Ucraina Vs. Russia. Vicini alla guerra (anche potenzialmente mondiale) Vol.11

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Ecco lo stato della propaganda russa in Italia, secondo Mikhelidze (Iai) - Formiche.net
16/02/2023-
Esteri

Ecco lo stato della propaganda russa in Italia, secondo Mikhelidze (Iai)






Uno studio dell’Isw fa luce su come le agenzie russe mettano in atto le proprie strategie di disinformazione. L’Italia presa come caso studio, tra annunci apocalittici sul nucleare e volontà di inibire il supporto all’Ucraina. Mikhelidze (Iai) spiega lo stato della propaganda russa nel nostro Paese: “I propagandisti non demordono, ma senza esercitare eccessiva influenza”

L’Institute for the Study of War ha pubblicato oggi un rapporto sulla disinformazione che la Russia sta diffondendo in Occidente. Su Twitter, Nona Mikhelidze, ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali esperta di spazio ex sovietico, ha analizzato in un thread come i vari filoni dello studio dell’Isw sono ripresi in Italia da alcune figure più o meno note, anche parti politiche, contribuendo a diffondere la narrazione strategica del Cremlino. (opsssss ):eek:

Nel report, il primo filone narrativo è quello che consiste nell’argomentare sui pericoli derivanti dal rifornire all’Ucraina troppe armi o sistemi d’arma avanzati. L’obiettivo sarebbe inibire il sostegno occidentale a Kiev, mitigare i fallimenti militari russi, ostacolare la capacità ucraina di prepararsi a offensive future. :eek:

In secondo luogo, l’idea che l’Ucraina non sia in grado di sconfiggere la Russia a causa delle disparità di potere militari e umane. L’obiettivo qui diventerebbe indurre l’Occidente e l’Ucraina stessa a pensare che qualunque trasferimento di equipaggiamento militare sarebbe irrilevante perché Kiev non sarebbe in grado comunque di resistere a operazioni offensive russe.

Discorso simile è quello sulle armi nucleari russe, utilizzate per disseminare il panico e inibire l’afflusso di armi. Un quarto filone della narrazione russa sui negoziati di pace, mirata a rallentare il supporto esterno all’Ucraina. Esiste poi la questione dei missili a lungo raggio con cui l’Ucraina minaccerebbe il territorio russo. Il Cremlino ha ripreso a insistere sul fatto che le offensive su Bakhmut e Lyman siano eclatanti e potrebbe reintrodurre la narrative di stallo che aveva già utilizzato.

Lo studio dell’Isw spiega in sostanza qual è la narrazione russa sul procedere della guerra: è ancora così forte la presa di questo racconto anche dopo le sconfitte russe, a un anno dall’inizio della guerra? Seminare il panico tra le popolazioni europee (su nucleare, missili a lungo raggio eccetera) funziona ancora?

“I propagandisti non demordono. Ma basta dare un’occhiata anche ai dati che Eupinions ha pubblicato sempre oggi per comprendere che c’è molta speculazione in certe narrazioni e propagande”, risponde Mikhelidze.
Mentre gli ucraini combattono per la loro sopravvivenza e i politici europei si impegnano in solidarietà e offrono aiuti, Eupinions si chiede: con la guerra continua, quanto credono gli europei nella causa in difesa dell’Ucraina?

“In realtà la maggioranza si trova allineata con la posizione transatlantica, ossia di affidare la decisione di negoziare totalmente a Kiev. Il 51% degli Italiani pensa che l’Ucraina possa vincere questa guerra e il 66% considera l’attacco alla Russia come un attacco a tutta Europa”, sottolinea Mikhelidze.

Alla domanda più importante, “Gli ucraini sono stati attaccati e devono difendersi. Pertanto, solo gli ucraini possono decidere quando combattere e quando negoziare”, il 65% degli Italiani è d’accordo. Ossia appoggiano il diritto di autodifesa ucraino.
“Anche da questo sondaggio — spiega l’esperta — si vede che spesso in nome degli italiani, e addirittura a volte in nome degli europei, si continua a speculare su certe cose come la forzatura di un negoziato.


Ps....qualche sospetto ce l'avevo........ :eek: :5eek:
 
Ultima modifica:
Devo concordare con @kannon .

Da che mondo e mondo, se non c'è una ADIZ (e lì non c'è), un aereomobile che entra nella zona FIR del paese X con transponder spento, senza piano di volo e senza aver aperto le comunicazioni con il controllo di traffico aereo, viene affiancato e scortato fuori dello spazio aereo di quel paese.

Se non fosse così la Russia non avrebbe più aerei, questi sconfinamenti non autorizzati sono frequentissimi fin da prima del conflitto.
Allora che cominci a farlo anche la NATO, tanto l'aereo verrebbe solo scortato fuori dallo spazio aereo come facciamo noi, giusto ?
 
