Unicredit no target please,senza target ha una marcia in piu',bye-bye london volume I

Questo sondaggio non serve per dei target ma solo per vs opinione


  • Votanti
    70
  • Sondaggio terminato .
UCG ... what else ...?

Titolo UCG bello tonico anche oggi e perfino nel dopo borsa ... :cool:
 
Andamento indici ed azioni con freno a mano tirato per scad tecn, i volumi lo provano.

Vedo che mi avete tradito con ap 3d con altro titolo invece di continuare con vol II in barba a Londra, ahi ahi ahi :'(:angry:
 
...domani parto per quarche giorno...me raccomanno....occhi vivi come a sardella morta da quaranta giorni....:D
 
Un milione di pezzi scambiati finora in after e calo brusco del prezzo quasi fino al tonto.......:rolleyes:
 
Record NEGATIVO di VOLUMI con soli 32 MLN di pezzi del 2015 ed in AH ne scambia 1.2 MLN :mmmm:,sarà MICA.......gente ENTRATA SHORT sperando nel TONTO? :eek:;):D
 
3.38 MLD contro 2.92 MLD il BTPI 2023 al PRIMO giorno di SOTTOSCRIZIONE scambia più di INTERO listino ITALIANO considerando che di 2.92 la metà sono VENDITORI:cool: facendo i conti della SERVA staremo 3.38 vs 1.46 MLD tra chi ha acquistato TUTTE le azioni offerte dal PANIERE e chi ha scelto di acquistare 1 SOLO BOND,post ad uso dei fans della numerologia ma anche di chi dice che IN ITALIA siamo al COLLASSO e non ci sono soldi FRESCHI da INVESTIRE :censored:
 
Andamento indici ed azioni con freno a mano tirato per scad tecn, i volumi lo provano.

Vedo che mi avete tradito con ap 3d con altro titolo invece di continuare con vol II in barba a Londra, ahi ahi ahi :'(:angry:

:D chiudi con VALUTAZIONE 4 per 62 voti espressi:clap: mentre i SONDAGGI che facevo IO per accontentare MARA ricevevano oltre 100 voti in soli 5 giorni di DURATA thread :p
 
sul mio sito postata analisi su unicredit. ora preparo quella su indice
 
:D chiudi con VALUTAZIONE 4 per 62 voti espressi:clap: mentre i SONDAGGI che facevo IO per accontentare MARA ricevevano oltre 100 voti in soli 5 giorni di DURATA thread :p

Forse sarà perché io sto più attento al trading che ai voti ed ai litigi :D
 
Del Vecchio alleggerisce la quota in Unicredit e scende al 2%

Il presidente di Luxottica ha detto no a un posto nel board e si tiene mano libera anche su Generali E la Fondazione Cr Modena si spacca sulla conferma di Calandra nel cda di Piazza Gae Aulenti

In vista del rinnovo del consiglio di amministrazione cambiano ancora gli equiglibri nell'azionariato di Unicredit. Dopo il collocamento da parte di Aabar (Abu Dhabi), primo socio della banca con il 5%, di un bond convertibile nel 4% di Unicredit, e il ritorno sulla scena dei soci libici, forti di una quota del 4%, ieri è stato Leonardo Del Vecchio a muovere le proprie pedine sullo scacchiere di piazza Gae Aulenti.

Secondo quanto anticipato dal sito dell'AdnKronos e confermato poi dalla finanziaria del patron di Luxottica, Delfin, la cassaforte lussemburghese della famiglia Del Vecchio, ha ridotto la partecipazione inUnicredit dal 3 al 2%. Una mossa che lo stesso patron del gruppoLuxottica ha motivato con ragioni di natura finanziaria, sottolineando, proprio all'Adn, che la cessione del pacchetto dell'1%, il cui valore di mercato è di poco superiore a 370 milioni, è servita a «recuperare un po' di perdite» registrate sull'investimento. Del Vecchio, che è azionista di lunghissimo corso della banca guidata da Federico Ghizzoni essendo entrato nel capitale del Credito Italiano ai tempi della privatizzazione nel 1993 per poi salire fino al 3% nel maggio di due anni fa, non intende entrare nel consiglio di amministrazione di Unicredit, malgrado la proposta ricevuta in vista del rinnovo del board. «Non vogliamo posti in consiglio», ha affermato l'imprenditore all'agenzia, «ci piace la libertà».

Si tratta di una strategia analoga a quella tenuta rispetto all'investimento in Generali, dove del Vecchio non intende rientrare nel board.

Nella compagnia triestina Del Vecchio è investitore finanziario e si ritiene libero di uscire, una volta che il titolo arriva a certi livelli. .

