UniCredit avanza su Hvb Maxi domanda per i bond

LA FUSIONE CON HVB
Munich Re aderisce all’offerta UniCredito

Via libera di Munich Re all’offerta di UniCredito per la quota del 18,3% detenuta in Hypovereinsbank. Il gruppo di assicurazioni tedesco ha precisato che dopo lo scambio di azioni manterrà una quota di almeno il 6,3% in UniCredito. Ieri anche due fondazioni del Land tedesco della Baviera hanno annunciato l’intenzione di scambiare la quota del 3,7% detenuta nella Hvb con azioni di UniCredito
 
ma per i bond perpetui in Italia la tassazione non è del 27%?
 
UniCredit prolunga l'offerta su Hvb
Le mosse di Profumo in Germania
http://www.assinews.it/rassegna/articoli/sole081005un2.pdf

8 ottobre 2005
Consegnato all´offerta il 17,5% delle azioni. La banca italiana: l´operazione si chiuderà con successo
Unicredit allunga l´Opa su Hvb ma non abbassa la soglia del 65%




MILANO - Alessandro Profumo cede parzialmente al mercato, ma non si piega a chi implicitamente stava spingendo per un ritocco del prezzo di offerta sulla Hvb.
Ieri, rispettando il tam tam delle indiscrezioni, la banca di Piazza Cordusio ha annunciato infatti una modifica dell´offerta. Ma, passaggio fondamentale, non del concambio con titoli Unicredit né della soglia minima per accettare i titoli e considerare conclusa con successo l´offerta, che è rimasta fissa al 65% del capitale: l´ops va avanti, quindi, nei termini in cui era già stata annunciata, ma durerà - passaggio non irrilevante - altre due settimane, fino al 24 ottobre, invece di terminare come era previsto inizialmente il 10.
Dal punto di vista formale, l´aggancio per far slittare di quindici giorni il precedente termine è stata l´impossibilità di ottenere nei tempi previsti le necessarie autorizzazioni di Vigilanza e Antitrust. Nel prospetto iniziale, l´offerta era stata subordinata al raggiungimento delle autorizzazioni, mentre la nuova versione dell´offerta pubblica di scambio non è più subordinata a questi passaggi, ma solo all´ok della Commissione europea. «Unicredit - ha spiegato ieri una nota della società - continuerà ad operare per ricevere in tempi rapidi le rimanenti risposte delle autorità competenti». Ma, nel frattempo, si accontenta di ricevere le azioni, senza ulteriori condizioni. E la modifica di questo passaggio procedurale ha reso possibile lo slittamento del calendario temporale dell´offerta lanciata il 12 giugno scorso.
Tuttavia, la realtà sostanziale delle cose dice che, oltre agli intoppi burocratici e di ordine tecnico (sono coinvolte autorità e dunque autorizzazioni provenienti da vari paesi, con iter piuttosto complessi) finora le adesioni all´offerta sono state piuttosto deludenti rispetto al target molto alto che si è data la banca di Piazza Cordusio. A ieri sera, prima dell´annuncio con lo slittamento dei termini, erano state infatti consegnate azioni pari al 17,5% del capitale della banca tedesca.
E´ pur vero che la Germania non fa eccezione alla regola che vede le offerte pubbliche concludersi negli ultimissimi giorni, quando arriva la massa delle adesioni, ma è pur vero che qualche rumors di fondi hedge contrari a dare i titoli a Profumo ritenendo non convenienti le condizioni dell´offerta c´era in effetti stato.
La banca di Piazza Cordusio ha dichiarato ieri che il processo di aggregazione tra le due banche «procede in modo positivo», mentre i due gruppi stanno lavorando per arrivare quanto prima a un piano di integrazione dettagliato. Inoltre, l´istituto italiano ha detto di «confidare che l´offerta si concluderà con successo», viste le adesioni già annunciate di Munich Re e delle fondazioni locali (complessivamente il 22,3% del capitale di Hvb). Tuttavia all´appello mancano ancora parecchi titoli ma le condizioni attuali, è stato esplicitamente dichiarato, non verranno più modificate.