L’Ucraina, la guerra e l’invio di armi sono stati gli argomenti al centro del sondaggio Ipsos Global Advisor di dicembre 2022, i cui risultati sono stati pubblicati sulle colonne del quotidiano “Domani”, in edicola domenica 12 febbraio 2023. Da un’attenta analisi dei numeri che compongono il report, si evince che la fetta più ampia della popolazione di ogni Stato è contraria al coinvolgimento diretto e militare nel conflitto, a cui dice no il 75% dei tedeschi, il 73% degli italiani, il 68% degli statunitensi, il 64% degli inglesi e il 58% dei francesi.

"70% italiani contro invio armi Ucraina"/ Sondaggio Ipsos: "Contrario 1 tedesco su 2"
 
Gli israeliani sono più prudenti di noi, non inviano armi. E fanno bene secondo me.
Dici non c'entri nulla il fatto che sia in Ucraina come in Russia, (in entrambi i paesi) vi risieda una grossa componente askenazita?
 
Dici non c'entri nulla il fatto che sia in Ucraina come in Russia, (in entrambi i paesi) vi risieda una grossa componente askenazita?
Sì ma secondo me c'è anche un altro motivo, e cioè che Israele si trova nell'emisfero settentrionale, e le radiazioni non si fermano ai confini. Dimostrano di essere più intelligenti e prudenti di noi, d'altronde sono anche uno stato sovrano loro a differenza nostra.
 
Allora che cominci a farlo anche la NATO, tanto l'aereo verrebbe solo scortato fuori dallo spazio aereo come facciamo noi, giusto ?

Ti faccio rispondere direttamente dal NORAD che adotta criteri simili a quelli che indicavo, perfino in Alaska dove la ADIZ c'è.

"[...]The NORAD statement dismissed any connection between the incidents, noting that “this Russian activity near the North American ADIZ occurs regularly and is not seen as a threat, nor is the activity seen as provocative."
[...]
NORAD said it intercepts Russian aircraft six or seven times a year, but that total has reached as high as 15 since 2007. "


NORAD Intercepts Russian Warplanes for Second Time in Two Days | Air & Space Forces Magazine

Est modus in rebus.
 
Sì ma secondo me c'è anche un altro motivo, e cioè che Israele si trova nell'emisfero settentrionale, e le radiazioni non si fermano ai confini. Dimostrano di essere più intelligenti e prudenti di noi, d'altronde sono anche uno stato sovrano loro a differenza nostra.
Dico due cose.
1. circa la presunta sovranità israeliana, io osservo che tutto, ripeto tutto l'equipaggiamento militare di cui dispone è made in USA, e questo non credo sia un fatto accidentale, ma indica appunto un volersi/essersi già fortemente schierati da una parte : USA.
2. Affianco alla motivazione da me prima esposta (presenza di forte comunità israelitica =Askenazita, in entrambi i paesi), ne aggiungo un'altra : possibile tacito accordo tra Israele e Russia del tipo, "Io Israele non rompo le scatole a te Russia, armando o fornendo supporto militare all'Ucraina, ed in cambio te Russia, tieni a bada gli iraniani qui in M.O." .

Altro che stato sovrano .......
 
Allora che cominci a farlo anche la NATO, tanto l'aereo verrebbe solo scortato fuori dallo spazio aereo come facciamo noi, giusto ?
Se osservi cosa avviene da decenni ormai, proprio da "quelle parti" (Baltico), noteresti che è frequente l'attività di "Air Policing" che in tempo di pace, effettuano i caccia intercettori dei paesi NATO.

Insomma è da decenni oramai che si assiste al gioco del "gatto col topo"; anzi volendo essere precisi, è dal 16/AGO/2007, cioè da quando putin, decise (e dichiarò) la ripresa dell'attività della "sua" LRA (Long Range Aviation), cioè quella costituita da assetti del tipo Tu-95/142, Tu-22M/M3; Tu-160 Blackjack (quest'ultimi un po "pochini assai" = forse una decina ad oggi operativi), ma vabbè al tipo piace giocare a sto modo e si cerca di accontentarlo nei limiti del possibile. ;)
 
Ecco lo stato della propaganda russa in Italia, secondo Mikhelidze (Iai) - Formiche.net
16/02/2023-
Esteri

Ecco lo stato della propaganda russa in Italia, secondo Mikhelidze (Iai)






Uno studio dell’Isw fa luce su come le agenzie russe mettano in atto le proprie strategie di disinformazione. L’Italia presa come caso studio, tra annunci apocalittici sul nucleare e volontà di inibire il supporto all’Ucraina. Mikhelidze (Iai) spiega lo stato della propaganda russa nel nostro Paese: “I propagandisti non demordono, ma senza esercitare eccessiva influenza”

