UNIKREDICTOS...Se a contarle hai quattro @@,il nemico è alle tue spalle ! VOL XVI°

  • Ecco la 72° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    È stata un’ottava ricca di spunti per i mercati, dapprima con l’esito delle elezioni europee, poi con i dati americani incoraggianti sull’inflazione e la riunione della Fed. L’esito delle urne ha mostrato uno spostamento verso destra del Parlamento europeo, con l’avanzata dei partiti nazionalisti più euroscettici a scapito di liberali e verdi. In Francia, il presidente Macron ha indetto il voto anticipato dopo la vittoria di Le Pen e in Germania i socialdemocratici del cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno subito una disfatta record. L’azionario europeo ha scontato molto queste incertezze legate al rischio politico in Francia. Oltreoceano, i principali indici di Wall Street hanno raggiunto nuovi record dopo che mercoledì sera, la Fed ha mantenuto invariati i tassi nel range 5,25-5,50%. I dot plot, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, stimano ora una sola riduzione quest’anno rispetto a tre previste a marzo. Lo stesso giorno è stato diffuso il report sull’inflazione di maggio, che ha mostrato un rallentamento al 3,3% e un dato core al 3,4%, meglio delle attese.
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Fine settimana intenso dalle parti di Piazza Cordusio su piano e aumento di capitale. Il Comitato permanente strategico di UniCredit tornerà a riunirsi domenica in vista del consiglio di amministrazione di lunedì. All'ordine del giorno dei lavori del week end innanzitutto il piano strategico, che sarà portato all'approvazione del board, e le ultime valutazioni sulla ricapitalizzazione dell'istituto.
Se, infatti, sul piano strategico i lavori sono in dirittura d'arrivo per disegnare un gruppo con una semplificazione organizzativa e focalizzato sullle attività commerciali, sul fronte dell'aumento di capitale tutte le valutazioni sono ancora in corso. A partire dal clima sui mercati, dove ieri il titolo UniCredit ha recuperato il 3,92% a 0,7825 euro per azione, dopo aver perso alla vigilia il 6,81 per cento. I volumi degli scambi restano leggermente superiori alla media da inizio anno (359 milioni di azioni scambiate al giorno), come da inizio novembre.

Di mercoledì, peraltro, la notizia che Banca d'Italia ha dato il via libera alla possibilità di considerare solo parte dei 3 miliardi di cashes strumenti di capitale. Secondo le indiscrezioni, non confermate ufficialmente dal gruppo, il parere informale del direttorio di Via Nazionale andrebbe nella direzione di considerare patrimonio primario solo l'80% dell'ammontare, che sarebbe calcolato nel Core Tier 1, mentre il restante 20% sarebbe computato solo nel Tier 1.
Questo, però, non dovrebbe avere alcun impatto sulla decisione dell'ammontare della ricapitalizzazione dell'istituto, che è attesa tra i 7 e gli 8 miliardi a fronte di una capitalizzazione di mercato che ieri era pari a 15,115 miliardi. All'operazione stanno lavorando Mediobanca e Merrill Lynch, in qualità di global coordinator, mentre la ricapitalizzazione avrà come bookrunner Goldman Sachs, Credit Suisse, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Morgan Stanley e Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo).

Intanto i soci italiani, cui fa capo circa il 20% del capitale fra azionisti privati e Fondazioni, sta valutando la sottoscrizione dell'aumento per mantenere le attuali partecipazioni nel gruppo guidato da Federico Ghizzoni. In particolare Cariverona, attualmente al 4,2% del capitale, sta valutando la sottoscrizione pro-quota della ricapitalizzazione, sia per mantenere l'aggancio alla banca con un proprio rappresentante in consiglio, sia per mediare l'investimento abbassando il prezzo di carico.
Nella stessa direzione guarda la Fondazione Crt (al 3,3% nell'istituto), che sarebbe addirittura pronta a incrementare il proprio investimento arrotondando la quota fino ad arrivare al 4 per cento. Allo stesso tempo si sta lavorando all'allrgamento della compagine sociale con l'ingresso di nuovi soci, tra cui vengono indicati i fondi sovrani come Qia del Qatar e alcuni fondi sovrani asiatici. Sulle indiscrezioni, però, non ha voluto fare commenti Ghizzoni nei giorni scorsi.
 
