Vivere di rendita 10 posso?

  • Ecco la 70° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Settimana di risk-off per i principali indici per via dei timori legati all’inflazione persistente e alle prospettive di tassi ancora elevati a lungo. Anche se il report di oggi sull’indice core Pce, la misura molto gradita alla Fed per valutare l’inflazione, ha mostrato un parziale raffreddamento, o quantomeno una stabilità. L’indice ha riportato una crescita su base annua del 2,8%, in linea con le previsioni degli analisti e con la rilevazione del mese precedente. Questo dovrebbe lasciare più margine di manovra alla Fed per abbassare i tassi di interesse nel corso del 2024. Passando al Vecchio Continente, il report sull’inflazione dell’Eurozona ha mostrato un indice al 2,6%, oltre il 2,5% atteso e in accelerazione rispetto al 2,4% precedente.
    Per continuare a leggere visita il link

Abbimi pazienza: se io "cervello in fuga" ingegnere aeronautico con 110 e lode italiano devo andare a Seattle a lavorare alla Boeing o a Tolosa alla Airbus perchè qui mi sputano in un occhio... evidentemente il mio omologo Americano che vive a Seattle o Francese che vive a Tolosa... ha il lavoro sotto casa!
Ovviamente, traslando anche in altri settori, è molto più facile che il "talento" americano francese o tedesco abbiano il lavoro "a portata" di bicicletta:
l'Ingegnere aeronautico americano che non nasce a Seattle, ma a Denver, per esempio, probabilmente avrà altre 100 occasioni di impiego diverse da quella nel suo specifico settore, sotto casa

Potresti fare lo stesso discorso per Milano o Torino. Se hai la fortuna di nascere a Milano hai 100 volte più facilità a trovare un buon lavoro rispetto a nascere in Calabria.

Stesso discorso per gli Stati Uniti sono enormi, con la differenza che sono un paese enorme con pochi poli lavorativi ad alto valore aggiunto. Se nasci in Carolina del nord e vuoi fare l'informatico della silicon valley ti tocca spostarti di 4-5 mila km. A quel punto è molto più vicino a casa l'informatico che va a Londra.
 
...
E in questo senso, bisogna dire grazie alla tanto vituperata scuola italiana, che, lungi dallo specializzarti in una sola cosa, ti da una pesantissima formazione globale... così che persino gli ingegneri aeronautici possono fare i calcoli del cemento armato o dimensionare impianti elettrici e in questo modo si "riciclano" in "n" settori.

Parla per te... (Che sei pure mezzo "retributivo"... :p)
5/6 anni dopo c'erano già gli albi separati, nonostante provenissimo tutti da VO.
E chi cominciava a lavorare era già nel contributivo, con riscatto laurea non più conveniente
principalmente perché non più utile a fini "anticipo età pensionabile" (poi, negli anni, ricambiò tutto un paio di volte,
ma il costo ormai era esorbitante), e con obbligo di furto totale del Tfr da parte
dei fondi pensione dei sindacati che volevano mangiare la loro fetta di torta, quando arrivarono nel 2005.

Stesse aspettative, pochi anni, prospettive completamente cambiate....

Giusto per spiegare che dipende sempre "da che punto guardi il mondo" (cit.) :)

Ciao!
Davide - Ghibli
 
Abbimi pazienza: se io "cervello in fuga" ingegnere aeronautico con 110 e lode italiano devo andare a Seattle a lavorare alla Boeing o a Tolosa alla Airbus perchè qui mi sputano in un occhio... evidentemente il mio omologo Americano che vive a Seattle o Francese che vive a Tolosa... ha il lavoro sotto casa!
Ovviamente, traslando anche in altri settori, è molto più facile che il "talento" americano francese o tedesco abbiano il lavoro "a portata" di bicicletta:
l'Ingegnere aeronautico americano che non nasce a Seattle, ma a Denver, per esempio, probabilmente avrà altre 100 occasioni di impiego diverse da quella nel suo specifico settore, sotto casa

Guarda che l'Italia è piena di "pendolari".

E non lo è solo l'Italia: "Secondo il rapporto Pendolaria di Legambiente di quei 29 milioni di pendolari, sono solo 5,5 milioni quelli che prendono il treno tutte le mattine, uno su sei. Meno che in Francia, Germania e Regno Unito."