L’Institute for the Study of War ha pubblicato oggi un rapporto sulla disinformazione che la Russia sta diffondendo in Occidente. Su Twitter, Nona Mikhelidze, ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali esperta di spazio ex sovietico, ha analizzato in un thread come i vari filoni dello studio dell’Isw sono ripresi in Italia da alcune figure più o meno note, anche parti politiche, contribuendo a diffondere la narrazione strategica del Cremlino. (opsssss ):eek:

Nel report, il primo filone narrativo è quello che consiste nell’argomentare sui pericoli derivanti dal rifornire all’Ucraina troppe armi o sistemi d’arma avanzati. L’obiettivo sarebbe inibire il sostegno occidentale a Kiev, mitigare i fallimenti militari russi, ostacolare la capacità ucraina di prepararsi a offensive future. :eek:

In secondo luogo, l’idea che l’Ucraina non sia in grado di sconfiggere la Russia a causa delle disparità di potere militari e umane. L’obiettivo qui diventerebbe indurre l’Occidente e l’Ucraina stessa a pensare che qualunque trasferimento di equipaggiamento militare sarebbe irrilevante perché Kiev non sarebbe in grado comunque di resistere a operazioni offensive russe.

Discorso simile è quello sulle armi nucleari russe, utilizzate per disseminare il panico e inibire l’afflusso di armi. Un quarto filone della narrazione russa sui negoziati di pace, mirata a rallentare il supporto esterno all’Ucraina. Esiste poi la questione dei missili a lungo raggio con cui l’Ucraina minaccerebbe il territorio russo. Il Cremlino ha ripreso a insistere sul fatto che le offensive su Bakhmut e Lyman siano eclatanti e potrebbe reintrodurre la narrative di stallo che aveva già utilizzato.

Lo studio dell’Isw spiega in sostanza qual è la narrazione russa sul procedere della guerra: è ancora così forte la presa di questo racconto anche dopo le sconfitte russe, a un anno dall’inizio della guerra? Seminare il panico tra le popolazioni europee (su nucleare, missili a lungo raggio eccetera) funziona ancora?

Paro paro ad AP:yeah:
“I propagandisti non demordono. Ma basta dare un’occhiata anche ai dati che Eupinions ha pubblicato sempre oggi per comprendere che c’è molta speculazione in certe narrazioni e propagande”, risponde Mikhelidze.
Mentre gli ucraini combattono per la loro sopravvivenza e i politici europei si impegnano in solidarietà e offrono aiuti, Eupinions si chiede: con la guerra continua, quanto credono gli europei nella causa in difesa dell’Ucraina?

“In realtà la maggioranza si trova allineata con la posizione transatlantica, ossia di affidare la decisione di negoziare totalmente a Kiev. Il 51% degli Italiani pensa che l’Ucraina possa vincere questa guerra e il 66% considera l’attacco alla Russia come un attacco a tutta Europa”, sottolinea Mikhelidze.

Alla domanda più importante, “Gli ucraini sono stati attaccati e devono difendersi. Pertanto, solo gli ucraini possono decidere quando combattere e quando negoziare”, il 65% degli Italiani è d’accordo. Ossia appoggiano il diritto di autodifesa ucraino.
“Anche da questo sondaggio — spiega l’esperta — si vede che spesso in nome degli italiani, e addirittura a volte in nome degli europei, si continua a speculare su certe cose come la forzatura di un negoziato.


Ps....qualche sospetto ce l'avevo........ :eek: :5eek:
 
16 Febbraio

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La trappola di Vulhedar: il primo atto dell’offensiva si è trasformato in un cimitero per i russi

<<
Ma le forze speciali ucraine sono in allerta. È dal 3 febbraio che vedono crescere la concentrazione delle truppe nemiche qui, nella regione del Donetsk meridionale dove il Donbass si allunga verso Mariupol e s’incunea nella zona di Zaporizhzhia. Una regione strategica: chi la domina può aspirare a controllare l’Ucraina meridionale. «La nostra intelligence aveva avvisato che l’attacco era imminente, così la notte precedente avevano mandato i commando nei campi attorno ai villaggi e avevano deposto migliaia di mine su quelle che avevano stimato potessero essere le direttive dell’avanzata. All’alba avevano visto il fumo di centinaia di motori diesel appena accesi: era la conferma. Hanno lasciato che le colonne entrassero nel profondo dei campi minati, quindi, con le prime deflagrazioni che mettevano fuori uso i cingoli dei carri di testa, sono entrate in azione le artiglierie, assieme a droni armati, mortai e pattuglie dotate di missili terra aria Javelin e Nlaw», ci raccontano nelle sale comando delle unità ucraine nella cittadina di Kurakhove, a una decina di chilometri dal luogo del massacro.