Fine settimana intenso dalle parti di Piazza Cordusio su piano e aumento di capitale. Il Comitato permanente strategico di UniCredit tornerà a riunirsi domenica in vista del consiglio di amministrazione di lunedì. All'ordine del giorno dei lavori del week end innanzitutto il piano strategico, che sarà portato all'approvazione del board, e le ultime valutazioni sulla ricapitalizzazione dell'istituto.
Se, infatti, sul piano strategico i lavori sono in dirittura d'arrivo per disegnare un gruppo con una semplificazione organizzativa e focalizzato sullle attività commerciali, sul fronte dell'aumento di capitale tutte le valutazioni sono ancora in corso. A partire dal clima sui mercati, dove ieri il titolo UniCredit ha recuperato il 3,92% a 0,7825 euro per azione, dopo aver perso alla vigilia il 6,81 per cento. I volumi degli scambi restano leggermente superiori alla media da inizio anno (359 milioni di azioni scambiate al giorno), come da inizio novembre.

Di mercoledì, peraltro, la notizia che Banca d'Italia ha dato il via libera alla possibilità di considerare solo parte dei 3 miliardi di cashes strumenti di capitale. Secondo le indiscrezioni, non confermate ufficialmente dal gruppo, il parere informale del direttorio di Via Nazionale andrebbe nella direzione di considerare patrimonio primario solo l'80% dell'ammontare, che sarebbe calcolato nel Core Tier 1, mentre il restante 20% sarebbe computato solo nel Tier 1.
Questo, però, non dovrebbe avere alcun impatto sulla decisione dell'ammontare della ricapitalizzazione dell'istituto, che è attesa tra i 7 e gli 8 miliardi a fronte di una capitalizzazione di mercato che ieri era pari a 15,115 miliardi. All'operazione stanno lavorando Mediobanca e Merrill Lynch, in qualità di global coordinator, mentre la ricapitalizzazione avrà come bookrunner Goldman Sachs, Credit Suisse, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Morgan Stanley e Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo).

Intanto i soci italiani, cui fa capo circa il 20% del capitale fra azionisti privati e Fondazioni, sta valutando la sottoscrizione dell'aumento per mantenere le attuali partecipazioni nel gruppo guidato da Federico Ghizzoni. In particolare Cariverona, attualmente al 4,2% del capitale, sta valutando la sottoscrizione pro-quota della ricapitalizzazione, sia per mantenere l'aggancio alla banca con un proprio rappresentante in consiglio, sia per mediare l'investimento abbassando il prezzo di carico.
Nella stessa direzione guarda la Fondazione Crt (al 3,3% nell'istituto), che sarebbe addirittura pronta a incrementare il proprio investimento arrotondando la quota fino ad arrivare al 4 per cento. Allo stesso tempo si sta lavorando all'allrgamento della compagine sociale con l'ingresso di nuovi soci, tra cui vengono indicati i fondi sovrani come Qia del Qatar e alcuni fondi sovrani asiatici. Sulle indiscrezioni, però, non ha voluto fare commenti Ghizzoni nei giorni scorsi.


Ok Ok ma secondo voi quando si farààààà :)
 
Se la situazione politica si stabilizza da qui a gennaio-febbraio potrebbe superare ampiamente l'euro....

Lo penso anch'io, ma speriamo che non ci siano colpi di coda di berluskoni, sembra che vogliano proporre alfano al governo
 
Lo penso anch'io, ma speriamo che non ci siano colpi di coda di berluskoni, sembra che vogliano proporre alfano al governo

alfano al governo? come proporre la pasta asciutta (Monti) e la MerHa (alfano) al ristorante....la scelta non esiste manco OK!
 
Lo penso anch'io, ma speriamo che non ci siano colpi di coda di berluskoni, sembra che vogliano proporre alfano al governo

Credo che sia una mossa per alzare il prezzo, od al limite - opinione di alcuni quotidiani - un modo per sfilarsi dalla maggioranza con una sorta di appoggio esterno. C'è maretta nel PdL....
 
Ore 10:30/13:00 - La guerra sui mercati ... reloaded. I Big Investors dal forex ... all'analisi ciclico-volumetrica. Cosa ci aspetta nelle prossime settimane?