Solo che il pendolare italiano impiega il triplo del tempo, si becca gli scioperi ed i ritardi,
non ha la flessibilità di orario, non esiste il "lavorare a distanza", i part time sono demonizzati ecc.ecc.ecc.

http://www.linkiesta.it/it/article/2018/01/27/litalia-e-un-treno-di-pendolari-e-se-lo-merita/36935/

IMHO l'articolo sbaglia a usare il verbo "preferire" riferito all'automobile.
Io avrei scritto "è costretto", ma tant'è... dipende anche dalla realtà locale.

La frase finale piacerà a molti...

Ciao!
Davide - Ghibli
 
L'Italia, dove il 50% della gente ragiona ancora come Bigmad, è schiacciata tra il martello della competizione USA e l'incudine di quella Asiatica. Il bagno di realismo che attende l'Italia, temo sarà molto doloroso. :o

Condivido in pieno.
Reso ancora più doloroso dal fatto che l'opinione pubblica italiana mediamente non ha ancora capito la reale gravità della situazione in cui il paese si trova, quindi assolutamente impreparata dal punto di vista psicologico ad affrontare la situazione. Tutto questo si intuisce bene dall'ultimo voto, dove hanno prevalso alla grande partiti ch
 
Ultima modifica:
Condivido in pieno.
Reso ancora più doloroso dal fatto che l'opinione pubblica italiana mediamente non ha ancora capito la reale gravità della situazione in cui il paese si trova, quindi assolutamente impreparata dal punto di vista psicologico ad affrontare la situazione.

Ecco io su questo sposterei il focus: mi trovo ad osservare attorno a me tante persone che sembrano vivere in una realtà parallela: questo probabilmente sarà dovuto alla situazione di particolare benessere accumulato (in maniera piu o meno onesta) nei periodi delle "vacche grasse", ma trovo che la forbice si allarga sempre più: gente che vive nell'agiatezza più rilassata, e persone che veramente faticano a mettere assieme il pranzo con la cena.

Io sinceramente, datemi del pessimista o disfattista, in ottica di medio-lungo periodo la vedo molto ma molto male. A dire la verità spesso cerco di mettermi l'animo in pace riguardo i miei contributi inps, dandoli già per persi. Spero fortemente che cambi qualcosa, in fretta, prima di tutto nella mentalità delle persone: credo sia il momento di tornare tutti a rimboccarsi le maniche e darsi da fare in tutti i sensi.
 
Ecco io su questo sposterei il focus: mi trovo ad osservare attorno a me tante persone che sembrano vivere in una realtà parallela: questo probabilmente sarà dovuto alla situazione di particolare benessere accumulato (in maniera piu o meno onesta) nei periodi delle "vacche grasse", ma trovo che la forbice si allarga sempre più: gente che vive nell'agiatezza più rilassata, e persone che veramente faticano a mettere assieme il pranzo con la cena.

Io sinceramente, datemi del pessimista o disfattista, in ottica di medio-lungo periodo la vedo molto ma molto male. A dire la verità spesso cerco di mettermi l'animo in pace riguardo i miei contributi inps, dandoli già per persi. Spero fortemente che cambi qualcosa, in fretta, prima di tutto nella mentalità delle persone: credo sia il momento di tornare tutti a rimboccarsi le maniche e darsi da fare in tutti i sensi.

Io sono pienamente d'accordo, tuttavia secondo me c'e' una certa probabilità che in caso di crisi generalizzata del belpaese ci siano parti che semplicemente si staccheranno e si salveranno proprio in virtù della ricchezza accumulata e della presenza di un tessuto imprenditoriale orientato alle esportazioni. In generale una balcanizzazione di parte dell'europa occidentale mi pare inevitabile a medio lungo, in particolare per spagna/italia. Per le pensioni i professionisti che hanno istituti di previdenza autonomi dall'INPS saranno gli unici che si salveranno quasi certamente.

Diventa fondamentale diversificare con proprietà estere e magari titoli in altre valute nel medio lungo.
 
Ecco io su questo sposterei il focus: mi trovo ad osservare attorno a me tante persone che sembrano vivere in una realtà parallela: questo probabilmente sarà dovuto alla situazione di particolare benessere accumulato (in maniera piu o meno onesta) nei periodi delle "vacche grasse", ma trovo che la forbice si allarga sempre più: gente che vive nell'agiatezza più rilassata, e persone che veramente faticano a mettere assieme il pranzo con la cena.

Io sinceramente, datemi del pessimista o disfattista, in ottica di medio-lungo periodo la vedo molto ma molto male. A dire la verità spesso cerco di mettermi l'animo in pace riguardo i miei contributi inps, dandoli già per persi. Spero fortemente che cambi qualcosa, in fretta, prima di tutto nella mentalità delle persone: credo sia il momento di tornare tutti a rimboccarsi le maniche e darsi da fare in tutti i sensi.