Perché di massacro si tratta, di uomini e mezzi. Gli ucraini mostrano i video dei carri armati ripresi dai droni che saltano sulle mine, bloccano quelli appena dietro che poi vengono presi di mira dai razzi. I filmati zoomano su decine di soldati che cercano riparo dietro i mezzi in fiamme e nei crateri delle bombe. È il caos della battaglia, alcuni carri cercano la fuga e schiacciano i loro soldati, sulle torrette hanno preso fuoco le borse contenenti sacchi a pelo, vettovaglie e zaini. «In 48 ore, tra l’11 e 12 febbraio perdono la vita oltre 1.000 uomini della 40esima e 150esima brigata dei marines russi, le due unità sono decimate e non più in grado di combattere. Secondo lo Stato maggiore russo i loro morti sono 500, ma noi valutiamo siano almeno il doppio, compresa la distruzione di 120 mezzi, di cui 65 tank T-72B e T-80, che sono il meglio della tecnologia bellica russa», ci dicono ancora mostrando le mappe della zona.

«Ancora una volta a Vuhledar abbiamo visto scontarsi due filosofie della guerra opposte. Quella russa, che è ferma alle tattiche e strategie della Seconda guerra mondiale e invece quella ucraina proiettata nella tecnologia della futura Terza guerra mondiale. I russi hanno una concezione del comando verticistica, dove i generali a Mosca decidono i piani e i comandanti sul campo devono seguirli alla lettera, costi quello che costi. La nostra invece segue quella che in ucraino chiamiamo “Sergiansky Sostav”, l’autonomia del sergente: in poche parole, i sergenti e comandanti minori sul terreno hanno l’autorità per mutare e adattare i piani originari e reagire veloci all’evolversi della situazione», spiega un ufficiale dell’intelligence.

La conseguenza più immediata è che comunque i russi sembrano ancora bloccati sulle posizioni di partenza. E, se si va a guadare bene sulle mappe geografiche, non è difficile notare che, dopo decine di migliaia di morti, sofferenze e distruzioni immani, nel Donbass centro-settentrionale i russi si ritrovano a combattere solo a pochi chilometri dalle linee che occupavano dalla guerra del 2014. L’attacco su Vuhledar doveva essere la prova generale della tanto attesa «offensiva di primavera» e una sorta di regalo a Vladimir Putin in vista del suo discorso alla nazione previsto per il 21 febbraio, tre giorni prima l’anniversario del primo anno di guerra. Ma tutto lascia credere che ancora una volta sarà costretto ad attendere. Come del resto anche le aspettative di Mosca per la cattura di Bakhmut, un centinaio di chilometri a nord di Vuhledar, restano per ora deluse. Ai primi di ottobre era stato lo stesso padre-padrone della milizia mercenaria Wagner, Yevgeny Prigozhin, a promettere a Putin che i suoi uomini l’avrebbero presa velocemente. Ma ieri ancora lui ha annunciato che ciò «non potrà avvenire prima di marzo o aprile». In poche parole: l’assedio continua, Putin avrà ben poco di concreto da festeggiare e intanto la Wagner si sta dissanguando a Bakhmut. In mancanza d’altro, i comandi russi continuano i bombardamenti di missili sulle città ucraine. Ieri sembra ne abbiano tirati almeno 36, di cui 16 abbattuti dalla contraerea. Pare che l’obbiettivo più importante sia stata la raffineria di Kremenchuk, oltre alla zona di Dnipro e Zaporizhzhia.

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[...] Tu-160 Blackjack (quest'ultimi un po "pochini assai" = forse una decina ad oggi operativi), [...];)

Mai dire mai. :D

Due Tu-160 M2, nuova versione modernizzata e prodotta "dal nuovo", sono usciti dalla fabbrica (video nel link) a fine 2022, uno verrà intitolato a Valentina Tereshkova.

È un aereo di vecchia concezione, seppur con forti modernizzazioni, rimane però uno splendido aereo ad ala variabile che merita tutto il suo nomignolo (white swan).

 
Mai dire mai. :D

Due Tu-160 M2, nuova versione modernizzata e prodotta "dal nuovo", sono usciti dalla fabbrica (video nel link) a fine 2022, uno verrà intitolato a Valentina Tereshkova.

È un aereo di vecchia concezione, seppur con forti modernizzazioni, rimane però uno splendido aereo ad ala variabile che merita tutto il suo nomignolo (white swan).

Oddio a me sembra scopiazzato dal "buon vecchio" B-ONE (B-1B), ma vabbè .....

Si ero a conoscenza del fatto che si stava riaprendo la catena di montaggio del Tu-160, soprattutto per questioni anche legate al fatto che il programma PAK - DA era (anzi è), fortemente in ritardo sulla tabella di marcia.
 

https://www.imolaoggi.it/2023/02/17/ue-discussione-servizio-militare-obbligatorio/

ImolaOggi17 Febbraio 2023EUROPA UE, NEWS2023, Vetrina
militari esercito italiano
L’Ue e il militare per tutti. Le caserme deserte e il Donbass. La guerra in Ucraina, che va avanti ormai da un anno, ha messo in evidenza un problema, le caserme in tutta Europa ormai sono vuote. Nei Paesi della Nato la leva è stata abolita da anni, con l’eccezione di Grecia, Lituania e Danimarca. Difronte a un’offensiva di massa – si legge su Repubblica – l’Europa avrebbe a disposizione solo “una sottile linea rossa”, come quella dei granatieri scozzesi che a Balaclava si immolarono per fermare la carica russa. Così si torna a parlare di servizio obbligatorio persino in Germania, dove la tradizione pacifista è fortissima.