Proseguono intanto i negoziati tra i grandi soci di Unicredit per mettere a punto la lista per il rinnovo del cda che dovrà essere presentata entro il 17 aprile. La lista dovrà tenere conto della nuova governance della banca, che porterà il board da 19 a 17 componenti, con le quote rosa che saliranno da quattro a sei e le vicepresidenze che dovrebbero scendere a due dalle attuali quattro. Se la conferma del ceo Federico Ghizzoni sembra ormai certa, così come quella del presidente Giuseppe Vita (anche se qualche socio avrebbe puntato su un ricambio), la partita sembra essersi spostata sulle vicepresidenze, che dovrebbero vedere la conferma di Fabrizio Palenzona (in quota Fondazione Crt) e di Luca Montezemolo (in rappresentanza di Aabar). Se così fosse, a rinunciare a un ruolo di vertice dovrebbero essere la Fondazione Cariverona, che è pur sempre il primo socio italiano della banca con il 3,5% (ma l'ente scaligero è tenuto ad alleggerirsi alla luce delle nuove norme sulle fondazioni e punta a investire nel Banco Popolare) e Carimonte Holding, il veicolo partecipato dalle fondazioni di Bologna e Modena, che attualmente esprime il vicepresidente Vincenzo Calandra Buonaura ma che potrebbe non essere più candidato nemmeno per un posto in cda. Ieri infatti si è tenuto un infuocato consiglio della Fondazione Cr Modena, che avrebbe visto scontrarsi un fronte favorevole alla conferma di Calandra, guidato dal presidente Andrea Landi, e la maggioranza dei consiglieri, favorevole invece a un ricambio. La partita è ancora in corso, anche se alla chiusura della lista mancano ormai solo pochi giorni
 
Il presidente di Luxottica ha detto no a un posto nel board e si tiene mano libera anche su Generali E la Fondazione Cr Modena si spacca sulla conferma di Calandra nel cda di Piazza Gae Aulenti

In vista del rinnovo del consiglio di amministrazione cambiano ancora gli equiglibri nell'azionariato di Unicredit. Dopo il collocamento da parte di Aabar (Abu Dhabi), primo socio della banca con il 5%, di un bond convertibile nel 4% di Unicredit, e il ritorno sulla scena dei soci libici, forti di una quota del 4%, ieri è stato Leonardo Del Vecchio a muovere le proprie pedine sullo scacchiere di piazza Gae Aulenti.

Secondo quanto anticipato dal sito dell'AdnKronos e confermato poi dalla finanziaria del patron di Luxottica, Delfin, la cassaforte lussemburghese della famiglia Del Vecchio, ha ridotto la partecipazione inUnicredit dal 3 al 2%. Una mossa che lo stesso patron del gruppoLuxottica ha motivato con ragioni di natura finanziaria, sottolineando, proprio all'Adn, che la cessione del pacchetto dell'1%, il cui valore di mercato è di poco superiore a 370 milioni, è servita a «recuperare un po' di perdite» registrate sull'investimento. Del Vecchio, che è azionista di lunghissimo corso della banca guidata da Federico Ghizzoni essendo entrato nel capitale del Credito Italiano ai tempi della privatizzazione nel 1993 per poi salire fino al 3% nel maggio di due anni fa, non intende entrare nel consiglio di amministrazione di Unicredit, malgrado la proposta ricevuta in vista del rinnovo del board. «Non vogliamo posti in consiglio», ha affermato l'imprenditore all'agenzia, «ci piace la libertà».

Si tratta di una strategia analoga a quella tenuta rispetto all'investimento in Generali, dove del Vecchio non intende rientrare nel board.

Nella compagnia triestina Del Vecchio è investitore finanziario e si ritiene libero di uscire, una volta che il titolo arriva a certi livelli. .

Proseguono intanto i negoziati tra i grandi soci di Unicredit per mettere a punto la lista per il rinnovo del cda che dovrà essere presentata entro il 17 aprile. La lista dovrà tenere conto della nuova governance della banca, che porterà il board da 19 a 17 componenti, con le quote rosa che saliranno da quattro a sei e le vicepresidenze che dovrebbero scendere a due dalle attuali quattro. Se la conferma del ceo Federico Ghizzoni sembra ormai certa, così come quella del presidente Giuseppe Vita (anche se qualche socio avrebbe puntato su un ricambio), la partita sembra essersi spostata sulle vicepresidenze, che dovrebbero vedere la conferma di Fabrizio Palenzona (in quota Fondazione Crt) e di Luca Montezemolo (in rappresentanza di Aabar). Se così fosse, a rinunciare a un ruolo di vertice dovrebbero essere la Fondazione Cariverona, che è pur sempre il primo socio italiano della banca con il 3,5% (ma l'ente scaligero è tenuto ad alleggerirsi alla luce delle nuove norme sulle fondazioni e punta a investire nel Banco Popolare) e Carimonte Holding, il veicolo partecipato dalle fondazioni di Bologna e Modena, che attualmente esprime il vicepresidente Vincenzo Calandra Buonaura ma che potrebbe non essere più candidato nemmeno per un posto in cda. Ieri infatti si è tenuto un infuocato consiglio della Fondazione Cr Modena, che avrebbe visto scontrarsi un fronte favorevole alla conferma di Calandra, guidato dal presidente Andrea Landi, e la maggioranza dei consiglieri, favorevole invece a un ricambio. La partita è ancora in corso, anche se alla chiusura della lista mancano ormai solo pochi giorni


Ma per la miseria qua danno prima notizia alle agenzie che non alla Consob?:mmmm:


Unicredit: Del Vecchio riduce quota e scende al 2% - Adnkronos


Aveva delle minus da compensare.....:clap::clap:


Però se tanto mi da tanto.....vende Ghizzoni e si scende......vende la Roccia Nera e si scende......ora vende Del Vecchio e cosa accadrà?:mmmm:
 
QUOTA RIDOTTA dal 3 al 2% di DEL VECCHIO sono a spanne 370 MLN di CONTROVALORE,in che giorni avrebbero CEDUTO?
 
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