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La fusione tra la Popolare di Vicenza e Veneto Banca potrebbe essere congelata a seguito dell’intervento di sistema pilotato da Intesa Sanpaolo e Unicredit. Sarebbe questa una delle ipotesi emerse nelle ultime ore nel corso della trattativa tra le banche e il Tesoro. L’obiettivo è iniettare nei due istituti veneti 1,2 miliardi di capitali privati, ottemperando in tal modo alla richiesta presentata alla fine di maggio dalla DgComp e smarcando in maniera definitiva il salvataggio. Bruxelles ritiene infatti che, prima di avviare la ricapitalizzazione precauzionale, le due banche debbano puntellare la propria posizione patrimoniale per garantire la solvibilità prospettica. A non convincere sarebbero soprattutto gli obiettivi reddituali del piano che, nello scenario macro-economico prospettato, risulterebbero troppo ambiziosi al team di Margrethe Vestager.
Anche se l’accordo con il sistema bancario non appare ancora imminente, c’è fiducia di raggiungerlo entro domenica, grazie al contributo di alcuni importanti istituti di medie dimensioni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nell’ambito della strategia in fase di definizione la fusione delle due ex popolari potrebbe non rivelarsi più necessaria. Soprattutto alla luce del nuovo assetto proprietario che vedrebbe, a fianco dello Stato, una nutrita compagine di soci privati intenzionati ad avere voce in capitolo sulla governance e sulle scelte industriali. Il progetto di integrazione era infatti figlio di una strategia maturata in uno scenario diverso da quello che si sta prefigurando. Uno scenario nel quale lo Stato sarebbe stato il regista unico della ristrutturazione, in forza del proprio ruolo di azionista di maggioranza assoluta.
Restano però ancora da chiarire le modalità tecniche dell’intervento. Se le possibilità di agire attraverso Atlante o attraverso il Fondo interbancario di tutela dei depositi resta sul tavolo, lo strumento più efficace appare una newco che entri nel capitale delle due banche. Il veicolo potrebbe essere finanziato dagli istituti sotto la regia di Intesa (che proprio ieri ha riunito il cda) e Unicredit e acquiserebbe partecipazioni rilevanti in Bpvi e Veneto Banca. Non è ancora chiaro, però, se le risorse saranno versate in un’unica soluzione oppure in tempi leggermente sfasati. Anche perché la risposta del sistema rischia di essere più lenta del previsto, come si evince dalle dichiarazioni dei banchieri: «Siamo impegnati nell’altro progetto delle bridge bank e stiamo facendo l’aumento di capitale, quindi non è nel nostro raggio d’azione e di pensiero», ha tagliato corto ad esempio il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Andrea Moltrasio. La sensazione, però, è che il Tesoro stia stringendo i tempi per arrivare a una soluzione entro la fine della settimana. Lo suggerisce la nota diffusa ieri mattina dal ministro Pier Carlo Padoan per rassicurare clienti e risparmiatori: «Le interlocuzioni con le istituzioni europee sono incoraggianti. La soluzione non contemplerà alcuna forma di bail-in e obbligazionisti senior e depositanti saranno in ogni caso pienamente garantiti», ha dichiarato Padoan. Il Pd ha peraltro chiesto al ministro di rispondere oggi sulla vicenda al question time della Camera. Segnali incoraggianti sono arrivati anche da Bruxelles. «Sono in corso contatti costruttivi con l’obiettivo di raggiungere una soluzione per le due banche conforme alle regole Ue, senza il bail-in degli obbligazionisti senior. I correntisti in ogni caso saranno completamente protetti», ha detto un portavoce dell’antitrust della Commissione guidato da Margrethe Vestager. Del dossier ha parlato anche il commissario Ue, Valdis Dombrovskis, in una conferenza stampa. «Non possono dichiarare granché su Veneto Banca e Popolare di Vicenza, oltre i commenti già fatti, dato che è un caso su cui si sta lavorando. Posso solo assicurare nuovamente che lavoriamo strettamente con le autorità italiane».
Sentiment positivo si respira anche ai vertici di Bpvi e Veneto Banca. «Il consiglio si è svolto in un clima sereno perché è stato preceduto dal comunicato del ministro Padoan che ha rassicurato sulla brevità dei tempi e sulla possibilità di trovare una soluzione», ha dichiarato il presidente di Bpvi, Gianni Mion, a margine del cda che si è tenuto a Vicenza (quello di Veneto Banca invece si terrà oggi). Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso anche il cco di Bpvi, Gabriele Piccini: «Ci sono le dichiarazioni del ministro Padoan e della commissaria Ue che escludono qualsiasi ipotesi di bail-in e che i risparmi saranno protetti, ed è un buon segno», ha detto Piccini. «Noi siamo tranquilli per i nostri clienti e i nostri colleghi», ha aggiunto sottolineando che con le dichiarazioni di oggi «ci hanno dato tutte le tranquillità che volevamo». Che le due banche abbiano ritrovato un clima di relativa sicurezza è dimostrato anche dai temi di ordinaria amministrazione affrontati ieri dal cda di Bpvi dove l’ad Fabrizio Viola si è limitato a fare qualche breve accenno sulla trattativa in corso. (riproduzione riservata)
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