Non bastano la tecnologia, né la qualità: i conflitti totali sono questione di numeri. E la ricomparsa della guerra in Europa sta animando dibattiti che sembravano cancellati dalla Storia e relegati nel libro dei ricordi: dopo la riscoperta dei carri armati e dei cannoni, ecco la discussione sul servizio militare obbligatorio. La naja, incubo per generazioni di ventenni spediti con il fucile in mano a vigilare sulla “soglia di Gorizia”, torna protagonista nel clima bellicoso causato dall’invasione dell’Ucraina.
Altrove però – prosegue Repubblica – l’attenzione è più focalizzata sulle lezioni che arrivano dall’Ucraina. Dopo quindici anni, a gennaio la Lettonia ha reintrodotto la leva obbligatoria e la Danimarca vuole estenderla pure alle donne. Gli olandesi, che faticano a trovare reclute, stanno ipotizzando di adottare il modello svedese: sorteggiare ogni anno 4-5mila diciottenni per una ferma di undici mesi. Ma la Polonia, che pure ha lanciato il più colossale programma di riarmo del continente, ritiene che i coscritti nelle guerre moderne siano più o meno inutili: “Solo i russi usano i cittadini come carne da cannone”, ha sostenuto un generale polacco. (affaritaliani.it)
 
Allora che cominci a farlo anche la NATO, tanto l'aereo verrebbe solo scortato fuori dallo spazio aereo come facciamo noi, giusto ?
Attenzione che quando si vola in spazio aereo internazionale non è che mandi la coppia d'intercettori per "scortare" chissà dove l'altro (o gli altri) aerei; ci si "limita" a farne un'identificazione visiva (perchè appunto l'altro o non ha acceso l'IFF, e/o oppure non risponde alle chiamate radio, giusto per dire).
Cioè il fatto che la nazione "A" abbia, secondo le norme ICAO, responsabilità di regolare il traffico aereo in una data porzione di spazio aereo (quindi anche quello internazionale), non significa che su quella porzione di spazio aereo ha titolo ad esercitare la sovranità nazionale.
 
E come giustifichi un aereo abbattuto dopo essere entrato nello spazio NATO ?
Vorrei vedere a parti inverse cosa succederebbe a un aereo NATO se cominciasse a sorvolare Mosca

UE, torna la discussione sul servizio militare obbligatorio • Imola Oggi

ImolaOggi17 Febbraio 2023EUROPA UE, NEWS2023, Vetrina
militari esercito italiano
L’Ue e il militare per tutti. Le caserme deserte e il Donbass. La guerra in Ucraina, che va avanti ormai da un anno, ha messo in evidenza un problema, le caserme in tutta Europa ormai sono vuote. Nei Paesi della Nato la leva è stata abolita da anni, con l’eccezione di Grecia, Lituania e Danimarca. Difronte a un’offensiva di massa – si legge su Repubblica – l’Europa avrebbe a disposizione solo “una sottile linea rossa”, come quella dei granatieri scozzesi che a Balaclava si immolarono per fermare la carica russa. Così si torna a parlare di servizio obbligatorio persino in Germania, dove la tradizione pacifista è fortissima.

Non bastano la tecnologia, né la qualità: i conflitti totali sono questione di numeri. E la ricomparsa della guerra in Europa sta animando dibattiti che sembravano cancellati dalla Storia e relegati nel libro dei ricordi: dopo la riscoperta dei carri armati e dei cannoni, ecco la discussione sul servizio militare obbligatorio. La naja, incubo per generazioni di ventenni spediti con il fucile in mano a vigilare sulla “soglia di Gorizia”, torna protagonista nel clima bellicoso causato dall’invasione dell’Ucraina.
Altrove però – prosegue Repubblica – l’attenzione è più focalizzata sulle lezioni che arrivano dall’Ucraina. Dopo quindici anni, a gennaio la Lettonia ha reintrodotto la leva obbligatoria e la Danimarca vuole estenderla pure alle donne. Gli olandesi, che faticano a trovare reclute, stanno ipotizzando di adottare il modello svedese: sorteggiare ogni anno 4-5mila diciottenni per una ferma di undici mesi. Ma la Polonia, che pure ha lanciato il più colossale programma di riarmo del continente, ritiene che i coscritti nelle guerre moderne siano più o meno inutili: “Solo i russi usano i cittadini come carne da cannone”, ha sostenuto un generale polacco. (affaritaliani.it)
Io concordo nel mettere la naja obbligatoria per tutti...come ai tempi
 
Attenzione che quando si vola in spazio aereo internazionale non è che mandi la coppia d'intercettori per "scortare" chissà dove l'altro (o gli altri) aerei; ci si "limita" a farne un'identificazione visiva (perchè appunto l'altro o non ha acceso l'IFF, e/o oppure non risponde alle chiamate radio, giusto per dire).
Cioè il fatto che la nazione "A" abbia, secondo le norme ICAO, responsabilità di regolare il traffico aereo in una data porzione di spazio aereo (quindi anche quello internazionale), non significa che su quella porzione di spazio aereo ha titolo ad esercitare la sovranità nazionale.

