,7% e il PIL non petrolifero del 4,5%, sostenuto da una forte performance nel turismo, nel settore immobiliare, nell’edilizia, nei trasporti, nella produzione e dall’aumento costi di capitale.

Così, grazie a questo ingresso, il gruppo BRICS, che emerge come forza concorrente nel G7, si espande ora in Medio Oriente per includere paesi tradizionalmente alleati dell’Occidente, che ora mostrano tendenze all’autonomia e, naturalmente, , controllano gran parte della produzione mondiale di idrocarburi, il che aumenta ulteriormente la forza finanziaria del gruppo.

Pertanto, i paesi BRICS+ insieme rappresentano ora il 45% della popolazione mondiale di circa 3,5 miliardi di persone, un terzo della superficie solida della Terra, il 44% della produzione globale totale di petrolio e quasi 1/3 del PIL globale, che ammonta a circa 29 trilioni. di dollari, superando il G7, il gruppo delle sette economie più potenti del mondo sviluppato, in termini di parità di potere d’acquisto.

Allo stesso tempo, almeno altri trenta paesi in via di sviluppo hanno già espresso un forte interesse ad unirsi al gruppo.

Tra questi paesi figurano l’Algeria, il Congo, la Bolivia, il Venezuela, l’Indonesia e il Kazakistan, che non sono paesi ricchi ma hanno enormi ricchezze minerarie e vorrebbero davvero uscire dal giro delle multinazionali occidentali e del dollaro.
Pertanto, in questa direzione, i paesi del gruppo BRICS hanno creato dal 2014 la Nuova Banca per lo Sviluppo (NDB), mentre la maggior parte degli scambi commerciali tra loro avviene in valute nazionali e non in dollari. Stanno anche portando avanti le discussioni e gli sviluppi per creare una valuta comune (tuttavia rallentati dalle obiezioni indiane).

E sono ancora alla ricerca di soluzioni alternative alle transazioni internazionali – contro SWIFT. Di conseguenza, tutti questi movimenti in corso stanno gradualmente portando alla de-dollarizzazione del sistema economico globale.

Al prossimo vertice BRICS+, che si terrà nell’ottobre 2024 nella capitale del Tatarstan, Kazan, città russa situata alla confluenza dei fiumi Volga e Kazanka nella Russia centroeuropea, altri giganti dell’energia potrebbero unirsi al gruppo, e questo avrebbe un valore di grande impatto come risultato del maggiore controllo sul mercato energetico globale dall’attuale 40% a una percentuale più elevata.

In conclusione, vorrei sottolineare che l’espansione del gruppo BRICS provoca shock nei paesi occidentali e, soprattutto, negli Stati Uniti, che si verificano con reazioni istantanee, al solo pensiero della perdita definitiva della loro leadership globale, e è una vera pietra miliare nel percorso verso l'inevitabile corso storico della formazione di un nuovo ordine mondiale intercontinentale, un mondo policentrico.

Isidoros Karderinis
 
i BRICS non se li incula proprio nessuno a parte i terzomondisti decrescisti antioccidente qui dentro
 
i BRICS non se li incula proprio nessuno a parte i terzomondisti decrescisti antioccidente qui dentro

Più che altro i BRICS guardano il loro orticello, come atteso.

Il fatto che da Dicembre 2023 la Russia non riesce ad aprire un conto in dirham negli Emirati per farsi pagare il greggio Sokol in quella valuta, come richiesto dall'India, è un segnale.

Visto che da Dicembre 2023 sono in vigore le sanzioni secondarie US, le banche degli Emirati preferiscono non mettere a rischio le transazioni con US rispetto a quelle con la Russia.


Continuano i problemi di pagamento del petrolio russo Sokol da parte delle compagnie indiane.

La compagnia petrolifera indiana Bharat Petroleum Corp (BPCL) rifiuta di stipulare contratti per l'acquisto del petrolio russo Sokol e preferisce il più economico Urals.

Questa decisione è dovuta alle difficoltà nei pagamenti dovute alle sanzioni (*).

Reuters: индийÑÐºÐ°Ñ BPCL оÑказÑваеÑÑÑ Ð¾Ñ Ð½ÐµÑÑи Sokol из-за пÑоблем Ñ Ð¾Ð¿Ð»Ð°Ñой

(*) l'India non vuole pagare né in rubli né in yuan il petrolio russo.
Si sono accordati di pagamenti in dirham degli Emirati ma, da Dicembre, le compagnie petrolifere russe che transano il Sokol non sono riusciti ad aprire un conto in dirham negli Emirati causa sanzioni secondarie US.
 