A mio avviso il problema di fondo in parte è dato da quello che dici tu, cioè la ricchezza accumulata nel passato.
In parte è dato dalla condizione psicologica generazionale attuale del paese, ovvero buona parte della popolazione italiana in vita è composta da cittadini nati e cresciuti subito dopo la guerra, i più vecchi (esempio mio padre) sono nati durante la guerra o poco prima della guerra ma ne hanno un ricordo vago poichè erano molto piccoli. Quindi parliamo di milioni e milioni di persone abituate a vivere in un epoca durante la quale c'è stato un cambiamento radicale verso condizioni di benessere come mai si erano viste nella storia di questo paese ed ora faticano a concepire l'idea che tutto questo benessere potrebbe ridursi notevolmente (in effetti si sta già riducendo e temo siamo solo all'inizio) poichè lo danno per scontato, stabilmente acquisito, inalienabile come fosse un diritto divino, assieme a tutti i "diritti" che esso comporta (la pensione, la sanità, il posto fisso). Un pò come se io fossi ricco sfondato ed abituassi i miei figli fin dalla nascita ad un tenore di vita da sceicchi in un mondo a parte, ma se cadessi improvvisamente in disgrazia per loro sarebbe un trauma e qualcosa di inconcepibile dover adattarsi anche solo ad una vita da mediamente ricchi o da classe media.

Questo atteggiamento da corto-circuito cognitivo verso la nuova realtà che avanza traspare molto bene dai discorsi di Bigmad, il quale continua a fare i conti solo con se stesso (non è giusto, mi indigno, voglio il reddito di cittadinanza per le mie figle, voglio il posto fisso pubblico vicino casa, voglio il posto nella grande multinazionale ben retribuito come il tedesco o il francese ma responsabilità e orario di lavoro non devono essere troppo pesanti) senza rendersi conto che i conti li dovrà fare con il resto del mondo e purtroppo saranno conti molto salati per lui e per le sue figlie, se dovessero venire su con la sua stessa mentalità.

Quando parli con gente dalla visione ristretta come Bigmad, spiegando loro che nulla è più garantito, questi ti guardano straniti e subito dopo ripartono con la tiritera dei diritti acquisiti, del posto fisso, della pensione etc. ....è il corto circuito appunto
 
Ultima modifica:
Io sono pienamente d'accordo, tuttavia secondo me c'e' una certa probabilità che in caso di crisi generalizzata del belpaese ci siano parti che semplicemente si staccheranno e si salveranno proprio in virtù della ricchezza accumulata e della presenza di un tessuto imprenditoriale orientato alle esportazioni. In generale una balcanizzazione di parte dell'europa occidentale mi pare inevitabile a medio lungo, in particolare per spagna/italia.

Concordo con te ma le parti produttive ed avanzate del paese (sappiamo bene quali sono) devono accelerare il distacco dalle quelle incancrenite, altrimenti la cancrena si diffonde rapidamente anche alle parti sane ed alla fine l'organismo intero muore.
 
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Cito una frase del thread segnalato in AP che mi ha fatto molto ridere! :D
Ma su cui dovremmo forse anche riflettere...

"Se Steve Jobs fosse nato in una cittadina di provincia del Sud Italia (non dico Angola o Nigeria, neh) avrebbe smanettato tra fili e circuiti nel garage del babbo fino al giorno in cui una raccomandazione non lo avesse fatto assumere al catasto, e fine dei giochi.".
:D

Ciao!
Davide - Ghibli
 
Cito una frase del thread segnalato in AP che mi ha fatto molto ridere! :D
Ma su cui dovremmo forse anche riflettere...

"Se Steve Jobs fosse nato in una cittadina di provincia del Sud Italia (non dico Angola o Nigeria, neh) avrebbe smanettato tra fili e circuiti nel garage del babbo fino al giorno in cui una raccomandazione non lo avesse fatto assumere al catasto, e fine dei giochi.".
:D

Ciao!
Davide - Ghibli

Se Steve Jobs fosse nato in Italia, quel garage glielo avrebbe fatto chiudere qualche funzionario pubblico per utilizzo irregolare del locale :D:D


[...] e purtroppo saranno conti molto salati per lui e per le sue figlie, se dovessero venire su con la sua stessa mentalità.