Il problema è che pochi sanno cosa sia ICAO, la zona FIR, lo spazio aereo internazionale, etc. e le relative regole di navigazione aerea, in primis i giornalisti.

Per questo le notizie di questo tipo sono spesso fraintese e mal riportate anche dai media.
 
Medvedev, il clown ucraino firmerà ciò che gli viene detto • Imola Oggi


MOSCA, 17 FEB – “Il clown supremo ucraino non dovrà negoziare, dovrà solo firmare quello che gli viene detto”. Così, sul suo canale Telegram, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha risposto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, in un’intervista alla Bbc, aveva escluso negoziati con quello russo Vladimir Putin.

Medvedev ha aggiunto che comunque anche un accordo non varrà molto, ricordando gli accordi di Minsk firmati dal precedente presidente ucraino Petro Poroshenko e poi disattesi. “Ogni nuovo clown a Kiev cancella l’eredità del predecessore e comincia un nuovo spettacolo circense”, conclude Medvedev. (ANSA).
 
Attenzione che quando si vola in spazio aereo internazionale non è che mandi la coppia d'intercettori per "scortare" chissà dove l'altro (o gli altri) aerei; ci si "limita" a farne un'identificazione visiva (perchè appunto l'altro o non ha acceso l'IFF, e/o oppure non risponde alle chiamate radio, giusto per dire).
Cioè il fatto che la nazione "A" abbia, secondo le norme ICAO, responsabilità di regolare il traffico aereo in una data porzione di spazio aereo (quindi anche quello internazionale), non significa che su quella porzione di spazio aereo ha titolo ad esercitare la sovranità nazionale.
E quindi?Perchè non hanno abbattuto l'aereo
16 Febbraio

Vedi l'allegato 2880191
La trappola di Vulhedar: il primo atto dell’offensiva si è trasformato in un cimitero per i russi

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Ma le forze speciali ucraine sono in allerta. È dal 3 febbraio che vedono crescere la concentrazione delle truppe nemiche qui, nella regione del Donetsk meridionale dove il Donbass si allunga verso Mariupol e s’incunea nella zona di Zaporizhzhia. Una regione strategica: chi la domina può aspirare a controllare l’Ucraina meridionale. «La nostra intelligence aveva avvisato che l’attacco era imminente, così la notte precedente avevano mandato i commando nei campi attorno ai villaggi e avevano deposto migliaia di mine su quelle che avevano stimato potessero essere le direttive dell’avanzata. All’alba avevano visto il fumo di centinaia di motori diesel appena accesi: era la conferma. Hanno lasciato che le colonne entrassero nel profondo dei campi minati, quindi, con le prime deflagrazioni che mettevano fuori uso i cingoli dei carri di testa, sono entrate in azione le artiglierie, assieme a droni armati, mortai e pattuglie dotate di missili terra aria Javelin e Nlaw», ci raccontano nelle sale comando delle unità ucraine nella cittadina di Kurakhove, a una decina di chilometri dal luogo del massacro.

Perché di massacro si tratta, di uomini e mezzi. Gli ucraini mostrano i video dei carri armati ripresi dai droni che saltano sulle mine, bloccano quelli appena dietro che poi vengono presi di mira dai razzi. I filmati zoomano su decine di soldati che cercano riparo dietro i mezzi in fiamme e nei crateri delle bombe. È il caos della battaglia, alcuni carri cercano la fuga e schiacciano i loro soldati, sulle torrette hanno preso fuoco le borse contenenti sacchi a pelo, vettovaglie e zaini. «In 48 ore, tra l’11 e 12 febbraio perdono la vita oltre 1.000 uomini della 40esima e 150esima brigata dei marines russi, le due unità sono decimate e non più in grado di combattere. Secondo lo Stato maggiore russo i loro morti sono 500, ma noi valutiamo siano almeno il doppio, compresa la distruzione di 120 mezzi, di cui 65 tank T-72B e T-80, che sono il meglio della tecnologia bellica russa», ci dicono ancora mostrando le mappe della zona.
Dato che Campochiari,che ultimamente anche lui con la propaganda pro ucraina non scherza,parla di 50 i mezzi (una recente Live di Mappa Mundi con Mussetti di Limes) facciamo la tara anche agli altri numeri.