Tornando in topic come ho già accennato da un' altra parte, prendersi l'U nell' EU potrebbe non essere per niente un affaraccio, naturalmente a condizione di raggiungere un deal con la RU

1) L'U è ricca di materie prime e di energia, cosa di cui l'UE ha tanto bisogno.
2) L'U è un grande produttore di grano e di olio di colza, che non servono tanto a noi, ma che possono essere esportate dandoci una leva nei confronti dei paesi del sud del mediterraneo
3) Gli Ucraini sono persone perfettamente integrate nelle nostre società
4) Gli Ucraini sono pochi e quindi non sposterebbero molto equilibri politici a Bruxelles
5) E' un paese enorme e vuoto in cui in un' ottica di reshoring e costruendo le opportune infrastrutture possono essere dislocate aziende e impianti produttivi più difficili da collocare nella popolosa Europa Occidentale.

Naturalmente è un paese che ha una elevata corruzione e un forte nazionalismo, e quindi andrebbe opportunamente gestito, ma l'esperienza del piano Marshall americano potrebbe funzionare.
 
Tornando in topic come ho già accennato da un' altra parte, prendersi l'U nell' EU potrebbe non essere per niente un affaraccio, naturalmente a condizione di raggiungere un deal con la RU

1) L'U è ricca di materie prime e di energia, cosa di cui l'UE ha tanto bisogno.
2) L'U è un grande produttore di grano e di olio di colza, che non servono tanto a noi, ma che possono essere esportate dandoci una leva nei confronti dei paesi del sud del mediterraneo
3) Gli Ucraini sono persone perfettamente integrate nelle nostre società
4) Gli Ucraini sono pochi e quindi non sposterebbero molto equilibri politici a Bruxelles
5) E' un paese enorme e vuoto in cui in un' ottica di reshoring e costruendo le opportune infrastrutture possono essere dislocate aziende e impianti produttivi più difficili da collocare nella popolosa Europa Occidentale.

Naturalmente è un paese che ha una elevata corruzione e un forte nazionalismo, e quindi andrebbe opportunamente gestito, ma l'esperienza del piano Marshall americano potrebbe funzionare.
ok per gli altri, ma il punto 1 è relativamente obsoleto: le materie prime sono per la maggior parte in Donbass, che oggi la russia rivendica come sua parte integrante. Per l'energia piu o meno idem, la piu grande è sempre "in russia", le altre subiscono i danni al sistema idrico (dighe, ecc ecc)

C
 
ok per gli altri, ma il punto 1 è relativamente obsoleto: le materie prime sono per la maggior parte in Donbass, che oggi la russia rivendica come sua parte integrante. Per l'energia piu o meno idem, la piu grande è sempre "in russia", le altre subiscono i danni al sistema idrico (dighe, ecc ecc)

C
Ora non riesco a trovare una cartina, ma mi pare che ci sia diversa robetta anche a occidente (Gas, Litio, Ferro...)
 
Ma pensa un po...
quindi fermare le strade con i trattori serve
 
Tornando in topic come ho già accennato da un' altra parte, prendersi l'U nell' EU potrebbe non essere per niente un affaraccio, naturalmente a condizione di raggiungere un deal con la RU

1) L'U è ricca di materie prime e di energia, cosa di cui l'UE ha tanto bisogno.
2) L'U è un grande produttore di grano e di olio di colza, che non servono tanto a noi, ma che possono essere esportate dandoci una leva nei confronti dei paesi del sud del mediterraneo
3) Gli Ucraini sono persone perfettamente integrate nelle nostre società
4) Gli Ucraini sono pochi e quindi non sposterebbero molto equilibri politici a Bruxelles
5) E' un paese enorme e vuoto in cui in un' ottica di reshoring e costruendo le opportune infrastrutture possono essere dislocate aziende e impianti produttivi più difficili da collocare nella popolosa Europa Occidentale.

Naturalmente è un paese che ha una elevata corruzione e un forte nazionalismo, e quindi andrebbe opportunamente gestito, ma l'esperienza del piano Marshall americano potrebbe funzionare.

L' entrata dell' Ucraina sarebbe sicuramente molto positiva per l' unione europea e per la Nato.

Non è un caso che Putin abbia iniziato una guerra per impedirlo.
 
Indietro