Ma per loro, come lo stesso Bigmad ha più volte scritto, c'è sempre l'opzione trovare marito e sistemarsi...
 
noi invece si dice "meglio disoccupato all'Ardenza che ingegnere a Milano"
Ardenza è un quartiere di Livorno , sul mare

comunque secondo me uno deve puntare a fare l'ingegnere all'Ardenza ... magari in telelavoro :-)

p.s
ovviamente per arrivare poi a fare il rentier all'Ardenza ...

agevolo foto esplicativa :-D
34559159242_7544aa6f74_b.jpg



Mia suocera soleva ripetere: "Meglio fare il bidello vicino a casa, che lo scienziato dall'altra parte del mondo"... e nella sua ingenuità, forse, non aveva tutti i torti! :D
 
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Basta nascondersi dietro l'ipocrisia.

La maggior parte dei giovani sarebbe disposta a spostarsi, soprattutto entro i confini italiani, per lavorare. Avrebbe l'occasione di fare nuove esperienze.
Solo i morti dentro preferirebbero restare vicini a mamma e papà.

La verità è che alcuni, soprattutto chi ha fatto l'università vicino casa, si è inguaiato con qualche ragazza, e dopo anni di fidanzamento, potrebbe mai lasciare la sua fiamma, figlia del panettiere del paese, con la quale era ormai così abituato ad uscire ogni sabato pomeriggio alla piazza del paese e prendere il gelato sempre al solito bar, e ricominciare l'ardua ricerca di una nuova ragazza, che "costa fatica" (cit.), in un luogo dove hanno un accento italiano diverso dal tuo?
E magari dopo tre anni era riuscito a dirle che la pasta con le pellecchie non gli piace? (cit. da un film di Troisi ed Arena, si trova la scena su youtube)

Aspetto la confessione di bigmad, o quantomeno il nome di qualche suo amico (magari il nostro Camillo?) che hanno ceduto a tale compromesso :o
 
Basta nascondersi dietro l'ipocrisia.

La maggior parte dei giovani sarebbe disposta a spostarsi, soprattutto entro i confini italiani, per lavorare. Avrebbe l'occasione di fare nuove esperienze.
Solo i morti dentro preferirebbero restare vicini a mamma e papà.

La verità è che alcuni, soprattutto chi ha fatto l'università vicino casa, si è inguaiato con qualche ragazza, e dopo anni di fidanzamento, potrebbe mai lasciare la sua fiamma, figlia del panettiere del paese, con la quale era ormai così abituato ad uscire ogni sabato pomeriggio alla piazza del paese e prendere il gelato sempre al solito bar, e ricominciare l'ardua ricerca di una nuova ragazza, che "costa fatica" (cit.), in un luogo dove hanno un accento italiano diverso dal tuo?
E magari dopo tre anni era riuscito a dirle che la pasta con le pellecchie non gli piace? (cit. da un film di Troisi ed Arena, si trova la scena su youtube)

Aspetto la confessione di bigmad, o quantomeno il nome di qualche suo amico (magari il nostro Camillo?) che hanno ceduto a tale compromesso :o

innamorarsi di qualcuno e progettare una vita insieme mi sembra una cosa molto normale e non mi sentirei di relegarla a "fenomeno di costume", su cui ridacchiarci sopra. O la ragazza condivide i tuoi propositi "alla Steve jobs" di restare "affamato e pazzo"... o sono c a z z i... nel senso che il progettino di famiglia alla "Mulino bianco" te lo puoi scordare.
Io tra la vita alla Steve Jobs e quella da Mulino bianco, dovessi scegliere e potessi scegliere, preferirei sempre la seconda.
Non per paura o perchè non mi interessano i soldi, che fanno sempre piacere. Semplicemente perchè la prima strada (Steve Jobs) mi sembra quella di una vita da "insoddisfatto", sempre alla ricerca di qualcosa ancora fino all'ultimo giorno sulla terra. Una vita piena di una tensione verso qualcosa di irraggiungibile, colma di ansia e in cui i momenti felici non vengono mai assaporati perchè bisogna andare avanti.
La strada del mulino bianco invece, mi sembra più di "soddisfazione", più felice, più modesta, ma più piena.
 