Però per par condicio non sarebbe male parlare anche di perdite ucraine,visto che la guerra di attrito russa mira a soverchiare le forze ucraine con i numeri (si parla di 400.000 soldati nelle riserve a sud di Bakhmut).
«Ancora una volta a Vuhledar abbiamo visto scontarsi due filosofie della guerra opposte. Quella russa, che è ferma alle tattiche e strategie della Seconda guerra mondiale e invece quella ucraina proiettata nella tecnologia della futura Terza guerra mondiale. I russi hanno una concezione del comando verticistica, dove i generali a Mosca decidono i piani e i comandanti sul campo devono seguirli alla lettera, costi quello che costi. La nostra invece segue quella che in ucraino chiamiamo “Sergiansky Sostav”, l’autonomia del sergente: in poche parole, i sergenti e comandanti minori sul terreno hanno l’autorità per mutare e adattare i piani originari e reagire veloci all’evolversi della situazione», spiega un ufficiale dell’intelligence.

La conseguenza più immediata è che comunque i russi sembrano ancora bloccati sulle posizioni di partenza. E, se si va a guadare bene sulle mappe geografiche, non è difficile notare che, dopo decine di migliaia di morti, sofferenze e distruzioni immani, nel Donbass centro-settentrionale i russi si ritrovano a combattere solo a pochi chilometri dalle linee che occupavano dalla guerra del 2014. L’attacco su Vuhledar doveva essere la prova generale della tanto attesa «offensiva di primavera» e una sorta di regalo a Vladimir Putin in vista del suo discorso alla nazione previsto per il 21 febbraio, tre giorni prima l’anniversario del primo anno di guerra.
Ma quando mai i russi e Putin ha parlato del'offensiva di primavera!

Nato, Stoltenberg chiede più munizioni per Kiev. Iniziata la nuova offensiva di Mosca


Zelensky: ‘Nuova offensiva russa entro 10 giorni’


i comandi russi continuano i bombardamenti di missili sulle città ucraine. Ieri sembra ne abbiano tirati almeno 36, di cui 16 abbattuti dalla contraerea. Pare che l’obbiettivo più importante sia stata la raffineria di Kremenchuk, oltre alla zona di Dnipro e Zaporizhzhia.

>>
Strano,avevate detto che erano finiti già da mesi.
A proposito,gli 80 Leopard sono già usciti dalla savana?:asd:
 
-6 giorni al 24 febbraio
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17 febbraio 2022

La crisi ucraina

Ucraina, Biden: Mosca prepara attacco. Rimosso ponte a confine con la Bielorussia​

Torna a salire la tensione a Est, con la Nato che accusa la Russia di ammassare nuove truppe ai confini con l’Ucraina e immagini satellitari che testimonierebbero una possibile escalation della crisi. In particolare, la situazione diventa tesa per un asilo bombardato dai separatisti nel Donbass mentre a livello diplomatico la Russia - scrive l’agenzia Sputnik - . espelle il numero due dell’ambasciata americana a Mosca, Bart Gorman.

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse) ha registrato nelle prime ore di giovedì 17 febbraio «500 esplosioni multipli lungo la linea di contatto nell’Ucraina orientale». Nel frattempo, un rapporto consegnato da Mosca alle Nazioni unite accusa Kiev di aver compiuto dei «crimini» contro i residenti dello stesso Donbass. Lo rivela il quotidiano Wall Street Journal, aggiungendo che l’ambasciatore Onu nel Paese dovrebbe criticare l’Ucraina e i paesi occidentali. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, risponde intanto alle accuse con un intervento al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Nuove immagini satellitari mostrano che il ponte tattico galleggiante che nelle scorse 48 ore era apparso in costruzione in Bielorussia lungo il Pripyat, un fiume chiave a meno di 6-7 chilometri dalla frontiera con l’Ucraina, è stato rimosso. Lo riporta la Cnn, citando fonti informate.

La Nato e gli Usa: Mosca prepara invasione​

«Siamo preoccupati che la Russia crei un pretesto per attaccare l’Ucraina», ha ribadito il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, mentre Kiev ha confermato gli attacchi. Gli Stati Uniti dichiarano per mezzo dell’ambasciatrice americana all’Onu: «La Russia procede verso un’invasione imminente» dell’Ucraina. La tesi è stata poi confermata direttamente dal presidente Usa, Joe Biden: ci sono «chiare indicazioni» che la Russia sia pronta all’invasione, ha detto, aggiungendo che non chiamerà nuovamente Putin. «Abbiamo ragione di credere», sottolinea Biden, che la Russia prepari «un’azione sotto falsa bandiera»: un’operazione che crei il pretesto per attaccare. I rapporti fra Mosca e Washington si fanno via via sempre più tesi. L’agenzia Tass rende noto che il vice ambasciatore Usa, Bart Gorman, è stato espulso dal Paese. L’ambasciata americana a Mosca considera «ingiustificata» la misura, dal momento che Gorman ha un visto di tre anni e la sua permanenza in Russia non ha superato questo limite.