Ore 14:30/18:00 - La Bomba Atomica è scoppiata ... Che fine faranno i nostri risparmi? Quale futuro per l'Italia?
Paolo Barrai (Mercato Libero), Stefano Bassi (Il Grande Bluff), Bimbo Alieno, Oscar Giannino, Vloganza, Rete della Conoscenza/Indignados, Beppe Scienza, Imprese che Resistono, Finanza e Lambrusco, Fabio Bolognini, Leonardo Facco, Usemlab, Mike Shedlock
 
Appena il debito pubblico si abbassa vedrai i finanziari dove arrivano......
Niente short......


venerdì 11 novembre 2011

Servizio Pubblico, la nuova trasmissione di Michele Santoro, è stata teatro durante la seconda puntata di ieri sera, tra le altre cose, di un’idea originale per trascinarci fuori dalle sacche della crisi; e per mettere a punto quell’azione sistematica e continuativa sul debito italiano necessaria a dare ai mercati e alle istituzioni europee garanzie di solvenza. In modo da invertire il trend nefasto che sta colpendo Piazza affari e lo spread con i titoli tedeschi. A illustrarla, l’inviato de Il Sole 24 Ore, Gianni Dragoni. IlSussidiario.net lo ha contatto, per chiedere delucidazioni. Anche perché il suggerimento ha svariate assonanze con quello esposto da Marco Fortis su queste pagine. «Si tratta della proposta di un prestito forzoso sui grandi patrimoni sostenuta, tra gli altri, da Jean-Paul Fitoussi - spiega Dragoni -. Il ragionamento si applica a una soglia di almeno un milione di euro di patrimonio, esclusa la prima casa. I cittadini con una tale disponibilità dovrebbero acquistare titoli per una quantità equivalente al 5% del proprio patrimonio; l’emissione dovrebbe avere tassi allineati a quelli tedeschi, leggermente inferiori al 2%. Per non gravare ulteriormente sui conti pubblici». Il prestito, Dragoni ci tiene a sottolinearlo, non sarebbe un’imposta. Né, tantomeno, una tanto detestata patrimoniale. E sortirebbe un immediato effetto benefico.

«Non ci sono stime ufficiali, come quelle sui redditi, che indichino come sia ripartito il patrimonio degli italiani per classi di valore; tuttavia, dai dati a disposizione - come quelli dell’Associazione italiana di private banking - emerge che applicando una tale aliquota lo Stato potrebbe raccogliere circa 100 miliardi di euro». Marco Fortis, concentrandosi maggiormente sulla necessità di abbassare il debito pubblico finanziato dall’estero (attualmente al 51% del Pil), al 41%, come la Germania, proponeva gli “Italian bond”: «Prendiamo parte - consigliava - delle riserve auree di Bankitalia, le quote pubbliche di aziende come Terna o Rete Gas, parte del patrimonio pubblico dismesso e mettiamo tutto in una società che possa emettere obbligazioni». Sarebbero titoli pregiatissimi, data la copertura da offrire prevalentemente agli italiani. «Se gli stranieri dovessero comprare i bond italiani a tassi ragionevoli, bene. Altrimenti, lo Stato potrebbe utilizzare le risorse ottenute dagli Italian bond per ricomprare parte del debito pubblico estero».
 
SERVIZIO PUBBLICO/ Dragoni: con il “prestito forzoso” allo Stato, abbattiamo il debito di 100 mld
 
Appena il debito pubblico si abbassa vedrai i finanziari dove arrivano......
Niente short......

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ho visto dove si è abbassato il debito negli ultimi 15 anni
ed ho visto le quotazioni dei finanziari
:clap:

vatti a leggere sul mio thread quanti ne ho beccati
forza UC a 3?
:clap::clap:
 
ho visto dove si è abbassato il debito negli ultimi 15 anni
ed ho visto le quotazioni dei finanziari
:clap:

vatti a leggere sul mio thread quanti ne ho beccati
forza UC a 3?
:clap::clap:

Prima dei 1,20 non faranno nessun aumento.... fonti sicure lo dicono non io OK!
 
Prima dei 1,20 non faranno nessun aumento.... fonti sicure lo dicono non io OK!

hey chico parli con chi ha sempre guadagnato su UC
le ho a 0,78, poche ma buone
dov'è il problema?
 
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