innamorarsi di qualcuno e progettare una vita insieme mi sembra una cosa molto normale e non mi sentirei di relegarla a "fenomeno di costume", su cui ridacchiarci sopra. O la ragazza condivide i tuoi propositi "alla Steve jobs" di restare "affamato e pazzo"... o sono c a z z i... nel senso che il progettino di famiglia alla "Mulino bianco" te lo puoi scordare.
Io tra la vita alla Steve Jobs e quella da Mulino bianco, dovessi scegliere e potessi scegliere, preferirei sempre la seconda.
Non per paura o perchè non mi interessano i soldi, che fanno sempre piacere. Semplicemente perchè la prima strada (Steve Jobs) mi sembra quella di una vita da "insoddisfatto", sempre alla ricerca di qualcosa ancora fino all'ultimo giorno sulla terra. Una vita piena di una tensione verso qualcosa di irraggiungibile, colma di ansia e in cui i momenti felici non vengono mai assaporati perchè bisogna andare avanti.
La strada del mulino bianco invece, mi sembra più di "soddisfazione", più felice, più modesta, ma più piena.

Se tu scegli la vita da Mulino Bianco al posto di quella da Steve Jobs è un tuo diritto.
Però, più che vita da Mulino Bianco, sarebbe più corretto dire vita da "dipendente ordinario, senza particolari ambizioni, con il posto vicino casa e che si accontenta".
E va assolutamente bene accontentarsi...però appunto....di questo si tratta...accontentarsi.
E dai tuoi post recenti e passati credo il tuo problema sia proprio quello...non ti accontenti o comunque fai fatica ad accettarlo.

Leggendo ormai da qualche anno i tuoi interventi, mi sembra di percepire una certa invidia di fondo verso chi se la passa meglio di te, un certa intolleranza verso i ricchi e verso chi si può permettere un tenore di vita più elevato rispetto al tuo (tralasciando i rentier che hanno ereditato).

Nella tua vita hai scelto di non emigrare (favorito anche dal anche perchè all'epoca le condizioni economiche di questo paese erano più floride) e di non intraprendere strade da carrierista poichè hai preferito anteporre altri valori come la famiglia, il tempo libero, gli amici. A dire il vero hai pure fatto la scelta di non curare troppo i tuoi interessi personali (le propietà immobiliari abbandonate a se stesse delle quali hai parlato) ma questa è un altra storia.

Chi ha fatto una scelta opposta alla tua ed ha percorso strade che lo hanno portato ad un certo tipo di affermazione, oggi gode di più denaro. Tu non hai fatto tale scelta ed ora non puoi rimpiangere il fatto di non avere lo stesso denaro, non si possono avere capra e cavoli.
E ti illudi se pensi che sia lo stato a poter compensare in qualche modo questo tuo gap con i più ricchi (il reddito di cittadinanza, le recriminazioni verso il tedesco o il francese che guadagnano più di te).
 
Se tu scegli la vita da Mulino Bianco al posto di quella da Steve Jobs è un tuo diritto.
Però, più che vita da Mulino Bianco, sarebbe più corretto dire vita da "dipendente ordinario, senza particolari ambizioni, con il posto vicino casa e che si accontenta".
E va assolutamente bene accontentarsi...però appunto....di questo si tratta...accontentarsi.
E dai tuoi post recenti e passati credo il tuo problema sia proprio quello...non ti accontenti o comunque fai fatica ad accettarlo.

Leggendo ormai da qualche anno i tuoi interventi, mi sembra di percepire una certa invidia di fondo verso chi se la passa meglio di te, un certa intolleranza verso i ricchi e verso chi si può permettere un tenore di vita più elevato rispetto al tuo (tralasciando i rentier che hanno ereditato).

Nella tua vita hai scelto di non emigrare (favorito anche dal anche perchè all'epoca le condizioni economiche di questo paese erano più floride) e di non intraprendere strade da carrierista poichè hai preferito anteporre altri valori come la famiglia, il tempo libero, gli amici. A dire il vero hai pure fatto la scelta di non curare troppo i tuoi interessi personali (le propietà immobiliari abbandonate a se stesse delle quali hai parlato) ma questa è un altra storia.

Chi ha fatto una scelta opposta alla tua ed ha percorso strade che lo hanno portato ad un certo tipo di affermazione, oggi gode di più denaro. Tu non hai fatto tale scelta ed ora non puoi rimpiangere il fatto di non avere lo stesso denaro, non si possono avere capra e cavoli.
E ti illudi se pensi che sia lo stato a poter compensare in qualche modo questo tuo gap con i più ricchi (il reddito di cittadinanza, le recriminazioni verso il tedesco o il francese che guadagnano più di te).