repubblica
 
8 ottobre 2005

Unicredit rinuncia all’ok polacco su Hvb

Unicredito non solo concede due settimane in più agli azionisti Hypovereinsbank per decidere se aderire all’offerta di scambio, ma sgombra la strada dai probababili ostacoli provenienti dalle autorità di vigilanza dei Paesi coinvolti nell’operazione. «Unicredito rinuncia a tutte le condizioni sospensive relative alle approvazioni delle autorità di vigilanza e antitrust non ancora verificatisi, con l’eccezione dell’autorizzazione della Commissione Europea», si legge in una nota diffusa dall’istituto di Piazza Cordusio. Unicredito comunica anche che «l’aggregazione procede in modo positivo». Alla chiusura di venerdì le adesioni erano salite al 17,5%, a cui si deve aggiungere il 18,3% di Munich Re e il 3,7% del Land Baviera che hanno già annunciato la loro adesione.
Sul fronte del rating creditizio, invece, arriva la notizia che Standard & Poor’s potrebbe rivedere il suo giudizio di credit watch negativo. L’agenzia di rating prevede infatti un miglioramento della redditività delle banche occidentali nell’Europa dell’Est e apprezza la recente emissione di un bond perpetuo da 1,2 miliardi di euro. «Sull’operazione ci sono tre punti interrogativi: l’esborso complessivo per Piazza Cordusio, la complessità manageriale della nuova entità bancaria e la difficile situazione economica di Germania e Italia», spiega a F&M Alberto Buffa di Perrero, analista di S&P. La situazione, però, rispetto a quando l’agenzia Usa mise sotto osservazione Unicredit (rating AA-) è cambiata. Entro novembre, S&P dovrà decidere se tagliare o meno il merito di credito e sembra orientata per una sforbiciata meno aggressiva. «A giugno avevamo comunicato che il rating poteva essere ridotto di due notch - sottolinea Buffa - Ora pensiamo a un solo notch. Sicuramente il successo del bond sarà un elemento di cui terremo conto».

F&M
 
Profumo, volata finale per la conquista di Hvb

In due settimane Unicredit punta al 65% di azioni dal 17% attuale. Decisivo il 20% dei soci minori

FRANCOFORTE - È corsa con il tempo per la conquista di Hypovereinsbank da parte di Unicredit, con l'offerta pubblica di scambio di cinque azioni dell'istituto italiano per una di quello tedesco prorogata di due settimane, fino al 24 ottobre prossimo. Una notizia già attesa da tempo all'interno dei due istituti, a causa dell'atteggiamento ancora critico dimostrato da parte delle autorità di supervisione della Polonia e della Croazia nei confronti dell'eventuale fusione delle partecipazioni di Unicredit e Hypo negli istituti dei due Paesi. Ai fini del successo dell'operazione di scambio è necessario che entro la nuova data sia raggiunto il livello minimo del 65% dei titoli Hvb. E fino alla chiusura dei mercati di venerdì, forse in previsione di una proroga dell'Ops originariamente in scadenza il 10 ottobre, le adesioni erano state solo del 17,5% del capitale. Nel calcolo, tuttavia, non sono ancora inclusi né il 18,3% dell'azionista di riferimento Münchener Rück, né il 3,7% del Land della Baviera, che hanno aderito a metà della settimana scorsa. Anche in questo caso manca però ancora circa il 25% per l'obiettivo minimo.
In una nota diramata venerdì, Unicredit si è detta certa che l'Ops «si concluderà con successo». Affermazioni confermate del resto anche dagli operatori di mercato, che danno per scontato l'esito positivo della maggiore fusione bancaria europea, dal valore complessivo di circa 15,5 miliardi di euro. Nei giorni scorsi, a creare scompiglio e incertezza era stato soprattutto uno studio di Lehman Brothers, secondo il quale Unicredit avrebbe dovuto offrire almeno 5,3 dei propri titoli per ogni azione di Hvb, quindi in totale circa 1,2 miliardi di euro in più dell'offerta attuale. Secondo ambienti vicini alla seconda banca tedesca, si sarebbe trattato di un nuovo tentativo da parte di alcuni membri del consiglio di sorveglianza di Hypo di condizionare l’operazione. E infatti lo studio dell'«investment house» sarebbe stato commissionato proprio dai controllori, fra i quali si contano 12 membri favorevoli e otto contrari all'aggregazione bancaria, fra cui anche l'attuale presidente Albrecht Schmidt (il cui mandato decadrebbe con la fusione).
Finora, inoltre, solo due hedge fonds, Altima con lo 0,7% delle quote di Hypo, e Gam (con una partecipazione imprecisata) hanno dichiarato apertamente l'intenzione di non aderire all'offerta di scambio, perché convinti del potenziale di espansione dei titoli della seconda banca tedesca, anche in virtù di una ripresa in corso in Germania, prevedendo invece una recessione dell'economia italiana. Fino a venerdì, secondo alcuni operatori di mercato, i piccoli azionisti (equivalenti a circa il 20% del totale) avevano aspettato a scambiare le azioni sperando ancora in un rilancio da parte di Unicredit, perentoriamente escluso, però, dall'amministratore delegato dell'istituto italiano Alessandro Profumo.

Marika de Feo
corriere
 
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