Sempre su Twitter, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky informa di aver avuto «una conversazione telefonica con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel a Mariupol», e di averlo «informato sulla situazione della sicurezza e sui bombardamenti provocatori di oggi, in particolare a Stanytsia Luhanska». In questo scenario, i separatisti appoggiati da Mosca attivi nella regione hanno accusato l’Ucraina di avere aperto il fuoco quattro volte nelle ultime 24 ore. Un’accusa però smentita da Kiev.

Ue: il bombardamento dell’asilo viola l’accordo di Minsk​

Le reazioni al raid non si sono fatte attendere. «L’Unione Europea condanna fermamente la notizia del bombardamento di un asilo a Stanytsia Luhanska: l’attacco indiscriminato di infrastrutture civili è totalmente inaccettabile e rappresenta una chiara violazione del cessate il fuoco e degli accordi di Minsk», sostiene l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell in una nota. «L’Unione europea chiede la fine immediata dell’escalation di violenza in corso e loda l’Ucraina per la sua continua moderazione», continua.

Colpito cortile di un liceo a est, studenti nel rifugio​

Intorno alle 10.25, «durante il bombardamento del villaggio di Vrubivka, uno dei proiettili ha colpito il cortile di un liceo. Al momento c’erano 30 studenti e 14 membri del personale», che hanno trovato rifugio nel seminterrato. Lo rende noto su Facebook, la municipalità di Popansa, nella regione di Lugansk, aggiungendo che una casa privata è stata danneggiata. Non si segnalano vittime.

Usa: Mosca ha aggiunto 7mila soldati​

Secondo gli Stati Uniti la Russia avrebbe aggiunto fino a 7mila soldati lungo il confine con l’Ucraina. Anche la Nato conferma di non vedere al momento segnali di de-escalation da perte di Mosca. Se è vero che le previsioni Usa sull’invasione del paese che sarebbe dovuta scattare mercoledì 16 non si sono rivelate corrette, tuttavia secondo gli analisti occidentali il rischio è ancora molto alto, con il dispiegamento di oltre 150mila soldati russi che circondano l’Ucraina su tre lati. Secondo fonti dell’amministrazione statunitense riportate dall’agenzia Ap, il marcato aumento della controinformazione russa potrebbe far presagire alla ricerca di un pretesto per un’invasione.


Lavrov: nessuna soluzione con allargamento Nato sul tavolo​

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha incontrato il ministro russo Sergei Lavrov. «L’Italia è sempre impegnata in prima fila per una soluzione diplomatica e si può contare sull’Italia per raggiungere una soluzione diplomatica», ha detto Di Maio nelle dichiarazioni all’inizio dell’incontro. Meno diplomatico l’approccio del ministro russo: «L’aggravamento della situazione intorno all’Ucraina - ha detto Lavrov aprendo i colloqui con il ministro degli Esteri italiano - si sta sviluppando solo nelle menti dei politici e dei media in Occidente, le domande sul suo superamento dovrebbero essere rivolte a loro». A margine dell’incontro Lavrov è tornato sul punto centrale della crisi, ovvero la presenza dell’Ucraina nella Nato: «Non risolveremo tutti i problemi finché non ci metteremo d’accordo su alcuni punti, è importante non togliere dal pacchetto alcune cose, tra cui il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento a est».

Zalensky: non rinunceremo a Nato​

L’adesione alla Nato è una «garanzia di sicurezza» sulla quale l’Ucraina non è disposta a compromessi. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky alla Bbc. Alla domanda se Kiev fosse pronta a rinunciare alla sua ambizione di entrare a far parte dell’Alleanza, come pretende Mosca per superare la crisi, Zelensky ha risposto: «Non è questione di ambizione. Abbiamo perso 15mila persone. Non è un’ambizione, è la nostra vita, riguarda il futuro delle persone. Se parliamo di Nato, Ue, dei territori temporaneamente occupati, stiamo parlando della nostra indipendenza. Questo è quello che vogliamo e faremo per il nostro futuro».

Stoltenberg (Nato): no a sfere di influenza​

La Nato intanto ha «confermato oggi che le porte dell’Alleanza rimangono aperte e che tutte le decisioni devono essere fatte dai Paesi alleati e da nessun altro», ha affermato il Segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. La Nato sostiene l’integrità territoriale e la sovranità della Georgia e dell’Ucraina. «Non possiamo accettare il ritorno alle sfere di influenza con le grandi potenze che decidono per altri. Non ci possono essere decisioni sull’Ucraina senza l’Ucraina, sulla Georgia, senza la Georgia».


Ucraina, Biden: Mosca prepara attacco. Rimosso ponte a confine con la Bielorussia
 
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