Ma poi mi pare che prenda 2500 al mese, lui capra e cavoli li ha avuti

Per chi sopra parlava di fidanzate... Non vedo cosa aggiunga alla discussione. A tutti piacerebbe guadagnare di più, spesso però sono richiesti dei sacrifici che la gente sceglie di non fare. Non vedo perché la fidanzata dovrebbe "mobilitare" la scelta di rimanere al paesello
 
Ciao a tutti,

seguo con molto interesse le vostre conversazioni. Mi appassionano e le trovo un ottimo spunto di riflessione.
Io come indole sono uno alla "state folli ed affamati" ma alla fine mi sono ritrovato con una vita da Mulino Bianco a 30 anni. Laurea presa "vicino" casa, lavoro dipendente "vicino" casa, casa di proprietà, moglie e figlio da poco arrivato.
Indendiamoci, valori come famiglia e tempo libero sono molto importanti per me e alla fine la mia vita mi piace. Ho rifiutato proposte di lavoro anche all'estero e alla fine insistendo con molti compromessi qualcosa sono riuscito ad ottenere anche in ambito lavorativo.
Però alla fine quel senso di insoddisfazione strisciante ce l'ho sempre. Uno come me vuole sempre di più, è nel mio DNA. Per questo seguo con interesse i vostri post per comprendere punti di vista differenti e farmi delle domande e trovare risposte.
 
Se tu scegli la vita da Mulino Bianco al posto di quella da Steve Jobs è un tuo diritto.
Però, più che vita da Mulino Bianco, sarebbe più corretto dire vita da "dipendente ordinario, senza particolari ambizioni, con il posto vicino casa e che si accontenta".
E va assolutamente bene accontentarsi...però appunto....di questo si tratta...accontentarsi.
E dai tuoi post recenti e passati credo il tuo problema sia proprio quello...non ti accontenti o comunque fai fatica ad accettarlo.

Leggendo ormai da qualche anno i tuoi interventi, mi sembra di percepire una certa invidia di fondo verso chi se la passa meglio di te, un certa intolleranza verso i ricchi e verso chi si può permettere un tenore di vita più elevato rispetto al tuo (tralasciando i rentier che hanno ereditato).

Nella tua vita hai scelto di non emigrare (favorito anche dal anche perchè all'epoca le condizioni economiche di questo paese erano più floride) e di non intraprendere strade da carrierista poichè hai preferito anteporre altri valori come la famiglia, il tempo libero, gli amici. A dire il vero hai pure fatto la scelta di non curare troppo i tuoi interessi personali (le propietà immobiliari abbandonate a se stesse delle quali hai parlato) ma questa è un altra storia.

Chi ha fatto una scelta opposta alla tua ed ha percorso strade che lo hanno portato ad un certo tipo di affermazione, oggi gode di più denaro. Tu non hai fatto tale scelta ed ora non puoi rimpiangere il fatto di non avere lo stesso denaro, non si possono avere capra e cavoli.
E ti illudi se pensi che sia lo stato a poter compensare in qualche modo questo tuo gap con i più ricchi (il reddito di cittadinanza, le recriminazioni verso il tedesco o il francese che guadagnano più di te).

Mi allaccio alla tua prima parte: qui purtroppo non si tratta di scegliere tra la carriera di Steve Jobs e la famiglia mulino bianco. Magari fosse così! Sarebbe una scelta win-win.
La realtà è una via di mezzo molto larga con tante sfumature.
Chi è andato dal sud al nord Italia, o all'estero, lo ha fatto per trovare una condizione lavorativa ed una qualità della vita migliore di quella che godeva, non per andare a vincere il premio Nobel.

Anzi, a quanto pare all'estero si lavora sì duramente, ma poi il tempo libero e la famiglia sono visti in un modo diverso, con più rispetto.
In alcuni paesi le domeniche tutti i negozi sono chiusi, anche i centri commerciali, per far passare il tempo ai lavoratori in famiglia. E non di rado i dipendenti hanno il flex-time, e possono entrare ed uscire quando vogliono, a patto di completare le 40 ore settimanali. In Italia se ti alzi il **** prima delle 18.00 ti additano come lo scansafatiche, anche se lavori più efficientemente degli altri e finisci prima, e magari il tuo capo non ti darà mai una promozione per questo futile motivo.

Sarà che senza il mulino fuori dalla porta, riconoscere una famiglia mulino bianco è più difficile che in pubblicità, ma credo che le famiglie mulino bianco siano delle mosche bianche, spazzate via dalle famiglie del tipo "domenica la tv è mia che c'è la serie A, e martedì è mia che c'è grande fratello VIP".
 
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